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sabato 20 dicembre 2008

A Mondavio e Barchi arriva Babbo Natale

Saranno festività natalizie ricche di appuntamenti divertenti ed interessanti nei centri della valle del Metauro e del Cesano. Questa mattina (domenica) a Barchi è in programma la seconda edizione della Corsa dei Babbi Natale, una divertente gara podistica non competitiva che partirà dal centro metaurense ed arriverà a Piagge. La gara, organizzata da ColleMar-athon Club, con il patrocinio dei Comuni di Barchi e Piagge e dell'Unione Roveresca, è aperta a partecipanti di tutte le età che dovranno obbligatoriamente indossare il costume da Babbo Natale, in vendita anche al punto iscrizioni al prezzo di 5 euro. Il programma prevede alle ore 9.30 la corsa dei mini-Babbi Natale su un percorso misto di 1 kilometro nel centro abitato di Barchi. Successivamente, alle 10, si terrà, invece, la corsa dei Babbi Natale su un percorso di 11,5 kilometri lungo la strada da Barchi a Piagge. Dato il carattere festoso e non competitivo della manifestazione, la corsa sarà preceduta da una caratteristica "Safety sledge" guidata da Babbo Natale che regolerà l'andatura del gruppo fino a San Giorgio di Pesaro. Da qui ognuno potrà correre liberamente fino a Piagge. Saranno regalate confezioni natalizie a tutti i partecipanti e ceste natalizie ai gruppi. Sempre stamattina ma a Mondavio, l'associazione Sindrome di Willliams organizzerà la festa dal titolo “Babbo Natale Williams”. Alle 11 ci si ritroverà alla Rocca Roveresca per una visita guidata. Poi si andrà tutti direttamente a pranzo al ristorante “La Palomba”. Al termine, allietati dalla trascinante musica di Massimo e la sua band, ci sarà la consegna dei doni e lo scambio di auguri. Nel corso della festa, si alterneranno anche spettacoli di illusionismo e l’animazione di due Babbi Natale. “E’ una festa che facciamo tutti gli anni da quando ci siamo costituiti – racconta Mario Romiti, referente dell’associazione – lo scopo è quello di radunare tutti i ragazzi affetti dalla sindrome di Williams e le loro famiglie per festeggiare insieme in allegria un Santo Natale ed un felice anno nuovo”.

Lunedì a Montemaggiore riunione del Coordinamento dei Comitati

Lunedi 22 dicembre, alle ore 21, presso la sala consiliare del Comune di Montemaggiore al Metauro, si terrà la riunione del Coordinamento dei comitati per discutere i seguenti argomenti:

- Fare il punto sulla vertenza dell’inceneritore di biomasse di Schieppe, non ancora conclusa dalla Regione nonostante l’ultimo annullamento dell’autorizzazione da parte della Soprintendenza

- Iniziative e attività inerenti la CARTA DEI DIRITTI E DELLE RIVENDICAZIONI

- Vertenza acqua e canone di depurazione

Unione dei Comuni, Stortoni: "Il federalismo fiscale apre nuove occasioni per gli enti locali"


“Il federalismo fiscale apre nuove occasioni per gli enti locali chiamati a gestire servizi e risorse in modo equilibrato ed efficiente”. Moris Stortoni coordinatore locale di Forza Italia che a breve anche a Mondavio confluirà nel PdL, parte dalla riforma federalista per analizzare presente e futuro delle Unioni dei Comuni. “Quella approvata dal governo guidato da Silvio Berlusconi è una legge che si basa innanzitutto sul principio di responsabilità ed efficienza. Soprattutto grazie a questo nuovo tipo di logica il federalismo fiscale apre nuove occasioni per gli enti locali. Penso anche a quelle “strutture organizzative” come le Unioni dei Comuni, in cui anche Mondavio ha speso in questi anni energie e risorse. Esse devono necessariamente dimostrare la loro utilità in termini di servizi resi al cittadino e di risparmio di risorse economiche. Questo processo virtuoso può scaturire solo da una radicata volontà politica che non possiamo nascondere essere stata inadeguata negli ultimi anni. Non sono chiari gli obbiettivi che intende raggiungere l’Unione Valcesano per quanto concerne alcuni servizi”. Quali? “Ad esempio il servizio di Polizia Municipale o per quanto riguarda la promozione turistica quale occasione di sviluppo economico e culturale del territorio. Spiace assistere nell’Unione solo a polemiche interne al centro sinistra, che rivestono un interesse marginale o nullo per la cittadinanza. Quello dell’Unione è un investimento sbagliato che non produce risultati, contrariamente a quanto sbandierato da tempo da molti amministratori. E’ necessario vivere e gestire la politica all’interno dell’Unione dei Comuni con finalità che non si limitino alla moltiplicazione degli incarichi istituzionali e amministrativi. In questi anni abbiamo dimostrato, carte alla mano, che per Mondavio quanto ricevuto in termini di contributi economici pubblici la scelta dell’Unione Valcesano, a discapito dell’adesione all’Unione Roveresca, sia stata penalizzante. Ma senza tornare su questo argomento, va affrontato il tema dei servizi “guadagnati” dai mondaviesi e non solo. Esempio sono la manutenzione dell’illuminazione pubblica, ma limitatamente alla manutenzione ordinaria, quindi escludendo investimenti strutturali, anche perché essi necessiterebbero quanto meno una certa continuità territoriale tra i Comuni aderenti all’ente, che però non c’è. Inoltre, l’asilo nido a Centocroci di Mondolfo, che riserva a Mondavio un posto ogni 1.000 abitanti. Per di più a 20-25 chilometri di distanza. Da questi esempi risulta evidente la necessità di compiere sforzi maggiori per potenziare ed incrementare i servizi “messi in unione” avendo come fine quello di migliorare le prestazioni dell’ente comunale, magari facendo fronte anche a carenze di organico e strutture proprie di Comuni piccoli come il nostro, rispondendo al criterio di economicità”.

venerdì 19 dicembre 2008

Nasce a Pergola il primo parco eolico


Presentato dall'assessore Giaccaglia ad Ancona, avrà dieci aerogeneratori della potenza nominale totale di 25 Megawatt. Produrrà tutta l'energia necessaria per un anno a 45mila abitanti. Inaugurazione prevista per il 2010

'La realizzazione di opere legate alle fonti rinnovabili o ad altre iniziative imprenditoriali, deve passare attraverso un'adeguata e precisa informazione diretta a coinvolgere i cittadini interessati. Se l'opinione pubblica non e` informata il rischio e` la chiusura al nuovo, per questo la comunicazione e` estremamente importante quando si tratta di realizzare opere che si inseriscono nei territori. A Pergola cio` e` stato ben fatto, anche per questo siamo qui a festeggiare l'autorizzazione al primo parco eolico regionale. Come titolare del coordinamento delle regioni italiane in materia di energia, la Regione Marche sta lavorando affinche` al piu` presto vengano approvate le linee guida nazionali sulla realizzazione dei parchi eolici, per uniformare e possibilmente snellire le procedure relative a questi impianti. Il settore delle rinnovabili rappresenta un'opportunita` anche produttiva e occupazionale, nell'ottica di diversificazione dell'economia che il governo regionale persegue anche come via d'uscita dalle crisi industriali che ci stanno investendo'. Lo ha detto Gianni Giaccaglia, assessore regionale all'Energia e fonti rinnovabili, nell'ambito della conferenza stampa tenuta oggi in Regione, in occasione dell'autorizzazione al primo parco eolico regionale. Hanno partecipato anche il sindaco di Pergola Giordano Borri, accompagnato da alcuni assessori della giunta comunale, rappresentanti dell'azienda che realizzera` il parco, il direttore dell'Associazione produttori energia da fonti rinnovabili, Marco Pigni, tecnici regionali. Il parco sorgera` nel territorio del Comune di Pergola, localita` Piano Rotondo. Sara` costituito da dieci aerogeneratori della potenza nominale totale di 25 Mw, con una produzione annuale stimata di circa 56 mila Mwh. La ditta proponente, Garbino Eolica di Milano, avviera` prossimamente le fasi per la realizzazione iniziando dall'allestimento del cantiere, che impieghera` esclusivamente ditte del luogo. Il parco produrra` un quantitativo annuo di energia equivalente al consumo ad uso civile di circa 45 mila abitanti. L'inaugurazione e` prevista per il primo trimestre del 2010, hanno riferito tecnici dell'azienda. Quello di Pergola sara` un impianto all'avanguardia equipaggiato con turbine di ultima generazione in grado di massimizzare la produzione assicurando il minimo impatto, come e` stato valutato nelle fasi istruttorie. L'iter autorizzativo e` stato complesso poiche` impianti di questo tipo richiedono il coinvolgimento di diverse competenze a livello territoriale. Va avanti quindi l'attuazione del Pear regionale per la parte delle fonti rinnovabili che, per l'eolico, prevede un obiettivo di 160 Mw da raggiungere entro il 2015. Un target addirittura superabile se le ulteriori 14 domande di nuovi impianti pervenute agli uffici regionali verranno autorizzate.

Aforismi Simpatetici: Giovanni Gaggia espone a Pergola

Il Comune di Pegola, in collaborazione con il Circuito Giovani SPAC della Provincia di Pesaro e Urbino, promuove un'ampia e articolata personale dell'artista Giovanni Gaggia, da anni attivo nel territorio delle Marche e già presente nelle ultime due edizioni della Biennale dei Giovani Artisti d'Europa e del Mediterraneo.

Fin dai suoi primi interventi, la ricerca di Giovanni Gaggia riflette ossessivamente e ripetutamente sul concetto di corpo, carne, pelle, e sul binomio carnale/corporeo.

"L'artista ha sentito la necessità di lavorare sul corpo come "punto di vista e punto di partenza" (J. P. Sartre), un corpo intriso di valori e di simbologie, un corpo che può avere valenze culturali, socio-politiche e religiose. Fondamentale è la consapevolezza che il corpo abbia un proprio linguaggio, che, come ogni altro sistema di comunicazione, è in continua evoluzione; un linguaggio fisico fondato su segni, in cui il gesto ne è la materia e l'essenza: l'uso del corpo diventa, dunque, una via percorribile per ritrovare una comunicazione diretta, un rapporto sensoriale e tattile con l'Altro, inteso come ciò che è differente da sé e, nello stesso tempo, con lo spettatore.

In un primo momento questo intervento sul corpo si è catalizzato non direttamente sulla pelle e sulla carne dell’uomo o dell’animale, bensì sulle immagini riprodotte e mediate dalla fotografia, spostando in continuazione “l’asta della bussola” dall’organico all’inorganico, da un corpo citato (come nel caso delle opere nate dagli epitaffi) a un corpo reale (i bambini morenti di Bagdad oppure il corpo diretto dell’Io-artista). Ora, dopo sette anni in cui l’ossessione del corpo si è espressa “in vitro”, attraverso le immagini riprogettate e rielaborate in studio, Giovanni Gaggia presenta una seconda anima, una duplice modalità d’esistenza estetica, “in vivo”, nel tempo reale dell’evento.
Il progetto espositivo, a cura di Chiara Canali, si sviluppa in un percorso virtuale che a partire dagli spazi del Museo dei Bronzi Dorati culmina nel Teatro Angel dal Foco, prima nel Foyer, attraverso una installazione a terra di fotografie illuminate a lume di candela, successivamente nella Sala dell’Abbondanza, con il video Io-Maiale e infine nel proscenio del Teatro con la performance Ali squamose, vivificando in un dialogo prolifico la Sezione d’Arte Contemporanea del Comune di Pergola.

