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giovedì 18 dicembre 2008

Marotta: un paese che non c’è


La Elica Edizioni pubblica la ristampa anastatica del volume
di Adalgiso Ricci sulla frazione divisa tra ben 3 Comuni


SABATO LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME

Marotta, un paese che non c’è. Poteva essere questo il titolo del libro di Adalgiso Ricci, ed invece fu Marotta. Appunti di storia e di cronaca. Era il 1948 e Ricci era un maestro elementare marottese, primo, e fino ad ora il solo, a scrivere un libro su questa frazione posta sulle rive del medio Adriatico che risulta una vera e propria anomalia amministrativa essendo il suo territorio diviso tra ben tre comuni, quello di Fano, di Mondolfo e di San Costanzo, tutti nella provincia di Pesaro e Urbino, e tra due diocesi, quella di Fano e quella di Senigallia, con in questo caso anche un salto di provincia.
A distanza di sessant’anni la Elica Edizioni di Fano, su iniziativa di Ersilia Riccardi, presidentessa del Circolo Culturale Marotta e grazie all’esaustivo contributo della Banca Popolare Valconca, pubblica un volume che contiene la ristampa anastatica del libro di Ricci e con un’introduzione del marottese Claudio Giardini e una serie di foto e cartoline messe a disposizione da Mario Ercolani.
Il volume verrà presentato sabato 20 dicembre alle 16.00 nella Sala della Croce Rossa di Marotta (viale Europa, 1) da Claudio Giardini, Ersilia Riccardi, l’avv. Massimo Lazzarini, presidente della Banca Valconca, ed anche con la presenza di Mauro Ricci, figlio di Adalgiso.
A quel tempo Adalgiso Ricci raccontava il percorso storico attraverso il quale Marotta era diventata “un tipico paese marinaro e turistico a misura d’uomo” che esigeva un’amministrazione unica e – nei sogni dell’autore – doveva “avere il suo Comune perché questa è la sua libera e unanime volontà ed il suo pieno diritto”. Claudio Giardini nella sua lunga e accorata (non a caso l’ha intitolata Ad limina cordis, cioè Ai confini del cuore) introduzione autobiografica ricorda che “Marotta esisteva ai tempi della mia fanciullezza (1959) sulle cronache come Berlino dell’Adriatico, con una linea di demarcazione, alla stregua del Muro, che iniziava dal lungomare e puntava per via Esino oltre la ferrovia e la statale adriatica fino in aperta campagna”.
Ma ciò che speravano e sognavano Ricci e i suoi compaesani – l’autonomia - non si è mai realizzata e il paese marinaro “è diventato” – come dice il figlio Mauro nella ristampa – “una cittadina difficile da definire: dormitorio di operai e impiegati delle fabbriche del circondario, località balneare in declino, zona residenziale ordinata ma anonima”. Una frazione tripartita (Marotta di Fano, Marotta di Mondolfo e Marotta di San Costanzo) che conta circa 15.000 abitanti (più di quanti ne facciano insieme i comuni di Mondolfo, che si ferma a circa 11.000 e di San Costanzo, che supera di pochissimo i 4000) dove non si nasce e non si muore, non essendoci né un ospedale né un cimitero.
Ed allora questa ristampa dopo sessant’anni dalla prima pubblicazione farà conoscere un testo ancora “decisamente attuale” come spiega Ersilia Riccardi – “per tutta una serie di idee e proposte che ancora oggi sono estremamente vive e presenti nella realtà marottese” e di cui si spera si possa vederne l’attuazione. Anche i tre sindaci, di Fano, Stefano Aguzzi, di Mondolfo, Pietro Cavallo e di San Costanzo, Giuliano Lucarini, indicano con la loro comune presenza nelle presentazioni del libro, “un unico modo di porsi nei confronti di una Frazione che richiede oggi l’obbligo e la scelta di una gestione amministrativa comune”, dichiarando il loro “impegno istituzionale perché le cose migliorino”.
Il volume è stato interamente finanziato dalla Banca Popolare Valconca che aprirà la sua trentesima filiale a Marotta, “ritenendo la Valle del Cesano” – così come spiega il presidente Lazzarini – “un ulteriore tassello ove collocarsi a sostegno dell’operosità di gente che si riconosce in un destino comune”.

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