mercoledì 31 dicembre 2008
Frontone, in mostra "Il Paesaggio Invisibile"
Rimarrà aperta fino al 25 gennaio, il sabato dalle 15 alle 19, domenica e festivi dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19, nel suggestivo scenario del Castello la mostra “Il Paesaggio Invisibile”.
Un’esposizione che ha riscosso un grande successo a San Leo e che, dopo Frontone, è attesa in diverse città europee da Bruxelles a Parigi. La mostra è stata definita affascinante perché ha rivelato per la prima volta gli sfondi dei capolavori più noti di Piero della Francesca.
Al centro c’è il risultato di un lungo lavoro di ricerca sui tre quadri di Piero del Dittico dei Duchi di Urbino: il ritratto di Federico, la moglie Battista Sforza e i Trionfi. Da centinaia di anni era rimasto sempre vago il vero sfondo di queste opere, tanto che si pensava a paesaggi onirici o alla Toscana, invece il grande artista aveva scelto proprio alcuni angoli di Montefeltro.
Una scoperta dovuta a oltre un anno di ricerche di due appassionate d’arte e di paesaggio, che lo scorso anno ha avuto un riscontro nazionale accolta con clamore anche nelle pagine della cultura del quotidiano La Repubblica. Il Progetto di ricerca “Piero della Francesca: il paesaggio invisibile”, finanziato dal GAL Leader Montefeltro e Flaminia Cesano, realizzato nell’ambito delle attività del Parco Letterario “Paolo Volponi”, è nato dalla collaborazione tra l’artista Rosetta Borchia, pittrice e fotografa paesaggista, nonché ricercatrice naturalista, e Olivia Nesci, titolare della cattedra di Geografia Fisica alla facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università di Urbino. Soprannominate ormai “cacciatrici di paesaggi”, hanno individuato i profili delle montagne, gli specchi d’acqua, i boschi, le forre, le rupi che Piero con tanta precisione aveva scelto e raffigurato come “teatro naturale” per gli sfondi delle sue opere.
Un’avventura fatta di alti, bassi, corse e rincorse tra le colline, di piccoli sconforti e grandi emozioni, che ha portato persino a individuare un lago ora prosciugato, ma all’epoca navigato da barche a vela, vicino a Urbania.
“Abbiamo confrontato tante opere e immagini – racconta Rosetta Borchia – e ci ha aiutato in particolare un disegno del 1500, in cui era rappresentato il convento delle Clarisse in località “le Capute” vicino Urbania, che appariva sopra uno specchio d’acqua con tanto di barche. Un lago ora scomparso, ritrovato anche in un’opera di Raffaello e che era proprio lo stesso sfondo dietro al famoso ritratto del duca Federico. Non solo, abbiamo riconosciuto una località della Valmarecchia dietro al ritratto di Battista e un’area tra Urbania e Fermignano dietro ai Trionfi, ma per saperne di più dovete visitare la mostra”.
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Diotallevi: "Carboni si deve dimettere"
La lista civica replica al bilancio positivo del Sindaco Cavallo ed elenca le opere incompiute.
Il capogruppo Carlo Diotallevi per l'impegno mancato relativo all'asilo di Piano Marina chiede le dimissioni dell'Assessore Carboni
“I toni trionfali con i quali Cavallo descrive il lavoro della sua giunta dopo due anni e mezzo di mandato purtroppo non coincidono con la realtà”.
Carlo Diotallevi, capogruppo di minoranza, critica aspramente il bilancio del Sindaco arrivando anche a chiedere le dimissioni dell’Assessore ai Lavori Pubblici Mirco Carboni.
“La giunta in questi anni non è stata capace di incidere e risolvere le vere problematiche del territorio abbozzando delle soluzioni parziali con interventi raffazzonati che hanno solo incrementato i disagi e il lungo elenco delle incompiute”. Ad esempio?
“La struttura dell’ex ospedale Bartolini mai recuperata nonostante le tante promesse che oggi cade letteralmente a pezzi. Ma potremmo stilare un lungo elenco di opere incompiute come il nuovo cimitero di cui si sono perse le tracce e il vecchio dove chiesetta e cappella cimiteriale sono chiuse ormai da anni e non sono ancora state recuperate. Per non parlare del centro storico mondolfese ridotto in uno stato di incuria davvero inaccettabile dove l’asfalto è diventato il nuovo elemento di decoro che sostituisce sempre più spesso i sampietrini. Che fine hanno fatto poi le strutture sportive promesse in campagna elettorale: Mondolfo ne è completamente priva! Questa giunta mondolfese ha abbandonato anche Mondolfo”.
E Marotta?
“La situazione non è migliore. Cavallo cita Villa Valentina come un fiore all’occhiello del suo operato mentre per noi rappresenta il più grande fallimento della giunta in quanto sono stati spesi 3 miliardi di vecchie lire per poi cederla di fatto alla capitaneria di porto e lasciarla vuota e inutilizzata. Non dimentichiamo poi piazza Kennedy recuperata come salotto marottese e trasformata, aprendola al traffico, in autosalone; viale delle Regioni trasformato in una pista ad ostacoli e non ciclabile, per concludere con l’ultima incompiuta che ci troviamo sotto l’albero di Natale”.
Quale?
“La scuola materna di Piano Marina. Ogni pazienza ha un limite, l’Assessore Carboni si deve dimettere! Sono passati sei mesi da quando abbiamo interrogato per l’ennesima volta il Sindaco e l’Assessore in merito ai lavori di costruzione della nuova scuola materna di via Raffaello che si protraggono da anni senza vedere la fine. L’Assessore ci ha risposto ufficialmente in consiglio comunale affermando che sarebbero terminati nel mese di dicembre e che nel corso delle vacanze natalizie sarebbe avvenuto il trasloco definitivo. Carboni ha garantito che non vi sarebbero state ulteriori proroghe e anche comunicato a insegnanti e genitori le date previste per l’apertura della struttura. Invece i lavori nonostante gli operai abbiano fatto gli straordinari anche nel periodo natalizio non sono terminati e sebbene siano progrediti rispetto al precedente sopralluogo non termineranno certo entro oggi come promesso ma slitteranno ancora”.
Danilo Bombagi, consigliere di quartiere di Piano Marina, ne ripercorre la storia. “Questa è una vicenda che pone per l’ennesima volta i cittadini di Marotta di Mondolfo in una condizione vergognosa rispetto a altre realtà come Marotta di Fano. Il tutto è iniziato anni fa con lo sconsiderato nonché obsoleto progetto presentato dall’amministrazione per la nuova scuola che oltretutto prevedeva la costruzione della stessa sopra una pista polivalente. Penso che tutti ricorderanno la nostra protesta per avere una scuola più grande ed attrezzata ed evitare la distruzione della pista polivalente. Il 6 luglio 2006, l’area era stata recintata con la motivazione che sarebbero partiti subito i lavori di ampliamento. Così non è stato, sono tardati ancora per mesi. Poi sono stati più volte interrotti. Nonostante le promesse da marinaio di Carboni a oggi non si sa quando aprirà la scuola”.
Rincara la dose Diotallevi.
“Di chi sono le responsabilità? Chi pagherà per questi ritardi? I bambini che frequentano la piccola, fatiscente e obsoleta scuola materna di via Giove, che speravano di ricevere per Natale finalmente la nuova scuola ma invece hanno ricevuto solo Carboni! Altro che giunta degli investimenti e del risparmio come dice Cavallo, questa è la giunta dello sperpero e delle incompiute”.
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Maiale di Troia... La Festa del Nino sta per tornare!
FESTA DEL NINO 2009 - VII EDIZIONE
Sant'Andrea di Suasa venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 gennaio
L'Archeologia nel Piatto
Si impara prima a mangiare e poi a parlare. Si può stare per lunghi periodi senza parlare, fare, vedere, leggere e scrivere ma non altrettanto senza mangiare e bere. Altresì, mangiando e bevendo non si ci nutre semplicemente ma pur non volendo "si impara", assimilando quel tanto o tantissimo di cultura compresa negli alimenti che non sono mai soltanto un neutro e indifferente rifornimento di energia. L’universo del cibo non va ricondotto, pertanto, ad una generica quanto impropria "cultura materiale" da contrapporre ad una virtuale "cultura spirituale", ma più semplicemente al verbo colere, curare, da cui si dipartono in unità coerente di significato le parole coltura, cultura e culto.
Infatti, come la lingua, la letteratura e l’arte, così anche l’alimentazione è specchio fedele della storia e della ricchezza del nostro Paese e parte integrante del suo straordinario patrimonio di beni culturali.
Molti alimenti sono testimoni evidenti di riti antichi. Alcuni esempi: l’olio, il pane e il vino, ovvero il nome, il corpo e il sangue di Cristo hanno il loro fondamento e riscontro nel paesaggio agrario, dominato da viti, messi e ulivi, dell’Impero Romano e prima ancora in quello di Ulisse. Il nostro paesaggio anche oggi è segnato da queste tre essenze, già sacre a Bacco, Cerere e Minerva e dalle querce care a Giove e al "Nino". La stessa "adorazione" di Dio o degli dei deriva dall’ador, l’altro nome del farro, il cereale antichissimo, con la cui farina mista a sale era confezionata la salsa mola usata per cospargere le vittime sacrificali e perciò dette "immolate".
Parimenti, i nostri "crescione", "crescia" e "crescenza" hanno la stessa radice di "crescere" e della dea Cerere. Anche il "pane quotidiano", quello del Pater noster, è per eccellenza cibo del mondo civile perché frutto sofisticato del lavoro dei campi e, quindi, è cultura e non natura. Il "nostro", però, è quello con quella forma lì consolidata in secoli d’uso in quell’angolo, magari piccolissimo, del nostro Paese dove siamo nati e cresciuti ed abbiamo imparato a parlare e a mangiare. Forma, composizione, presenza o assenza di sale, olio, strutto o latte al suo interno non sono frutto di gusti recenti ma, come le forme e le misure dei mattoni con cui per secoli sono state costruite le nostre case, sono stigmati identitarie che molto spesso hanno le loro radici nell’Italia preromana e romana. I dolci, i pani della festa, si sono conservati spesso intatti per millenni attraverso la ritualità calendariale del loro consumo. Sì che per misurare lo spessore storico e la qualità della civiltà di un paese non c’è migliore o più preciso termometro della ricchezza e varietà della propria alimentazione, autentica "cultura che nutre".
Oggi troppo spesso "l’effetto rumore" dell’offerta globalizzata e nuove normative alimentari devastano il fragile equilibrio di un’identità raffinata in secoli di vita civile. Come le scialbature cancellano la storia dai vecchi muri delle case, così in quell’immenso museo a cielo aperto che è il territorio sempre meno sono i segni della memoria, mentre la sua gente è sempre più povera di identità.
Pertanto Io Nino 2009, con il progetto "Archeologia nel piatto", non intende ricostruire "come mangiavano i Marchigiani all’epoca di Cesare" ma al contrario cercare di individuare e conoscere i tanti "dinosauri nell’orto" che la tradizione ci ha trasmesso con il variegato consumo alimentare, in modo da conservare con consapevolezza il millenario patrimonio di colture, culture e culti compreso nel "nostro pane quotidiano".
Ivo Picchiarelli
Fondatore ed ideologo de "La Festa del Nino"
www.ionino.it
www.festadelnino.org
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martedì 30 dicembre 2008
Pergola, un successo enorme per la mostra di Giovanni Gaggia
Sta riscuotendo un enorme successo di pubblico e critica la mostra dell’artista Giovanni Gaggia dal titolo “Aforismi Simpatetici”. L’esposizione che è stata inaugurata lo scorso 29 novembre al Museo dei Bronzi Dorati, ha attirato la curiosità e l’attenzione di tantissimi visitatori e numerosi critici rimasti favorevolmente colpiti dai lavori dell’artista pergolese.
“Una rassegna eterogenea sull’attualità. Che Gaggia affronta talora con una satira pungente, tal altra con un grido disperato. O un atto di meditazione. Accompagnando lo spettatore in un cammino ascensionale”.
Così Exibart, prestigioso magazine d’arte e cultura, descrive l’esposizione.
“E’ un percorso sia sul piano fisico che emozionale. Fisico, in quanto lo spettatore deve spostarsi in luoghi differenti; emozionale, poiché anche lo spirito percorrerà un viaggio del tutto personale. S’inizia dal Museo. Le opere sono di piccolo formato, le cornici in lacca rossa e nera luccicano e scintillano, enfatizzando il vortice diabolico delle immagini. Il percorso prosegue nel foyer del Teatro con una singolare installazione cruciforme, rischiarata a lume di candela. Sempre in teatro, Gaggia propone il video Noi-Maiali, nel quale si succedono primi piani di persone che indossano un paio di occhiali su cui è attaccato un piccolo maialino rosa. Una trovata irriverente che l’artista utilizza per porre l’umano gregge su un unico livello, quello suino. La parabola conclusiva del percorso si chiude con la performance Ali Squamose. Un finale perfetto, che simbolicamente azzera i moti d’animo iniziali, indirizzando la mente verso “le insondabili profondità del respiro primordiale”, come scriveva Paul Klee nel 1945”.
La mostra rimarrà aperta fino al 6 gennaio, dal martedì alla domenica (10-12.30 e 15.30-18.30). L’ingresso è libero.
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Diotallevi: "L'Unione Valcesano è stata un flop"
“Una bella intenzione ma c’è poco da fidarsi”.
Carlo Diotallevi, capogruppo di minoranza, interviene sulla proposta lanciata dal Presidente dell’Unione Valcesano, Giuliano Lucarini, di allargare l’ente a tutta la vallata del Cesano, da Marotta a Pergola.
“Prima di ragionare su quest’ipotesi che concettualmente ci trova d’accordo dovrebbe funzionare bene l’attuale Unione. Lucarini comunica che l’Unione Valcesano ha un bilancio positivo, peccato che non sia lo stesso per i Comuni che la compongono che danno senza ricevere servizi rilevanti. L’Unione è diventato un carrozzone! Anche noi avevamo votato favorevolmente alla sua istituzione ma ci siamo presto accorti che è servita solo per moltiplicare poltrone. E’ un costo e i Comuni e i cittadini in cambio non ricevono benefici. L’Unione Valcesano è stato un flop, una delusione cocente. Prima di allargare l’ente e mettere insieme servizi vanno riviste le funzioni, solo così potranno concretizzarsi vantaggi per tutti. Infine non vanno sottovalutate le esigenze assai diverse tra un cittadino di Marotta e Mondolfo ed uno di Pergola”.
Carlo Diotallevi, capogruppo di minoranza, interviene sulla proposta lanciata dal Presidente dell’Unione Valcesano, Giuliano Lucarini, di allargare l’ente a tutta la vallata del Cesano, da Marotta a Pergola.
“Prima di ragionare su quest’ipotesi che concettualmente ci trova d’accordo dovrebbe funzionare bene l’attuale Unione. Lucarini comunica che l’Unione Valcesano ha un bilancio positivo, peccato che non sia lo stesso per i Comuni che la compongono che danno senza ricevere servizi rilevanti. L’Unione è diventato un carrozzone! Anche noi avevamo votato favorevolmente alla sua istituzione ma ci siamo presto accorti che è servita solo per moltiplicare poltrone. E’ un costo e i Comuni e i cittadini in cambio non ricevono benefici. L’Unione Valcesano è stato un flop, una delusione cocente. Prima di allargare l’ente e mettere insieme servizi vanno riviste le funzioni, solo così potranno concretizzarsi vantaggi per tutti. Infine non vanno sottovalutate le esigenze assai diverse tra un cittadino di Marotta e Mondolfo ed uno di Pergola”.
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Mondolfo, al giro di boa per il Sindaco Cavallo è tempo di bilanci
Al giro di boa è tempo di bilanci per la Giunta Cavallo che terminerà il mandato nel 2011.
“Due anni e mezzo di governo – esordisce il Sindaco Pietro Cavallo – che hanno prodotto impegno e attenzione in svariati campi. In primis, il fondamentale intervento nel settore del ciclo integrato delle acque, un investimento che ha permesso di adottare nuove tecnologie per ottenere un’acqua eccellente sia in qualità che quantità. Altro aspetto prioritario, che come Giunta ci ha visto seriamente impegnati, è stato il taglio dei costi della politica. Abbiamo diminuito il numero degli assessori e l’indennità per la figura del presidente del consiglio. Il nostro lavoro quotidiano ci porta anche e soprattutto a mettere concretamente sul tavolo questioni rilevanti come la determinazione del contributo integrativo riguardante i piani attuativi che sostanzialmente significa la realizzazione di zone Pep, casa quindi a prezzi accessibili per i cittadini, e zone Pip che daranno la possibilità ai nostri artigiani di comprare strutture adeguate. Perché la volontà di questa Giunta che ho l’onore di presiedere è quella di non avere un territorio dormitorio, ma di attivare più sinergie per ottenere occupazione e qualità della vita. Altro obiettivo è stata l’adozione del piano particolareggiato dei fabbricati ricadenti in zona agricola, l’ampliamento del centro residenziale per anziani, struttura che nella vallata risulta una vera eccellenza, il piano spiaggia e quello di lottizzazione, il piano particolareggiato di viale Carducci. Per l’ambientale, dopo un lungo iter di confronti abbiamo redatto il piano acustico e messo mano al regolamento di somministrazione per bevande ed esercizi commerciali. Con soddisfazione abbiamo avviato la raccolta differenziata attraverso il “porta a porta” in tutto il territorio comunale che dai dati in nostro possesso sta dando risultati incredibili grazie alla collaborazione di tutti i nostri cittadini. Per non parlare dell’ingente opera in corso che riguarda il nuovo collettore di fondovalle che vede un impegno finanziario di oltre 1 milione 200 mila euro. Abbiamo inoltre lavorato sul versante della viabilità adottando un sistema nuovo in viale delle Regioni, così come abbiamo chiuso con la società autostrade un ottimo accordo in vista della realizzazione della terza corsia, riuscendo a spuntare la realizzazione di tute le opere accessorie che ridisegneranno il volto del territorio comunale”.