Autore:Giovanni Gaggia
Curatela: Chiara Canali
Luogo: Museo dei Bronzi Dorati e Teatro Angel Dal Foco Pergola (PU)
Durata: fino al 6 Gennaio 2009
Orari di apertura: Museo dei Bronzi Dorati, da martedì a domenica, 10.00-12.30/15.30-18.30, lunedì chiuso.
Teatro Agel Dal Foco, festivi e prefestivi, 15.30-19.30
Patrocini: Provincia di Pesaro e Urbino Assessorato alle Attività Culturali-Editoria, Regione Marche Assessorato alle Politiche Giovanili, Ministero POGAS /APQ "Giovani ri-cercatori di senso", Comune di Pergola
Catalogo: vanillaedizioni
Prefazione: Anton Roca
Info: 0721-734090 / 7373271
spongecomunicazione@gmail.com
www.spac.pu.it

Festa della longevità domani al Santa Marta


Dedicata agli ultranovantenni del territorio provinciale. Tra questi, ben 72 centenari. Alcuni di loro risiedono nella valle del Cesano.

Domani, sabato 20 dicembre, alle ore 10, all’Istituto scolastico “Santa Marta” di Pesaro (strada delle Marche 1), si svolgerà la tradizionale “Festa della longevità” promossa dalla Provincia e dedicata agli ultranovantenni del territorio provinciale, a cui interverranno il presidente Palmiro Ucchielli e l’assessore provinciale alla Tutela della salute e politiche sociali Graziano Ilari.


La lunga schiera di longevi è capitanata da Pietro Stortini di Frontone di 106 anni.


Gli altri: Maria Stefanelli di Pergola (103), Aurelia Contardi di Monte Porzio (101), Annunziata Candiracci di Frontone (101), Augusta Montesi di Mondavio (101), Ermelinda Girolametti di Mondolfo (101), Eduina Carloni di Fratte Rosa (100), Augusta Barbetta di San Costanzo (100).

A14: Terza corsia, c'è il via libera


Si tratta di due progetti di Autostrade per l’Italia relativi all’ampliamento a tre corsie di oltre 22 km dell’autostrada A14 tra Rimini nord e Pedaso. L’investimento previsto è di 463 milioni di euro

Arriva l'ok per due progetti di Autostrade per l’Italia relativi all’ampliamento a tre corsie di oltre 22 km dell’autostrada A14 tra Rimini nord e Pedaso. L’investimento previsto è di 463 milioni di euro. Il consiglio di amministrazione dell’Anas, presieduto da Pietro Ciucci, ha detto sì.



Si tratta, informa una nota, del progetto esecutivo del terzo lotto del tratto Fano-Senigallia (dal km 173,800 al km 194,800) e del progetto definitivo del lotto ‘primo A’ del tratto Rimini Nord-Cattolica, che comprende la Galleria Scacciano (dal km 136,500 al km 137,740).




’’L’approvazione dei due progetti - ha detto Ciucci - potenzia la rete autostradale dell’Emilia Romagna e delle Marche, e consentira’ un decisivo miglioramento della circolazione autostradale lungo la costa adriatica, rendendo piu’ rapidi i collegamenti tra nord e sud del Paese’’.




Nel lotto 3 del tratto Fano-Senigallia le opere più importanti sono l’allargamento a tre corsie, attraverso la realizzazione di ponti, viadotti e sottovia e della bretella nord di Senigallia. L’opera costerà circa 373 milioni. Il finanziamento verrà assicurato dalla concessionaria Autostrade per l’Italia, che può avviare immediatamente alle procedure di appalto. Sono previsti 36 mesi di lavoro dalla data di consegna.

Turismo: per i Socialisti circuiti si, ma in sinergia


Ottima proposta l’idea della Provincia di creare anche un circuito di rocche, castelli e borghi.
Rimane però difficile, per un territorio come il nostro, identificare un solo comune che non abbia questa caratteristica (perché mancano Mondavio, Apecchio, Sassocorvaro, Gradara, Montemaggiore, Mondolfo, ecc….?) e quindi è abbastanza improbabile creare un circuito con 65/80 località.
Fra le priorità strategiche, noi Socialisti abbiamo messo la necessità di rilanciare il turismo quale risorsa primaria per lo sviluppo economico che consente di salvaguardare, se ben gestito, un modello sociale ed ambientale che tutti ci invidiano
Per raggiungere questo obiettivo, riteniamo che la moltiplicazione di circuiti tematici capaci di rappresentare le eccellenze provinciali, sia stato un percorso utile.
Noi socialisti proponiamo però che si debba andare oltre per due motivi.
Da una parte, si stà evidenziando un pericolo gigantesco: l’autoreferenzialità nella gestione di questi settori e conseguenti iniziative.
E’ un rischio da evitare per non disperdere in mille rivoli le poche risorse a vantaggio di egoismi localistici o ambizioni lobbistiche che favoriscono i pochi a danno della maggioranza e soprattutto impediscono un rilancio forte ed originale dell’offerta turistica in forma integrata.
La via del vino, dell’olio, dell’artigianato, dell’industria d’eccellenza, dei teatri, degli eventi storico-folcloristici, dei parchi naturali, della cultura, delle piccole località con eccellenze, circuiti di trekking, mountain bike, ecc…, ma anche alberghi, campeggi, agriturismi, ristoratori, ecc….
E’ necessario “fare squadra” come dice Ucchielli.
Vi immaginate,però, una squadra fatta di soli portieri o di soli mediani o centravanti. Anche se fossero i migliori del mondo, perderebbero sempre.
Noi sosteniamo che bisogna fare tante squadre (prodotto) che possano giocare in diverse categorie (target e capacità economiche della domanda) mettendo in ognuna di esse il meglio possibile di ogni settore.
Dall’altra parte, questo è il momento di creare le condizioni per “inventare” un nuovo modello con il quale anche i giovani possano cimentarsi con forme imprenditoriali originali e quindi capace di mettere in sinergia le diverse specificità, individuando bene gli obiettivi, puntando sulla qualità e compatibilità ambientale e sociale, coinvolgendo il maggior numero di settori, istituzioni e privati a condizione che tutti si rendono disponibili a partecipare anche economicamente.
Si dice che l’Italia e la nostra Provincia hanno le risorse storico culturali, enogastronomiche, ambientali, ecc… (materie prime non delocalizzabili) in grandissima quantità e qualità, ma tutti sappiamo che stiamo perdendo posizioni nel confronto con le nazioni concorrenti. Perchè?
Il motivo principale è dovuto dal fatto che non riusciamo a proporre e vendere sul mercato della domanda il nostro “prodotto” in modo compiuto perché ognuno si muovo per conto proprio e quindi non in grado di fare “massa critica” per assemblare ed essere incisivi con proposte veramente innovative, suggestive e quindi concorrenziali.
Rapa Bruno
Segretario Partito Socialista - Fano

Allarme lavoro: occupazione in calo nelle Marche

Occupazione in calo nelle Marche. Arrivano i dati Istat sulle forze lavoro e per la nostra regione si tratta di una vera doccia fredda.
Secondo Confartigianato e Cna che hanno messo a confronto i dati del terzo trimestre 2007 e 2008, siamo di fronte ad una vera e propria emergenza lavoro
.

Il tasso di disoccupazione passa dal 2,7 di un anno fa all’attuale 4,5, facendo scendere la nostra regione dal terzo all’ottavo posto fra quelle con la disoccupazione più bassa.
Se fino ad oggi vantavamo un livello di disoccupazione pari alla metà della media nazionale, ormai siamo vicini ai valori nazionali, che si attestano al 6,1%. In crescita rispetto a un anno fa sia la disoccupazione maschile (da 1,6 a 3,4) sia quella femminile (da 4,2 a 6,0).
Contrariamente al passato, però, in questi dodici mesi, la disoccupazione ha colpito più gli uomini che le donne. Su 12mila disoccupati, ben 8mila sono di sesso maschile, facendo salire gli uomini iscritti alle liste di collocamento a 14mila contro 17mila donne.

Complessivamente i disoccupati marchigiani passano da 19 a 31mila. Più che raddoppiato anche il numero di coloro che sono in cerca del loro primo lavoro: da 3 a 8mila.
In ogni caso, a confermare, secondo le associazioni artigiane, una tradizione fortemente manifatturiera, gli occupati nell’industria passano da 251mila a 265mila (+ 15mila).

Le associazioni artigiane mettono infatti in evidenza, nella loro analisi, come in dodici mesi siano aumentati i lavoratori autonomi, saliti da 157 a 165mila (+ 8mila) mentre il lavoro dipendente perde 30mila addetti e scende da 514mila a 484mila occupati. Tra questi gli artigiani sono più di 52mila ed hanno alle loro dipendenze 80mila addetti.

Carta dei diritti e delle proposte dei comitati pesaresi


COORDINAMENTO PROVINCIALE DEI COMITATI PESARESI
www.comitatinrete.it -- segreteria@comitatinrete.it

PUOI ANCHE NON OCCUPARTI DI POLITICA, LA POLITICA SI OCCUPERA' COMUNQUE DI TE.
John F. Kennedy, Presidente degli Stati Uniti 1960-1963

Gli amministratori devono avere le idee chiare: o con i cittadini, in difesa dei loro diritti, o a tutela degli interessi politico-affaristici.


Carta dei diritti e delle rivendicazioni del territorio a cura del Coordinamento provinciale dei comitati Provincia di Pesaro e Urbino
Prima stesura, "work in progress".

Presentazione: Pesaro, Sabato 13 dicembre 2008.
Coordinamento dei Comitati a Difesa delle Valli Metauro, Cesano e Candigliano
Comitato Ridateci la Vita -- Carrara di Fano
Comitato tutela della salute, territorio e problemi socio-culturali - San Costanzo
Comitato Bellaria di Acqualagna
Comitato NO Tubo - Apecchio, Borgopace e Mercatello
Coordinamento dei cittadini contro la cava del Bifolco di Bellisio Solfare -Pergola
Comitato Val Cesano- Fratterosa
Comitato PRO-Schieppe - Orciano di Pesaro
CITAS - Barchi
Metauro Nostro - Montefelcino
Laboratorio Nuove Resistenze - Pesaro
Club Amici di Asdrubale - Montemaggiore al Metauro.
Segreteria organizzativa: segreteria@comitatinrete.it - http://www.comitatinrete.it



