venerdì 30 ottobre 2009
Il settimanale "Il Nuovo Amico" propone ai laici di scrivere sui loro sacerdoti
In occasione dell'Anno Sacerdotale, la Redazione di Fano del Settimanale Interdiocesano "Il Nuovo Amico", propone ai laici di scrivere sui loro sacerdoti.
Nel testo che segue, a cura del Vice - Direttore Don Giacomo Ruggeri, l'invito.
Nell’Anno Sacerdotale la Redazione di Fano del settimanale interdiocesano “Il Nuovo Amico” avvia una nuova rubrica dal titolo “*/I nostri preti/*”. Un anno proposto da Benedetto XVI per riflettere, e pregare nel contempo, per i sacerdoti di tutto il mondo.
A tal fine il Centro Diocesano Vocazioni chiede a tutte le parrocchie della Diocesi che l’ultimo venerdì di ogni mese sia dedicato esplicitamente per le vocazioni al sacerdozio. Sappiamo bene che ogni vocazione è un dono di Dio, non un artifizio dell’uomo. Per tale motivo la Rubrica “I nostri preti” sarà un raccontare il prete nel duplice versante della sua umanità e della sua spiritualità.
Saranno soprattutto i laici che parleranno dei loro – nostri preti. Non è un parlarsi addosso, ma sarà come un regalo che viene fatto ad un bambino dicendogli: “Tieni, è un dono pensato per te”. Questo è ogni prete: dono di Dio all’umanità, un prete donato dal Vescovo ad una comunità ed un Vescovo donato ad una Chiesa.
Chiedere ai laici di raccontare è una scelta di campo: dovrà essere un anno sacerdotale che metta al centro anche la dimensione del «Sacerdozio ministeriale» dei fedeli laici. Il Battesimo ci rende tali nel carattere del sacramento; la vita, poi, ci rende abili nell’esprimerlo tale ministero con la Grazia di Dio.
Scrivete storie, aneddoti, riflessioni, pensieri dei e sui vostri preti. Il sacerdote, come ogni persona, porta con sé limiti, pregi e con questi di Dio ha edificato un suo ministro; pertanto, si cercherà sempre il meglio e il buono in ciascuno senza fermarsi o evidenziare troppo difetti e mancanze. Sarà, al contrario, uno scrivere parole che hanno il sapore di vissuto e che i laici scandiscono, vivono e maturano verso di noi, sacerdoti. È una grammatica da non temere, ma da accogliere e, quando sarà necessario, viverla anche con sana ironia.
Un prete che sta bene porta al largo la comunità. Una comunità che prende il largo, rende il prete uomo di Dio. Non altro._Invia materiale a: redazione@fanodiocesi.it
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