Passiamo al turismo.
“Abbiamo cercato di allargare i nostri orizzonti dando vita a un nuovo gemellaggio con Iffezheim, inaugurato Villa Valentina e la bellissima piazza Kennedy che ha saputo imprimere un nuovo aspetto al salotto marottese. Sempre a Marotta inoltre aprirà un dispensario farmaceutico nel quartiere di Piano Marina evitando così ai residenti di arrivare sino a Marotta centro per usufruire del servizio. Il lavoro svolto dalla Giunta è stato importante e concreto. Sono molte ancora le cose che ci siamo prefissati anche se, considerati i punti posti nel programma di coalizione, possiamo tranquillamente dire, senza paura di smentita, di aver tenuto fede alla maggior parte degli impegni assunti”.
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lunedì 29 dicembre 2008
Monte Catria: le piste da sci s'inaugureranno il 17 gennaio
Il 17 gennaio saranno inaugurate sul Catria le attese piste da sci. Regione, Provincia e Comune di Frontone lo danno per certo.
A valle, è pronta la funivia che, con le sue 106 cabine, dalle 8 della mattina fino alle 17, porterà in quota i turisti in meno di 20 minuti.
Sul monte c’è una nuova sciovia, lunga 500 metri, per compensare gli ultimi 160 metri di dislivello e dare accesso alle piste.
Ripristinate e messe in sicurezza le vecchie piste e creati nuovi percorsi.
Tutte si snodano su un dislivello tra i 1450 e 1320 metri, fatta eccezione della pista di 5,5 chilometri che corre lungo la linea di servizio della funivia, in caso di neve abbondante.
La più corta (50 metri) è quella riservata al campo scuola, mentre la più facile è la Cotaline (350 metri). Poi c’è l’Acuto 1 e l’Acuto 2, lunghe ognuna 250 m, la Faggio (900 m) e la Panoramica (1100 m ). Le difficoltà iniziano con i 600 metri della Direttissima, i 750 metri della pista chiamata Variante, il percorso medio difficile delle Gorghe (1200 m) e la pista della funivia, classificata difficile (200m).
Per gli sfrenati della tavola, c’è uno snow park con jump, rail box e rainbow. Per gli amanti dello sci di fondo infinite possibilità. Previsto un punto ristoro, una scuola da sci, un punto noleggio attrezzatura.
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Cna: in Provincia la crisi si fa sentire
Mobile e trasporti: sono questi i settori più colpiti dalla crisi in provincia di Pesaro e Urbino. Non se la passano meglio la meccanica, la nautica e le costruzioni che hanno vistosamente rallentato, ed in qualche caso arrestato la loro corsa. Tutto questo mentre invece il numero delle imprese attive cresce del 2% (795 unità in più) e pone la provincia di Pesaro in testa alla classifica regionale di natalità di nuove attività. Nell’ultimo trimestre (il terzo dell’anno), secondo i dati elaborati dal Centro studi della CNA delle Marche, crescono anche le imprese del settore manifatturiero (+252) e delle attività di servizio avanzato (+162). E la tendenza del quarto trimestre, ancora in fase di elaborazione, sta accentuando queste tendenze.
Crescono le imprese di costruzioni, ma si tratta per lo più di imprese individuali, che poco incidono nel definire l’andamento generale di un settore che sta vivendo una indubbia fase di stagnazione determinata soprattutto dalla quasi paralisi del mercato immobiliare e dagli strascichi della crisi dei mutui.
Continua ad essere in grande sofferenza il settore dell’autotrasporto con imprese che continuano a chiudere a causa degli aumentati costi di gestione (carburante, pedaggi, assicurazioni, manutenzione), e della forte diminuzione di commesse, soprattutto da parte di settore storici come quello del mobile. E’ in stagnazione il settore del tessile abbigliamento che nel primo semestre dell’anno ha visto altre imprese chiudere i battenti mentre si consolidano invece grandi marchi che operano nell’area di Urbania.
Sono in leggero in aumento le esportazioni nel primo semestre (+0,5%), in controtendenza con il forte calo che si registra nel resto della regione (-10,8%). Calano invece fortemente le importazioni (-12,9%).
E’ questo il quadro generale del terzo trimestre dell’anno, quello coincidente con il mese di luglio, la pausa estiva di agosto e la ripresa dell’attività delle imprese a settembre. Su questo periodo dunque la crisi internazionale ha fatto sentire poco i suoi effetti.
Previsioni più orientate al negativo si prevedono per questi quattro mesi dell’anno. Mesi nei quali l’onda lunga della crisi internazionale ha cominciato a far sentire i suoi effetti anche nella nostra provincia. Non è solo il settore del mobile (con ditte blasonate che hanno cominciato a far ricorso alla cassa integrazione, ad un allungamento delle festività natalizie e ad una flessibilità dell’orario di lavoro), a soffrire ma anche quello fino ad ora indicato sempre in ascesa: la nautica.
In questo comparto sono stati 9 cantieri su 140 attivi (il 63,6% sul totale marchigiano), specializzati in costruzioni e riparazioni di grandi imbarcazioni a chiudere i battenti. Sono invece 16 invece le ditte che hanno cessato l’attività su 95 esistenti (il 66,9% dell’intero settore nelle Marche), specializzate nella costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive. A fronte di tante cancellazioni sono 25 (7 nell’industria e 18 nel diporto), quelle che hanno aperto i battenti (magari cambiando forma societaria), negli ultimi 9 mesi. Ma sono i dati sulle esportazioni a confermare la flessione del settore. Se nel secondo semestre del 2007 le esportazioni ammontavano a 106 milioni di euro di euro, nello stesso periodo di quest’anno l’export pesarese della nautica si è fermato a 94 milioni e mezzo di euro con una flessione di ben 11,5 milioni di euro.
Un settore nel quale non sono poco le piccole e piccolissime imprese che lavorano nell’indotto.
A fronte dei dati congiunturali, la CNA di Pesaro e Urbino invita a leggere con cautela anche quelli tendenziali che prevedono una differenziazione per settori. Non mancano previsioni ottimistiche anche se su tutto vi è una grande incertezza legata soprattutto alle vicende internazionali.
In questo quadro la CNA invita le istituzioni ad attuare politiche si sostegno alle imprese, in primis aiutando le imprese attraverso speciali fondi di garanzia che consentano alle aziende di poter accedere alle linee di credito degli istituti bancari.
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Cna Pesaro-Urbino
Coordinamento dei comitati: bilancio e futuro
Inizia un nuovo anno, il 2009, permetteteci di fare gli auguri a tutti.
L'anno che viene non si annuncia sotto i migliori auspici economici e sociali, ma non verranno certo meno la forza e la volontà per affrontare i problemi della crisi incombente.
Purtroppo la Regione Marche non ha ancora concluso la penosa vicenda dell'inceneritore di Schieppe. La storia è iniziata il lontano 29/11/2004 quando, facendosi beffe della legge e dei diritti dei cittadini, la Regione PRESCRISSE alla ditta Wafer zoo srl di costruire un impianto di "produzione" di energia elettrica, ove incenerire 1.800.000 quintali di "cosiddette biomasse".
I cittadini si sono ribellati e neanche il 2009 non vedrà la costruzione dell'ecomostro.
L'Assessore Amagliani ed i suoi "tecnici", spalleggiati dal mutevole Presidente Spacca, hanno permesso, pur essendone stati ripetutamente richiamati, la violazione di leggi e regolamenti (LR Marche n. 7/2004, DGR Marche 268/03, PPAR Marche, direttive 79/409/CE "Uccelli" e 92/43/CE "Habitat", direttiva 85/337/CE, DPR 120/2003, DLgs 42/2004, DLgs 372/99, Deliberazione del Comitato Nazionale per le aree naturali protette, 2.12.1996, legge 241/90).
Tanta è stata la licenza, che alcuni provvedimenti sono stati annullati per "sviamento e travisamento, difetto di istruttoria, inadeguata motivazione, violazione del principio di leale cooperazione, manifesta illogicità ed incongruenza, illegittimità ed eccesso di potere, in ordine alla compatibilità delle nuove opere con i valori paesaggistici ed ambientali del luogo, di dichiarato interesse pubblico" dalla Soprintendenza Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche di Ancona. Annullamenti che in sede cautelare sono stati confermati dal TAR Marche (Per ben due volte) e dal Consiglio di Stato.
A questo si sono dedicati Amagliani e Spacca invece di pensare alle cose serie ed ai tanti problemi dei nostri territori.
Mancherà qualche palla; ci scuseranno i neo-assessori se il nostro albero di Natale non ha ancora recepito l’ennesimo rimpasto!
Non sono però riusciti ad imporci un impianto che avrebbe fruttato circa 24 milioni di euro all’anno di contributi pubblici (Certificati verdi - Ex CIP 6) alla ditta proponente, danneggiando in modo grave, certo ed irreparabile, il nostro territorio e l’ambiente, quindi il valore dei beni e delle attività. Un inceneritore di “cosiddette biomasse” che, ancor peggio, avrebbe rappresentato un serio pericolo per la nostra salute, come dimostrano le numerose consulenze acquisite (Ricordiamo, fra le altre, quella commissionata dal Comune di Montemaggiore al Metauro all’IST - Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova).
Il nostro impegno rimane, certo dell'aiuto di tutti; in questa sede torniamo a dare atto, doverosamente e con piacere, delle ferme posizioni assunte dai Sindaci di Barchi, Fano, Montemaggiore al Metauro e Serrungarina, nonchè dal Commissario della Comunità Montana del Metauro.
(P.S.: Mancherà qualche palla; ci scuseranno i neo-assessori se il nostro albero di Natale non ha ancora recepito l’ennesimo rimpasto!)
L'anno che viene non si annuncia sotto i migliori auspici economici e sociali, ma non verranno certo meno la forza e la volontà per affrontare i problemi della crisi incombente.
Purtroppo la Regione Marche non ha ancora concluso la penosa vicenda dell'inceneritore di Schieppe. La storia è iniziata il lontano 29/11/2004 quando, facendosi beffe della legge e dei diritti dei cittadini, la Regione PRESCRISSE alla ditta Wafer zoo srl di costruire un impianto di "produzione" di energia elettrica, ove incenerire 1.800.000 quintali di "cosiddette biomasse".
I cittadini si sono ribellati e neanche il 2009 non vedrà la costruzione dell'ecomostro.
L'Assessore Amagliani ed i suoi "tecnici", spalleggiati dal mutevole Presidente Spacca, hanno permesso, pur essendone stati ripetutamente richiamati, la violazione di leggi e regolamenti (LR Marche n. 7/2004, DGR Marche 268/03, PPAR Marche, direttive 79/409/CE "Uccelli" e 92/43/CE "Habitat", direttiva 85/337/CE, DPR 120/2003, DLgs 42/2004, DLgs 372/99, Deliberazione del Comitato Nazionale per le aree naturali protette, 2.12.1996, legge 241/90).
Tanta è stata la licenza, che alcuni provvedimenti sono stati annullati per "sviamento e travisamento, difetto di istruttoria, inadeguata motivazione, violazione del principio di leale cooperazione, manifesta illogicità ed incongruenza, illegittimità ed eccesso di potere, in ordine alla compatibilità delle nuove opere con i valori paesaggistici ed ambientali del luogo, di dichiarato interesse pubblico" dalla Soprintendenza Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche di Ancona. Annullamenti che in sede cautelare sono stati confermati dal TAR Marche (Per ben due volte) e dal Consiglio di Stato.
A questo si sono dedicati Amagliani e Spacca invece di pensare alle cose serie ed ai tanti problemi dei nostri territori.
Mancherà qualche palla; ci scuseranno i neo-assessori se il nostro albero di Natale non ha ancora recepito l’ennesimo rimpasto!
Non sono però riusciti ad imporci un impianto che avrebbe fruttato circa 24 milioni di euro all’anno di contributi pubblici (Certificati verdi - Ex CIP 6) alla ditta proponente, danneggiando in modo grave, certo ed irreparabile, il nostro territorio e l’ambiente, quindi il valore dei beni e delle attività. Un inceneritore di “cosiddette biomasse” che, ancor peggio, avrebbe rappresentato un serio pericolo per la nostra salute, come dimostrano le numerose consulenze acquisite (Ricordiamo, fra le altre, quella commissionata dal Comune di Montemaggiore al Metauro all’IST - Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova).
Il nostro impegno rimane, certo dell'aiuto di tutti; in questa sede torniamo a dare atto, doverosamente e con piacere, delle ferme posizioni assunte dai Sindaci di Barchi, Fano, Montemaggiore al Metauro e Serrungarina, nonchè dal Commissario della Comunità Montana del Metauro.
(P.S.: Mancherà qualche palla; ci scuseranno i neo-assessori se il nostro albero di Natale non ha ancora recepito l’ennesimo rimpasto!)
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Coordinamento dei Comitati
domenica 28 dicembre 2008
Marotta unita, il campanilismo non risolve i problemi
Il pepato intervento del Comitato Cittadino Mondolfese che sulla questione dell’unificazione di Marotta aveva attaccato il Sindaco Pietro Cavallo, è motivo di riflessione per la lista civica Per Cambiare.
“Le prese di distanza degli assessori appartenenti al Comitato, anzi solo Carboni si è dissociato, Vergari dubitiamo che lo farà – esordisce il consigliere Francesco Bassotti – sono pura speculazione politica. A parte il fatto che i timori per l’unificazione potrebbero essere inutili, visto che ancora nessuno si è posto il problema di chiedere ai marottesi di Fano se sono d’accordo a passare con l’Amministrazione di Mondolfo, e ciò è tutt’altro che scontato, occorre dire che la posizione del Comitato Mondolfese può essere compresa, in quanto espressione di un motivato malcontento per la situazione in cui versa Mondolfo, ma non condivisa”.
Perche? “I problemi di Mondolfo sono tantissimi ma perché invece di attaccare giustamente il Sindaco, mondolfese, per quello che non fa a Mondolfo ci si scaglia contro l’allargamento della popolazione con cittadini appartenenti a una frazione confinante dotata tra l’altro di maggiori strutture e servizi? Lo stesso Vergari si è dimostrato favorevole a una futura fusione di diversi Comuni in un’unica Amministrazione. Ha sempre dichiarato che l’unificazione dovesse avvenire nell’ambito dell’Unione dei Comuni facendo inserire da Carloni tale premessa nell’ultima delibera adottata dal consiglio comunale nel 2000 con la quale si chiedeva alla Regione di intervenire. Perché oggi che l’Unione dei Comuni è realtà il Comitato è ancora nettamente contrario all’unificazione?” Prosegue il capogruppo Carlo Diotallevi. “L’attenzione va puntata sugli amministratori. Ogni giorno possiamo constatare lo stato di penoso abbandono in cui versano diverse porzioni del centro storico. Per non parlare dell’eterna incompiuta del cimitero e della sua insufficienza rispetto alle esigenze collettive e della più generale carenza cronica di strutture sportive. Che poi Marotta sia privilegiata rispetto al centro storico è un luogo comune da sfatare: piazza Kennedy riqualificata dopo 100 anni, Villa Valentina bella ma mal utilizzata, su viale delle Regioni stendiamo un velo pietoso. Il vero problema è la scelta di amministratori capaci: il Comitato Mondolfese avrà riscontrato che la presenza di una Giunta quasi totalmente mondolfese, 6 su 7, non ha giovato granché ai loro interessi”. Facciamo appello al Presidente del Comitato: non si faccia trascinare in queste diatribe di bassa lega e, quando si tratta di evidenziare i problemi del territorio di competenza, lo faccia senza lasciarsi condizionare dai due assessori presenti nel direttivo, di cui uno preferisce tirare il sasso e ritirare la mano, l’altro tramare nell’ombra. Egregio Presidente non è un incremento territoriale e di popolazione a creare problemi al centro storico di Mondolfo, tant’è che Marotta di Fano a confronto di Marotta di Mondolfo sembra New York. Mondolfo è in uno stato di incuria vergognoso e su questo concordiamo con il Comitato però la colpa non è dei marottesi ma del Sindaco e soprattutto di Vergari e Carboni che sono abili a fare sterili polemiche campanilistiche ma non a risolvere i problemi di Mondolfo”.
“Le prese di distanza degli assessori appartenenti al Comitato, anzi solo Carboni si è dissociato, Vergari dubitiamo che lo farà – esordisce il consigliere Francesco Bassotti – sono pura speculazione politica. A parte il fatto che i timori per l’unificazione potrebbero essere inutili, visto che ancora nessuno si è posto il problema di chiedere ai marottesi di Fano se sono d’accordo a passare con l’Amministrazione di Mondolfo, e ciò è tutt’altro che scontato, occorre dire che la posizione del Comitato Mondolfese può essere compresa, in quanto espressione di un motivato malcontento per la situazione in cui versa Mondolfo, ma non condivisa”.