Pag. 1
Introduzione
Tra i pilastri su cui si fonda una democrazia, il controllo degli eletti da parte degli elettori, la trasparenza dell'operato degli eletti e la partecipazione dei cittadini all'elaborazione di atti tesi al perseguimento del bene comune, sono tra i più importanti. In più occasioni nel nostro territorio la trasparenza è venuta meno e questo ha dato origine a numerosi casi in cui il cittadino ha dovuto difendersi anche in sede giudiziaria da scelte, progetti, risoluzioni pensate e assunte nel chiuso delle "stanze del potere", senza la opportuna pubblicità e partecipazione. In altre parole, si è verificato che addomesticate applicazioni delle leggi hanno convinto numerose comunità a riunirsi in comitati ed associazioni, per far sentire la propria voce e per pretendere il giusto rispetto dei propri diritti, primo di tutti quello alla salute. Si è consumata così una frattura tra una casta politica insensibile e scollegata dal territorio, che avrebbe dovuto rappresentare, e la cittadinanza. E risulta quantomeno singolare la pretesa che vede la politica impotente di fronte agli atti della macchina amministrativa. La "riforma Bassanini", se da un lato responsabilizza la componente tecnico-amministrativa, dall'altro non esenta la parte politica dalla verifica delle strategie, dalla vigilanza e dal controllo sull'operato della burocrazia. Se ciò non fosse, le istituzioni verrebbero svilite e private dei compiti e delle responsabilità proprie delle posizione di chi dovrebbe rappresentare la volontà popolare. Nell'organizzazione di uno Stato la legge stabilisce un obiettivo e le modalità per conseguirlo. Merito e metodo sono i suoi elementi essenziali. Mentre il merito indica la finalità, il metodo fissa controlli, vagli, investigazioni e tempi per garantire che la norma non violi alcuno dei principi costituzionali. Questo che dovrebbe essere pacifico e condiviso non lo è e non lo è stato. Noi pretendiamo che lo sia. Ci sono stati progetti che, pur afferenti la vita di alcune e definite comunità, sono stati avviati senza la doverosa ed onesta informazione dei diretti interessati cioè dei cittadini. E la politica ha reagito con insofferenza alle democratiche e costituzionali richieste dei cittadini dimostrando un dirigismo ed una lontananza proprie di altre società a noi aliene. Esistono temi come quelli dell'ambiente in generale e dell'energia, dei rifiuti e dell'acqua in particolare che, in quanto relativi al futuro delle prossime generazioni, ai beni collettivi ed al bene supremo della salute, non possono prescindere da assidui momenti di confronto e dalla partecipazione responsabile alle decisioni. Su questi principi vogliamo basare la civile convivenza di questo territorio. Da troppo tempo la politica ha dimenticato di vivere nella "polis" e proprio per questo il documento che presentiamo vuol essere un invito ed un richiesta: un invito a tutti a partecipare alla creazione di un nuovo dibattito sugli elementi concreti della politica, primo fra tutti la gestione dei beni comuni, ed una richiesta a chi intende candidarsi affinché si confronti nei fatti con questi contenuti. Abbiamo redatto il documento dopo gli incontri frequenti e affollati di questi anni, momenti in cui l'intervento dei cittadini ha dato conto dell'operato volontario per la risoluzione delle problematiche cui ogni comitato si dedica. Abbiamo riunito e confrontato così la nostra esperienza e le nostre opinioni, infine, dopo il lavoro di anni, con la nascita ufficiale di un Coordinamento provinciale il 20 settembre 2008. Perciò riteniamo, razionalmente e modestamente, che questa CARTA COMUNE dei diritti e delle rivendicazioni del territorio rappresenterà uno strumento utile alla riflessione ed al confronto da qui in poi.
La CARTA è suddivisa nei seguenti punti:
- Rifiuti
- Acqua
- Energia
- Nocività e principio di precauzione
- Urbanizzazione, insediamenti industriali nocivi, vincoli paesaggistici e gestione sostenibile del territorio
- Rivendicazioni: definizione delle vertenze in corso.


Pag. 2
Rifiuti
E' tempo che la politica riconosca che quello della gestione dei rifiuti è un problema che ha ormai creato ovunque un'emergenza. E che quindi va affrontato con la chiamata all'impegno della intera società civile. Basta pertanto con gli obiettivi parziali e l'inseguimento retorico di traguardi che si allontanano nel tempo!
La politica di gestione per far tendere a zero la produzione dei rifiuti non può esimere dall'applicazione della "Regola delle 4 R" prevista dalla normativa europea: Riduzione a monte, Recupero, Riciclo, Riuso.
Ma questa politica necessita, per essere attuata concretamente, della creazione di una FILIERA che coinvolga l'impegno pubblico, l'imprenditoria privata, la responsabilità dei cittadini.
Dalla progettazione industriale, attraverso l'abbattimento della quantità dei rifiuti industriali (i quali, ricordiamo, sono i 3/4 dei rifiuti prodotti), sino alla creazione di nuovi posti di lavoro con la filiera del riciclo e del recupero di materia prima-seconda. Filiera per la quale la carenza di impianti sul territorio pone da sola un drastico giudizio sulla lungimiranza e sulla volontà dei nostri amministratori!
Grande attenzione meritano gli odierni bacini di discarica. Un'indagine recente ha raccolto i dati di tre anni (di cui l'ultimo è il 2006) riguardanti la raccolta dei rifiuti nella Provincia di Pesaro e Urbino. I dati resi disponibili dagli uffici provinciali sono risultati largamente insufficienti a far percepire in che misura i sei bacini di discarica abbiano ricevuto rifiuti provenienti dal solo ambito provinciale e da ambiti esterni e a far comprendere la loro evoluzione nel tempo, soprattutto, in relazione alle dinamiche di reddito e di censimento della popolazione nei vari anni.
Il dato più preoccupante registrato è la stima delle capacità di esaurimento così riassumibili
- Ca' Asprete (Pesaro) 180.000 mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2009 ma adeguamento in corso
- Ca' Lucio (Urbania) 121.000 mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2012
- Ca' Guglielmo (Cagli) 38.000 mc all'esaurimento, stimato all'inizio del 2009
- Ca Mascio (Montecalvo in Foglia) 142.132 (al 01.01.08) mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2010
- Ca'Rafaneto (Barchi) 48.000 mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2009
- Monteschiantello (Fano), dopo piano di adeguamento, 820.000 mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2018
I dati di cui sopra (con l'eccezione di Monteschiantello e di Ca'Asprete) sono ancora più preoccupanti se relazionati alla percentuale media di raccolta differenziata conseguita finora al livello provinciale, pari al 20- 21 %, ed all'assenza, a tutt'oggi, di un adeguato mercato del riciclato in ambito provinciale.
In particolare, se nella provincia fosse stata raggiunta una percentuale di raccolta differenziata e di riciclaggio del 45 %, cosa del tutto plausibile visto che le discariche sono state impiantate ben 24 anni fa, avremmo avuto la capacità di esaurimento totale prolungata di almento 4-5 anni rispetto alle stime attuali.
Il punto critico sembra essere individuato nei bacini di discarica dei Comuni minori. Il collasso di questi ultimi è stato inoltre determinato dall'importazione di rifiuti da altri bacini, traffici parzialmente messi in evidenza anche dalle recenti inchieste giudiziarie.
Il modello attuale di gestione dei rifiuti, imperniato su due multi-utility nei Comuni di Pesaro e Fano (pur avendo la seconda una natura esclusivamente locale) svantaggia in termini di servizio proprio i Comuni minori, i quali richiedono al gestore prestazioni più evolute di raccolta differenziata e subiscono un consistente aumento di tariffe da parte delle multiutility. Peraltro, tali gestori, operando in area vasta, sprecano energia per effetto delle distanze da coprire per raccogliere il differenziato e conferirlo ai centri di riciclaggio e compostaggio. Emblematica al riguardo è la gestione della sostanza organica (Cd. umido) nella Provincia di Pesaro e Urbino, conferita obbligatoriamente o all'impianto di Ca' Lucio (Urbania) o in Emilia Romagna.

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Per una politica dei rifiuti corretta ed efficiente:
1) Pubblicità dei dati e trasparenza nella informazione in modo che il cittadino sia reso edotto in tempo reale sulla situazione delle discariche e della gestione dei rifiuti differenziati. A livello sia provinciale che regionale, riaffermazione della possibilità per i comitati e le associazioni di partecipare alle consultazioni per le Verifiche Ambientali Strategiche previste dalla comunità europea.
2) Rivalutazione dell'istituto del consorzio tra Comuni di ambito simile (ATCO = Ambito Territoriale Consortile Ottimale) in modo da favorire una filiera idonea a garantire il recupero ed il riciclo del materiale al minor costo ambientale possibile, anche per favorire l'economia locale. Per le nostre realtà, si suggerisce un ambito compreso fra i 70mila e i 120mila abitanti, in modo da garantire efficienza, controllo del servizio e riduzione del costo dei trasporti.
3) Forti investimenti pubblici in impianti speciali operanti sul principio della separazione a freddo, onde produrre direttamente la materia prima-seconda a partire dal primo riciclato grezzo, e l'impegno a creare centri di compostaggio dislocati sul territorio in modo da abbattere le distanze e favorire il reimpiego della frazione umida dei rifiuti.
4) L'impegno a impedire la costruzione di inceneritori di rifiuti -- anche quando pretestuosamente definiti "termovalorizzatori" - o la localizzazione di impianti in grado di produrre e bruciare Cdr -- Combustibile da rifiuti.
5) Il lancio, sul modello dell'appello del comune di Capannori1, di una campagna che coinvolga tutte le amministrazioni per il raggiungimento del 75% di raccolta differenziata porta a porta entro il 2012. Il coinvolgimento dei cittadini ad affiancare il servizio pubblico, in cambio di incentivi reali volti ad abbassare le tariffe.
6) Favorire, anche a livello politico nazionale, l'avvio di un processo di consapevolezza che porti ad una moratoria sull'incenerimento dei rifiuti ed alla restituzione dei contributi Cip 6, maltolti in questi anni agli utenti dell'energia elettrica per privilegiare l'incenerimento.
7) L'incentivazione, anche attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro ed il volontariato, dei servizi di vigilanza e prevenzione in tema di abbandono di rifiuti e smaltimento di questi, in modo da contribuire radicalmente alla salubrità dell'ambiente.
8) Il passaggio rapido in tutti i Comuni da Tarsu e Tariffa di igiene ambientale puntuale, con strumenti di verifica da parte dei cittadini.
9) Politiche generali in tutti i Comuni volte a ridurre drasticamente il quantitativo di imballaggi e l'incentivazione immediata in ogni punto vendita della possibilità di acquistare materiali sfusi o alla spina in propri contenitori riusabili.
10) La bonifica dei siti inquinati quali il sito Agroter, il sito di Carrara, e quelli che necessitano di verifiche ed accertamenti ambientali, nonché la verifica dello stato di attuazione dei programmi di gestione postcoltivazione delle discariche provinciali.
11) Controllo degli accantonamenti per il "post-mortem" delle discarica con evidenza delle garanzie accessorie obbligatorie per legge e finalizzate ad un ripristino ambientale dei siti discarica.
1 http://it.youtube.com/watch?v=Y8GuPm8zeY
http://www.comitatinrete.it/APPELLORIFIUTIZERO.pdf
http://www.dirittoalfuturo.it

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Energia
Le attuali politiche energetiche, in ambito provinciale e regionale, sono caratterizzate dalla riproposizione tout court dei modelli operativi impiantistici proposti agli amministratori dai vari potentati economici correlati col potere centrale e periferico. Il tanto decantato PEAR -- Piano Energetico Ambientale Regionale altro non è che un mero "esercizio di stile letterario": prevede tutto ed il contrario di tutto, tanto che non v'è progetto che non risulti celebrato come ne fosse l'attuazione. Il Piano Energetico della Provincia di Pesaro e Urbino risulta obbiettivamente privo di reale operatività. Occorre invece rivolgersi a modelli di micro ed auto produzione (Solare termico e fotovoltaico, eolico autosospeso, idroelettrico, geotermico), che evitino la necessità di costruzione di centrali inquinanti, il costo ed il dispendio dei trasporti e del trasferimento dell'energia, l'assoggettamento a centri finanziari ed industriali di controllo e vendita dell'energia.
Pochi cittadini, quindi pochi amministratori, conoscono il significato del principio dell'entropia, pochissimi il significato del parametro EROEI, solo gli appassionati e gli specialisti conoscono il concetto einsteiniano della sostanziale identità tra massa ed energia, oppure, significativo nel caso degli inceneritori e delle centrali a carbone o ad olii combustibili, del principio del Lavoisier per il quale, visto che "nulla si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma", è altamente improbabile che i materiali combusti scompaiano nel nulla tramite la combustione, ed è invece certo che si trasformino in gas tossici, nanopolveri e ceneri tossiche destinate a discariche speciali.
Le politiche degli incentivi sono indirizzate, ovviamente, verso questi modelli dominanti. Significativa la nascita dei CIP 6, gli incentivi copiosamente elargiti a società di comodo che non possiedono neppure i mezzi - né capitali, né know-how - necessari a dispiegare un'operatività reale nel campo della produzione dell'energia. Emblematiche infine le politiche incentivanti a favore del modello attuale imperniato sulla multi-utility ibrida pubblico-privato, di fatto monopolista in un campo territoriale limitato, che non gareggia, ma vive su contratti di servizio pluriennali che le derivano ancora dal precedente modello delle municipalizzate. Di fatto un modello che contraddice in tutto il decantato "modello marchigiano". In questo modo le risorse finanziarie necessarie alla ricerca vengono dirottate verso impieghi largamente improduttivi, senza minimamente poter sperare di sviluppare nuove tecnologie basate su fonti effettivamente rinnovabili ad alto ritorno energetico (EROEI).

