Ricerca personalizzata

mercoledì 18 novembre 2009

San Costanzo, Margherita Mencoboni: "Ci sentiamo offesi dalla sentenza della Corte Europea. Il crocifisso è un simbolo della cultura del nostro Paese"


Sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che si è pronunciata a favore di chi ha richiesto di rimuovere il crocifisso dalle aule scolastiche, interviene Margherita Mencoboni, consigliere comunale di San Costanzo, che a riguardo ha presentato anche un ordine del giorno.

"Un'assurda e scriteriata sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo considera "di disturbo" e quale violazione della libertà la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche.
Noi ci sentiamo offesi da tale sentenza che risulta essere la negazione del ruolo del cristianesimo nella società e nell'identità italiana.
Il rispetto delle libere convinzioni non passa attraverso l'annullamento dei simboli della fede altrui.
Questa decisione offende l’Italia e il popolo italiano, la nostra storia e la nostra tradizione cristiana.
La sentenza è la conseguenza della pavidità dei governanti europei, che si sono rifiutati di menzionare le radici cristiane nella Costituzione europea.
Il crocefisso è il segno dell'identità cristiana dell'Italia e dell'Europa.
Queste decisioni allontanano dall'idea di Europa di De Gasperi, Adenauer e Schuman.
Di questo passo il fallimento politico è inevitabile.
Siamo offesi da una sentenza astratta e fintamente democratica che offende i sentimenti dei popoli europei nati dal cristianesimo.
Il Crocefisso non rappresenta solo un simbolo religioso al quale guardano con rispetto e devozione milioni di italiani, ma è anche un simbolo che fa parte integrante della cultura e dell’identità del nostro Paese, valori questi che vanno difesi e tutelati anche e soprattutto in funzione di una politica di integrazione che aspiri ad essere seria.

Una sentenza quella della Corte di Strasburgo,lontana dal comune sentire della gente e perciò profondamente ingiusta. Senza identità, senza coscienza delle proprie radici, non possono esserci né libertà né democrazia. Togliere il segno della tradizione cristiana dalle scuole è un atto di ignoranza culturale e di ostilità nei confronti della storia del nostro Paese e della stessa Europa. E’ il contrario della laicità che è la capacità di guardare a se stessi e agli altri senza pregiudizi.
Il crocefisso è un simbolo universale di amore, di mitezza e di pace. Simbolo radicato nella coscienza di tanti italiani, altro non è se non il riconoscimento di una identità culturale che nessun tratto di penna potrà mai cancellare.
Quanto al crede e non credere, non risulta che la fede in Italia, così come in ogni parte del mondo, tranne che nei regimi fondamentalisti, venga inculcata dalla scuola, dove l’ora di religione è libera e dipenda da i simboli che si vedono un po ovunque!!.
La Bandiera britannica contiene non una, ma ben tre croci: quella di San Giorgio dell’Inghilterra, quella di Sant’Andrea della Scozia e quella di San patrizio dell’Irlanda. Forse ne deriva una danno alle libere convinzioni dei cittadini britannici? Non ci pare proprio, anche perché gli scozzesi sono cattolici e gli inglesi protestanti. Se la sentenza della Corte venisse applicata in maniera letterale, dovremmo buttar fuori la croce e simboli non solo dalle aule scolastiche, ma dagli edifici pubblici, dai castelli, perché no dai Camposanti e dalle edicole agli incroci di tante nostre strade!! Perché come afferma la Corte costituisce “una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni”".


