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martedì 17 novembre 2009

Cartoceto, si è chiusa la XXXIII edizione della Mostra Mercato dell’Olio Dop: oltre 20.000 visitatori. Una grande soddisfazione per il Sindaco Valeri



Un bilancio positivo per la XXXIII edizione della Mostra Mercato dell’Olio Dop, che si è chiusa ieri, domenica 15 novembre a Cartoceto, facendo registrare una grande affluenza di pubblico: 12.000 visitatori che hanno riempito non solo Piazza Garibaldi, ma tutte le vie del centro storico, e che vanno ad aggiungersi ai 10.000 accorsi alla prima domenica d’inaugurazione.
La fama conquistata dall’Olio Dop, unico olio a marchio di Denominazione d’origine protetta della regione Marche, ha richiamato a Cartoceto politici e rappresentanti istituzionali di rilievo. “Abbiamo preso contatti con senatori ed onorevoli, agganci importanti che ci permetteranno di avere un filo diretto con il Ministero dell’Agricoltura e di organizzare a maggio una manifestazione per promuovere al meglio il nostro territorio e l’Olio Dop Cartoceto”, fa sapere il sindaco di Cartoceto Olga Valeri.
“I produttori, che in questo periodo sono impegnati in frantoio e non hanno la possibilità di dedicare tutta la loro attenzione alla Mostra Mercato, ci hanno chiesto a gran voce di creare un evento primaverile, periodo in cui l’Olio Dop ha già ottenuto la certificazione – aggiunge l’assessore al Turismo e Agricoltura Katia Bartolucci – a novembre rimarrà la tradizione, ma Cartoceto dà appuntamento a maggio”.
Il sindaco Valeri potrebbe già incontrare nelle prossime settimane il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Paolo Scarpa Bonazza Buora e non è detto che a Cartoceto non riesca a portare anche il ministro Luca Zaia.
A stabilire un contatto il senatore Filippo Saltamartini, sindaco di Congoli e membro di diverse commissioni del Senato, giunti ieri a Cartoceto per la prima volta: “Questa realtà deve essere d’esempio per l’intera regione Marche e per tutti coloro che vantano ottimi prodotti ma che non li sanno valorizzare al meglio”. A fare visita a Cartoceto e agli stand dei produttori ieri c’era anche, tra gli altri, l’onorevole Remigio Ceroni, oltre ai rappresentati politici locali e regionali.
“Siamo molto soddisfatti – commenta il sindaco Valeri – i visitatori hanno scoperto i vari angoli del paese, non solo la piazza dove si sono soffermati a degustare e acquistare i prodotti tipici, ma anche per le mostre d’arte, il concorso Bimboil e le altre iniziative che hanno arricchito questa edizione della Mostra Mercato hanno suscitato molto interesse”.
Grande successo di pubblico è, infatti, stato ottenuto da “Il Sentimento Agreste”,mostra d’arte contemporanea alla sua XI edizione, ospitata nella cornice del Teatro del Trionfo, ma anche la collettiva di artisti locali, in cui hanno esposto le proprie opere i pittori Patrizio Ambrosini, Adriano Orciari, Barbara Lombardo, Edvige Lombardo e gli scultori Giovanni Galiardi e Annamaria Atturo, ha destato l’attenzione dei visitatori.

La XXXXIII edizione della Mostra Mercato, curata dell’Amministrazione comunale di Cartoceto e della Pro Loco con il patrocinio della Provincia di Pesaro e Urbino e della Regione Marche, è stata teatro anche di un importante convegno, organizzato da Confcommercio nella serata di sabato, in cui si è discusso di “Certificazione di qualità nella ristorazione”.
“Un tema a noi molto caro – ha sottolineato l’assessore Bartolucci – in un paese in cui si parla di enogastronomia non si può non parlare di ristoranti, coloro che per primi veicolano le nostre eccellenze. Come Amministrazione comunale siamo favorevoli alla certificazione”.
L’idea lanciata dalla Confcommercio e illustrata dal direttore Amerigo Varotti è quella di differenziare, attraverso un marchio di qualità, il ristoratore che utilizza prodotti tipici del territorio cucinati secondo la tradizione locale, da chi invece si avvale di prodotti industriali.
Il marchio “Ristorante tipico certificato”, proposto anni fa da Confcommercio, o in alternativa quello di “Ospitalità italiana”, già applicato agli alberghi e da estendere al settore della ristorazione, dovrebbe avvalersi di un disciplinare serio che garantisca al consumatore qualità, origine e tracciabilità dei prodotti, comunicandoli con chiarezza, ma che fornisca anche altri parametri di valutazione riguardo al locale e al personale impiegato. Una certificazione, insomma, che sia in grado di identificare il locale facendolo entrare in un circuito nazionale ed internazionale che dia visibilità al ristoratore.
A raccontare di singole esperienze che vanno in questa direzione è stato, nel corso del convegno, il dottore enogastronomo Claudio Modesti. Un momento di confronto che ha coinvolto anche il presidente della Camera di Commercio Alberto Drudi, che ha sottolineato come in un momento di crisi come questo sia necessario andare a cercare e selezionare le eccellenze. A condividere il progetto di una certificazione di qualità nella ristorazione anche l’assessore provinciale all’Enogastronomia Renato Claudio Minardi.
A trarre le conclusioni l’assessore regionale al Turismo Vittoriano Solazzi: “Dobbiamo essere competitivi sulla qualità per alimentare un turismo enogastronomico, una certificazione nella ristorazione ha senso solo se adotta criteri rigidi ed è in grado di creare la percezione immediata del tipo di prestazione offerto a chi viene da fuori”.

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