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Proposte operative per le politiche energetiche:
1. Implementare concretamente il risparmio energetico, anche mediante incentivi ai cittadini che risparmiano energia (termica, elettrica, idrica), e promuovere in prospettiva il modello denominato IED (Isola Energetica Diffusa) dove non esiste gestore monopolista. Ricostituire il ruolo primario dell'agricoltura locale incentivando altresì la divulgazione del modello del Gruppi di Acquisto a chilometro zero.
2. Incentivare nel trasporto locale l'uso di mezzi a basso consumo ed aumentare l'investimento nel settore del trasporto pubblico.
3. Indirizzare gli incentivi verso impianti di micro ed auto-produzione ad alto ritorno energetico (ENERGY RETOURN ON ENERGY INVESTED ovvero EROEI ) per un valore almeno pari a 40-50 e bocciare, senza mezzi termini, impianti e tecnologie di valore inferiore. Questo obbiettivo esclude dalle tecnologie accettabili tutti i processi di incenerimento anche quando pretestuosamente definiti di termovalorizzazione.
4. Destinare l'uso delle biomasse ad un ruolo effettivamente complementare all'agricoltura che preveda l'utilizzo della sostanza organica come ammendante. L'eventuale pre-sfruttamento a fini energetici dovrà avvalersi di sistemi a freddo quali la digestione anaerobica per la produzione di biogas e dovrà assicurare agli agricoltori l'incentivo diretto dei certificati verdi.
5. I modelli incentivanti rappresentati presuppongono, a medio termine, il concetto di superamento del monopolio delle ex Municipalizzate e in prospettiva l'obbiettivo di ri-pubblicizzare le risorse primarie.
6. I modelli di cui sopra portano inevitabilmente a bocciare l'opzione nucleare, energia tipica del gestore monopolista ed accentratore, in quanto procedimento tecnologico costoso e pericoloso non tanto per gli incidenti registrati statisticamente (Rapporto Rasmussen) , quanto per l'impossibilità di sostenerne in termini ambientali e di sicurezza sia l'attività che il confinamento delle scorie radioattive, in virtù del lungo tempo di decadimento.
7. Incoraggiare la concessione del "diritto di superficie" a fini di sfruttamento delle superfici del plesso immobiliare a disposizione della Pubblica Amministrazione per la produzione di energia rinnovabile.

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Acqua
Per una valutazione delle risorse idriche e della loro gestione
In considerazione della situazione climatica attuale, tendente all'aridità, è opportuno fare un bilancio tra risorse e fabbisogni, cercando di utilizzare prevalentemente le risorse rinnovabili e destinando quantità e qualità in funzione di usi specifici appropriati; tra questi è preminente per importanza quello idro-potabile, per il quale sono particolarmente vocate le acque sotterranee. Il calcolo dei fabbisogni è più semplice di quello delle risorse. Per valutare e conseguentemente gestire le risorse idriche bisogna conoscere la quantità delle acque superficiali e sotterranee e la loro distribuzione nello spazio e nel tempo. Per la valutazione delle risorse sono necessarie misure ripetute con opportuna frequenza per un numero sufficiente di anni, congruente con le anomalie idrologiche, metereologiche e climatiche, a cui il territorio è soggetto. Le misure riguardano precipitazioni, temperature, portata dei fiumi e delle sorgenti, livelli statici dei pozzi, i caratteri idrodinamici dei fiumi e degli acquiferi e contemporaneamente analisi dei parametri di qualità dell'acqua. Con le misure di tipo fisico e qualitativo sopra citate sarà possibile stimare le risorse rinnovabili e conseguentemente prendere decisioni logiche e ponderate non in emergenza, ma in fase preventiva, agendo sulle cause e non sugli effetti, ottenendo in tal modo un risultato efficace con risparmio economico, servizio garantito e salvaguardia dell'ambiente. Per impostare correttamente qualunque piano regolatore ed urbanistico e/o di settore è necessario conoscere preventivamente il bilancio risorse-fabbisogni. Dobbiamo constatare che, nonostante la costruzione di carrozzoni tipo AATO (Ambiti territoriali), nulla è stato fatto ai fini del monitoraggio e della reale programmazione. La privatizzazione dell'acqua determinata dall'affidamento del servizio, che ha condotto a multiutility quali Marche Multiservizi spa, ha comportato forti aumenti dei costi e decadimento della qualità dei servizi e del controllo di qualità, mancati investimenti nella ristrutturazione delle reti, speculazione sulla fatturazione che è passata da annuale a bimestrale con relativo aumento dei costi, mancati investimenti negli impianti di trattamento igienico-sanitario. Tale politica ha svantaggiato tutti i cittadini, ma soprattutto quelli dell'entroterra.

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Per un miglior utilizzo del BENE PUBBLICO ACQUA:
1. Il bene acqua va gestito in forma consortile e pubblica, in ambito ottimale ed evitando utilizzi irrazionali. Le Marche captano acqua dalle dorsali appenniniche tranne la Provincia di Pesaro e Urbino che utilizza per l'80% le acque correnti del fiume Metauro. E' difficile capire perché nella Provincia di Pesaro e Urbino si sia deciso di potabilizzare l'acqua del fiume quando la risorsa di acque sotterranee di ottima qualità era ed è di facile accesso. E' assurdo utilizzare l'acqua oligominerale del pozzo Burano ed immetterla nel fiume per inquinarla e poi potabilizzarla più a valle.
2. E' urgente che sia ripristinata la massima capacità d'invaso delle dighe esistenti attuando l'asportazione dei sedimenti attuali. Tale azione di "pulizia" sarebbe utile sia per la produzione di energia elettrica che per la laminazione delle piene.
3. E' opportuno incentivare ad uso irriguo i laghetti collinari, realizzati e gestiti in modo corretto.
4. Già la legge 183/89 "DIFESA DEL SUOLO" prescriveva di prendere in considerazione il reticolo idrografico dell'intero bacino, poiché l'erosione è legata al livello base. Perciò diventano poco efficaci interventi alla foce senza prendere in considerazione la rete idrografica minore del bacino a monte. I fossi non gestiti ed i boschi abbandonati e non ripuliti tendono a formare dighe effimere, che rompendosi in successione durante eventi estremi provocano onde di piena improvvise e rapide di notevole altezza con grossi danni a valle.
5. La normativa comunitaria - a cominciare dalla Carta europea dell'acqua, approvata il 16 maggio 1968 dal Consiglio d'Europa per arrivare alla Direttiva sulla qualità delle acque 98/83/CE e alla Direttiva 60/2000/CE intesa a creare un quadro di azione comune in materia di acque - ha manifestato nel tempo una crescente consapevolezza della limitata disponibilità idrica e, per l'effetto, ha manifestato un maggiore interesse per la protezione delle acque.
6. Ulteriori risorse a acque superficiali potrebbero provenire da efficiente depurazione, per cui sarebbe opportuno un controllo continuo dei depuratori.
7. Per gli utilizzi opportuni varrebbe la pena impiegare acque di ricircolo e di utilizzo delle acque reflue. La soluzione del problema idrico va ricercata nell'integrazione tra i vari tipi di risorse (sotterranee, superficiali, di recupero, di ricircolo) nell'utilizzo appropriato della risorsa in funzione della qualità, nella diminuzione delle perdite e nel risparmio.
8. Occorre incentivare sistemi di irrigazione a basso consumo.
9. Vanno revisionate le opere di presa, e riviste le reti di distribuzione in modo da consentire lo sfruttamento razionale e locale della risorsa. Il cattivo stato di salute delle reti di distribuzione è responsabile di grandi perdite che superano il 30%.
10. Per contrastare il cattivo uso e l'abuso nella gestione delle acque e per la riappropriazione dei diritti dei cittadini è aperta una vertenza provinciale sulla gestione delle acque allo scopo di ottenerne la ripublicizzazione. Di particolare rilevanza nella vertenza è il recupero delle somme indebitamente introitate dagli enti gestori, per quel che riguarda la componente di costo della depurazione. Ciò è stato sancito da vari Tribunali e dalla Corte Costituzionale e di tali somme, tramite procedimenti legali, sarà richiesta la restituzione. Nel frattempo, di fronte a quella che è una palese violazione dei criteri di affidamento del servizio idrico integrato, chiediamo ai Sindaci ed ai Candidati:
- La verifica dei costi sostenuti dai Comuni per il conferimento del servizio idrico integrato.
- La convocazione delle assemblee dei soci delle multi-utility al fine di verificare l'operato degli amministratori.
- Di sostenere la risoluzione del contratto di concessione per colpa grave e danno.
- In via cautelare, sollecitiamo i Sindaci in carica di limitarsi alla proroga delle concessioni che scadono il 31-12-2008, escludendone il rinnovo.

