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giovedì 25 giugno 2009

San Costanzo, Margherita Mencoboni: "Chi amministra è minoranza nel paese. Noi e Stefanelli rappresentiamo il 55%"





Si può uscire sconfitti dalle elezioni elettorali e trovare nel voto comunque degli aspetti positivi. A San Costanzo alle comunali ha vinto Margherita Pedinelli ma Margherita Mencoboni, eletta in consiglio comunale con ben 97 preferenze, solo l’ex sindaco Lucarini ha saputo far meglio, con la lista guidata da Andrea Furlani, appoggiata dal Pdl, giudica l’esito della tornata amministrativa soddisfacente
.
“Il centrosinistra continua ad amministrare il paese ma è pur vero che i numeri mettono in evidenza altri aspetti. Intanto la nostra lista e quella che candidava sindaco Stefanelli insieme hanno raccolto molto più consensi, ciò significa che chi governa ha i numeri ovviamente per farlo in consiglio comunale ma è minoranza a San Costanzo. Non solo, cinque anni fa tra il centrosinistra e noi c’erano ben 1.000 voti di differenza, ora poco più di 600. Insomma il recupero è evidente. Quindi non parlerei di vittoria schiacciante del nuovo sindaco Margherita Pedinelli. Ora la speranza è che il primo cittadino non si comporti con l’opposizione come ha fatto l’ex sindaco Lucarini negli scorsi cinque anni. Mi auguro che le nostre proposte non vengano bocciate solo perché provengono dalla minoranza: serve ascolto e collaborazione”.
La Mencoboni ha raggiunto un buon risultato personale anche alle elezioni provinciali, per le quali era candidata nel collegio di San Costanzo.
“Per soli 50 voti non sono riuscita ad essere eletta ma confrontando il dato con la tornata predente il Pdl recupera diversi punti percentuali. Credevo che i cittadini avessero voglia di cambiare ed invece hanno premiato le solite persone ma io insieme a Furlani continuerò a lavorare in modo propositivo per il bene di San Costanzo”.

1 commento:

  1. Due schieramenti che sono maggioranza nel paese ma non in consiglio comunale, è la prova provata di un macroscopico errore politico delle opposizioni fatto a monte. Più che andarne fieri dovrebbe far riflettere.

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