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lunedì 15 marzo 2010

Raffaele, 14 anni di galera alle spalle, giornalista per Panorama e Le Figaro, cerca una casa e un lavoro: "La rete di accoglienza è buca"


“Sono stato sempre un ribelle, contro ogni bandiera”; non usa giri di parole per presentarsi Raffaele Stammelluti, 54 anni, originario di Roma ma da sempre cittadino del mondo. Da anni è senza casa e lavoro. Alle spalle una vita dura, sempre ai limiti. Ormai da qualche settimana si trova nella nostra provincia, ospite dei centri di accoglienza di Fano e Pesaro. Fin da piccolo la sua passione è stata quella di scrivere.
“Ho compiuto anche delle rapine per rincorrere il mio sogno e mi son fatto 14 anni di galera. Ora cerco uno straccio di lavoro e una casa, ho sbagliato è vero, ma ho pagato”.
Cresciuto in Francia, a Parigi, Raffaele a 18 anni torna in Italia. Dopo il servizio militare il suo sogno comincia ad avverarsi. La sua penna è brillante ed acuta, arrivano le prime inchieste pubblicate su Panorama e Le Figaro. Per fare lo scoop della vita si arruola anche nella Legione Straniera.

“Nove mesi durissimi, soldati veri. Ho raccontato quell’esperienza in tv a ‘Italia Sera’”.
Riesce anche a pubblicare il romanzo “Nella pietra e nel cuore” che parla dei curdi della Turchia. Qualche mese fa l’ha rispedito a Susanna Tamaro ma nessuna risposta. In quegli stessi anni però arrivano i primi problemi con la giustizia.
“Dentro di me qualcosa si era rotto al ritorno dalla Francia dove avevo lasciato la ragazza della mia vita. Quando tornai per rivederla fu troppo tardi”.

Scontati i quattordici lunghissimi anni di carcere per diverse rapine, inizia il suo girovagare tra un centro d’accoglienza e un altro. La settimana scorsa ha fatto tappa a Fano, a San Paterniano, ora è a Pesaro ospite di Casa Mariolina.

“La rete di accoglienza è buca – sottolinea Raffaele – non c’è un percorso di reinserimento, ti fanno girare e non accade nulla di concreto. A Fano un operatore della Caritas mi ha parlato di un progetto di rete con fondi regionali per le persone che volevano reinserirsi nel mondo del lavoro. Quello che cerco io che non vivo semplicemente per un pasto e un letto. Di quel progetto non ne ho saputo più nulla. Sempre a Fano il Comune sta assumendo 40 operatori ecologici, come mai la Caritas non mi ha informato? Troppe cose non funzionano. Mi hanno spedito a Rimini dove a Casa Betlemme non mi hanno accolto perché avevo bevuto una grappa. Non credo sia un delitto quando stai ore e ore al freddo. Ora sono ospite di Casa Mariolina dove ci sono operatori squisiti. Ma più di dieci giorni in questi centri non ci si può fermare. Mi hanno parlato di una collaborazione con un giornale, sarebbe stupendo”.



La Caritas di Fano conosce bene la vicenda di Raffaele. Un’operatrice spiega come stanno le cose.
“Per quanto riguarda il progetto di reinserimento nel mondo del lavoro siamo in dirittura di arrivo, l’approvazione dovrebbe arrivare ad aprile. Si tratta di un’iniziativa interambito molto importante che accede ad un finanziamento della Regione Marche rivolta proprio ai senza dimora non residenti che altrimenti sarebbero invisibili per i servizi sociali. Appena sarà approvato ne daremo adeguata promozione. Di situazioni complesse ce ne sono molte perché sono tantissime le persone in difficoltà ma la rete sociale cerca di fare il massimo. Tengo infine a precisare che l’assunzione di operatori ecologici da parte del Comune di Fano era rivolta solo a persone residenti, per questo motivo non è stata comunicata”.

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