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Nocività e principio di precauzione
Pesticidi, amianto, combustione delle plastiche
Pesticidi - I centri abitati sono spesso lambiti da terreni coltivati che giungono a confine delle abitazioni e delle relative pertinenze. Nelle frazioni, talvolta, tali terreni sono interposti alle abitazioni, tanto da avere destinazione urbanistica residenziale di completamento o ampliamento. Le tecniche di coltivazione più recenti e l'industrializzazione dell'agricoltura, applicate alla coltivazione di dette aree, comportano l'impiego massiccio di trattamenti chimici con pesticidi e antiparassitari di sintesi; la pratica della cosiddetta "semina su sodo" richiede un trattamento con prodotti disseccanti, l'impiego di semi conciati con antiparassitari e numerosi trattamenti con pesticidi, erbicidi, ecc. La coltivazione dei terreni nei centri abitati con le tecniche descritte determina l'esposizione massiccia e prolungata alle sostanze chimiche irrorate dei residenti, delle eventuali colture (Ortaggi e frutta) coltivate a livello familiare in orti e giardini, con pregiudizio per la salute e per la qualità della vita.
Tali circostanze sono state approfondite con la consulenza della Dott.ssa Patrizia Gentilini, onco-ematologa referente dell'Associazione ISDE Italia, e della copiosa documentazione scientifica sulla pericolosità dei pesticidi per la salute umana:
- "Gli effetti cancerogeni dei pesticidi". E' apparso sul numero 53, ottobre 2007 della rivista canadese Canadian Family Physician, la rivista dei medici di famiglia canadesi. E' stato riscontrato che la maggior parte degli studi segnalava coincidenza tra esposizione a pesticidi e linfoma non Hodgkin e leucemia. Il cancro al cervello e quello alla prostata sono risultati i tipi di tumore più frequente fra i tumori solidi rilevati in persone esposte a pesticidi .
- "Tossicità dei pesticidi e sviluppo del cervello" è apparso sulla rivista specialistica americana MiniRewiew nell'agosto 2007. In esso si prende in esame la tossicità sia di pesticidi composti da "organoclorine", usati contro la malaria, che da "organofosfati", usati in agricoltura e nelle abitazioni. La ricerca "La potenziale tossicità per lo sviluppo dei pesticidi usati in Europa" è apparsa sulla rivista Environmental Health nell'agosto 2008, e documenta la neurotossicità dei pesticidi usati per l'abbattimento degli insetti indesiderati, delle erbe indesiderate e dei funghi nelle colture. Questi pesticidi quindi sono pericolosi anche per lo sviluppo del sistema nervoso degli umani. Tra questo pesticidi, ai quali attualmente non è richiesto un test di neuro-tossicità, sono inclusi i piretroidi e gli organofostati. Molti di questi possono causare danni neurologici irreversibili.
- La rivista internazionale di medicina del lavoro e dell'ambiente OEM, nel settembre 2008, ha pubblicato lo studio sul tema "Gli effetti di PCB, p,p9-DDT, p,p9-DDE, HCB e b-HCH sulla funzionalità tiroidea dei bambini in età prescolare". Lo studio, svolto in Spagna, ha documentato il legame tra funzionalità tiroidea (e sviluppo del cervello) e contaminazione da pesticidi.
Con la collaborazione del Dott. David Fiacchini, biologo, è stato inoltre accertato che il Glyphosate, avente come principio attivo il flazasulfuron, noto come erbicida totale (non selettivo) -- comunemente definito disseccante - è stato associato a numerosi di problemi di salute ed ecologici (Cox, 1993). Può infatti danneggiare il sistema digestivo ed i polmoni e può essere la causa della morte in esseri umani esposti (Cox,1993, Sawada et al., 1988; Tominack, 1991; Talbot, 1991). L'ingestione di Glyphosate ha interessato la ghiandola ed i reni pituitari ed ha causato lo sviluppo anormale dell'osso e pesi diminuiti di nascita negli animali da laboratorio (Cox 1993:4, citante gli Stati Uniti EPA 1986). Studi scientifici hanno dimostrato il nesso tra l'esposizione ai veleni chimici sparsi nei campi, negli orti, nei giardini e lungo le strade, con il morbo di Parkinson.
Le proposte operative:
E' opportuno che nei regolamenti di POLIZIA URBANA e di POLIZIA RURALE sia inserito il divieto di trattare terreni e culture, all'interno ed in prossimità di centri abitati ed edifici residenziali, con diserbanti, antiparassitari e fertilizzanti diversi da quelli ammessi dai protocolli per le coltivazioni agricole di tipo biologico.

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Amianto - Gli effetti patogeni e cancerogeni dell'amianto persisteranno ancora a lungo nel tempo, 10-20 anni. Sotto il profilo ambientale, si notano ritardi e sottovalutazioni. In passato, questa sottovalutazione era dovuta alla sostanziale subordinazione agli interessi economici e, in particolare, ai profitti di alcune grandi multinazionali, che malgrado i danni provocati, continuano ancora ad operare. Ma si è fatto troppo poco anche dopo la conquista della legge 257/92, che ha messo al bando l'amianto in Italia, legge costruita dal basso, è bene ricordare, mediante una lunga lotta sindacale, l'iniziativa delle associazioni degli esposti delle vittime e dei familiari, la lunga battaglia di alcuni territori colpiti in modo gravissimo, da vere e proprie stragi di lavoratori e cittadini, e di una parte dei servizi territoriali di prevenzione, e di prevenzione del servizio sanitario nazionale, cioè gruppi notevoli di medici, che si sono attivati.
La legge, e i suoi decreti attuativi, è sicuramente una delle più avanzate ed organiche nel panorama internazionale, nonostante alcuni limiti e contraddizioni pur presenti. La conferenza nazionale di Tor Vergata, del '99, è stato un momento molto importante ed impegnativo di verifica e di rilancio delle iniziative. Sostanzialmente non sono seguite efficaci politiche di intervento.
Pertanto, oggi dobbiamo ancora fare i conti con una diffusione, per quanto riguarda il fibrocemento, di circa 30 milioni di tonnellate di materiale contenente amianto sul territorio nazionale.
Questo ritardo deve essere recuperato, assumendo le bonifiche dall'amianto tra le priorità delle politiche nazionali e regionali, destinando ad esse le indispensabili risorse, intervenendo nei fondi che, fino ad oggi, hanno ostacolato una sollecita fuoriuscita dal problema.
Le proposte operative:
1. Fermo restando che gli oneri delle bonifiche devono ricadere sui soggetti responsabili dell'inquinamento e fermo restando che la rimozione dei manufatti contenenti amianto è obbligo dei proprietari, è comunque indispensabile promuovere iniziative di incentivo e di sostegno.
2. Destinare risorse, attualmente del tutto irrisorie, per i piani di bonifica; ulteriori incentivi fiscali in favore dei privati per i lavori di bonifica; prevedere contributi finanziari specifici per i Comuni che organizzano la raccolta delle piccole quantità a favore dei cittadini.
3. Censire la presenza di amianto, adoperando con assiduità le forze delle polizie municipali e delle guardie ecologiche. Rafforzare il sistema dei controlli e delle sanzioni.
4. Completare le bonifiche degli edifici pubblici e comunque ad uso collettivo. Informare e coinvolgere i cittadini, e le loro organizzazioni sindacali e ambientali delle vittime, delle imprese e di altre istituzioni interessate, allo scopo di promuovere le necessarie iniziative di collaborazione e di convenzioni funzionali all'attuazione dei piani territoriali, anche al fine di controllo sociale.
5. Promuovere ed attivare servizi territoriali per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti di amianto, con apposite convenzioni, anche con le associazioni di categoria, per abbattere i costi e le speculazioni dilaganti, prevedendo appositi tariffari per la rimozione, il trasporto e lo smaltimento.
6. Sia per quello che riguarda l'uso dei pesticidi, che il censimento e la rimozione dei manufatti in amianto, che per quanto riguarda la combustione delle plastiche e dei materiali contenenti cloro e quindi la dispersione in atmosfera di diossina, chiediamo che i Sindaci si impegnino a diffondere informazioni, anche tramite opuscoli e iniziative pubbliche, atti a informare la cittadinanza dei danni per la salute di questi materiali e di comportamenti nocivi. Che si impegnino altresì, richiamandosi al principio di precauzione sancito dalla comunità europea, a inserire nei regolamenti comunali norme che limitino i danni e impongano la vigilanza (dispersione di pesticidi e disseccanti su terreni e nell'atmosfera, non rimozione a norma di legge di manufatti in amianto o non rimozione di manufatti usurati, combustione di plastiche a cielo aperto o in camini).

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Urbanizzazione, insediamenti industriali nocivi, vincoli paesaggistici, gestione sostenibile del territorio
La pianificazione territoriale è evidentemente asservita alla speculazione urbanistica, edilizia ed estrattiva promossa ed attuata, sovente, con la complicità delle amministrazioni. Manca pertanto una pianificazione concreta e sostenibile e gli strumenti di pianificazione territoriale sono relegati al ruolo di meri adempimenti burocratici, spesso stereotipati, finalizzati al perseguimento di obbiettivi economici e speculativi. Le esigenze finanziarie degli enti locali hanno portato infatti questi ultimi ad assecondare e favorire uno sfruttamento del territorio senza precedenti, avulso da ogni criterio di sostenibilità ed estraneo alle reali esigenze delle comunità amministrate. Le amministrazioni sono responsabili, in molti casi, di aver rimosso, trascurato, travisato ed ignorato gli ostacoli normativi, generalmente attinenti la tutela ambientale e della salute, che avrebbero impedito il recente dissennato "sviluppo". Alla rincorsa del consumo del territorio, per fare cassa, sono stati spesso ignorati i vincoli paesaggistici e ambientali imposti da norme comunitarie, nazionali e regionali, nonché dalla logica e da ogni principio di buona amministrazione. Le previste valutazioni ambientali (VAS, VIA, Valutazione di incidenza, Giudizio di compatibilità ambientale e rilascio di autorizzazione paesaggistica) sono spesso ridotti a meri adempimenti burocratici privi di significato e incisività. Né le amministrazioni, ma soprattutto i Sindaci in qualità di autorità sanitarie, si sono fatti scrupolo di consentire l'insediamento delle attività nocive di cui al D.M. 05.09.1994 in prossimità di centri abitati, residenze, attività agricole, industriali e artigianali non impattanti, in spregio alle norme vigenti e al principio di prevenzione e precauzione. Tanto è avvenuto con la complicità e la connivenza degli organi consultivi e/o di controllo quali le ASUR e gli uffici dell'ARPAM, responsabili di aver trascurato di verificare gli impatti sul territorio e sui cittadini per limitarsi a confrontare i dati forniti dalle imprese con i parametri di legge. La gestione deve invece essere di tipo sostenibile, ad iniziare dal territorio agricolo, che potrebbe subire profondi cambiamenti nel futuro prossimo. Si tratta di cambiamenti impressi dalla crisi dell'agricoltura così come conosciuta e la possibile disponibilità di estensioni di suoli "marginali" ad esempio per l'afforestazione. Il patrimonio boschivo provinciale che è di gran lunga il maggiore di tutta la regione, è gestito in modo anacronistico e dannoso per i suoli, per la fauna, per il paesaggio, mentre la foresta appenninica (e le eventuali formazioni collinari di nuova costituzione) potrebbe svolgere un ruolo importante sulla questione climatica, dato che una gestione moderna potrebbe sequestrare quantitativi oggettivamente rilevanti di carbonio atmosferico. Il territorio essere considerato una risorsa nella sua interezza e deve essere tutelato e valorizzato, evitandone il consumo indiscriminato asservito esclusivamente ad interessi economici speculativi, promuovendo le produzioni tipiche e di eccellenza (DOC, DOP, IGP), i borghi ed i luoghi di interesse paesaggistico, storico-artistico e culturale,lo sviluppo turistico. La tutela della salute e del territorio, in applicazione del principio di prevenzione e precauzione deve essere alla base delle decisioni inerenti l'insediamento e la localizzazione di industrie nocive e pericolose. I consigli comunali devono riappropriarsi dei processi decisionali che ineriscono l'utilizzo del territorio, processi tanto importanti quanto relegati al ruolo di mero adempimento burocratico in potere di tecnici e funzionari per un'errata, forse comoda, interpretazione della cd. Legge Bassanini. Deve essere rivalorizzato il principio autonomistico dell'ente locale che solidalmente concorre al governo ed allo sviluppo del territorio senza dover subire l'egemonia delle attività di speculazione immobiliare.

