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venerdì 20 marzo 2009

A Fano il convegno su Facebook fa il pieno di giovani


Grande partecipazione al convegno sui social network organizzato dall’assessore alle Politiche Giovanili Mirco Carloni con la partecipazione di Marco Santini, giovane fanese studente di informatica, Roberto Busca, esperto di formazione giovanile, Marco Gasparini, segretario del Centro Missionario della diocesi, Beniamino Cinti, responsabile del servizio dipendenze dell’Asur 3 e don Steven Carboni, responsabile della Pastorale giovanile per la diocesi.
Facebook, il più popolare dei social network diventato oggi una delle mode con più seguaci, nasce nel 2004 da un’idea di Mark Zuckerberg, all’epoca diciannovenne universitario di Harvard.
Solo in Italia gli iscritti sono oltre 4 milioni e il numero cresce vertiginosamente di giorni in giorno.
Per questo, l’assessore alle Politiche Giovanili Fano Mirco Carloni, ha creduto opportuno organizzare un dibattito nel quale nuove e vecchie generazioni potessero scambiarsi opinioni e conoscenze in merito
.
“Nessuno vuole demonizzare Facebook -ha detto Carloni- ma credo che sia necessario discutere del possibile sbagliato utilizzo di questo strumento da parte, soprattutto, dei più giovani. Per molti di loro, infatti, non esistono più i luoghi di aggregazione, gli incontri al bar o quelli nei locali e per strada perché se ne stanno ore a chattare con gli amici seduti davanti ad un pc”.
Il convegno “Facebook ti aiuta a mantenere e condividere i contatti con le persone della tua vita (vera o virtuale)?” si è svolto nell’oratorio San Crsitoforo ieri sera, giovedì 19 marzo.
“Non è casuale -ha spiegato alla nutrita e giovanissima platea intervenuta, l’assessore- la scelta del luogo: ritrovandoci qui con i giovani di Fano, abbiamo voluto sottolineare l’importanza degli spazi di aggregazione ‘reali’ nei confronti di quelli ‘virtuali’ che ci vengono offerti dalla rete e, in particolar modo, da quelli dei social network di cui Facebook fa parte. La causa principale per la quale ho voluto questo dibattito è di mettere a confronto le opinioni: genitori e figli, amici reali e amici virtuali, specialisti e semplici curiosi. Mi pare però che la conclusione sia una soltanto: i più giovani, che in questo caso sono anche i più deboli, devono imparare a non confondere mai Facebook con la vita vera, quella fuori dalla rete. Credo che i social network siano un pericolo solo se li si usa in modo da riempire i vuoti della vita reale, ma se sono parte integrante in modo sano della vita reale rappresentano solo un nuovo strumento di comunicazione e aggregazione a livello globale”.

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