Perche? “I problemi di Mondolfo sono tantissimi ma perché invece di attaccare giustamente il Sindaco, mondolfese, per quello che non fa a Mondolfo ci si scaglia contro l’allargamento della popolazione con cittadini appartenenti a una frazione confinante dotata tra l’altro di maggiori strutture e servizi? Lo stesso Vergari si è dimostrato favorevole a una futura fusione di diversi Comuni in un’unica Amministrazione. Ha sempre dichiarato che l’unificazione dovesse avvenire nell’ambito dell’Unione dei Comuni facendo inserire da Carloni tale premessa nell’ultima delibera adottata dal consiglio comunale nel 2000 con la quale si chiedeva alla Regione di intervenire. Perché oggi che l’Unione dei Comuni è realtà il Comitato è ancora nettamente contrario all’unificazione?” Prosegue il capogruppo Carlo Diotallevi. “L’attenzione va puntata sugli amministratori. Ogni giorno possiamo constatare lo stato di penoso abbandono in cui versano diverse porzioni del centro storico. Per non parlare dell’eterna incompiuta del cimitero e della sua insufficienza rispetto alle esigenze collettive e della più generale carenza cronica di strutture sportive. Che poi Marotta sia privilegiata rispetto al centro storico è un luogo comune da sfatare: piazza Kennedy riqualificata dopo 100 anni, Villa Valentina bella ma mal utilizzata, su viale delle Regioni stendiamo un velo pietoso. Il vero problema è la scelta di amministratori capaci: il Comitato Mondolfese avrà riscontrato che la presenza di una Giunta quasi totalmente mondolfese, 6 su 7, non ha giovato granché ai loro interessi”. Facciamo appello al Presidente del Comitato: non si faccia trascinare in queste diatribe di bassa lega e, quando si tratta di evidenziare i problemi del territorio di competenza, lo faccia senza lasciarsi condizionare dai due assessori presenti nel direttivo, di cui uno preferisce tirare il sasso e ritirare la mano, l’altro tramare nell’ombra. Egregio Presidente non è un incremento territoriale e di popolazione a creare problemi al centro storico di Mondolfo, tant’è che Marotta di Fano a confronto di Marotta di Mondolfo sembra New York. Mondolfo è in uno stato di incuria vergognoso e su questo concordiamo con il Comitato però la colpa non è dei marottesi ma del Sindaco e soprattutto di Vergari e Carboni che sono abili a fare sterili polemiche campanilistiche ma non a risolvere i problemi di Mondolfo”.
Marotta, dopo le mareggiate la minoranza chiede lumi
Come si è mossa e quali interventi l’Amministrazione comunale mondolfese ha deciso di predisporre dopo le mareggiate che l’11 e 12 dicembre scorso hanno pesantemente danneggiato Marotta?
Sono le domande che i consiglieri della lista civica “Per Cambiare”, Carlo Diotallevi e Francesco Bassotti, rivolgono al sindaco di Mondolfo Pietro Cavallo tramite un’interrogazione.
“Nel territorio comunale – sottolinea Bassotti – si è abbattuta l’ennesima mareggiata con effetti devastanti per le solite concessioni demaniali, vedasi anche mareggiata dell’agosto del 2007. E’ cronica la mancanza di interventi strutturali alle scogliere interessate, dimostratesi ampiamente inadeguate e causa di ingentissimi danni economici per gli operatori, oltre ad insidiare i beni di proprietà comunale come le strade. Il Governo ha deliberato lo stato di emergenza a livello nazionale il 18 dicembre scorso. In questo periodo cosa è stato fatto da questa amministrazione al di là degli interventi immediati di soccorso agli operatori danneggiati? La Regione Marche è stata ufficialmente interpellata in merito? Quali risposte sono arrivate e nello specifico quali tempi sono stati prospettati? E’ stato effettuato un resoconto dettagliato ed una precisa quantificazione dei danni? Questa Amministrazione ha intenzione una volta per tutte di sostenere concretamente gli operatori del settore con azioni anche eclatanti, seppur nella legalità, presso la Regione Marche o intende ancora piangere sul latte versato?”
Il Comune ha richiesto alla Regione lo stato di emergenza ma per la minoranza consiliare e tanti operatori turistici il nocciolo del problema sono le scogliere.
“E’ una questione vitale – spiega Diotallevi – un tema che va avanti da decenni e ogni volta ci sentiamo dire dagli amministratori che verrà risolto. Negli ultimi due anni ci hanno assicurato che con i lavori che si stavano eseguendo, e che sono terminati da alcuni mesi, tutti i problemi avrebbero trovato soluzione. Invece dopo un nuovo sopralluogo emerge ancora quello che dicevamo da mesi: gli interventi non sono sufficienti e ci si dovrà rimettere mano. Occorrerà elaborare, realizzare e finanziare un nuovo progetto per allargare le basi e rialzare le scogliere rimaste più basse, ma quanti anni ci vorranno? Quanti altri danni dovranno subire i nostri operatori?”
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sabato 27 dicembre 2008
Stefanelli: "Aguzzi non vuole Marotta unita"
Al coro di voci mondolfesi che nell’ultimo periodo è intervenuto sulla sentita questione dell’unificazione di Marotta, s’aggiunge un acuto fanese. E’ del capogruppo del Pd in consiglio comunale, Luca Stefanelli. Un intervento che spezza il silenzio sulla sponda fanese e che va ad alimentare un dibattito già molto acceso.
“Innanzitutto mi dispiace – esordisce Stefanelli – che puntualmente ogni cinque anni, in campagna elettorale, torna fuori la questione dell’unificazione di Marotta. Eppure la storia si trascina da cinquant’anni ma in tutto questo periodo la politica che ha fatto? E’ un problema che sulla sponda mondolfese si cerca concretamente di superare, mentre a Fano tutto tace. Infatti, se da un parte il sindaco di Mondolfo Pietro Cavallo non strumentalizza la questione ed anzi si è sempre impegnato seriamente per risolvere la divisione territoriale ed amministrativa con atti ufficiali anche in consiglio comunale, dall’altra il primo cittadino di Fano, Stefano Aguzzi, in questi cinque anni si è guardato bene dall’intervenire. Sono certo però che molto presto, quando la campagna elettorale entrerà nel vivo, anche lui inizierà ad occuparsi del tema seguendo la corrente. Analizzando gli ultimi investimenti dell’Amministrazione comunale fanese, mi riferisco ad esempio ai lavori effettuati in via Ferrari, si capisce bene quale sia il pensiero di Aguzzi relativamente all’unificazione di Marotta”. Ossia? “Questi lavori, come l’ampliamento della scuola media Faà di Bruno stanno a significare che non si vuol privare di Marotta di Fano”. Il Pd, il centro sinistra e il candidato sindaco Federico Valentini invece cosa pensano a riguardo? “Intanto va detto che oggi sia per legge che per il periodo di difficoltà economica è impossibile creare nuovi Comuni. Si deve altresì cercare di consorziare, gestire insieme alcuni servizi e questo lo sta facendo anche Mondolfo. Valentini, come Aguzzi, non vorrà perdere un pezzo di territorio ma non strumentalizzerà la questione bensì avanzerà proposte concrete. A mio avviso sull’unificazione di Marotta la Provincia di Pesaro e Urbino può avere un ruolo determinante. Faccio appello al candidato a Presidente Matteo Ricci, molto sensibile al tema considerato anche che una delle prime tappe della sua campagna di ascolto l’ha tenuta presso la sesta circoscrizione, di non sottovalutare il problema, il caso della Valmarecchia insegna. Nella prossima giunta provinciale deve esserci un assessorato con delega specifica a questo problema ed una commissione permanente ad hoc. Dovrà occuparsi di coordinamento turistico, urbanistica, infrastrutture. Sarebbe un primo passo importante e concreto, una risposta che attendono tanti cittadini”.
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venerdì 26 dicembre 2008
Mondolfo, botta e risposta infuocato tra il Sindaco Cavallo e il consigliere De Angelis
S’infiamma il botta e risposta tra il consigliere di minoranza Tonino De Angelis e il sindaco Pietro Cavallo in merito al degrado ambientale e a un fosso pericoloso vicino alla rotatoria Dreaming. “Le liti in giunta e le critiche dell’opposizione – esordisce De Angelis – hanno mandato in tilt il sindaco che su un problema serio e reale risponde con attacchi personali immotivati, usando toni da bar. Non parla del fosso in stato di abbandono e dei suoi pericoli ma di lavori progettati anni fa in gestione commissariale, come il collettore di fondovalle e l’ampliamento del depuratore. Se la prende male quando gli si ricorda che intorno a Mondolfo nei fossi si pescavano granchi di acqua dolce e ora scorrono i liquami del paese. Dovrei stare zitto e non far critiche all’amministrazione in quanto avrei goduto di privilegi particolari quali incarichi di progettista e D.L. per gli impianti di illuminazione pubblica”. Non è vero? “Grazie al mio interessamento e alla legge regionale sui risparmi energetici il comune ha incassato circa 45 milioni di lire quale contributo a fondo perduto per l’installazione di lampade ad alta efficienza. Sono stato l’unico ingegnere che ha portato soldi nelle casse del comune! Gli altri tecnici incaricati per aderenza politica hanno incassato senza dar nulla. Il progetto per l’illuminazione del gioco del bracciale è stato fatto gratis da me. Si tratta di 6-7 milioni di progettazione regalati ai cittadini. Nella vecchia casa di riposo circa 10 anni fa si spendeva un’enormità di gasolio e non arrivava l’acqua calda in cucina e nelle vasche da bagno. Sono salito nel sottotetto, ho trovato grosse tubazioni senza isolamento che disperdevano il calore. In tempi di magra insieme all’idraulico-elettricista Agostinelli Ivo e altri, abbiamo rifatto l’impianto con la messa in opera di una nuova caldaia a gas metano e tubazioni coibentate in rame dando la possibilità finalmente di avere l’acqua calda. Non ho chiesto un soldo. Il lotto di terra passato fabbricabile con il Prg del 1983 a mio padre da sempre proprietario di piccoli appezzamenti di terreno vicino all’abitato come altri, ha goduto di questo beneficio normale e non frutto di una speculazione. Il sindaco si arrabbia con me perché non lo sostengo. Non posso sostenere chi dopo 5 anni da assessore all’urbanistica e 5 ai lavori pubblici ha collezionato solo insuccessi. A Mondolfo il paese che ha voluto più di Marotta il sindaco pensando di far passi avanti, ovunque c’è puzza di fogna, impianti tecnologici vecchi, strade e piazze con toppe. Cari cittadini con il vostro aiuto alle prossime elezioni agevoliamo il ritorno del sindaco in farmacia!”
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Inchiesta Arcobaleno
Apprendiamo dalla stampa che la Procura della Repubblica di Pesaro ha concluso le indagini per l’inchiesta “Arcobaleno” sul traffico illecito dei rifiuti che ha interessato, oltre alla cava di Carrara, anche le discariche di Barchi (Ca’ Rafaneto) e Fano (Monteschiantello).
L’imminente conclusione era stata preannunciata dal Procuratore Capo della Repubblica ai rappresentanti del Coordinamento dei Comitati nell’incontro tenutosi il mese scorso.
Nell’esprimere la nostra soddisfazione ci congratuliamo con il Procuratore Capo e con i suoi collaboratori e li ringraziamo per l’attenzione prestata ai gravi problemi ambientali di questo territorio.
Dal canto suo, il Coordinamento provinciale dei comitati pesaresi non mancherà di continuare a sostenere l’azione della Magistratura con i sit-in di informazione che riprenderanno regolarmente da giovedi 15 gennaio 2009, dopo la pausa per le festività.
Coordinamento provinciale dei comitati pesaresi
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mercoledì 24 dicembre 2008
Solidarietà al posto dei biglietti di auguri
L'iniziativa della Giunta mondolfese per chi è in difficoltà
Batte forte il cuore dell’Amministrazione comunale mondolfese che si è resa protagonista di un’iniziativa davvero lodevole, di grande sensibilità.
In un periodo di forte crisi economica che sta toccando purtroppo pesantemente anche il territorio della valle del Cesano, il Comune ha voluto dare un segnale rilevante e soprattutto concreto che magari consentirà di trascorrere a chi è in difficoltà delle festività natalizie più serene e felici.
Niente biglietti di auguri natalizi ma bensì solidarietà! La Giunta Cavallo ha infatti deciso di devolvere il corrispettivo della spesa che ogni anno si spende per la realizzazione degli auguri natalizi e del conseguente invio tramite posta, a favore di alcune famiglie più bisognose residenti nel territorio comunale.
“Credo che l’attuale situazione economica – sottolinea il primo cittadino, Pietro Cavallo – ci imponga un maggiore senso del risparmio a cominciare dalla realizzazione dei cartoncini natalizi e del loro invio. Abbiamo ritenuto, seppur la spesa che ogni anno viene impegnata per questa iniziativa non rappresenti una grande impegno in termini economici, di devolvere la somma a favore delle famiglie bisognose del nostro territorio. Un segno che questa Giunta vuol dare nella direzione dell’impegno morale, così come – prosegue il sindaco – ricordo a tutti gli utenti che la sede comunale rimarrà aperta anche nei giorni del 24 e del 31 dicembre. Infine l’augurio che mi sento di fare anche a nome degli assessori è che si possa tornare presto a respirare una nuova aria di ottimismo”.
Un piccolo aiuto che sicuramente riuscirà a regalare un sorriso a tante persone.
Batte forte il cuore dell’Amministrazione comunale mondolfese che si è resa protagonista di un’iniziativa davvero lodevole, di grande sensibilità.
In un periodo di forte crisi economica che sta toccando purtroppo pesantemente anche il territorio della valle del Cesano, il Comune ha voluto dare un segnale rilevante e soprattutto concreto che magari consentirà di trascorrere a chi è in difficoltà delle festività natalizie più serene e felici.
Niente biglietti di auguri natalizi ma bensì solidarietà! La Giunta Cavallo ha infatti deciso di devolvere il corrispettivo della spesa che ogni anno si spende per la realizzazione degli auguri natalizi e del conseguente invio tramite posta, a favore di alcune famiglie più bisognose residenti nel territorio comunale.
“Credo che l’attuale situazione economica – sottolinea il primo cittadino, Pietro Cavallo – ci imponga un maggiore senso del risparmio a cominciare dalla realizzazione dei cartoncini natalizi e del loro invio. Abbiamo ritenuto, seppur la spesa che ogni anno viene impegnata per questa iniziativa non rappresenti una grande impegno in termini economici, di devolvere la somma a favore delle famiglie bisognose del nostro territorio. Un segno che questa Giunta vuol dare nella direzione dell’impegno morale, così come – prosegue il sindaco – ricordo a tutti gli utenti che la sede comunale rimarrà aperta anche nei giorni del 24 e del 31 dicembre. Infine l’augurio che mi sento di fare anche a nome degli assessori è che si possa tornare presto a respirare una nuova aria di ottimismo”.
Un piccolo aiuto che sicuramente riuscirà a regalare un sorriso a tante persone.
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Unione Valcesano tra presente e futuro
Secondo il Presidente Giuliano Lucarini, va ampliata da Marotta a Pergola
Tiepidi consensi dai Sindaci di Mondolfo, Monte Porzio e Mondavio
Fine anno è tempo di bilanci. Anche l’Unione Valcesano, con il suo presidente, Giuliano Lucarini, riavvolge il nastro di un 2008 ormai agli sgoccioli e al contempo guarda al futuro, alle prossime scelte cruciali per il proprio cammino. Alla conferenza tenutasi nella sede dell’ente di Mondolfo, sono intervenuti tutti i Sindaci dei Comuni dell’Unione Valcesano: Federico Talè di Mondavio, Pietro Cavallo di Mondolfo, Attilio Patrignani di Monte Porzio e Lucarini di San Costanzo.
Il presidente ha voluto ricordare innanzitutto gli importanti investimenti dell’Unione, pari a 722.213 euro. Una cifra utilizzata per mettere a disposizione della comunità automezzi per scuole e disabili, per interventi agli impianti sportivi, per l’informatizzazione e l’arredo della sede istituzionale.
“Il nostro – ha sottolineato orgoglioso – è un ente che può vantare un saldo attivo, dove il costo della politica è inesistente. Non se ne può più di una campagna che delegittima queste Unioni, noi non prendiamo soldi, siamo qui per passione e per il bene dei cittadini”.
A giugno due dei quattro Comuni che costituiscono l’Unione andranno al voto, Monte Porzio e San Costanzo, così come molti altri centri della vallata cesanense, e l’Unione si scioglierà. Una scadenza elettorale che per Lucarini rappresenta un appuntamento di grande importanza per il futuro dell’ente.
“Credo siano maturi i tempi per compiere una scelta lungimirante già dalla prossima tornata elettorale per unire i Comuni della valcesano da Marotta a Pergola. Le Unioni devono essere ridefinite, su base solo volontaria non riescono a reggere il cambiamento politico. L’Anci nazionale condivide l’impostazione: non si possono fondere i Comuni per legge ma su area vasta è possibile fare delle economie, associare funzioni e servizi. In vista delle prossime elezioni amministrative va aperto un dibattito, i candidati devono far conoscere ai cittadini la loro idea sull’Unione, come si comporteranno se saranno eletti. E’ tempo di giocare in grande, non si può pensare di tornare ognuno al proprio orticello. La tempesta va affrontata insieme, un’Unione da 40.000 abitanti sarebbe demograficamente e territorialmente rilevante, su ogni tavolo”.
La proposta del presidente ha trovato un consenso tiepido negli altri sindaci. Talè: ”E’ un progetto ambizioso ma in un’Unione così vasta si riuscirà a mettere insieme i servizi?”. Per Patrignani “il passaggio deve avvenire per stadi, non tutti i Comuni hanno le stesse esigenze”. Ha concluso Cavallo. “Le problematiche tra un marottese e un pergolese sono diverse, serve progettualità”.
Tiepidi consensi dai Sindaci di Mondolfo, Monte Porzio e Mondavio
Fine anno è tempo di bilanci. Anche l’Unione Valcesano, con il suo presidente, Giuliano Lucarini, riavvolge il nastro di un 2008 ormai agli sgoccioli e al contempo guarda al futuro, alle prossime scelte cruciali per il proprio cammino. Alla conferenza tenutasi nella sede dell’ente di Mondolfo, sono intervenuti tutti i Sindaci dei Comuni dell’Unione Valcesano: Federico Talè di Mondavio, Pietro Cavallo di Mondolfo, Attilio Patrignani di Monte Porzio e Lucarini di San Costanzo.