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Per una gestione sostenibile ed efficiente del territorio proponiamo:
1. Per tendere ad un'azione della politica di qualità, è opportuno che ad inizio mandato gli amministratori eletti siano formati con corsi di formazione dove apprendere come si realizza un PRG (o un qualsiasi strumento di pianificazione territoriale) e quali ne siano le conseguenze, la materia vincolistica, la localizzazione e la gestione delle attività nocive e i relativi effetti, le procedure e la trasparenza amministrativa, gli statuti comunali, il regolamento edilizio, ecc.
2. L'immediata verifica dello stato di attuazione degli strumenti di pianificazione territoriale, al fine di individuarne le criticità e di verificare l'impatto sul territorio, nonché per accertare la disponibilità di immobili civili ed industriali (sovente inutilizzati) in relazione alle effettive necessità.
3. Procedere, sulla base delle informazioni assunte, alla revisione nel breve termine degli strumenti di pianificazione territoriale, per calibrarne il dimensionamento sulle effettive esigenze delle comunità amministrate anche in relazione alle disponibilità del costruito.
4. La pianificazione territoriale dovrà finalmente assumere carattere sovra comunale a fini di razionalizzazione e di valorizzazione delle caratteristiche e delle peculiarità offerte da ciascuna parte del territorio. Riteniamo, a tal fine, inopportuno e ridicolo localizzare attività industriali particolari (Quali ad esempio la produzione di imbarcazioni a oltre 30 Km. dalla costa) in luoghi e territori evidentemente vocati per produzioni diverse, con evidenti ripercussioni in termini energetici ed ambientali. Riteniamo altresì che il Piano Territoriale di Coordinamento provinciale abbia fallito tali obbiettivi.
5. La verifica e controllo ambientale delle cave dimesse nell'intera provincia.
6. L'adozione di provvedimenti, nei confronti dei responsabili, per il risanamento delle aree compromesse sotto il profilo ambientale e paesaggistico.
7. L'incentivazione e la promozione degli interventi di ristrutturazione e riqualificazione del costruito con priorità rispetto alle nuove costruzioni.
8. La promozione e l'incentivazione delle tecniche di bioedilizia e di efficienza energetica del patrimonio edilizio, sia mediante il ricorso ai sistemi passivi che con l'adozione dei sistemi di micro e auto produzione energetica.
9. Considerato che la stessa provincia di Pesaro e Urbino ha sottolineato nel suo PTC l'inadeguatezza dei sistemi di depurazione dei comuni dell'entroterra, occorrerà prima di approvare grandi trasformazioni urbanistiche, adeguare l'esistente.
10. Attività di controllo presso le varie attività produttive della provincia in modo sistematico e preventivo. Spesso gli stessi comuni non conoscono l'attività, gli impianti e le sostanze che vengono utilizzate. Il fatto stesso di rendere trasparenti le attività aiuta a migliorarsi.
11. Che i Sindaci, in qualità di autorità sanitarie, accertino l'impatto sulla salute e sul territorio delle attività insediate ed adottino i provvedimenti necessari.
12. Gli interventi di rilevante trasformazione del territorio, che possono risultare nocivi per la salute, o lesivi del paesaggio e del patrimonio storico-culturale o per le produzioni d'eccellenza, devono essere discussi ed approvati in sede di consiglio comunale, anche ai fini dell'espressione dei pareri nell'ambito delle conferenze dei servizi da parte dei funzionari delegati. Per tali progetti deve essere garantita dai Sindaci l'effettiva informazione dei cittadini ed il coinvolgimento mediante attività ed iniziative ulteriori rispetto alle banali forme di pubblicità previste dalle disposizioni regionali.
13. La lotta agli abusivismi d'ogni tipo, con una politica di prevenzione e non di adeguamento dell'iter amministrativo in corso di procedimento penale a sanatoria dell'illecito.
14. Agevolare l'attività agricola e di conseguenza mantenere per il futuro il più possibile inalterato il prezioso suolo agricolo.

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Rivendicazioni: definizione delle vertenze in corso
Il Coordinamento provinciale dei comitati pesaresi pone i seguenti obbiettivi
imprescindibili ed inderogabili:
1. Conclusione e definitiva archiviazione dei procedimenti per l'inceneritore di
biomasse di Schieppe di Orciano, con reiezione dell'istanza di Wafer zoo S.r.l.
2. Verifica delle attività insediate a Schieppe di Orciano, adozione dei provvedimenti a tutela dell'ambiente e della salute pubblica, risanamento dell'area
3. Definitiva archiviazione dell'ipotesi di realizzazione dello stabilimento Metalli
Plastificati S.r.l. ad Acqualagna
4. Risanamento e bonifica del sito ex cava Solazzi di Carrara di Fano
5. Fare chiarezza sul traffico illecito dei rifiuti che ha interessato, fra l'altro, le discariche pubbliche di Barchi e Monteschiantello (Fano) ed accertare le relative responsabilità
6. Risanamento e bonifica del sito ex Agroter di Mondavio
7. Revisione del PPAE -- Piano Provinciale per le Attività Estrattive per la zona
di Bellisio Solfare, al fine di impedire l'ampliamento e l'apertura di nuove cave. Reiezione dell'istanza della ditta Guiducci e Pierantoni S.n.c. per l'apertura di nuova cava di Maiolica in loc. Bifolco, nel Comune di Pergola
8. Impedire la realizzazione del gasdotto appenninico nel tratto marchigiano
9. Adozione dei provvedimenti necessari a scongiurare pericolo per la salute dei
cittadini residenti in prossimità della discarica di Monteschiantello;
accertamento del danno arrecato al patrimonio immobiliare privato ed
estensione dell'equo indennizzo già concesso al Comune di San Costanzo a
favore dei cittadini proprietari.

giovedì 18 dicembre 2008

A Mondolfo si parla di tariffa di depurazione


Assemblea venerdì (19 dicembre) a Centocroci - Mondolfo

Un mese fa mi ero occupato dei gravi problemi ambientali con i quali da tempo si trovano a convivere alcuni residenti di via Beato Angelico. I cittadini avevano denunciato una situazione di illegalità dovuta al fatto che nella zona ci sarebbero delle palazzine i cui scarichi finirebbero direttamente al fiume. Non solo, gli stessi cittadini si lamentavano per il mal funzionamento del depuratore.

Della questione si è interessata subito la lista civica Per Cambiare con il capogruppo Carlo Diotallevi e il consigliere Tonino De Angelis. Diotallevi ha anche presentato un ordine del giorno sull’illegittimità costituzionale del servizio idrico nella indebita richiesta di corresponsione della tariffa per un servizio di depurazione non prestato.

“Considerato che il Comune di Mondolfo, si legge nel documento, partecipa con propria quota alla Aset SpA, società che gestisce anche il servizio idrico nel nostro Comune, il consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta affinché Aset cessi con effetto immediato di fatturare canoni di depurazione in tutti quei casi in cui la Corte Costituzionale ha rilevato la illegittimità costituzionale”. Al tempo stesso si chiede di restituire immediatamente ai cittadini quanto da loro pagato ingiustamente fin dall’inizio dell’affidamento del servizio alla società gestrice senza che gli interessati debbano produrre documentazione.

L’argomento sarà trattato questa sera (venerdì) alle 21 presso il centro sociale e sportivo di Centocroci.

La Corte Costituzionale, con sentenza del 10 ottobre scorso, ha stabilito che la quota di tariffa relativa al servizio di depurazione presente nella bolletta acqua, non è dovuta nel caso in cui il Comune o l’Azienda che ha in gestione il servizio non provveda o non abbia provveduto di fatto alla depurazione delle acque nere.

“Tutte le zone di Centocroci, Ponte Rio e Mondolfo ed una parte di Marotta – spiega Diotallevi, che parteciperà all’incontro – non sono ancora collegate al depuratore. La sentenza ha effetti retroattivi quindi è possibile chiedere la restituzione dei soldi ingiustamente pagati a partire dal 1998 sino ad oggi. La cittadinanza è invitata ad intervenire e a portare una bolletta dell’acqua”.

Saranno presenti l’Avv. Panero ed esperti appartenenti al nascente Comitato per la difesa dei diritti dei cittadini del quale il consigliere comunale De Angelis è referente locale.

Marche, c'è lo stato di emergenza


"Interveniamo senza perdere tempo”

Lo ha detto il governatore della Regione Gian Mario Spacca dopo la delibera del Governo dello stato di emergenza per i danneggiamenti registrati tra novembre e dicembre. L’entità dei danni nelle Marche non è ancora definita


Il presidente della Regione Gian Mario Spacca ha accolto con grande soddisfazione la notizia della delibera da parte del Consiglio dei Ministri dello Stato di emergenza sul tutto il territorio nazionale e quindi anche le Marche per gli eventi causati dal maltempo tra novembre e dicembre.



“Questo provvedimento – ha commentato Spacca – accoglie la richiesta avanzata dalla Regione in modo tempestivo. Con la successiva nomina di un commissario delegato sarà possibile avviare celermente gli interventi di ripristino lungo la costa danneggiata dalle violente mareggiate, in tempo utile per la prossima stagione primaverile - estiva. Il fatto che lo stato di emergenza riguardi tutto il territorio nazionale è positivo in quanto ci consentirà di affrontare gli interventi in modo unitario e determinato, mettendo in campo sinergie e competenze. Dalle prime informazioni inoltre risulta che il provvedimento riguarderà sia il mese di dicembre che quello di novembre e quindi anche i fenomeni alluvionali che si sono verificati nel fermano”.





L’entità dei danni nelle Marche non è ancora definita. Occorreranno almeno due settimane, dal termine delle condizioni meteorologiche avverse, per individuarne l’entità. Il maltempo in questi giorni ha interessato l'intero territorio regionale, con precipitazioni medie di 70 millimetri di pioggia e picchi locali di circa 110 millimetri. L'intero tratto costiero è stato interessato da violente mareggiate da levante i cui effetti sono stati amplificati dall’alta marea, con altezze onda pari a circa 2,5 metri.



La violenza del mare ha raggiunto e danneggiato tutte le infrastrutture di tipo turistico, ha eroso tratti di strada costiera, scoperchiando le condotte fognarie, ha interessato in più punti la dorsale ferroviaria che collega Bologna a Bari. Il mare ha anche invaso porzioni di territorio limitrofe, con conseguenze ambientali non valutabili nel breve periodo. Episodi critici si sono registrati soprattutto nei Comuni di Numana, Loreto, Recanati, Porto Recanati, Montemarciano, Mondolfo, Pesaro, Cupramarittima, San Benedetto del Tronto. Il restante territorio collinare e montano è stato invece interessato da molteplici fenomeni franosi, che hanno minacciato soprattutto il reticolo viario provinciale e comunale, nonostante l’ottimo livello di manutenzione dei suoli a cui le amministrazioni locali sono da sempre particolarmente attente.

Ecco le date per l'election day. Si andrà al voto il 6 e il 7 giugno anche a San Lorenzo in Campo


Abbinate le consultazioni per le europee e quelle amministrative che nelle Marche riguardano i Consigli provinciali di Ascoli, Macerata, Fermo, e Pesaro-Urbino

Il Consiglio dei Ministri di oggi ha fissato per il 6 e il 7 giugno l'election day che vedrà abbinato al turno elettorale europeo quello amministrativo per il rinnovo di 63 Consigli provinciali e 4mila 292 Consigli comunali. Nelle Marche si voterà per il rinnovo dei Consigli provinciali di Ascoli Piceno, Macerata, Fermo, e Pesaro-Urbino. In totale il voto riguarda 20 milioni di abitanti.

