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giovedì 9 luglio 2009

A Castelleone di Suasa, la scuola estiva di archeologia “In profondità senza scavare” è... senza frontiere!




Una scuola estiva senza frontiere, dal titolo “In profondità senza scavare”, è in pieno svolgimento nelle aree archeologiche di Suasa e di Santa Maria in Portuno a Corinaldo. La terza edizione dedicata alle metodologie di indagine non intrusiva e alle tecniche di rilievo e documentazione per l’archeologia ha avuto un boom di iscrizioni, come ha spiegato in conferenza stampa il Prof. Enrico Giorgi del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna.

“Trenta studenti provenienti dagli atenei di tutto il mondo, anche dall’Iraq e dagli Emirati Arabi. Il corso si propone di fornire le conoscenze e gli strumenti per avvicinarsi all’utilizzo delle più avanzate e idonee metodologie per la ricerca archeologica. Le attività di quest’anno, eredi del successo delle edizioni precedenti, prevedono una serie di lezioni frontali presso la sede universitaria di Ravenna e una settimana di esperienze pratiche sul campo e di laboratorio che stiamo tenendo tra Suasa e Santa Maria in Portuno. La scuola valorizzerà uno dei luoghi storici dell’archeologia marchigiana dove sono in corso da vent’anni gli scavi e le ricerche dell’ateneo bolognese. I partecipanti hanno qui la possibilità di confrontarsi con professionisti di livello internazionale come i professori Pierluigi Dall’Aglio e Giuseppe Lepore dell’Università di Bologna, Lawrence B. Conyers , Michel Dabas e Helmut Becker, provenienti da Denver, Francia e Germania, e di cimentarsi nell’utilizzo di strumentazioni geofisiche e topografiche”.

Strumentazioni all’avanguardia che sono state presentate martedì pomeriggio a Suasa dai diversi professori della Summer School, alla presenza del sindaco di Castelleone Giovanni Biagetti e della segretaria comunale Agnese Ridolfi, di alcuni amministratori comunali di Corinaldo e San Lorenzo in Campo e della Prof.ssa Polverari Ciceroni, componente del consiglio di amministrazione del Consorzio “Città Romana di Suasa”.
“L’Arp, l’unico ora in Italia, è uno strumento costruito a Parigi che serve per fare archeologia preventiva, stima la quantità di corrente elettrica nel terreno. Abbiamo poi un georadar, un carrello che usa una tecnologia radar, capace di registrare echi dalle strutture anomale che trova. E’ prodotto in Italia. Infine abbiamo in dotazione il magnetometro”. Le attività didattiche della scuola sono rese possibili grazie alla collaborazione del Centro studi per l’Archeologia dell’Adriatico e dell’Università di Bologna con atenei e centri di ricerca nazionali e internazionali quali l’Università di Modena e Reggio Emilia, Siena, Lecce, il CNRS di Paris-France, la Becker Archaeological Prospection, e con partner tecnici del calibro della Geocarta di Parigi, So. Ing di Livorno e Geotop di Ancona.

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