Il presidente ha voluto ricordare innanzitutto gli importanti investimenti dell’Unione, pari a 722.213 euro. Una cifra utilizzata per mettere a disposizione della comunità automezzi per scuole e disabili, per interventi agli impianti sportivi, per l’informatizzazione e l’arredo della sede istituzionale.
“Il nostro – ha sottolineato orgoglioso – è un ente che può vantare un saldo attivo, dove il costo della politica è inesistente. Non se ne può più di una campagna che delegittima queste Unioni, noi non prendiamo soldi, siamo qui per passione e per il bene dei cittadini”.
A giugno due dei quattro Comuni che costituiscono l’Unione andranno al voto, Monte Porzio e San Costanzo, così come molti altri centri della vallata cesanense, e l’Unione si scioglierà. Una scadenza elettorale che per Lucarini rappresenta un appuntamento di grande importanza per il futuro dell’ente.
“Credo siano maturi i tempi per compiere una scelta lungimirante già dalla prossima tornata elettorale per unire i Comuni della valcesano da Marotta a Pergola. Le Unioni devono essere ridefinite, su base solo volontaria non riescono a reggere il cambiamento politico. L’Anci nazionale condivide l’impostazione: non si possono fondere i Comuni per legge ma su area vasta è possibile fare delle economie, associare funzioni e servizi. In vista delle prossime elezioni amministrative va aperto un dibattito, i candidati devono far conoscere ai cittadini la loro idea sull’Unione, come si comporteranno se saranno eletti. E’ tempo di giocare in grande, non si può pensare di tornare ognuno al proprio orticello. La tempesta va affrontata insieme, un’Unione da 40.000 abitanti sarebbe demograficamente e territorialmente rilevante, su ogni tavolo”.
La proposta del presidente ha trovato un consenso tiepido negli altri sindaci. Talè: ”E’ un progetto ambizioso ma in un’Unione così vasta si riuscirà a mettere insieme i servizi?”. Per Patrignani “il passaggio deve avvenire per stadi, non tutti i Comuni hanno le stesse esigenze”. Ha concluso Cavallo. “Le problematiche tra un marottese e un pergolese sono diverse, serve progettualità”.
martedì 23 dicembre 2008
Museo del Balì: la scienza non va in vacanza!
Anche durante le feste la scienza non va in vacanza
La scienza non va in vacanza, ma scopre...
Durante le feste natalizie il Museo del Balì a Saltara (PU) diventa meta di appuntamenti pomeridiani che sono una bella occasione per fare qualcosa di interessante ed originale, restando insieme alla famiglia, ai parenti e agli amici.
Il 26, 28 dicembre e 1, 4, 6 gennaio, dalle 15.00 alle 19.30, il tema principale al Museo sarà la scoperta. Parte fondamentale della scienza, la scoperta si sviluppa come dimensione naturale dell’uomo che, fin dai primordi, ha sempre esplorato l‘ambiente circostante con la sua innata curiosità.
Si parte, quindi, alla scoperta del cielo dell’anno zero; grazie al suo grande potere evocativo, il planetario ci porterà indietro nel tempo per ammirare il cielo studiato dai re magi, astronomi e saggi.
Con l’avvicinarsi del 2009, dichiarato "Anno internazionale dell’astronomia", in occasione del 400° anniversario delle scoperte galileiane, il museo accompagna visitatori anche alla scoperta di nuovi mondi con la proiezione di documentari a tema e alla scoperta di oggetti invisibili a occhio nudo con i telescopi dell’osservatorio.
La scoperta è una prerogativa che accomuna tutti, grandi e piccini, e il museo è un luogo fatto per essere esplorato, suscitare la voglia di mettersi in gioco ed esplorare i propri limiti. Così sarà possibile scoprire nuovi modi di giocare grazie a una versione "riveduta e corretta" del più classico dei passatempi natalizi, la tombola.
Per i più piccoli, inoltre, il museo sarà teatro per scoprire nuove avventure in cui trovare "piccole" soluzioni per diventare grandi scienziati.
Da ricordare infine che venerdì 28 dicembre il museo promuove nuove storie con la presentazione del libro “La Befana senza calze”, una fiaba per grandi e piccini, scritto dalla giornalista Giovanna Renzini, letto dall’attore Jader Baiocchi e con illustrazioni di Alessandra Bagnoli.
Informazioni
Tel. 0721 892390
www.museodelbali.org
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Natale a Barchi
A Barchi, durante le feste, appuntamenti per grandi e piccini.
Programma
* Mercoledì 24 dicembre - ore 11.00 - Portico del Municipio
Colazione della vigilia
Scambio di auguri fra amministratori, dipendenti comunali e cittadini
in collaborazione con Pro Loco.
* Sabato 3 gennaio 2009 - ore 21.00 - Sala Due Palme
Poesie e racconti barchiesi
Presentazione del volume "Te babo vai sempr invell e ma me en m’ c’ porti mai" con gli autori.
Chi vuole può portare e condividere le proprie poesie.
* Lunedì 5 gennaio 2009 - ore 20.45 - Sala Due Palme
Befana dei bambini
Spettacolo di burattini "Pulcinella e il segreto della maga Scarrafona" a cura dell’associazione "Il Gufo".
Tradizionale calza dei regali per bambine e bambine da 1 a 10 anni.
---------------------------------------------
Informazioni
Comune di Barchi - Tel. 0721 97152
www.comune.barchi.pu.it
Programma
* Mercoledì 24 dicembre - ore 11.00 - Portico del Municipio
Colazione della vigilia
Scambio di auguri fra amministratori, dipendenti comunali e cittadini
in collaborazione con Pro Loco.
* Sabato 3 gennaio 2009 - ore 21.00 - Sala Due Palme
Poesie e racconti barchiesi
Presentazione del volume "Te babo vai sempr invell e ma me en m’ c’ porti mai" con gli autori.
Chi vuole può portare e condividere le proprie poesie.
* Lunedì 5 gennaio 2009 - ore 20.45 - Sala Due Palme
Befana dei bambini
Spettacolo di burattini "Pulcinella e il segreto della maga Scarrafona" a cura dell’associazione "Il Gufo".
Tradizionale calza dei regali per bambine e bambine da 1 a 10 anni.
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Informazioni
Comune di Barchi - Tel. 0721 97152
www.comune.barchi.pu.it
Mondolfo, Presepepaese per le antiche vie del castello
Mondolfo torna ad essere la capitale del presepio con il via, per la dodicesima stagione consecutiva, di Presepepaese, il grande presepio vivente allestito per le antiche vie e contrade del centro cittadino.
Avviato il percorso, dal grande albero di natale che illumina il centro, appena superata la porta di S.Maria ecco un balzo al cuore con un fantasmagorico salto nella storia, con il calendario regolato a secoli or sono. Grazie ad un itinerario sempre nuovo, legato alle molteplici caratteristiche dell’abitato dentro le mura, percorrere Presepepaese significa immergersi negli antichi mestieri, conoscere pratiche ormai scomparse, riscoprire botteghe artigiane di un tempo quando, poi non così tanto tempo addietro, ogni angolo dell’incasato era sede di un artigiano.
Con Presepepaese è possibile assaporare l’atmosfera del natale, grazie all’attenzione prestata dai volontari della Parrocchia di Mondolfo che, con la collaborazione del Comune, danno avvio a questa magica ambientazione. Un itinerario suggestivo anche per gli antichi luoghi d’arte che, durante il percorso è possibile scoprire, come il Seicentesco Oratorio di San Giovanni Decollato o il Cinquecentesco Bastione di S.Anna, con il magnifico Giardino Martiniano. Da vedere, poi, il tipico presepe napoletano allestito nella Collegiata, e, assolutamente da non perdere, il presepe allestito nei sotterranei della cinquecentesca Chiesa Monumentale di S.Agostino.
La sacra Rappresentazione di Presepepaese, ad ingresso gratuito, potrà essere percorsa nelle giornate di venerdì 26 dicembre 2008 nonché di domenica 4 e martedì 6 gennaio 2009, sempre dalle ore 17,30 alle ore 19 nel Castello di Mondolfo.
Info: parrocchiamondolfo@libero.it; tel. 0721.957257
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A Mondolfo e Marotta riparte il cammino del Partito Socialista
Riparte anche a Mondolfo il cammino del Partito Socialista. Venerdì scorso si è riunito il Direttivo comunale del partito di Marotta-Mondolfo per un incontro conviviale. Per esaminare la situazione politica locale e nazionale sono intervenuti diversi politici ed amministratori. Il Segretario Giuseppe Canicattì ha informato i numerosi presenti delle novità riguardanti il partito, che, all’indomani della deludente prova elettorale delle ultime elezioni, ha avviato ai vari livelli organizzativi un serio ed approfondito processo di rinnovamento e rilancio.
“Prova ne è – spiega Canicattì – il ricambio della segreteria nazionale e provinciale. Infatti alla guida del partito è stato chiamato il quarantottenne Riccardo Nencini, laurea ad honorem in Lettere, parlamentare europeo tra il 1994 ed il 1999, scrittore ed autore di saggi storici. Insieme a lui anche quasi tutta la segreteria del partito è stata rinnovata. Così come alla segreteria provinciale è stato richiamato Franco Trappoli, uomo di grande esperienza politica, affermato dirigente socialista fin dalla giovane età, che ha ricoperto incarichi prestigiosi come quello di parlamentare e Sindaco di Fano”. Durante la riunione si è dibattuto approfonditamente dei temi politici attuali principali e soprattutto dei prossimi appuntamenti elettorali come le elezioni provinciali del giugno 2009. “Da parte dei presenti all’unanimità è stata espressa la condivisione su un orientamento del partito verso la sua naturale collocazione a sinistra, con alleanze da approfondire con attenzione che però non possono prescindere da un’indispensabile valorizzazione del ruolo e delle rappresentanze del partito ai vari livelli istituzionali così da non sembrare una semplice ruota di scorta. Cogliamo l’occasione – conclude Canicattì – per formulare come direttivo vivissimi auguri di buone festività a tutti i simpatizzanti ed elettori socialisti di Marotta e Mondolfo”.
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Prorogata a giugno la restituzione delle tasse congelate per il terremoto
Gli abitanti di Pergola e Serra Sant'Abbondio e ben 637 imprese troveranno sotto l'albero di Natale un graditissimo regalo. E' stata prorogata a giugno la restituzione delle tasse congelate per il terremoto.
La Cna di Pesaro-Urbino comunica che il Senato ha approvato in via definitiva il decreto legge 162 che contiene termini e modalità per la restituzione del 40% dei tributi sospesi alle popolazioni dei territori interessati dal terremoto del 1997 e che riguarda cittadini e imprese dei comuni di Pergola e Serra S.Abbondio. La proroga concessa dal Senato fa slittare il pagamento dei tributi sospesi dal 16 gennaio al 16 giugno. A distanza di undici anni esatti imprese e cittadini dell’alta valle del Cesano sono chiamati dall’Inps e dalla Agenzie delle Entrate a restituire i tributi sospesi per calamità naturale per un provvedimento contenuto nella Finanziaria. Sono chiamati alla restituzione delle somme oltre metà della popolazione. In totale si tratta di 637 imprese, 565 a Pergola e 72 a Serra Sant’Abbondio, e circa 6.758 cittadini di cui 1.926 pensionati a Pergola e 355 a Serra Sant’Abbondio. Da questa lista, e questo grazie all’ultima votazione del Senato, saranno inclusi ai “benefici” della restituzione del 40% in forma rateale anche i dipendenti pubblici e gli enti pubblici. “Anche se un primo risultato l’abbiamo ottenuto con la proroga - dice il responsabile dell’area territoriale della Cna, Luigi Colombaretti - si tratta comunque di una misura assurda che colpisce indistintamente cittadini e imprese. In un momento di grave difficoltà per la produzione e i consumi, esigere somme congelate a suo tempo per ovvia e giusta causa, significa dare un colpo mortale a chi già sta subendo gli effetti devastanti di questa crisi”. Per la Cna questa incombenza, seppur prorogata, mette in grave difficoltà soprattutto i piccoli e medi imprenditori. “Per questo, anche in ragione della situazione di grave difficoltà in cui versano imprese, cittadini e pensionati - aggiunge Colombaretti - chiediamo con forza che la restituzione di parte dei tributi e contributi sospesi venga nuovamente congelata. O, in ultima analisi, che anche ai cittadini delle Marche venga applicato quanto già avvenuto per altre catastrofi. In questo caso i tributi sono stati sospesi nella fase di emergenza, successivamente il pagamento è poi stato ridotto nella misura del.10% sotto forma di rate”. La Cna conclude: “Chiediamo ai parlamentari, alla Regione e alle altre istituzioni di attivarsi immediatamente per bloccare questa misura”.
La Cna di Pesaro-Urbino comunica che il Senato ha approvato in via definitiva il decreto legge 162 che contiene termini e modalità per la restituzione del 40% dei tributi sospesi alle popolazioni dei territori interessati dal terremoto del 1997 e che riguarda cittadini e imprese dei comuni di Pergola e Serra S.Abbondio. La proroga concessa dal Senato fa slittare il pagamento dei tributi sospesi dal 16 gennaio al 16 giugno. A distanza di undici anni esatti imprese e cittadini dell’alta valle del Cesano sono chiamati dall’Inps e dalla Agenzie delle Entrate a restituire i tributi sospesi per calamità naturale per un provvedimento contenuto nella Finanziaria. Sono chiamati alla restituzione delle somme oltre metà della popolazione. In totale si tratta di 637 imprese, 565 a Pergola e 72 a Serra Sant’Abbondio, e circa 6.758 cittadini di cui 1.926 pensionati a Pergola e 355 a Serra Sant’Abbondio. Da questa lista, e questo grazie all’ultima votazione del Senato, saranno inclusi ai “benefici” della restituzione del 40% in forma rateale anche i dipendenti pubblici e gli enti pubblici. “Anche se un primo risultato l’abbiamo ottenuto con la proroga - dice il responsabile dell’area territoriale della Cna, Luigi Colombaretti - si tratta comunque di una misura assurda che colpisce indistintamente cittadini e imprese. In un momento di grave difficoltà per la produzione e i consumi, esigere somme congelate a suo tempo per ovvia e giusta causa, significa dare un colpo mortale a chi già sta subendo gli effetti devastanti di questa crisi”. Per la Cna questa incombenza, seppur prorogata, mette in grave difficoltà soprattutto i piccoli e medi imprenditori. “Per questo, anche in ragione della situazione di grave difficoltà in cui versano imprese, cittadini e pensionati - aggiunge Colombaretti - chiediamo con forza che la restituzione di parte dei tributi e contributi sospesi venga nuovamente congelata. O, in ultima analisi, che anche ai cittadini delle Marche venga applicato quanto già avvenuto per altre catastrofi. In questo caso i tributi sono stati sospesi nella fase di emergenza, successivamente il pagamento è poi stato ridotto nella misura del.10% sotto forma di rate”. La Cna conclude: “Chiediamo ai parlamentari, alla Regione e alle altre istituzioni di attivarsi immediatamente per bloccare questa misura”.
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lunedì 22 dicembre 2008
La Vita Vale, al teatro Tiberini di San Lorenzo in Campo
Un evento organizzato da Fuoritempo per celebrare i 60 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Martedì (23) sera alle ore 21, nella spendila cornice del teatro “Mario Tiberini” di San Lorenzo in Campo, il gruppo “Fuoritempo” di San Michele al Fiume, propone l’interessante ed originale iniziativa dal titolo “La Vita vale”. L’appuntamento ad ingresso libero, organizzato con la preziosa collaborazione dell’Amministrazione comunale laurentina, del Centro Servizi per il Volontariato e della Bottega del Mondo di San Lorenzo in Campo, ha il nobile obiettivo di celebrare i sessanta anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Una serata di teatro, impegno e musica con le note dei “The Flanders quasi Orchestra” di Mondavio e de "Le Opportunità e il Ragazzo indescrivibile”. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è un documento che fu firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione venne promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri. La Dichiarazione è la base di molte delle conquiste civili della seconda metà del XX secolo, e costituisce l’orizzonte ideale della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, confluita poi nel 2004 nella Costituzione europea. “Fuoritempo” conclude così un altro anno molto ricco di iniziative e di impegno sociale. L’attivissimo gruppo cesanense ripartirà nel 2009 con l’appuntamento “Palestinesi: l’occupazione nella vita quotidiana - I diritti negati di un popolo” in programma a Pesaro presso la biblioteca San Giovanni, martedì 13 gennaio. Interverrà Adnan Ateyah Salem Ramadan, sociologo ed esperto in risoluzione e trasformazione dei conflitti, da tempo impegnato nella difesa dei diritti umani e della causa palestinese in diverse iniziative nonviolente. Attualmente ricopre la carica di direttore esecutivo di OPGAI (Occupied Palestinian and Golan Hights Advocacy Initiative), una coalizione di 14 organizzazioni della società civile.
Martedì (23) sera alle ore 21, nella spendila cornice del teatro “Mario Tiberini” di San Lorenzo in Campo, il gruppo “Fuoritempo” di San Michele al Fiume, propone l’interessante ed originale iniziativa dal titolo “La Vita vale”. L’appuntamento ad ingresso libero, organizzato con la preziosa collaborazione dell’Amministrazione comunale laurentina, del Centro Servizi per il Volontariato e della Bottega del Mondo di San Lorenzo in Campo, ha il nobile obiettivo di celebrare i sessanta anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Una serata di teatro, impegno e musica con le note dei “The Flanders quasi Orchestra” di Mondavio e de "Le Opportunità e il Ragazzo indescrivibile”. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è un documento che fu firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione venne promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri. La Dichiarazione è la base di molte delle conquiste civili della seconda metà del XX secolo, e costituisce l’orizzonte ideale della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, confluita poi nel 2004 nella Costituzione europea. “Fuoritempo” conclude così un altro anno molto ricco di iniziative e di impegno sociale. L’attivissimo gruppo cesanense ripartirà nel 2009 con l’appuntamento “Palestinesi: l’occupazione nella vita quotidiana - I diritti negati di un popolo” in programma a Pesaro presso la biblioteca San Giovanni, martedì 13 gennaio. Interverrà Adnan Ateyah Salem Ramadan, sociologo ed esperto in risoluzione e trasformazione dei conflitti, da tempo impegnato nella difesa dei diritti umani e della causa palestinese in diverse iniziative nonviolente. Attualmente ricopre la carica di direttore esecutivo di OPGAI (Occupied Palestinian and Golan Hights Advocacy Initiative), una coalizione di 14 organizzazioni della società civile.