IL PAESAGGIO INVISIBILE

Dopo il successo di San Leo si apre sabato 20 a Frontone la mostra che ha svelato gli sfondi delle opere di Piero Della Francesca, attesa poi in diverse città europee da Bruxelles a Parigi

E’ tutto pronto per l’attesa vernice, sabato 20 dicembre alle 16 al Castello di Frontone, della mostra “Il Paesaggio Invisibile”, definita affascinante come una detective story perché ha rivelato per la prima volta gli sfondi dei capolavori più noti di Piero della Francesca. Dopo il debutto a San Leo, che ha riscosso l’attenzione di tutta Italia e apprezzamenti anche dal poeta Tonino Guerra, ora sarà possibile ammirare l’esposizione anche nel capo opposto della Provincia. All’inaugurazione parteciperanno il sindaco Giampiero Volpi, i presidenti del Gal Montefeltro Leader Italo Grilli e del Gal Flaminia Cesano Rodolfo Romagnoli, oltre alle curatrici della mostra Olivia Nesci e Rosetta Borchia.

Allestita fino al 25 gennaio a ingresso gratuito, la mostra è poi attesa in diverse città europee a partire da Bruxelles a Parigi. Al centro c’è il risultato di un lungo lavoro di ricerca sui tre quadri di Piero del Dittico dei Duchi di Urbino: il ritratto di Federico, la moglie Battista Sforza e i Trionfi. Da centinaia di anni era rimasto sempre vago il vero sfondo di queste opere, tanto che si pensava a paesaggi onirici o alla Toscana, invece il grande artista aveva scelto proprio alcuni angoli di Montefeltro. Una scoperta dovuta a oltre un anno di ricerche di 2 appassionate d’arte e di paesaggio, che lo scorso anno ha avuto un riscontro nazionale accolta con clamore anche nelle pagine della cultura del quotidiano “La Repubblica”. Il Progetto di ricerca “Piero della Francesca: il paesaggio invisibile”, finanziato dal GAL Leader Montefeltro e dal GAL Flaminia Cesano, realizzato nell’ambito delle attività del Parco Letterario “Paolo Volponi”, è nato infatti dalla collaborazione tra l’artista Rosetta Borchia, pittrice e fotografa paesaggista, nonché ricercatrice naturalista (nel suo Giardino delle rose perdute, in una collina di fronte a Urbino, fioriscono circa 600 varietà di rose antiche, alcune delle quali molto rare), e Olivia Nesci, titolare della cattedra di Geografia Fisica alla facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università di Urbino, studiosa del paesaggio fisico e della fotogeologia. Soprannominate ormai “cacciatrici di paesaggi”, hanno individuato i profili delle montagne, gli specchi d’acqua, i boschi, le forre, le rupi che Piero con tanta precisione aveva scelto e raffigurato come “teatro naturale” per gli sfondi delle sue opere. Un’avventura fatta di alti, di bassi, di corse e rincorse tra le colline, di “andiamo a controllare”, di piccoli sconforti e grandi emozioni, che ha portato persino a individuare un lago ora prosciugato, ma all’epoca navigato da barche a vela, vicino a Urbania.
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Non sapevano ancora che Piero era lì, che le stava aspettando e che da quelle scoperte sarebbero nate una mostra itinerante di rilievo europeo e un libro prossimamente in pubblicazione.

La mostra sarà aperta al Castello di Frontone: sabato dalle 15 alle 19, domenica e festivi dalle 11 alle 13 e pomeriggio dalle 15 alle 19.

Per informazioni:

Gal Montefeltro Leader tel. 0722-317599
www.parchiletterari.com

Pergola: no alla svendita del patrimonio immobiliare


Non c’è bisogno di essersi laureati alla Luiss per sapere che non è buona norma far fronte all’ordinarietà delle spese di gestione con mezzi straordinari. Prediamo atto che l’amministrazione Borri, a parte chiusure, arroganza e miopia politica, di straordinario non ha niente.
Riteniamo comunque un grave errore l’ipotesi di vendita di immobili di proprietà comunale per far fronte alle normali esigenze di bilancio. E’ un errore grave sotto l’aspetto economico, fondamentalmente, ma anche su quello politico e sociale. L’immobile di via Antonelli e la struttura di via Catria, che l’amministrazione Borri ha deciso di alienare, sono BENI COMUNI, quindi non sono nella disponibilità ne del sindaco ne dei suoi assessori, ma dei cittadini.

Sanare le voragini di bilancio mettendo mano ai “gioielli di famiglia” equivale a una palese dichiarazione di uno stato di crisi, al “portare i libri in tribunale”. E’ bene, per la comunità, allontanare i dirigenti che la stanno portando al tracollo prima che sia troppo tardi. Pur concordando dell’antistoricità della soppressione dell’ICI (a livello continentale i municipi si finanziano con l’imposizione sulla casa) non possiamo certo attribuire le voragini di bilancio cittadine al gap nella compensazione della tassa con le rimesse statali che ammonta a poco più di 130 mila euro; più o meno lo stesso importo della morosità e incaglio dei crediti sociali (asili, scuole, trasporti etc), dai mancati introiti sulle imprese estrattive (in parte dovuti ad una modifica della normativa regionale e in parte alla mancata apertura di nuove cave) ma soprattutto ai 660 mila euro dovuti e mai incassati dai gestori del servizio idrico. La vicenda è ora sotto il monitoraggio della Corte dei Conti che non ha mancato le raccomandazioni sulla questione. Disattendere queste raccomandazioni sul rientro dei crediti equivale per l’ente pubblico una sola cosa: il commissaria mento.

Deve essere sfuggito all’amministrazione la primavera di cartelli “vendesi” che stanno fiorendo sugli immobili di ogni ordine e grado, in città come in campagna. Questi cartelli, come i palesi eccessi di offerta delle innumerevoli agenzie immobiliari cittadine, sono simbolo e sintomo della crisi del mercato del mattone che ha in qualche maniera anticipato il collasso finanziario e poi economico. Decisivo ruolo nell’ingessamento del mercato è da attribuire alla drammatica crisi di liquidità del mercato interbancario che si traduce in una scarsa propensione delle banche all’erogazione dei mutui. (“trend del mercato immobiliare 08-09” Nomisma aprile 08 – relazione Banca d’Italia – 31.5.08)

I passati tentativi di alienazione di immobili pubblici mediante asta pubblica (ex mattatoio di via San Biagio, casa colonica di Santa Colomba etc) sono miseramente falliti a fronte di un vuoto di offerte. In una condizione come questa, il maldestro tentativo dell’amministrazione Borri, alla disperata ricerca di fondi per far fronte alle esigenza di cassa e per un minimo di doni elettorali, non può sortire che due effetti: un fiasco nella vendita e/o, in caso di un prezzo abbondantemente sotto mercato, in pratica un regalo a qualche amico palazzinaro. Altre amministrazioni che in questo periodo hanno tentato di “far bilancio” (s)vendendo gli immobili comunali sono finite inesorabilmente nel mirino dei difensori civici e della giustizia amministrativa indagati per i prezzi troppo bassi applicati all’asta. Un altro appunto sul dossier che la Corte dei Conti ha aperto sull’amministrazione…

Ponendo anche il remoto caso di una vendita al prezzo prefissato, il ricavabile non sarebbe minimamente risolutivo del dissesto finanziario comunale, mentre l’unica certezza che rimane sono gli immancabili costi per il processo d’alienazione (pubblicità, asta etc).

Alla svendita del bene comune, alimentante la speculazione palazzinara, per far fronte ad esigenze di bilancio (e a finanziare campagne elettorali mascherate) diciamo un NO chiaro e definitivo. Ci dichiariamo fin d’ora disponibili ad opporci con tutti i mezzi che riterremo necessari a questa svendita ma anche a studiare insieme soluzioni per la gestione del bene comune immobiliare atte alla sua conservazione e valorizzazione. All’implementazione di piani sociali che vedano la società civile attiva nel ruolo di manutentrice e valorizzatrice dell’immenso patrimonio immobiliare pubblico (23 edifici per migliaia di metri quadri). Soluzioni a costo zero per le amministrazioni che invece ne lucrerebbero ampi interessi sociali in termini di promozione culturale, socialità, coesione etc. E in tempi di crisi vale molto più di una manciata (non risolutiva) di euro.

Il 19 dicembre 2005 Squola (e le sue 4 associazioni..ora salite a 7..) veniva sgomberata per imminente inizio dei lavoro di ristrutturazione dell’ex scuola bellisiana al fine della realizzazione di un “museo del parco dello zolfo”. I lavori iniziarono solo il 20 giugno dell’anno successivo e conclusi nell’estate 2007. Da allora la struttura è inutilizzata.

Crediamo che questo caso, il nostro, sia paradigmatico della qualità dell’amministrazione Borri e della sua opaca e omissiva maggioranza.

Spa Squola
Ya Basta Marche ONLUS – sez. Pergola
Gruppo Amici della Montagna Valcesano ONLUS
Gruppo d’Acquisto Sociale
Biblioteca Popolare Autogestita “Rita e Fernanda”
ANPI sezione Valcesano
www.squola.org

Edipo a Colono al teatro M. Tiberini


L'appuntamento è domani (venerdì) alle 21.15 a San Lorenzo in Campo

“Edipo a Colono” è il titolo del secondo appuntamento della stagione teatrale laurentina, organizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Teatro Stabile delle Marche. Andrà in scena venerdì alle ore 21.15 al teatro M. Tiberini. La “rivisitazione" della tragedia di Sofocle, séguito e "morale" del celeberrimo "Edipo re", viene effettuata con una trasposizione in versi di Ruggero Cappuccio, che ne cura anche la regia. E’ messa in atto utilizzando una lingua italiana di valenza e provenienza antichissime ed esibendo, nei solenni endecasillabi e nei volutamente brillanti e martellanti settenari, una valenza culturale di antichissima tradizione, anche siciliana e campana; di quella Magna Grecia per cui Sofocle espresse la propria Arte tragica, facendo di Edipo paradigma della condizione umana, eterna parabola del dolore di nascere, vivere e morire. Lo spettacolo è prodotto dall'Associazione Culturale Teatro Segreto, in collaborazione con Benevento Città Spettacolo XXVII edizione ed ha come protagonista il grande Roberto Herlitzka, che si esprimerà in un vero e proprio "assolo". L'attore con questo spettacolo si è aggiudicato il “Premio ETI - Gli Olimpici del Teatro” edizione 2008, quale miglior interprete di monologo. Le scene sono di Mimmo Paladino su progetto scenografico di Paolo Petti; i costumi di Carlo Poggioli, l’allestimento sonoro e le musiche di Carlo Martinelli, i burattini di Ciro Damiano. Per l’occasione si offre a gruppi di 6 persone, associazioni (lista su carta intestata), un biglietto al prezzo speciale di 8 euro (settore B). Il botteghino presso la Pro Loco (0721.776479) via S. Demetrio 4, rimarrà aperto dalle 17 alle 19.30, poi dalle 20.30 si trasferirà a teatro. A Fano, i biglietti sono acquistabili presso il Teatro Stabile (0721.830145) fino a venerdì dalle 17 alle 19.30.