Ordine del Giorno

Il Consiglio Comunale di San Costanzo

PREMESSO:

Che la Corte dei Diritti Umani di Strasburgo ha deciso che la presenza dei Crocefissi nelle scuole rappresenta una “violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni” e una violazione alla libertà di religione degli alunni;

CHE il caso era stato sollevato nel 2002 da Soile Lutsi, cittadina italiana di origini finlandese residente a Padova e rappresentante dell’Unione Atei e Agnostici, la quale aveva sollecitato invano nei vari tribunali italiani, l’eliminazione dei crocefissi nelle classi dei suo due figli e senza aver ottenuto alcun risultato, si è poi rivolta ai giudici di Strasburgo che le hanno dato ragione;

CHE la Corte Europea, in risposta all’istanza n. 30814/06(causo Lauti vs Italia) ha stabilito che la presenza dei Crocefissi nelle aule scolastiche costituisce “una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni” e una violazione alla “libertà di religione degli alunni”;

CONSIDERATO
CHE il Crocefisso è il simbolo della storia e della cultura Italiana, parte del patrimonio identitario del popolo italiano;
CHE il Crocefisso, come affermato dal Portavoce della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, è stato sempre un segno di offerta di amore di Dio e di unione e di accoglienza per tutta l’umanità;

CHE l’esposizione del Crocefisso nelle aule scolastiche non ha a che fare con l’ostentazione di simboli religiosi, ma fa parte della tradizione e della specificità del nostro popolo;

CHE la storia d’Italia passa attraverso simboli, cancellando i quali si cancella una parte di noi stessi;

CHE con la sentenza n. 556 del 13 febbraio 2006, il Consiglio di Stato aveva respinto il ricorso della cittadina Lauti, la quale chiedeva la rimozione del Crocefisso dalle aule scolastiche, affermando che “il Crocefisso deve restare nelle aule scolastiche”

RILEVATO di condividere quanto già sostenuto dal Consiglio di Stato con la Sentenza n. 556 del 13/02/2006 che evidenziò con grande lucidità la valenza discriminatoria, sotto il profilo religioso, dell’esposizione del crocefisso in classe, in quanto rappresentativo di una funzione simbolica altamente educativa connessa a valori civilmente rilevanti;

CHE la Sentenza della Corte di Strasburgo è assolutamente inaccettabile perché risulta essere la negazione del ruolo del cristianesimo nella società e nell’identità;

CHE il Crocefisso rappresenta non solo un simbolo religioso, ma anche il segno culturale e specifico della nostra tradizione che ha profonde radici cristiane e che rimuoverlo dalle aule e da altri edifici pubblici italiani significherebbe negare l’appartenenza a questa tradizione;


CHE il Crocefisso non rappresenta solo un simbolo religioso al quale guardano con rispetto e devozione milioni di italiani, ma è anche un simbolo che fa parte integrante della cultura e dell’identità del nostro Paese , valori questi che vanno difesi e tutelati anche e soprattutto in funzione di una politica di integrazione che aspiri ad essere seria;


TUTTO CIO’ PREMESSO
IL CONSIGLIO COMUNALE DI SAN COSTANZO
RIBADISCE

CHE il Crocefisso rappresenta una testimonianza di cultura, emblema di libertà e valore universale, parte integrante delle nostre radici, della nostra storia e delle nostre tradizioni cristiane.

CHE il Crocefisso nelle aule scolastiche e nei luoghi pubblici è un tradizione, una radice e un valore preciso e costatato.

CHE respinge con fermezza il pronunciamento della Corte europea per i diritti dell'uomo, ritenendolo privo di fondamento e di fondatezza culturale.

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE


Ad assumere tutte le iniziative che rispettino e tutelino le tradizioni, la storia e la specificità culturale del nostro popolo, che ha le sue radici nel Cristianesimo.

Ad attivare tutti gli opportuni procedimenti, presso le Istituzioni Italiane e Comunitarie, anche di concerto con altri Enti ed Istituzioni, affinché questa decisione venga annullata:

Ad attivarsi, anche in casi di mancato accoglimento del ricorso del Governo Italiano, affinché il Comune di San Costanzo mantenga l’esposizione del Crocefisso in tutte le scuole e nei luoghi pubblici del territorio Comunale.

IL CONSIGLIO COMUNALE SI IMPEGNA

A promuovere tutte le azioni per scongiurare fenomeni di discriminazione dell’identità storica culturale e di civiltà del popolo italiani a partire dal simbolo religioso di valenza universale quale è il Crocefisso, appoggiando con forza l’azione del Governo italiano contro la sentenza pronunciata dalla Corte Europea.

Nessun commento:

Posta un commento