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Mondolfo: successo per la presentazione del volume dedicato agli anni della ricostruzione
E’ stato un graditissimo regalo di Natale quello proposto a Mondolfo e Marotta dalla locale Sede dell’Archeoclub d’Italia che, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha presentato la sua attesissima novità editoriale con il ponderoso libro: “Mondolfo e Marotta nel dopoguerra. Gli anni della ricostruzione (1945-1950)” scritto da Alessandro Berluti.
In 494 dense pagine sono ripercorse le vicende del comune rivierasco dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla vigilia del boom economico, in una particolareggiata ricostruzione del tessuto sociale, economico, politico ed amministrativo di quegli anni. Anni pieni di eventi, dal Referendum istituzionale Monarchia-Repubblica, all’Assemblea costituente, alle votazioni del Marzo 1948.
“Una pagina vissuta pienamente dalla nostra Regione – come ha sottolineato l’Assessore alla Cultura e Turismo della Regione Marche, Vittoriano Solazzi, intervenuto alla presentazione – che pure nella grande difficoltà di quel dopoguerra, ha saputo con grande vivacità rialzarsi divenendo un modello economico e sociale a livello nazionale”. E se il Presidente di Banca Suasa, sponsor dell’iniziativa, Maurizio Minucci, ha ribadito il ruolo che il sistema bancario anche a livello locale ha sempre rivestito nell’assicurare l’imprenditoria, Laura Servadio, Assessore alla Cultura del Comune di Mondolfo, ha ringraziato l’Archeoclub per la costante opera di conoscenza e divulgazione della storia del territorio di riferimento, con un particolare impegno verso le scuole.
Il volume “Mondolfo e Marotta nel dopoguerra”, segue altri due libri scritti sempre con Archeoclub Mondolfo da Alessandro Berluti in cui l’Autore aveva già ripercorso le vicende belliche ed i caduti civili e militari del comune rivierasco. “Ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuto – ha ribadito il presidente di Archeoclub Mondolfo, Claudio Paolinelli – certi di aver dato un ulteriore tassello per ricostruire la storia del ‘900 in maniera approfondita ed al contempo agganciata alla storia nazionale italiana”.
In 494 dense pagine sono ripercorse le vicende del comune rivierasco dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla vigilia del boom economico, in una particolareggiata ricostruzione del tessuto sociale, economico, politico ed amministrativo di quegli anni. Anni pieni di eventi, dal Referendum istituzionale Monarchia-Repubblica, all’Assemblea costituente, alle votazioni del Marzo 1948.
“Una pagina vissuta pienamente dalla nostra Regione – come ha sottolineato l’Assessore alla Cultura e Turismo della Regione Marche, Vittoriano Solazzi, intervenuto alla presentazione – che pure nella grande difficoltà di quel dopoguerra, ha saputo con grande vivacità rialzarsi divenendo un modello economico e sociale a livello nazionale”. E se il Presidente di Banca Suasa, sponsor dell’iniziativa, Maurizio Minucci, ha ribadito il ruolo che il sistema bancario anche a livello locale ha sempre rivestito nell’assicurare l’imprenditoria, Laura Servadio, Assessore alla Cultura del Comune di Mondolfo, ha ringraziato l’Archeoclub per la costante opera di conoscenza e divulgazione della storia del territorio di riferimento, con un particolare impegno verso le scuole.
Il volume “Mondolfo e Marotta nel dopoguerra”, segue altri due libri scritti sempre con Archeoclub Mondolfo da Alessandro Berluti in cui l’Autore aveva già ripercorso le vicende belliche ed i caduti civili e militari del comune rivierasco. “Ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuto – ha ribadito il presidente di Archeoclub Mondolfo, Claudio Paolinelli – certi di aver dato un ulteriore tassello per ricostruire la storia del ‘900 in maniera approfondita ed al contempo agganciata alla storia nazionale italiana”.
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domenica 21 dicembre 2008
Il Mondolfo Basket espugna Chiaravalle
Il team di coach Del Prete conclude il girone di andata al 6° posto
Per Venturini e compagni è il sesto successo consecutivo
Strepitosa ancora una volta la prestazione di Flaquer: 19 punti
Italmacero Chiaravalle - Beauty Yacht Mondolfo 72 - 81
Italmacero: Pierlorenzi 3 , Peloni 4, Di Tizio 18 Mosca 24, Mancini ,Tombolini 6, Salvatelli 4, Conte 13, Manoni, Petrolati. All.Coen.
Beauty Yacht: Venturini 7, Cortese 4,Tonelli 2,Nardi 21, Giacometti 4, Manoni 8, Flaquer 19, Cecchini ,Tagnani, Macchniz 15. All. Del Prete.
Arbitri: Zamponi e Salvatelli di Macerata
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L'illegittimità della tariffa di depurazione
Tantissimi cittadini hanno partecipato all'assemblea organizzata venerdì dalla lista civica Per Cambiare a Centocroci
Per le emergenze ambientali nascerà il Comitato Valcesano
Tantissima gente venerdì sera ha partecipato all’assemblea organizzata dalla lista civica Per Cambiare, con la partecipazione del Coordinamento dei Comitati, per approfondire la sentenza della Corte Costituzionale sull’illegittimità della tariffa di depurazione. Ha aperto il dibattito Tonino De Angelis, promotore della serata, che ha presentato la questione per soffermarsi poi sulle tante e gravi problematiche ambientali della vallata cesanense, e non solo, come le discariche sotto sequestro non ancora totalmente bonificate, con conseguente inquinamento del fiume Cesano e, da qui a poco, dei pozzi che riforniscono i vari acquedotti. Adriano Mei e l’Avv. Enrico Panero dei Comitati hanno spiegato tecnicamente e nei dettagli la situazione relativa alla vertenza sulla tariffa di depurazione che alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale non deve essere pagata da chi non è allacciato alla rete fognaria ma essere rimborsata dal 1998 ad oggi. Il capogruppo della lista civica, Carlo Diotallevi, ha chiuso gli interventi ricordando le iniziative già intraprese in questo senso, anche che dai consiglieri del PdL in Provincia, presentando un’interrogazione e un ordine del giorno in consiglio comunale proprio per chiedere al Sindaco di attivarsi immediatamente per far sospendere da subito la fatturazione della tariffa e per la restituzione ai cittadini di quanto ingiustamente pagato. Diotallevi ha riferito alla platea di aver contattato in prima persona il Presidente dell’Aset Mattioli, il quale si è impegnato a partire da gennaio a prevedere il rimborso della tariffa in questione. “Sono soddisfatto di questo – ha sottolineato – ma se così non fosse la lista civica ed il Comitato ricorreranno a tutti i mezzi necessari per ottenere quanto dovuto”. Con grande sorpresa degli organizzatori dal lungo dibattito è emerso che la gente, vuole essere sì rimborsata, ma è soprattutto fortemente preoccupata dello stato di degrado ambientale in cui si trova il territorio. I problemi principali segnalati dai cittadini sono stati: le fogne a cielo aperto, i pozzi che vengono abbandonati per l’acqua non più potabile; le tubazioni dell’acquedotto con cemento-amianto, i rischi dovuti alle discariche. Numerosi partecipanti hanno espresso la volontà di creare un Comitato della Valcesano a difesa della salute di tutta la popolazione dei comuni che si affacciano sul Cesano. Dovrà approfondire, insieme alla lista civica Per Cambiare, le questioni emerse nel corso della serata. Il nascente comitato, che prenderà vita nelle prossime settimane, verrà poi ufficializzato attraverso una conferenza stampa per presentare statuto e componenti dello stesso.
Mondolfo, Natale in Collegiata
Natale in Collegiata
Rassegna musicale - Quinta Edizione
Insigne Chiesa Collegiata di Santa Giustina Mondolfo
Domenica 28 Dicembre 2008, ore 18.15
Concerto nell'Ottava di Natale
Roberto Fantini - oboe
Alberto Salimbeni - organo
Domenica 11 gennaio 2009, ore 18.15
Recital finale
Massimo Malavolta - praecentor gregoriano
Filippo Sorcinelli - organo
Parrocchia Santa Giustina - Comune di Mondolfo
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La Pergolese conclude l'andata al 2° posto
PERGOLESE – NEW RELAX RIO 1 – 1
PERGOLESE: Flavoni, Tomassetti, Savelli, Lanzillotti, Ciniello, Kondratzki, Anastasi (12’ st Volosincu), Urbinati, Schiavone, Varini (29’ st Oradei), Cinotti. A disposizione: Marinelli, Pettinari, Rossetti, Santini, Spallacci. Allenatore: Moraschini,
NEW RELAX RIO: Bernacchia, Ferri Marini, Ruggeri, Biagioni, Bonci, Passeri, Goffi, Candiracci, Secchiaroli (45’ st Ermanni), Baldelli (36’ Bologna, 36’ st Teodori), Politi. A disposizione: Ferri, Grassi, Zocca, Tarantino). Allenatore: Serafini
Reti: 39’ Biagioni, 57’ Varini.
Note: Spettatori 200 circa. Espulso: 28’ Candiracci. Ammonito: Ruggeri. Recupero: 2’+4’.
Arbitro: Coppelli di Fermo
La Volante conclude un eccellente girone d’andata pareggiando davanti al proprio pubblico contro il New Relax Rio. Il decimo risultato utile di fila lascia la compagine di Mister Moraschini al secondo posto in classifica a quattro lunghezze dalla vetta. Non è stata la più bella Pergolese della stagione anche per l’ottima prestazione disputata dagli ospiti apparsi quadrati e ben organizzati in ogni reparto. Il team di Serafini parte forte. Al 13’ Bonci ha sui piedi l’occasione per sbloccare la contesa ma Flavoni è straordinario e salva il risultato. La Pergolese fatica a imbastire manovre pericolose e raramente si fa vedere dalle parti di Bernacchia. Gli ospiti prima della mezzora rimangono in inferiorità numerica. Il direttore di gara sventola il cartellino rosso a Candiracci per una gomitata a Urbinati. I padroni di casa provano a sfruttare al meglio l’uomo in più alzando il baricentro. Al 35’ però Tomassetti incorna fuori. Passano solo quattro minuti e il Rio trova il vantaggio. A firmarlo è l’ex Biagioni che su calcio piazzato spedisce il cuoio all’incrocio. Tarda la reazione della Volante e anche nella ripresa sono gli ospiti a condurre le danze. L’ottimo Secchiaroli prima calcia a lato poi è ben contenuto da Ciniello. Per Schiavone e compagni è la sveglia. Al 57’, infatti, puntuale arriva il pari. Varini in mischia anticipa tutti e trafigge Bernacchia. Il gol spinge in avanti i padroni di casa che alzano il ritmo. A sfiorare il raddoppio al 69’ è Kondratzki di testa e appena due minuti dopo Schiavone su punizione. La mira non è delle migliori. L’ultima emozione la regala Secchiaroli che calcia alto da buona posizione.
sabato 20 dicembre 2008
A Mondavio e Barchi arriva Babbo Natale
Saranno festività natalizie ricche di appuntamenti divertenti ed interessanti nei centri della valle del Metauro e del Cesano. Questa mattina (domenica) a Barchi è in programma la seconda edizione della Corsa dei Babbi Natale, una divertente gara podistica non competitiva che partirà dal centro metaurense ed arriverà a Piagge. La gara, organizzata da ColleMar-athon Club, con il patrocinio dei Comuni di Barchi e Piagge e dell'Unione Roveresca, è aperta a partecipanti di tutte le età che dovranno obbligatoriamente indossare il costume da Babbo Natale, in vendita anche al punto iscrizioni al prezzo di 5 euro. Il programma prevede alle ore 9.30 la corsa dei mini-Babbi Natale su un percorso misto di 1 kilometro nel centro abitato di Barchi. Successivamente, alle 10, si terrà, invece, la corsa dei Babbi Natale su un percorso di 11,5 kilometri lungo la strada da Barchi a Piagge. Dato il carattere festoso e non competitivo della manifestazione, la corsa sarà preceduta da una caratteristica "Safety sledge" guidata da Babbo Natale che regolerà l'andatura del gruppo fino a San Giorgio di Pesaro. Da qui ognuno potrà correre liberamente fino a Piagge. Saranno regalate confezioni natalizie a tutti i partecipanti e ceste natalizie ai gruppi. Sempre stamattina ma a Mondavio, l'associazione Sindrome di Willliams organizzerà la festa dal titolo “Babbo Natale Williams”. Alle 11 ci si ritroverà alla Rocca Roveresca per una visita guidata. Poi si andrà tutti direttamente a pranzo al ristorante “La Palomba”. Al termine, allietati dalla trascinante musica di Massimo e la sua band, ci sarà la consegna dei doni e lo scambio di auguri. Nel corso della festa, si alterneranno anche spettacoli di illusionismo e l’animazione di due Babbi Natale. “E’ una festa che facciamo tutti gli anni da quando ci siamo costituiti – racconta Mario Romiti, referente dell’associazione – lo scopo è quello di radunare tutti i ragazzi affetti dalla sindrome di Williams e le loro famiglie per festeggiare insieme in allegria un Santo Natale ed un felice anno nuovo”.
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Lunedì a Montemaggiore riunione del Coordinamento dei Comitati
Lunedi 22 dicembre, alle ore 21, presso la sala consiliare del Comune di Montemaggiore al Metauro, si terrà la riunione del Coordinamento dei comitati per discutere i seguenti argomenti:
- Fare il punto sulla vertenza dell’inceneritore di biomasse di Schieppe, non ancora conclusa dalla Regione nonostante l’ultimo annullamento dell’autorizzazione da parte della Soprintendenza
- Iniziative e attività inerenti la CARTA DEI DIRITTI E DELLE RIVENDICAZIONI
- Vertenza acqua e canone di depurazione
- Fare il punto sulla vertenza dell’inceneritore di biomasse di Schieppe, non ancora conclusa dalla Regione nonostante l’ultimo annullamento dell’autorizzazione da parte della Soprintendenza
- Iniziative e attività inerenti la CARTA DEI DIRITTI E DELLE RIVENDICAZIONI
- Vertenza acqua e canone di depurazione
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Unione dei Comuni, Stortoni: "Il federalismo fiscale apre nuove occasioni per gli enti locali"
“Il federalismo fiscale apre nuove occasioni per gli enti locali chiamati a gestire servizi e risorse in modo equilibrato ed efficiente”. Moris Stortoni coordinatore locale di Forza Italia che a breve anche a Mondavio confluirà nel PdL, parte dalla riforma federalista per analizzare presente e futuro delle Unioni dei Comuni. “Quella approvata dal governo guidato da Silvio Berlusconi è una legge che si basa innanzitutto sul principio di responsabilità ed efficienza. Soprattutto grazie a questo nuovo tipo di logica il federalismo fiscale apre nuove occasioni per gli enti locali. Penso anche a quelle “strutture organizzative” come le Unioni dei Comuni, in cui anche Mondavio ha speso in questi anni energie e risorse. Esse devono necessariamente dimostrare la loro utilità in termini di servizi resi al cittadino e di risparmio di risorse economiche. Questo processo virtuoso può scaturire solo da una radicata volontà politica che non possiamo nascondere essere stata inadeguata negli ultimi anni. Non sono chiari gli obbiettivi che intende raggiungere l’Unione Valcesano per quanto concerne alcuni servizi”. Quali? “Ad esempio il servizio di Polizia Municipale o per quanto riguarda la promozione turistica quale occasione di sviluppo economico e culturale del territorio. Spiace assistere nell’Unione solo a polemiche interne al centro sinistra, che rivestono un interesse marginale o nullo per la cittadinanza. Quello dell’Unione è un investimento sbagliato che non produce risultati, contrariamente a quanto sbandierato da tempo da molti amministratori. E’ necessario vivere e gestire la politica all’interno dell’Unione dei Comuni con finalità che non si limitino alla moltiplicazione degli incarichi istituzionali e amministrativi. In questi anni abbiamo dimostrato, carte alla mano, che per Mondavio quanto ricevuto in termini di contributi economici pubblici la scelta dell’Unione Valcesano, a discapito dell’adesione all’Unione Roveresca, sia stata penalizzante. Ma senza tornare su questo argomento, va affrontato il tema dei servizi “guadagnati” dai mondaviesi e non solo. Esempio sono la manutenzione dell’illuminazione pubblica, ma limitatamente alla manutenzione ordinaria, quindi escludendo investimenti strutturali, anche perché essi necessiterebbero quanto meno una certa continuità territoriale tra i Comuni aderenti all’ente, che però non c’è. Inoltre, l’asilo nido a Centocroci di Mondolfo, che riserva a Mondavio un posto ogni 1.000 abitanti. Per di più a 20-25 chilometri di distanza. Da questi esempi risulta evidente la necessità di compiere sforzi maggiori per potenziare ed incrementare i servizi “messi in unione” avendo come fine quello di migliorare le prestazioni dell’ente comunale, magari facendo fronte anche a carenze di organico e strutture proprie di Comuni piccoli come il nostro, rispondendo al criterio di economicità”.
