martedì 27 ottobre 2009
Cartoceto, concluso il convegno su “I teatri delle diversità”: oltre 100 operatori da tutta Italia
Si è concluso a Cartoceto (Pesaro e Urbino) il decimo convegno su “I teatri delle diversità” organizzato dalla rivista omonima edita dal Teatro Aenigma, centro universitario internazionale di produzione e ricerca sui rapporti tra teatro e disagio. Nel corso dei due giorni di dibattito (24 e 25 ottobre) si sono incontrati oltre cento operatori, studiosi, studenti universitari con un bilancio estremamente positivo.
L’iniziativa, coordinata da Emilio Pozzi e Vito Minoia, docenti di teatro all’Università di Urbino, dedicata alle esperienze teatrali negli istituti penitenziari, con il titolo “Un ‘teatro di massa’ rimasto generativo”, ha ricordato Claudio Meldolesi, storico del teatro, Accademico dei Lincei, nonché componente del comitato scientifico della stessa rivista “Teatri delle diversità”, scomparso il 12 settembre scorso a Bologna, che del Teatro in Carcere in Italia fu il promotore.
A ricordare strettamente le ricerche dell’insigne studioso bolognese sono stati, gli interventi di Emilio Pozzi (che ha letto anche un contributo pervenuto da Daniele Seragnoli – docente all’Università di Ferrara), Donatella Massimilla, presidente a Milano del Centro Europeo Teatro e Carcere (che ne fu sua allieva), Laura Mariani, moglie di Meldolesi, che, ringraziando i partecipanti, ha ricordato quanto sia stato importante negli studi del suo compagno il concetto (espresso nel sottotitolo del convegno) di “Immaginazione contro emarginazione” nella scena dei reclusi. “L’immaginazione” –citando un saggio scritto da Meldolesi nel ’94- “induce a valorizzare un meccanismo teatrale dell’interazione sociale, quello di scoprirsi scoprendo gli altri, in particolare laddove il comportamento coatto è fondato su obblighi e rimozioni, che inducono ad introiettare lo stato di emarginazione”. Altri contributi nel ricordo dell’amico studioso, sono stati espressi attraverso le pagine del numero 51 della rivista (presentata al Convegno) da Giuliano Scabia, Gianfranco de Bosio, Gianni Tibaldi.
Le due giornate di studio sono state preziose per fotografare lo stato attuale del fenomeno in Italia, da molti considerato territorio all’avanguardia. E’ stato presentato a Cartoceto il volume “Recito, dunque so(g)no” di Emilio Pozzi e Vito Minoia, con un testo introduttivo di Claudio Meldolesi (ultimo saggio scritto dall’autore bolognese) e le fotografie di Maurizio Buscarino (Edizioni Nuove Catarsi, 2009, pagine 352) che ben rappresenta la fase matura delle sperimentazioni attuate su tutto il territorio nazionale da oltre vent’anni.
Gli interventi che si sono succeduti, nel corso del pomeriggio di sabato 24 ottobre presso la sede del Museo delle Scienze, Palazzo del Balì di Saltara, e nella mattinata di domenica 25 presso il Convento di Santa Maria del Soccorso a Cartoceto hanno documentato 20 significative esperienze teatrali, tra le più approfondite, dando voce a registi, attori, animatori, educatori in Case Circondariali, Istituti di pena per Minorenni, Case di Reclusione, Ospedali Psichiatrici Giudiziari,
da Milano, Reggio Emilia, Torino, Pesaro, Ancona, Padova, Venezia, Bari, Roma, Ferrara, Montelupo Fiorentino, Aversa, Porto Azzurro, Arezzo, Saluzzo, Modena, Napoli, Charleville/Mezieres (Francia).
Messaggi scritti a sottolineare l’importanza dell’occasione d’incontro sono pervenuti dal Ministero di Giustizia (Direzione Generale dei detenuti e del Trattamento, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) che riconosce l’alta valenza ‘trattamentale’ del teatro in carcere e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Toscana, che ha intrapreso -insieme all’Assessorato ai Servizi Sociali- un cammino volto a sostenere il lavoro di un circuito territoriale che annovera oggi ben 14 realtà promosse con finanziamenti regionali. Altre Reti territoriali rappresentate a Cartoceto sono state quelle dell’Emilia Romagna e della Campania, dove da cinque anni alcune esperienze trovano spazio nell’ambito della manifestazione “Il Carcere possibile” promossa dalla Camera Penale di Napoli.
L’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, invece, attraverso il contributo di Valeria Ottolenghi (vicepresidente) ha espresso l’interesse a leggere le trasformazioni nel linguaggio dell’espressione teatrale tout court, a partire dalle sperimentazioni più avanzate del fenomeno.
Appassionato anche l’intervento del Presidente della Regione Marche Raffaele Bucciarelli che ha ringraziato i partecipanti per essere strenui difensori di valori sociali ed educativi, oltre che artistici e culturali, di fronte ad un imperante sistema basato su modelli di relazioni di‘consumo’.
Due sono stati gli eventi scenici proposti. Il primo a Cartoceto, dove la Compagnia Stalker Teatro di Torino attraverso lo spettacolo “Incontri. 14 passi nelle scritture” con testi dall’Antico Testamento, ha coinvolto gli spettatori presenti nel risvegliare la gioia della relazione in una dimensione di gioco basata su elementi figurativi di quella che considerano un’ “arte transitiva” capace di veicolare trasformazioni anche all’interno di grigi luoghi di reclusione. Il secondo, nel Teatro Sociale di Novafeltria, già sede a giugno 2009 della prima edizione del Festival “Scene di frontiera”, dove il Teatro Popolare d’Arte di Firenze ha proposto una versione molto coinvolgente dell’opera “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, progetto nato all’interno della Casa Circondariale di Arezzo.
Nella Tavola Rotonda conclusiva che ha ospitato –sempre nella sede dei padri agostiniani di Cartoceto- gli interventi, tra gli altri, di Gianfranco Pedullà, già docente di teatro all’università di Cassino e di Giulia Innocenti Malini, docente di teatro sociale all’università Cattolica di Brescia, sono stati analizzati i termini di una riflessione sulla necessità di coniugare Etica ed Estetica nelle poetiche del teatro dei reclusi.
“Considerati gli esiti del convegno di Cartoceto – comunicano Pozzi e Minoia, coordinatori dell’iniziativa- è imprescindibile la realizzazione di un Coordinamento Nazionale del Teatro in Carcere, desiderio espresso da più parti. Ci impegneremo, insieme ai protagonisti della due giorni di Cartoceto, ed insieme a quanti volessero aderire all’iniziativa, ad attivare nei prossimi mesi un percorso, all’interno del quale annunciamo, sullo stesso tema, l’organizzazione di un secondo incontro di studio (l’undicesimo promosso dalla Rivista Teatri delle diversità”) nell’ottobre 2010”.
Durante tutto il mese di novembre 2009, seguiranno altre giornate tematiche di studio seminariale, nell’ambito del Festival “Le Visioni del Cambiamento”, saranno organizzate all’ Università di Urbino e nella Casa Circondariale di Pesaro. E’ possibile consultare il programma sul sito del Teatro Aenigma (www.teatroaenigma.it).
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