Ricerca personalizzata

lunedì 16 marzo 2009

La montagna come divertimentificio


Passi la bidonvia, oramai rimessa in funzione in barba a tutti i vincoli ambientali che tutelavano quell’area, e passino le 5.000 persone che nei primi 32 giorni di apertura degli impianti si sono godute le chilometriche (!!) e spettacolari (!!) piste da sci di monte Acuto, ma una cosa non mi va di farla passare: la musica sparata a tutto volume dagli altoparlanti messi sui piloni che sorreggono gli “ovetti”.
Una lunga ferita, non solo visiva, ma addirittura “canora” che attraversa la montagna e si riverbera nelle vallate e sulle cime circostanti
.
Tutto ciò è offensivo e immorale nei confronti di un ecosistema, quello montano, in realtà molto fragile e delicato, nonostante la mole e l’imponenza delle pareti rocciose che lo costituiscono e sempre più sfruttato e ridotto a bene di consumo di un week end. Ed è offensivo ed immorale anche nei confronti di chi in montagna ci va per ritrovare sensazioni ed emozioni non legate ai riti delle masse che tutto acquistano consumano e poi gettano via.
La montagna, luogo del silenzio, dell’introspezione, e della fatica fisica, trasformata in divertimentificio al pari di un qualsiasi locale della riviera adriatica.

Cristiano Ceccucci

1 commento:

  1. La montagna, luogo del silenzio, dell’introspezione, e della fatica fisica potrà essere pure una visione accattivante e romantica per chi la sceglie di vivere nella sua totalità. Certo è che per molti abitanti è anche frutto di una visione provinciale con pochi servizi e senza opportunità che induce sempre più spesso alla fuga. Di luoghi incontaminati e senza nessuna forma di atropizzazione ce ne sono a centinaia nel nostro appennino. In molti di questi è oramai impensabile vivere una vita "normale" o comunque di pari opportunità ed è per questo che quasi tutte le valli sono state abbandonate dalle famiglie che le abitavano. Vivere di stenti fisici e privazioni sarà pure scenico nell'isola dei famosi ma trovarsi con un figlio con la febbre al 40 e la prima farmacia a 20km o il primo ospedale a 40km perché si vive in una zona dimenticata da "Dio" non deve proprio far piacere a nessuno.
    Considerare offensiva e immorale l'attività di un impianto a fune di quelle dimensioni mi sembra una visione deformata a proprio piacimento e priva di riferimenti. Sotto quest'ottica tutta la catena alpina da Krani a Chamonix dovrebbe essere il luogo più devastato dall'uomo del pianeta.
    La tolleranza di un approccio diverso a certi ambienti è prova di maturità, quella maturità che manca proprio in realtà provinciali come le nostre.
    Le buone maniere potrebbero bastare ad indurre al semplice "abbassare il volume" senza chiamare in causa termini che poco hanno a che vedere con la situazione specifica.
    Saluti Lorenzo

    RispondiElimina