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venerdì 19 dicembre 2008
Nasce a Pergola il primo parco eolico
Presentato dall'assessore Giaccaglia ad Ancona, avrà dieci aerogeneratori della potenza nominale totale di 25 Megawatt. Produrrà tutta l'energia necessaria per un anno a 45mila abitanti. Inaugurazione prevista per il 2010
'La realizzazione di opere legate alle fonti rinnovabili o ad altre iniziative imprenditoriali, deve passare attraverso un'adeguata e precisa informazione diretta a coinvolgere i cittadini interessati. Se l'opinione pubblica non e` informata il rischio e` la chiusura al nuovo, per questo la comunicazione e` estremamente importante quando si tratta di realizzare opere che si inseriscono nei territori. A Pergola cio` e` stato ben fatto, anche per questo siamo qui a festeggiare l'autorizzazione al primo parco eolico regionale. Come titolare del coordinamento delle regioni italiane in materia di energia, la Regione Marche sta lavorando affinche` al piu` presto vengano approvate le linee guida nazionali sulla realizzazione dei parchi eolici, per uniformare e possibilmente snellire le procedure relative a questi impianti. Il settore delle rinnovabili rappresenta un'opportunita` anche produttiva e occupazionale, nell'ottica di diversificazione dell'economia che il governo regionale persegue anche come via d'uscita dalle crisi industriali che ci stanno investendo'. Lo ha detto Gianni Giaccaglia, assessore regionale all'Energia e fonti rinnovabili, nell'ambito della conferenza stampa tenuta oggi in Regione, in occasione dell'autorizzazione al primo parco eolico regionale. Hanno partecipato anche il sindaco di Pergola Giordano Borri, accompagnato da alcuni assessori della giunta comunale, rappresentanti dell'azienda che realizzera` il parco, il direttore dell'Associazione produttori energia da fonti rinnovabili, Marco Pigni, tecnici regionali. Il parco sorgera` nel territorio del Comune di Pergola, localita` Piano Rotondo. Sara` costituito da dieci aerogeneratori della potenza nominale totale di 25 Mw, con una produzione annuale stimata di circa 56 mila Mwh. La ditta proponente, Garbino Eolica di Milano, avviera` prossimamente le fasi per la realizzazione iniziando dall'allestimento del cantiere, che impieghera` esclusivamente ditte del luogo. Il parco produrra` un quantitativo annuo di energia equivalente al consumo ad uso civile di circa 45 mila abitanti. L'inaugurazione e` prevista per il primo trimestre del 2010, hanno riferito tecnici dell'azienda. Quello di Pergola sara` un impianto all'avanguardia equipaggiato con turbine di ultima generazione in grado di massimizzare la produzione assicurando il minimo impatto, come e` stato valutato nelle fasi istruttorie. L'iter autorizzativo e` stato complesso poiche` impianti di questo tipo richiedono il coinvolgimento di diverse competenze a livello territoriale. Va avanti quindi l'attuazione del Pear regionale per la parte delle fonti rinnovabili che, per l'eolico, prevede un obiettivo di 160 Mw da raggiungere entro il 2015. Un target addirittura superabile se le ulteriori 14 domande di nuovi impianti pervenute agli uffici regionali verranno autorizzate.
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Aforismi Simpatetici: Giovanni Gaggia espone a Pergola
Il Comune di Pegola, in collaborazione con il Circuito Giovani SPAC della Provincia di Pesaro e Urbino, promuove un'ampia e articolata personale dell'artista Giovanni Gaggia, da anni attivo nel territorio delle Marche e già presente nelle ultime due edizioni della Biennale dei Giovani Artisti d'Europa e del Mediterraneo.
Fin dai suoi primi interventi, la ricerca di Giovanni Gaggia riflette ossessivamente e ripetutamente sul concetto di corpo, carne, pelle, e sul binomio carnale/corporeo.
"L'artista ha sentito la necessità di lavorare sul corpo come "punto di vista e punto di partenza" (J. P. Sartre), un corpo intriso di valori e di simbologie, un corpo che può avere valenze culturali, socio-politiche e religiose. Fondamentale è la consapevolezza che il corpo abbia un proprio linguaggio, che, come ogni altro sistema di comunicazione, è in continua evoluzione; un linguaggio fisico fondato su segni, in cui il gesto ne è la materia e l'essenza: l'uso del corpo diventa, dunque, una via percorribile per ritrovare una comunicazione diretta, un rapporto sensoriale e tattile con l'Altro, inteso come ciò che è differente da sé e, nello stesso tempo, con lo spettatore.
In un primo momento questo intervento sul corpo si è catalizzato non direttamente sulla pelle e sulla carne dell’uomo o dell’animale, bensì sulle immagini riprodotte e mediate dalla fotografia, spostando in continuazione “l’asta della bussola” dall’organico all’inorganico, da un corpo citato (come nel caso delle opere nate dagli epitaffi) a un corpo reale (i bambini morenti di Bagdad oppure il corpo diretto dell’Io-artista). Ora, dopo sette anni in cui l’ossessione del corpo si è espressa “in vitro”, attraverso le immagini riprogettate e rielaborate in studio, Giovanni Gaggia presenta una seconda anima, una duplice modalità d’esistenza estetica, “in vivo”, nel tempo reale dell’evento.
Il progetto espositivo, a cura di Chiara Canali, si sviluppa in un percorso virtuale che a partire dagli spazi del Museo dei Bronzi Dorati culmina nel Teatro Angel dal Foco, prima nel Foyer, attraverso una installazione a terra di fotografie illuminate a lume di candela, successivamente nella Sala dell’Abbondanza, con il video Io-Maiale e infine nel proscenio del Teatro con la performance Ali squamose, vivificando in un dialogo prolifico la Sezione d’Arte Contemporanea del Comune di Pergola.
Autore:Giovanni Gaggia
Curatela: Chiara Canali
Luogo: Museo dei Bronzi Dorati e Teatro Angel Dal Foco Pergola (PU)
Durata: fino al 6 Gennaio 2009
Orari di apertura: Museo dei Bronzi Dorati, da martedì a domenica, 10.00-12.30/15.30-18.30, lunedì chiuso.
Teatro Agel Dal Foco, festivi e prefestivi, 15.30-19.30
Patrocini: Provincia di Pesaro e Urbino Assessorato alle Attività Culturali-Editoria, Regione Marche Assessorato alle Politiche Giovanili, Ministero POGAS /APQ "Giovani ri-cercatori di senso", Comune di Pergola
Catalogo: vanillaedizioni
Prefazione: Anton Roca
Info: 0721-734090 / 7373271
spongecomunicazione@gmail.com
www.spac.pu.it
Fin dai suoi primi interventi, la ricerca di Giovanni Gaggia riflette ossessivamente e ripetutamente sul concetto di corpo, carne, pelle, e sul binomio carnale/corporeo.
"L'artista ha sentito la necessità di lavorare sul corpo come "punto di vista e punto di partenza" (J. P. Sartre), un corpo intriso di valori e di simbologie, un corpo che può avere valenze culturali, socio-politiche e religiose. Fondamentale è la consapevolezza che il corpo abbia un proprio linguaggio, che, come ogni altro sistema di comunicazione, è in continua evoluzione; un linguaggio fisico fondato su segni, in cui il gesto ne è la materia e l'essenza: l'uso del corpo diventa, dunque, una via percorribile per ritrovare una comunicazione diretta, un rapporto sensoriale e tattile con l'Altro, inteso come ciò che è differente da sé e, nello stesso tempo, con lo spettatore.
In un primo momento questo intervento sul corpo si è catalizzato non direttamente sulla pelle e sulla carne dell’uomo o dell’animale, bensì sulle immagini riprodotte e mediate dalla fotografia, spostando in continuazione “l’asta della bussola” dall’organico all’inorganico, da un corpo citato (come nel caso delle opere nate dagli epitaffi) a un corpo reale (i bambini morenti di Bagdad oppure il corpo diretto dell’Io-artista). Ora, dopo sette anni in cui l’ossessione del corpo si è espressa “in vitro”, attraverso le immagini riprogettate e rielaborate in studio, Giovanni Gaggia presenta una seconda anima, una duplice modalità d’esistenza estetica, “in vivo”, nel tempo reale dell’evento.
Il progetto espositivo, a cura di Chiara Canali, si sviluppa in un percorso virtuale che a partire dagli spazi del Museo dei Bronzi Dorati culmina nel Teatro Angel dal Foco, prima nel Foyer, attraverso una installazione a terra di fotografie illuminate a lume di candela, successivamente nella Sala dell’Abbondanza, con il video Io-Maiale e infine nel proscenio del Teatro con la performance Ali squamose, vivificando in un dialogo prolifico la Sezione d’Arte Contemporanea del Comune di Pergola.
Autore:Giovanni Gaggia
Curatela: Chiara Canali
Luogo: Museo dei Bronzi Dorati e Teatro Angel Dal Foco Pergola (PU)
Durata: fino al 6 Gennaio 2009
Orari di apertura: Museo dei Bronzi Dorati, da martedì a domenica, 10.00-12.30/15.30-18.30, lunedì chiuso.
Teatro Agel Dal Foco, festivi e prefestivi, 15.30-19.30
Patrocini: Provincia di Pesaro e Urbino Assessorato alle Attività Culturali-Editoria, Regione Marche Assessorato alle Politiche Giovanili, Ministero POGAS /APQ "Giovani ri-cercatori di senso", Comune di Pergola
Catalogo: vanillaedizioni
Prefazione: Anton Roca
Info: 0721-734090 / 7373271
spongecomunicazione@gmail.com
www.spac.pu.it
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Festa della longevità domani al Santa Marta
Dedicata agli ultranovantenni del territorio provinciale. Tra questi, ben 72 centenari. Alcuni di loro risiedono nella valle del Cesano.
Domani, sabato 20 dicembre, alle ore 10, all’Istituto scolastico “Santa Marta” di Pesaro (strada delle Marche 1), si svolgerà la tradizionale “Festa della longevità” promossa dalla Provincia e dedicata agli ultranovantenni del territorio provinciale, a cui interverranno il presidente Palmiro Ucchielli e l’assessore provinciale alla Tutela della salute e politiche sociali Graziano Ilari.
La lunga schiera di longevi è capitanata da Pietro Stortini di Frontone di 106 anni.
Gli altri: Maria Stefanelli di Pergola (103), Aurelia Contardi di Monte Porzio (101), Annunziata Candiracci di Frontone (101), Augusta Montesi di Mondavio (101), Ermelinda Girolametti di Mondolfo (101), Eduina Carloni di Fratte Rosa (100), Augusta Barbetta di San Costanzo (100).
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A14: Terza corsia, c'è il via libera
Si tratta di due progetti di Autostrade per l’Italia relativi all’ampliamento a tre corsie di oltre 22 km dell’autostrada A14 tra Rimini nord e Pedaso. L’investimento previsto è di 463 milioni di euro
Arriva l'ok per due progetti di Autostrade per l’Italia relativi all’ampliamento a tre corsie di oltre 22 km dell’autostrada A14 tra Rimini nord e Pedaso. L’investimento previsto è di 463 milioni di euro. Il consiglio di amministrazione dell’Anas, presieduto da Pietro Ciucci, ha detto sì.
Si tratta, informa una nota, del progetto esecutivo del terzo lotto del tratto Fano-Senigallia (dal km 173,800 al km 194,800) e del progetto definitivo del lotto ‘primo A’ del tratto Rimini Nord-Cattolica, che comprende la Galleria Scacciano (dal km 136,500 al km 137,740).
’’L’approvazione dei due progetti - ha detto Ciucci - potenzia la rete autostradale dell’Emilia Romagna e delle Marche, e consentira’ un decisivo miglioramento della circolazione autostradale lungo la costa adriatica, rendendo piu’ rapidi i collegamenti tra nord e sud del Paese’’.
Nel lotto 3 del tratto Fano-Senigallia le opere più importanti sono l’allargamento a tre corsie, attraverso la realizzazione di ponti, viadotti e sottovia e della bretella nord di Senigallia. L’opera costerà circa 373 milioni. Il finanziamento verrà assicurato dalla concessionaria Autostrade per l’Italia, che può avviare immediatamente alle procedure di appalto. Sono previsti 36 mesi di lavoro dalla data di consegna.
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Turismo: per i Socialisti circuiti si, ma in sinergia
Ottima proposta l’idea della Provincia di creare anche un circuito di rocche, castelli e borghi.
Rimane però difficile, per un territorio come il nostro, identificare un solo comune che non abbia questa caratteristica (perché mancano Mondavio, Apecchio, Sassocorvaro, Gradara, Montemaggiore, Mondolfo, ecc….?) e quindi è abbastanza improbabile creare un circuito con 65/80 località.
Fra le priorità strategiche, noi Socialisti abbiamo messo la necessità di rilanciare il turismo quale risorsa primaria per lo sviluppo economico che consente di salvaguardare, se ben gestito, un modello sociale ed ambientale che tutti ci invidiano
Per raggiungere questo obiettivo, riteniamo che la moltiplicazione di circuiti tematici capaci di rappresentare le eccellenze provinciali, sia stato un percorso utile.
Noi socialisti proponiamo però che si debba andare oltre per due motivi.
Da una parte, si stà evidenziando un pericolo gigantesco: l’autoreferenzialità nella gestione di questi settori e conseguenti iniziative.
E’ un rischio da evitare per non disperdere in mille rivoli le poche risorse a vantaggio di egoismi localistici o ambizioni lobbistiche che favoriscono i pochi a danno della maggioranza e soprattutto impediscono un rilancio forte ed originale dell’offerta turistica in forma integrata.
La via del vino, dell’olio, dell’artigianato, dell’industria d’eccellenza, dei teatri, degli eventi storico-folcloristici, dei parchi naturali, della cultura, delle piccole località con eccellenze, circuiti di trekking, mountain bike, ecc…, ma anche alberghi, campeggi, agriturismi, ristoratori, ecc….
E’ necessario “fare squadra” come dice Ucchielli.
Vi immaginate,però, una squadra fatta di soli portieri o di soli mediani o centravanti. Anche se fossero i migliori del mondo, perderebbero sempre.
Noi sosteniamo che bisogna fare tante squadre (prodotto) che possano giocare in diverse categorie (target e capacità economiche della domanda) mettendo in ognuna di esse il meglio possibile di ogni settore.
Dall’altra parte, questo è il momento di creare le condizioni per “inventare” un nuovo modello con il quale anche i giovani possano cimentarsi con forme imprenditoriali originali e quindi capace di mettere in sinergia le diverse specificità, individuando bene gli obiettivi, puntando sulla qualità e compatibilità ambientale e sociale, coinvolgendo il maggior numero di settori, istituzioni e privati a condizione che tutti si rendono disponibili a partecipare anche economicamente.
Si dice che l’Italia e la nostra Provincia hanno le risorse storico culturali, enogastronomiche, ambientali, ecc… (materie prime non delocalizzabili) in grandissima quantità e qualità, ma tutti sappiamo che stiamo perdendo posizioni nel confronto con le nazioni concorrenti. Perchè?
Il motivo principale è dovuto dal fatto che non riusciamo a proporre e vendere sul mercato della domanda il nostro “prodotto” in modo compiuto perché ognuno si muovo per conto proprio e quindi non in grado di fare “massa critica” per assemblare ed essere incisivi con proposte veramente innovative, suggestive e quindi concorrenziali.
Rapa Bruno
Segretario Partito Socialista - Fano
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Allarme lavoro: occupazione in calo nelle Marche
Occupazione in calo nelle Marche. Arrivano i dati Istat sulle forze lavoro e per la nostra regione si tratta di una vera doccia fredda.
Secondo Confartigianato e Cna che hanno messo a confronto i dati del terzo trimestre 2007 e 2008, siamo di fronte ad una vera e propria emergenza lavoro.
Il tasso di disoccupazione passa dal 2,7 di un anno fa all’attuale 4,5, facendo scendere la nostra regione dal terzo all’ottavo posto fra quelle con la disoccupazione più bassa.
Se fino ad oggi vantavamo un livello di disoccupazione pari alla metà della media nazionale, ormai siamo vicini ai valori nazionali, che si attestano al 6,1%. In crescita rispetto a un anno fa sia la disoccupazione maschile (da 1,6 a 3,4) sia quella femminile (da 4,2 a 6,0).
Contrariamente al passato, però, in questi dodici mesi, la disoccupazione ha colpito più gli uomini che le donne. Su 12mila disoccupati, ben 8mila sono di sesso maschile, facendo salire gli uomini iscritti alle liste di collocamento a 14mila contro 17mila donne.
Complessivamente i disoccupati marchigiani passano da 19 a 31mila. Più che raddoppiato anche il numero di coloro che sono in cerca del loro primo lavoro: da 3 a 8mila.
In ogni caso, a confermare, secondo le associazioni artigiane, una tradizione fortemente manifatturiera, gli occupati nell’industria passano da 251mila a 265mila (+ 15mila).
Le associazioni artigiane mettono infatti in evidenza, nella loro analisi, come in dodici mesi siano aumentati i lavoratori autonomi, saliti da 157 a 165mila (+ 8mila) mentre il lavoro dipendente perde 30mila addetti e scende da 514mila a 484mila occupati. Tra questi gli artigiani sono più di 52mila ed hanno alle loro dipendenze 80mila addetti.
Secondo Confartigianato e Cna che hanno messo a confronto i dati del terzo trimestre 2007 e 2008, siamo di fronte ad una vera e propria emergenza lavoro.
Il tasso di disoccupazione passa dal 2,7 di un anno fa all’attuale 4,5, facendo scendere la nostra regione dal terzo all’ottavo posto fra quelle con la disoccupazione più bassa.
Se fino ad oggi vantavamo un livello di disoccupazione pari alla metà della media nazionale, ormai siamo vicini ai valori nazionali, che si attestano al 6,1%. In crescita rispetto a un anno fa sia la disoccupazione maschile (da 1,6 a 3,4) sia quella femminile (da 4,2 a 6,0).