A Pergola presentazione libro: "L'aratro, l'arola, l'aia”


Il Gal Flaminia Cesano prosegue nell'importante attività di riscoperta delle tradizioni e di promozione del territorio. Lunedì a San Lorenzo in Campo, sono stati presentati i risultati della ricerca sui pani e prodotti da forno dell'Appennino pesarese, condotta dalla Cia Marche, in collaborazione con i Gal Flaminia-Cesano e Montefeltro. Il pane, un prodotto antico, che accomuna popoli diversi e lontanissimi, oggi viene rivalutato e considerato come elemento rilevante da cui passa la promozione di un territorio. E nel centro laurentino non si poteva non partire dal farro, viste le diverse realtà aziendali che lo producono, la Monterosso ha anche collaborato alla ricerca, cereale presente nel pane e nelle castagnole dolci di San Lorenzo. Nella zona del Gal Flaminia-Cesano sono quattro i borghi capaci di vantare delle produzioni tipiche del forno, collegati con il territorio: oltre a San Lorenzo in Campo, Barchi con il favone brigolato, Saltara con il berlingozzo, e Serrungarina con la pizza dolce e i biscotti all'anice. L'azione di valorizzazione territoriale prevede anche il recupero di vecchi forni e la creazione di un network tra appassionati, Enti locali e privati che in sinergia rendano possibile la riscoperta di questi tesori gastronomici. “I pani e i prodotti da forno dell'Appennino pesarese – ha spiegato Carlo Carletti di Cia Marche - rappresentano oggi un importante patrimonio di conoscenze e tradizioni da tutelare e incentivare anche dal punto di vista turistico”. Ha preso poi la parola Dani Luzi, direttore e coordinatore tecnico del Flaminia-Cesano. “Gli stimoli sono tanti, dobbiamo ricostruire la filiera che vale in particolar modo per la realtà marchigiana di forti campanili”. Luzi ha anche sottolineato l'importanza della sinergia tra le realtà operanti sul territorio. Sabato mattina alle ore 10 nella sala dell'Abbondanza del teatro di Pergola sarà, invece, presentato il volume “L'aratro, l'arola, l'aia”: storia e memorie di tradizioni, culture, cucine e feste tra Metauro e Cesano. Interverranno Giordano Borri, sindaco di Pergola, Rodolfo Romagnoli, presidente Gal Flaminia Cesano, Corrado Barberis, presidente dell’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale, Tommaso Lucchetti, storico dell’arte e della cultura gastronomica e conviviale, Oretta Zanini De Vita, storica della gastronomica e delle tradizioni rurali, Lorena Straccini, insegnante ed operatrice museale. Modererà l’incontro Angelo Verdini, esperto di storia locale.

La Vita Vale - 60 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Un'interessante iniziativa si è svolta nei giorni scorsi presso la scuola primaria di San Michele al Fiume. Per celebrare i 60 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e per rinfrescare la memoria agli adulti, gli alunni della scuola primaria e dell'infanzia di San Michele al Fiume e quelli della scuola dell'infanzia di San Filippo sul Cesano si sono riuniti per ricordare i principi fondamentali che hanno ispirato la Dichiarazione Universale e ribadire la necessità che i diritti in essa enunciati siano effettivi per tutti, a cominciare dai bambini. Hanno scandito la manifestazione, tenutasi in palestra a causa del maltempo, letture e canzoni, tra le quali una partecipata “Marcia dei diritti dei bambini”. Le canzoni sono state accompagnate dallo sventolio di più di 150 bandierine che, assieme ai manifesti appesi alle pareti, sono state create per l'occasione dai bambini. Significativo il lavoro delle insegnanti che hanno reso possibile l'iniziativa che, come ha ricordato la preside nel suo intervento, si è svolta in contemporanea anche nelle altre tredici scuole dell'istituto comprensivo. Martedì 23 alle 21, invece, il gruppo “Fuoritempo” al teatro Tiberini organizzerà l’evento “La Vita vale” che ha, lo stesso il nobile obiettivo di celebrare i sessanta anni della Dichiarazione Uiversale dei Diritti Umani. Una serata di teatro, impegno e musica con le note dei “The Flanders quasi Orchestra” di Mondavio e "Le Opportunità e il Ragazzo indescrivibile". L’appuntamento ad ingresso libero, è promosso in collaborazione con il Comune laurentino, il Centro Servizi per il Volontariato e la Bottega del Mondo di San Lorenzo in Campo.

Mostra StArt - Fano

Autori: Andreco, Silvia Argiolas, Laura Baldini, Marina Bolmini, Max Bottino, Luca Caimmi, Mariella Campiello, Lucilla Candeloro, Sandra Carassai, Giacomo Carnesecchi, Veronica Chessa, Morena Chiodi, Allegra Corbo, Desiderio, Veronica dell'Agostino, Francesco Diotallevi, Franco Fiorillo, Giovanni Gaggia, Paolo Gobbi, Leeza Hooper, Silvia Idili, Maicol e Mirco, Marco Mencoboni, Moneyless, Sabrina Muzi, Giovanni Piccini, Sandro Piermarini, Michele Pierpaoli, Giorgio Pigniotti, Giacomo Podestà, Mirka Pretelli, Maria Beatrice Rossi, Michael Rotondi, Elena Rapa, Gabriele Silvi, Stefano Uguccioni, Marco Vermiglione, Rita Vitali Rosati.

Curatela: Sponge ArteContemporanea

Organizzazione: Centro di Riabilitazione Psichiatrica Bevano
Luogo: Sala del Convento di Santa Maria Nuova, 5, FANO (PU)
Durata: 13 Dicembre - 20 Dicembre 2008
Orari di apertura: da domenica 14/12/2008 a venerdì 19/12/2008, dalle 10.00/12.00 – 17.00/19.00,
sabato 20 dicembre dalle ore 16.00, asta delle opere in mostra
Patrocini: Comune di Fano, Ausl n.3 Fano
Info: +393396218128, spongecomunicazione@gmail.com



Il Centro di Riabilitazione Psichiatrica Bevano propone: StArt – Collettiva d'Arte Contemporanea, a cura di Sponge ArteContemporanea.
In occasione del finissage si terrà un' Asta il cui ricavato sarà interamente devoluto al Centro di Riabilitazione Psichiatrica Bevano.

La mostra vede coinvolti artisti già affermati e giovani emergenti: Andreco, Silvia Argiolas, Laura Baldini, Marina Bolmini, Max Bottino, Luca Caimmi, Mariella Campiello, Lucilla Candeloro, Sandra Carassai, Giacomo Carnesecchi, Veronica Chessa, Morena Chiodi, Allegra Corbo, Desiderio, Veronica dell'Agostino, Francesco Diotallevi, Franco Fiorillo, Giovanni Gaggia, Paolo Gobbi, Leeza Hooper, Silvia Idilili, Maicol e Mirco, Marco Mencoboni, Moneyless, Sabrina Muzi, Giovanni Piccini, Sandro Piermarini, Michele Pierpaoli, Giorgio Pigniotti, Giacomo Podestà, Mirka Pretelli, Maria Beatrice Rossi, Michael Rotondi, Elena Rapa, Gabriele Silvi, Stefano Uguccioni, Marco Vermiglione, Rita Vitali Rosati, gli stessi sono stati i primi ad esprimere solidarietà donando un'opera.
La mostra sarà anche un' occasione per apprezzare a Fano opere di artisti nazionali che fanno parte dello scenario contemporaneo attuale.

Il progetto intende avvicinare le persone all'Arte Contemporanea con finalità sociali, perseguendo lo scopo del Centro di Riabilitazione Psichiatrica Bevano, il quale offre ai propri pazienti un percorso formativo coinvolgendoli concretamente nella realizzazione di oggetti funzionali. In tal senso la ricchezza espressiva che ciascun artista porta con se , in questo contesto risulta altamente terapeutica.

E' con questo spirito che abbiamo dato vita all'Asta che sarà condotta da due battitori d'eccezione Benilde Marini e Flavio Taini senza il cui supporto sarebbe stata impossibile l'organizzazione.

Marotta: un paese che non c’è


La Elica Edizioni pubblica la ristampa anastatica del volume
di Adalgiso Ricci sulla frazione divisa tra ben 3 Comuni


SABATO LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME

Marotta, un paese che non c’è. Poteva essere questo il titolo del libro di Adalgiso Ricci, ed invece fu Marotta. Appunti di storia e di cronaca. Era il 1948 e Ricci era un maestro elementare marottese, primo, e fino ad ora il solo, a scrivere un libro su questa frazione posta sulle rive del medio Adriatico che risulta una vera e propria anomalia amministrativa essendo il suo territorio diviso tra ben tre comuni, quello di Fano, di Mondolfo e di San Costanzo, tutti nella provincia di Pesaro e Urbino, e tra due diocesi, quella di Fano e quella di Senigallia, con in questo caso anche un salto di provincia.
A distanza di sessant’anni la Elica Edizioni di Fano, su iniziativa di Ersilia Riccardi, presidentessa del Circolo Culturale Marotta e grazie all’esaustivo contributo della Banca Popolare Valconca, pubblica un volume che contiene la ristampa anastatica del libro di Ricci e con un’introduzione del marottese Claudio Giardini e una serie di foto e cartoline messe a disposizione da Mario Ercolani.
Il volume verrà presentato sabato 20 dicembre alle 16.00 nella Sala della Croce Rossa di Marotta (viale Europa, 1) da Claudio Giardini, Ersilia Riccardi, l’avv. Massimo Lazzarini, presidente della Banca Valconca, ed anche con la presenza di Mauro Ricci, figlio di Adalgiso.
A quel tempo Adalgiso Ricci raccontava il percorso storico attraverso il quale Marotta era diventata “un tipico paese marinaro e turistico a misura d’uomo” che esigeva un’amministrazione unica e – nei sogni dell’autore – doveva “avere il suo Comune perché questa è la sua libera e unanime volontà ed il suo pieno diritto”. Claudio Giardini nella sua lunga e accorata (non a caso l’ha intitolata Ad limina cordis, cioè Ai confini del cuore) introduzione autobiografica ricorda che “Marotta esisteva ai tempi della mia fanciullezza (1959) sulle cronache come Berlino dell’Adriatico, con una linea di demarcazione, alla stregua del Muro, che iniziava dal lungomare e puntava per via Esino oltre la ferrovia e la statale adriatica fino in aperta campagna”.
Ma ciò che speravano e sognavano Ricci e i suoi compaesani – l’autonomia - non si è mai realizzata e il paese marinaro “è diventato” – come dice il figlio Mauro nella ristampa – “una cittadina difficile da definire: dormitorio di operai e impiegati delle fabbriche del circondario, località balneare in declino, zona residenziale ordinata ma anonima”. Una frazione tripartita (Marotta di Fano, Marotta di Mondolfo e Marotta di San Costanzo) che conta circa 15.000 abitanti (più di quanti ne facciano insieme i comuni di Mondolfo, che si ferma a circa 11.000 e di San Costanzo, che supera di pochissimo i 4000) dove non si nasce e non si muore, non essendoci né un ospedale né un cimitero.
Ed allora questa ristampa dopo sessant’anni dalla prima pubblicazione farà conoscere un testo ancora “decisamente attuale” come spiega Ersilia Riccardi – “per tutta una serie di idee e proposte che ancora oggi sono estremamente vive e presenti nella realtà marottese” e di cui si spera si possa vederne l’attuazione. Anche i tre sindaci, di Fano, Stefano Aguzzi, di Mondolfo, Pietro Cavallo e di San Costanzo, Giuliano Lucarini, indicano con la loro comune presenza nelle presentazioni del libro, “un unico modo di porsi nei confronti di una Frazione che richiede oggi l’obbligo e la scelta di una gestione amministrativa comune”, dichiarando il loro “impegno istituzionale perché le cose migliorino”.
Il volume è stato interamente finanziato dalla Banca Popolare Valconca che aprirà la sua trentesima filiale a Marotta, “ritenendo la Valle del Cesano” – così come spiega il presidente Lazzarini – “un ulteriore tassello ove collocarsi a sostegno dell’operosità di gente che si riconosce in un destino comune”.