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mercoledì 16 dicembre 2009

Marotta, i ragazzi della scuola calcio Arcobaleno si allenano con il metronomo. Il Prof. Zepponi: "Il senso del ritmo è fondamentale"


Negli ultimi mesi nei campi di Marotta, Mondolfo, San Costanzo e Ponte Sasso sta accadendo una cosa particolare: i giovani atleti della scuola calcio Arcobaleno si allenano con il metronomo, strumento che utilizzano i musicisti per scandire i ritmi. In paesi come il Brasile, dove la musica è nel dna delle persone, il senso del ritmo è molto sentito anche nei campi di calcio, mentre nei nostri non accade. Il Prof. Patrizio Zepponi ideatore di questo metodo di lavoro, è uno dei responsabili della scuola calcio Arcobaleno, noto per aver allenato squadre di serie A e atleti professionisti di livello internazionale quali cestisti, pugili, tennisti e piloti di Formula 1. Assieme a Marcello Mancini, responsabile tecnico della scuola, e al segretario organizzativo, Massimo Zandri, ha deciso di dotare ogni allenatore di un metronomo.
“Il senso del ritmo – spiega il Prof. Zepponi – è spesso trascurato nei campi di gioco ma è fondamentale per il miglioramento di un atleta sia dal punto di vista coordinativo che fisico, ma soprattutto mentale, inteso come capacità di concentrazione. E’ importante che un giovane sappia compiere un gesto tecnico o uno schema tattico, bene ma, è ancor più importante che riesca ad eseguirlo a velocità elevate. La didattica di questi metodi di allenamento inizia con dei movimenti senza palla e successivamente con la palla, che dovranno essere ripetuti finchè non diverranno automatici. Da questo momento, entra in gioco il “bip”, che permette di eseguire gli stessi gesti in modo sempre veloce ed efficace. La differenza tra un “campione” e un giocatore “normale” non è solo relativa alla tecnica, ma è legata soprattutto alla capacità di agire a ritmi elevati. Il metronomo, permette all’atleta di individuare il proprio limite e di migliorarlo, inoltre è utile per allenare altre capacità fondamentali, quali: la reazione, la coordinazione, la differenziazione, il tocco di palla, la gestione spazio-temporale e soprattutto la concentrazione. La scienza, proprio in questi ultimi mesi ha appurato che il senso del ritmo è innato e si manifesta molto prima di quanto si pensi. Un’equipe di ricercatori dell’Università di Amsterdam, che studia l’attività del cervello, ha scoperto che i neonati riescono a seguire ritmi musicali; ciò non è stato rilevato nemmeno nello scimpanzé che sono gli animali più evoluti dopo l’uomo”.


Nella foto: i ragazzi della scuola calcio Arcobaleno con Francesco Gullo a San Siro

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