Contrariamente al passato, però, in questi dodici mesi, la disoccupazione ha colpito più gli uomini che le donne. Su 12mila disoccupati, ben 8mila sono di sesso maschile, facendo salire gli uomini iscritti alle liste di collocamento a 14mila contro 17mila donne.
Complessivamente i disoccupati marchigiani passano da 19 a 31mila. Più che raddoppiato anche il numero di coloro che sono in cerca del loro primo lavoro: da 3 a 8mila.
In ogni caso, a confermare, secondo le associazioni artigiane, una tradizione fortemente manifatturiera, gli occupati nell’industria passano da 251mila a 265mila (+ 15mila).
Le associazioni artigiane mettono infatti in evidenza, nella loro analisi, come in dodici mesi siano aumentati i lavoratori autonomi, saliti da 157 a 165mila (+ 8mila) mentre il lavoro dipendente perde 30mila addetti e scende da 514mila a 484mila occupati. Tra questi gli artigiani sono più di 52mila ed hanno alle loro dipendenze 80mila addetti.
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Carta dei diritti e delle proposte dei comitati pesaresi
COORDINAMENTO PROVINCIALE DEI COMITATI PESARESI
www.comitatinrete.it -- segreteria@comitatinrete.it
PUOI ANCHE NON OCCUPARTI DI POLITICA, LA POLITICA SI OCCUPERA' COMUNQUE DI TE.
John F. Kennedy, Presidente degli Stati Uniti 1960-1963
Gli amministratori devono avere le idee chiare: o con i cittadini, in difesa dei loro diritti, o a tutela degli interessi politico-affaristici.
Carta dei diritti e delle rivendicazioni del territorio a cura del Coordinamento provinciale dei comitati Provincia di Pesaro e Urbino
Prima stesura, "work in progress".
Presentazione: Pesaro, Sabato 13 dicembre 2008.
Coordinamento dei Comitati a Difesa delle Valli Metauro, Cesano e Candigliano
Comitato Ridateci la Vita -- Carrara di Fano
Comitato tutela della salute, territorio e problemi socio-culturali - San Costanzo
Comitato Bellaria di Acqualagna
Comitato NO Tubo - Apecchio, Borgopace e Mercatello
Coordinamento dei cittadini contro la cava del Bifolco di Bellisio Solfare -Pergola
Comitato Val Cesano- Fratterosa
Comitato PRO-Schieppe - Orciano di Pesaro
CITAS - Barchi
Metauro Nostro - Montefelcino
Laboratorio Nuove Resistenze - Pesaro
Club Amici di Asdrubale - Montemaggiore al Metauro.
Segreteria organizzativa: segreteria@comitatinrete.it - http://www.comitatinrete.it
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Introduzione
Tra i pilastri su cui si fonda una democrazia, il controllo degli eletti da parte degli elettori, la trasparenza dell'operato degli eletti e la partecipazione dei cittadini all'elaborazione di atti tesi al perseguimento del bene comune, sono tra i più importanti. In più occasioni nel nostro territorio la trasparenza è venuta meno e questo ha dato origine a numerosi casi in cui il cittadino ha dovuto difendersi anche in sede giudiziaria da scelte, progetti, risoluzioni pensate e assunte nel chiuso delle "stanze del potere", senza la opportuna pubblicità e partecipazione. In altre parole, si è verificato che addomesticate applicazioni delle leggi hanno convinto numerose comunità a riunirsi in comitati ed associazioni, per far sentire la propria voce e per pretendere il giusto rispetto dei propri diritti, primo di tutti quello alla salute. Si è consumata così una frattura tra una casta politica insensibile e scollegata dal territorio, che avrebbe dovuto rappresentare, e la cittadinanza. E risulta quantomeno singolare la pretesa che vede la politica impotente di fronte agli atti della macchina amministrativa. La "riforma Bassanini", se da un lato responsabilizza la componente tecnico-amministrativa, dall'altro non esenta la parte politica dalla verifica delle strategie, dalla vigilanza e dal controllo sull'operato della burocrazia. Se ciò non fosse, le istituzioni verrebbero svilite e private dei compiti e delle responsabilità proprie delle posizione di chi dovrebbe rappresentare la volontà popolare. Nell'organizzazione di uno Stato la legge stabilisce un obiettivo e le modalità per conseguirlo. Merito e metodo sono i suoi elementi essenziali. Mentre il merito indica la finalità, il metodo fissa controlli, vagli, investigazioni e tempi per garantire che la norma non violi alcuno dei principi costituzionali. Questo che dovrebbe essere pacifico e condiviso non lo è e non lo è stato. Noi pretendiamo che lo sia. Ci sono stati progetti che, pur afferenti la vita di alcune e definite comunità, sono stati avviati senza la doverosa ed onesta informazione dei diretti interessati cioè dei cittadini. E la politica ha reagito con insofferenza alle democratiche e costituzionali richieste dei cittadini dimostrando un dirigismo ed una lontananza proprie di altre società a noi aliene. Esistono temi come quelli dell'ambiente in generale e dell'energia, dei rifiuti e dell'acqua in particolare che, in quanto relativi al futuro delle prossime generazioni, ai beni collettivi ed al bene supremo della salute, non possono prescindere da assidui momenti di confronto e dalla partecipazione responsabile alle decisioni. Su questi principi vogliamo basare la civile convivenza di questo territorio. Da troppo tempo la politica ha dimenticato di vivere nella "polis" e proprio per questo il documento che presentiamo vuol essere un invito ed un richiesta: un invito a tutti a partecipare alla creazione di un nuovo dibattito sugli elementi concreti della politica, primo fra tutti la gestione dei beni comuni, ed una richiesta a chi intende candidarsi affinché si confronti nei fatti con questi contenuti. Abbiamo redatto il documento dopo gli incontri frequenti e affollati di questi anni, momenti in cui l'intervento dei cittadini ha dato conto dell'operato volontario per la risoluzione delle problematiche cui ogni comitato si dedica. Abbiamo riunito e confrontato così la nostra esperienza e le nostre opinioni, infine, dopo il lavoro di anni, con la nascita ufficiale di un Coordinamento provinciale il 20 settembre 2008. Perciò riteniamo, razionalmente e modestamente, che questa CARTA COMUNE dei diritti e delle rivendicazioni del territorio rappresenterà uno strumento utile alla riflessione ed al confronto da qui in poi.
La CARTA è suddivisa nei seguenti punti:
- Rifiuti
- Acqua
- Energia
- Nocività e principio di precauzione
- Urbanizzazione, insediamenti industriali nocivi, vincoli paesaggistici e gestione sostenibile del territorio
- Rivendicazioni: definizione delle vertenze in corso.
Pag. 2
Rifiuti
E' tempo che la politica riconosca che quello della gestione dei rifiuti è un problema che ha ormai creato ovunque un'emergenza. E che quindi va affrontato con la chiamata all'impegno della intera società civile. Basta pertanto con gli obiettivi parziali e l'inseguimento retorico di traguardi che si allontanano nel tempo!
La politica di gestione per far tendere a zero la produzione dei rifiuti non può esimere dall'applicazione della "Regola delle 4 R" prevista dalla normativa europea: Riduzione a monte, Recupero, Riciclo, Riuso.
Ma questa politica necessita, per essere attuata concretamente, della creazione di una FILIERA che coinvolga l'impegno pubblico, l'imprenditoria privata, la responsabilità dei cittadini.
Dalla progettazione industriale, attraverso l'abbattimento della quantità dei rifiuti industriali (i quali, ricordiamo, sono i 3/4 dei rifiuti prodotti), sino alla creazione di nuovi posti di lavoro con la filiera del riciclo e del recupero di materia prima-seconda. Filiera per la quale la carenza di impianti sul territorio pone da sola un drastico giudizio sulla lungimiranza e sulla volontà dei nostri amministratori!
Grande attenzione meritano gli odierni bacini di discarica. Un'indagine recente ha raccolto i dati di tre anni (di cui l'ultimo è il 2006) riguardanti la raccolta dei rifiuti nella Provincia di Pesaro e Urbino. I dati resi disponibili dagli uffici provinciali sono risultati largamente insufficienti a far percepire in che misura i sei bacini di discarica abbiano ricevuto rifiuti provenienti dal solo ambito provinciale e da ambiti esterni e a far comprendere la loro evoluzione nel tempo, soprattutto, in relazione alle dinamiche di reddito e di censimento della popolazione nei vari anni.
Il dato più preoccupante registrato è la stima delle capacità di esaurimento così riassumibili
- Ca' Asprete (Pesaro) 180.000 mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2009 ma adeguamento in corso
- Ca' Lucio (Urbania) 121.000 mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2012
- Ca' Guglielmo (Cagli) 38.000 mc all'esaurimento, stimato all'inizio del 2009
- Ca Mascio (Montecalvo in Foglia) 142.132 (al 01.01.08) mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2010
- Ca'Rafaneto (Barchi) 48.000 mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2009
- Monteschiantello (Fano), dopo piano di adeguamento, 820.000 mc all'esaurimento, stimato alla fine del 2018
I dati di cui sopra (con l'eccezione di Monteschiantello e di Ca'Asprete) sono ancora più preoccupanti se relazionati alla percentuale media di raccolta differenziata conseguita finora al livello provinciale, pari al 20- 21 %, ed all'assenza, a tutt'oggi, di un adeguato mercato del riciclato in ambito provinciale.
In particolare, se nella provincia fosse stata raggiunta una percentuale di raccolta differenziata e di riciclaggio del 45 %, cosa del tutto plausibile visto che le discariche sono state impiantate ben 24 anni fa, avremmo avuto la capacità di esaurimento totale prolungata di almento 4-5 anni rispetto alle stime attuali.
Il punto critico sembra essere individuato nei bacini di discarica dei Comuni minori. Il collasso di questi ultimi è stato inoltre determinato dall'importazione di rifiuti da altri bacini, traffici parzialmente messi in evidenza anche dalle recenti inchieste giudiziarie.
Il modello attuale di gestione dei rifiuti, imperniato su due multi-utility nei Comuni di Pesaro e Fano (pur avendo la seconda una natura esclusivamente locale) svantaggia in termini di servizio proprio i Comuni minori, i quali richiedono al gestore prestazioni più evolute di raccolta differenziata e subiscono un consistente aumento di tariffe da parte delle multiutility. Peraltro, tali gestori, operando in area vasta, sprecano energia per effetto delle distanze da coprire per raccogliere il differenziato e conferirlo ai centri di riciclaggio e compostaggio. Emblematica al riguardo è la gestione della sostanza organica (Cd. umido) nella Provincia di Pesaro e Urbino, conferita obbligatoriamente o all'impianto di Ca' Lucio (Urbania) o in Emilia Romagna.
Pag. 3
Per una politica dei rifiuti corretta ed efficiente:
1) Pubblicità dei dati e trasparenza nella informazione in modo che il cittadino sia reso edotto in tempo reale sulla situazione delle discariche e della gestione dei rifiuti differenziati. A livello sia provinciale che regionale, riaffermazione della possibilità per i comitati e le associazioni di partecipare alle consultazioni per le Verifiche Ambientali Strategiche previste dalla comunità europea.
2) Rivalutazione dell'istituto del consorzio tra Comuni di ambito simile (ATCO = Ambito Territoriale Consortile Ottimale) in modo da favorire una filiera idonea a garantire il recupero ed il riciclo del materiale al minor costo ambientale possibile, anche per favorire l'economia locale. Per le nostre realtà, si suggerisce un ambito compreso fra i 70mila e i 120mila abitanti, in modo da garantire efficienza, controllo del servizio e riduzione del costo dei trasporti.
3) Forti investimenti pubblici in impianti speciali operanti sul principio della separazione a freddo, onde produrre direttamente la materia prima-seconda a partire dal primo riciclato grezzo, e l'impegno a creare centri di compostaggio dislocati sul territorio in modo da abbattere le distanze e favorire il reimpiego della frazione umida dei rifiuti.
4) L'impegno a impedire la costruzione di inceneritori di rifiuti -- anche quando pretestuosamente definiti "termovalorizzatori" - o la localizzazione di impianti in grado di produrre e bruciare Cdr -- Combustibile da rifiuti.
5) Il lancio, sul modello dell'appello del comune di Capannori1, di una campagna che coinvolga tutte le amministrazioni per il raggiungimento del 75% di raccolta differenziata porta a porta entro il 2012. Il coinvolgimento dei cittadini ad affiancare il servizio pubblico, in cambio di incentivi reali volti ad abbassare le tariffe.
6) Favorire, anche a livello politico nazionale, l'avvio di un processo di consapevolezza che porti ad una moratoria sull'incenerimento dei rifiuti ed alla restituzione dei contributi Cip 6, maltolti in questi anni agli utenti dell'energia elettrica per privilegiare l'incenerimento.
7) L'incentivazione, anche attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro ed il volontariato, dei servizi di vigilanza e prevenzione in tema di abbandono di rifiuti e smaltimento di questi, in modo da contribuire radicalmente alla salubrità dell'ambiente.
8) Il passaggio rapido in tutti i Comuni da Tarsu e Tariffa di igiene ambientale puntuale, con strumenti di verifica da parte dei cittadini.
9) Politiche generali in tutti i Comuni volte a ridurre drasticamente il quantitativo di imballaggi e l'incentivazione immediata in ogni punto vendita della possibilità di acquistare materiali sfusi o alla spina in propri contenitori riusabili.
10) La bonifica dei siti inquinati quali il sito Agroter, il sito di Carrara, e quelli che necessitano di verifiche ed accertamenti ambientali, nonché la verifica dello stato di attuazione dei programmi di gestione postcoltivazione delle discariche provinciali.
11) Controllo degli accantonamenti per il "post-mortem" delle discarica con evidenza delle garanzie accessorie obbligatorie per legge e finalizzate ad un ripristino ambientale dei siti discarica.
1 http://it.youtube.com/watch?v=Y8GuPm8zeY
http://www.comitatinrete.it/APPELLORIFIUTIZERO.pdf
http://www.dirittoalfuturo.it
Pag. 4
Energia
Le attuali politiche energetiche, in ambito provinciale e regionale, sono caratterizzate dalla riproposizione tout court dei modelli operativi impiantistici proposti agli amministratori dai vari potentati economici correlati col potere centrale e periferico. Il tanto decantato PEAR -- Piano Energetico Ambientale Regionale altro non è che un mero "esercizio di stile letterario": prevede tutto ed il contrario di tutto, tanto che non v'è progetto che non risulti celebrato come ne fosse l'attuazione. Il Piano Energetico della Provincia di Pesaro e Urbino risulta obbiettivamente privo di reale operatività. Occorre invece rivolgersi a modelli di micro ed auto produzione (Solare termico e fotovoltaico, eolico autosospeso, idroelettrico, geotermico), che evitino la necessità di costruzione di centrali inquinanti, il costo ed il dispendio dei trasporti e del trasferimento dell'energia, l'assoggettamento a centri finanziari ed industriali di controllo e vendita dell'energia.
Pochi cittadini, quindi pochi amministratori, conoscono il significato del principio dell'entropia, pochissimi il significato del parametro EROEI, solo gli appassionati e gli specialisti conoscono il concetto einsteiniano della sostanziale identità tra massa ed energia, oppure, significativo nel caso degli inceneritori e delle centrali a carbone o ad olii combustibili, del principio del Lavoisier per il quale, visto che "nulla si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma", è altamente improbabile che i materiali combusti scompaiano nel nulla tramite la combustione, ed è invece certo che si trasformino in gas tossici, nanopolveri e ceneri tossiche destinate a discariche speciali.
Le politiche degli incentivi sono indirizzate, ovviamente, verso questi modelli dominanti. Significativa la nascita dei CIP 6, gli incentivi copiosamente elargiti a società di comodo che non possiedono neppure i mezzi - né capitali, né know-how - necessari a dispiegare un'operatività reale nel campo della produzione dell'energia. Emblematiche infine le politiche incentivanti a favore del modello attuale imperniato sulla multi-utility ibrida pubblico-privato, di fatto monopolista in un campo territoriale limitato, che non gareggia, ma vive su contratti di servizio pluriennali che le derivano ancora dal precedente modello delle municipalizzate. Di fatto un modello che contraddice in tutto il decantato "modello marchigiano". In questo modo le risorse finanziarie necessarie alla ricerca vengono dirottate verso impieghi largamente improduttivi, senza minimamente poter sperare di sviluppare nuove tecnologie basate su fonti effettivamente rinnovabili ad alto ritorno energetico (EROEI).
Pag. 5
Proposte operative per le politiche energetiche:
1. Implementare concretamente il risparmio energetico, anche mediante incentivi ai cittadini che risparmiano energia (termica, elettrica, idrica), e promuovere in prospettiva il modello denominato IED (Isola Energetica Diffusa) dove non esiste gestore monopolista. Ricostituire il ruolo primario dell'agricoltura locale incentivando altresì la divulgazione del modello del Gruppi di Acquisto a chilometro zero.
2. Incentivare nel trasporto locale l'uso di mezzi a basso consumo ed aumentare l'investimento nel settore del trasporto pubblico.
3. Indirizzare gli incentivi verso impianti di micro ed auto-produzione ad alto ritorno energetico (ENERGY RETOURN ON ENERGY INVESTED ovvero EROEI ) per un valore almeno pari a 40-50 e bocciare, senza mezzi termini, impianti e tecnologie di valore inferiore. Questo obbiettivo esclude dalle tecnologie accettabili tutti i processi di incenerimento anche quando pretestuosamente definiti di termovalorizzazione.
4. Destinare l'uso delle biomasse ad un ruolo effettivamente complementare all'agricoltura che preveda l'utilizzo della sostanza organica come ammendante. L'eventuale pre-sfruttamento a fini energetici dovrà avvalersi di sistemi a freddo quali la digestione anaerobica per la produzione di biogas e dovrà assicurare agli agricoltori l'incentivo diretto dei certificati verdi.
5. I modelli incentivanti rappresentati presuppongono, a medio termine, il concetto di superamento del monopolio delle ex Municipalizzate e in prospettiva l'obbiettivo di ri-pubblicizzare le risorse primarie.
6. I modelli di cui sopra portano inevitabilmente a bocciare l'opzione nucleare, energia tipica del gestore monopolista ed accentratore, in quanto procedimento tecnologico costoso e pericoloso non tanto per gli incidenti registrati statisticamente (Rapporto Rasmussen) , quanto per l'impossibilità di sostenerne in termini ambientali e di sicurezza sia l'attività che il confinamento delle scorie radioattive, in virtù del lungo tempo di decadimento.
7. Incoraggiare la concessione del "diritto di superficie" a fini di sfruttamento delle superfici del plesso immobiliare a disposizione della Pubblica Amministrazione per la produzione di energia rinnovabile.
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Acqua
Per una valutazione delle risorse idriche e della loro gestione
In considerazione della situazione climatica attuale, tendente all'aridità, è opportuno fare un bilancio tra risorse e fabbisogni, cercando di utilizzare prevalentemente le risorse rinnovabili e destinando quantità e qualità in funzione di usi specifici appropriati; tra questi è preminente per importanza quello idro-potabile, per il quale sono particolarmente vocate le acque sotterranee. Il calcolo dei fabbisogni è più semplice di quello delle risorse. Per valutare e conseguentemente gestire le risorse idriche bisogna conoscere la quantità delle acque superficiali e sotterranee e la loro distribuzione nello spazio e nel tempo. Per la valutazione delle risorse sono necessarie misure ripetute con opportuna frequenza per un numero sufficiente di anni, congruente con le anomalie idrologiche, metereologiche e climatiche, a cui il territorio è soggetto. Le misure riguardano precipitazioni, temperature, portata dei fiumi e delle sorgenti, livelli statici dei pozzi, i caratteri idrodinamici dei fiumi e degli acquiferi e contemporaneamente analisi dei parametri di qualità dell'acqua. Con le misure di tipo fisico e qualitativo sopra citate sarà possibile stimare le risorse rinnovabili e conseguentemente prendere decisioni logiche e ponderate non in emergenza, ma in fase preventiva, agendo sulle cause e non sugli effetti, ottenendo in tal modo un risultato efficace con risparmio economico, servizio garantito e salvaguardia dell'ambiente. Per impostare correttamente qualunque piano regolatore ed urbanistico e/o di settore è necessario conoscere preventivamente il bilancio risorse-fabbisogni. Dobbiamo constatare che, nonostante la costruzione di carrozzoni tipo AATO (Ambiti territoriali), nulla è stato fatto ai fini del monitoraggio e della reale programmazione. La privatizzazione dell'acqua determinata dall'affidamento del servizio, che ha condotto a multiutility quali Marche Multiservizi spa, ha comportato forti aumenti dei costi e decadimento della qualità dei servizi e del controllo di qualità, mancati investimenti nella ristrutturazione delle reti, speculazione sulla fatturazione che è passata da annuale a bimestrale con relativo aumento dei costi, mancati investimenti negli impianti di trattamento igienico-sanitario. Tale politica ha svantaggiato tutti i cittadini, ma soprattutto quelli dell'entroterra.
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Per un miglior utilizzo del BENE PUBBLICO ACQUA:
1. Il bene acqua va gestito in forma consortile e pubblica, in ambito ottimale ed evitando utilizzi irrazionali. Le Marche captano acqua dalle dorsali appenniniche tranne la Provincia di Pesaro e Urbino che utilizza per l'80% le acque correnti del fiume Metauro. E' difficile capire perché nella Provincia di Pesaro e Urbino si sia deciso di potabilizzare l'acqua del fiume quando la risorsa di acque sotterranee di ottima qualità era ed è di facile accesso. E' assurdo utilizzare l'acqua oligominerale del pozzo Burano ed immetterla nel fiume per inquinarla e poi potabilizzarla più a valle.
2. E' urgente che sia ripristinata la massima capacità d'invaso delle dighe esistenti attuando l'asportazione dei sedimenti attuali. Tale azione di "pulizia" sarebbe utile sia per la produzione di energia elettrica che per la laminazione delle piene.
3. E' opportuno incentivare ad uso irriguo i laghetti collinari, realizzati e gestiti in modo corretto.
4. Già la legge 183/89 "DIFESA DEL SUOLO" prescriveva di prendere in considerazione il reticolo idrografico dell'intero bacino, poiché l'erosione è legata al livello base. Perciò diventano poco efficaci interventi alla foce senza prendere in considerazione la rete idrografica minore del bacino a monte. I fossi non gestiti ed i boschi abbandonati e non ripuliti tendono a formare dighe effimere, che rompendosi in successione durante eventi estremi provocano onde di piena improvvise e rapide di notevole altezza con grossi danni a valle.
5. La normativa comunitaria - a cominciare dalla Carta europea dell'acqua, approvata il 16 maggio 1968 dal Consiglio d'Europa per arrivare alla Direttiva sulla qualità delle acque 98/83/CE e alla Direttiva 60/2000/CE intesa a creare un quadro di azione comune in materia di acque - ha manifestato nel tempo una crescente consapevolezza della limitata disponibilità idrica e, per l'effetto, ha manifestato un maggiore interesse per la protezione delle acque.
6. Ulteriori risorse a acque superficiali potrebbero provenire da efficiente depurazione, per cui sarebbe opportuno un controllo continuo dei depuratori.
7. Per gli utilizzi opportuni varrebbe la pena impiegare acque di ricircolo e di utilizzo delle acque reflue. La soluzione del problema idrico va ricercata nell'integrazione tra i vari tipi di risorse (sotterranee, superficiali, di recupero, di ricircolo) nell'utilizzo appropriato della risorsa in funzione della qualità, nella diminuzione delle perdite e nel risparmio.
8. Occorre incentivare sistemi di irrigazione a basso consumo.
9. Vanno revisionate le opere di presa, e riviste le reti di distribuzione in modo da consentire lo sfruttamento razionale e locale della risorsa. Il cattivo stato di salute delle reti di distribuzione è responsabile di grandi perdite che superano il 30%.
10. Per contrastare il cattivo uso e l'abuso nella gestione delle acque e per la riappropriazione dei diritti dei cittadini è aperta una vertenza provinciale sulla gestione delle acque allo scopo di ottenerne la ripublicizzazione. Di particolare rilevanza nella vertenza è il recupero delle somme indebitamente introitate dagli enti gestori, per quel che riguarda la componente di costo della depurazione. Ciò è stato sancito da vari Tribunali e dalla Corte Costituzionale e di tali somme, tramite procedimenti legali, sarà richiesta la restituzione. Nel frattempo, di fronte a quella che è una palese violazione dei criteri di affidamento del servizio idrico integrato, chiediamo ai Sindaci ed ai Candidati:
- La verifica dei costi sostenuti dai Comuni per il conferimento del servizio idrico integrato.
- La convocazione delle assemblee dei soci delle multi-utility al fine di verificare l'operato degli amministratori.
- Di sostenere la risoluzione del contratto di concessione per colpa grave e danno.
- In via cautelare, sollecitiamo i Sindaci in carica di limitarsi alla proroga delle concessioni che scadono il 31-12-2008, escludendone il rinnovo.
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Nocività e principio di precauzione
Pesticidi, amianto, combustione delle plastiche
Pesticidi - I centri abitati sono spesso lambiti da terreni coltivati che giungono a confine delle abitazioni e delle relative pertinenze. Nelle frazioni, talvolta, tali terreni sono interposti alle abitazioni, tanto da avere destinazione urbanistica residenziale di completamento o ampliamento. Le tecniche di coltivazione più recenti e l'industrializzazione dell'agricoltura, applicate alla coltivazione di dette aree, comportano l'impiego massiccio di trattamenti chimici con pesticidi e antiparassitari di sintesi; la pratica della cosiddetta "semina su sodo" richiede un trattamento con prodotti disseccanti, l'impiego di semi conciati con antiparassitari e numerosi trattamenti con pesticidi, erbicidi, ecc. La coltivazione dei terreni nei centri abitati con le tecniche descritte determina l'esposizione massiccia e prolungata alle sostanze chimiche irrorate dei residenti, delle eventuali colture (Ortaggi e frutta) coltivate a livello familiare in orti e giardini, con pregiudizio per la salute e per la qualità della vita.
Tali circostanze sono state approfondite con la consulenza della Dott.ssa Patrizia Gentilini, onco-ematologa referente dell'Associazione ISDE Italia, e della copiosa documentazione scientifica sulla pericolosità dei pesticidi per la salute umana:
- "Gli effetti cancerogeni dei pesticidi". E' apparso sul numero 53, ottobre 2007 della rivista canadese Canadian Family Physician, la rivista dei medici di famiglia canadesi. E' stato riscontrato che la maggior parte degli studi segnalava coincidenza tra esposizione a pesticidi e linfoma non Hodgkin e leucemia. Il cancro al cervello e quello alla prostata sono risultati i tipi di tumore più frequente fra i tumori solidi rilevati in persone esposte a pesticidi .
- "Tossicità dei pesticidi e sviluppo del cervello" è apparso sulla rivista specialistica americana MiniRewiew nell'agosto 2007. In esso si prende in esame la tossicità sia di pesticidi composti da "organoclorine", usati contro la malaria, che da "organofosfati", usati in agricoltura e nelle abitazioni. La ricerca "La potenziale tossicità per lo sviluppo dei pesticidi usati in Europa" è apparsa sulla rivista Environmental Health nell'agosto 2008, e documenta la neurotossicità dei pesticidi usati per l'abbattimento degli insetti indesiderati, delle erbe indesiderate e dei funghi nelle colture. Questi pesticidi quindi sono pericolosi anche per lo sviluppo del sistema nervoso degli umani. Tra questo pesticidi, ai quali attualmente non è richiesto un test di neuro-tossicità, sono inclusi i piretroidi e gli organofostati. Molti di questi possono causare danni neurologici irreversibili.
- La rivista internazionale di medicina del lavoro e dell'ambiente OEM, nel settembre 2008, ha pubblicato lo studio sul tema "Gli effetti di PCB, p,p9-DDT, p,p9-DDE, HCB e b-HCH sulla funzionalità tiroidea dei bambini in età prescolare". Lo studio, svolto in Spagna, ha documentato il legame tra funzionalità tiroidea (e sviluppo del cervello) e contaminazione da pesticidi.
Con la collaborazione del Dott. David Fiacchini, biologo, è stato inoltre accertato che il Glyphosate, avente come principio attivo il flazasulfuron, noto come erbicida totale (non selettivo) -- comunemente definito disseccante - è stato associato a numerosi di problemi di salute ed ecologici (Cox, 1993). Può infatti danneggiare il sistema digestivo ed i polmoni e può essere la causa della morte in esseri umani esposti (Cox,1993, Sawada et al., 1988; Tominack, 1991; Talbot, 1991). L'ingestione di Glyphosate ha interessato la ghiandola ed i reni pituitari ed ha causato lo sviluppo anormale dell'osso e pesi diminuiti di nascita negli animali da laboratorio (Cox 1993:4, citante gli Stati Uniti EPA 1986). Studi scientifici hanno dimostrato il nesso tra l'esposizione ai veleni chimici sparsi nei campi, negli orti, nei giardini e lungo le strade, con il morbo di Parkinson.
Le proposte operative:
E' opportuno che nei regolamenti di POLIZIA URBANA e di POLIZIA RURALE sia inserito il divieto di trattare terreni e culture, all'interno ed in prossimità di centri abitati ed edifici residenziali, con diserbanti, antiparassitari e fertilizzanti diversi da quelli ammessi dai protocolli per le coltivazioni agricole di tipo biologico.
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Amianto - Gli effetti patogeni e cancerogeni dell'amianto persisteranno ancora a lungo nel tempo, 10-20 anni. Sotto il profilo ambientale, si notano ritardi e sottovalutazioni. In passato, questa sottovalutazione era dovuta alla sostanziale subordinazione agli interessi economici e, in particolare, ai profitti di alcune grandi multinazionali, che malgrado i danni provocati, continuano ancora ad operare. Ma si è fatto troppo poco anche dopo la conquista della legge 257/92, che ha messo al bando l'amianto in Italia, legge costruita dal basso, è bene ricordare, mediante una lunga lotta sindacale, l'iniziativa delle associazioni degli esposti delle vittime e dei familiari, la lunga battaglia di alcuni territori colpiti in modo gravissimo, da vere e proprie stragi di lavoratori e cittadini, e di una parte dei servizi territoriali di prevenzione, e di prevenzione del servizio sanitario nazionale, cioè gruppi notevoli di medici, che si sono attivati.
La legge, e i suoi decreti attuativi, è sicuramente una delle più avanzate ed organiche nel panorama internazionale, nonostante alcuni limiti e contraddizioni pur presenti. La conferenza nazionale di Tor Vergata, del '99, è stato un momento molto importante ed impegnativo di verifica e di rilancio delle iniziative. Sostanzialmente non sono seguite efficaci politiche di intervento.
Pertanto, oggi dobbiamo ancora fare i conti con una diffusione, per quanto riguarda il fibrocemento, di circa 30 milioni di tonnellate di materiale contenente amianto sul territorio nazionale.
Questo ritardo deve essere recuperato, assumendo le bonifiche dall'amianto tra le priorità delle politiche nazionali e regionali, destinando ad esse le indispensabili risorse, intervenendo nei fondi che, fino ad oggi, hanno ostacolato una sollecita fuoriuscita dal problema.
Le proposte operative:
1. Fermo restando che gli oneri delle bonifiche devono ricadere sui soggetti responsabili dell'inquinamento e fermo restando che la rimozione dei manufatti contenenti amianto è obbligo dei proprietari, è comunque indispensabile promuovere iniziative di incentivo e di sostegno.
2. Destinare risorse, attualmente del tutto irrisorie, per i piani di bonifica; ulteriori incentivi fiscali in favore dei privati per i lavori di bonifica; prevedere contributi finanziari specifici per i Comuni che organizzano la raccolta delle piccole quantità a favore dei cittadini.
3. Censire la presenza di amianto, adoperando con assiduità le forze delle polizie municipali e delle guardie ecologiche. Rafforzare il sistema dei controlli e delle sanzioni.
4. Completare le bonifiche degli edifici pubblici e comunque ad uso collettivo. Informare e coinvolgere i cittadini, e le loro organizzazioni sindacali e ambientali delle vittime, delle imprese e di altre istituzioni interessate, allo scopo di promuovere le necessarie iniziative di collaborazione e di convenzioni funzionali all'attuazione dei piani territoriali, anche al fine di controllo sociale.
5. Promuovere ed attivare servizi territoriali per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti di amianto, con apposite convenzioni, anche con le associazioni di categoria, per abbattere i costi e le speculazioni dilaganti, prevedendo appositi tariffari per la rimozione, il trasporto e lo smaltimento.
6. Sia per quello che riguarda l'uso dei pesticidi, che il censimento e la rimozione dei manufatti in amianto, che per quanto riguarda la combustione delle plastiche e dei materiali contenenti cloro e quindi la dispersione in atmosfera di diossina, chiediamo che i Sindaci si impegnino a diffondere informazioni, anche tramite opuscoli e iniziative pubbliche, atti a informare la cittadinanza dei danni per la salute di questi materiali e di comportamenti nocivi. Che si impegnino altresì, richiamandosi al principio di precauzione sancito dalla comunità europea, a inserire nei regolamenti comunali norme che limitino i danni e impongano la vigilanza (dispersione di pesticidi e disseccanti su terreni e nell'atmosfera, non rimozione a norma di legge di manufatti in amianto o non rimozione di manufatti usurati, combustione di plastiche a cielo aperto o in camini).
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Urbanizzazione, insediamenti industriali nocivi, vincoli paesaggistici, gestione sostenibile del territorio
La pianificazione territoriale è evidentemente asservita alla speculazione urbanistica, edilizia ed estrattiva promossa ed attuata, sovente, con la complicità delle amministrazioni. Manca pertanto una pianificazione concreta e sostenibile e gli strumenti di pianificazione territoriale sono relegati al ruolo di meri adempimenti burocratici, spesso stereotipati, finalizzati al perseguimento di obbiettivi economici e speculativi. Le esigenze finanziarie degli enti locali hanno portato infatti questi ultimi ad assecondare e favorire uno sfruttamento del territorio senza precedenti, avulso da ogni criterio di sostenibilità ed estraneo alle reali esigenze delle comunità amministrate. Le amministrazioni sono responsabili, in molti casi, di aver rimosso, trascurato, travisato ed ignorato gli ostacoli normativi, generalmente attinenti la tutela ambientale e della salute, che avrebbero impedito il recente dissennato "sviluppo". Alla rincorsa del consumo del territorio, per fare cassa, sono stati spesso ignorati i vincoli paesaggistici e ambientali imposti da norme comunitarie, nazionali e regionali, nonché dalla logica e da ogni principio di buona amministrazione. Le previste valutazioni ambientali (VAS, VIA, Valutazione di incidenza, Giudizio di compatibilità ambientale e rilascio di autorizzazione paesaggistica) sono spesso ridotti a meri adempimenti burocratici privi di significato e incisività. Né le amministrazioni, ma soprattutto i Sindaci in qualità di autorità sanitarie, si sono fatti scrupolo di consentire l'insediamento delle attività nocive di cui al D.M. 05.09.1994 in prossimità di centri abitati, residenze, attività agricole, industriali e artigianali non impattanti, in spregio alle norme vigenti e al principio di prevenzione e precauzione. Tanto è avvenuto con la complicità e la connivenza degli organi consultivi e/o di controllo quali le ASUR e gli uffici dell'ARPAM, responsabili di aver trascurato di verificare gli impatti sul territorio e sui cittadini per limitarsi a confrontare i dati forniti dalle imprese con i parametri di legge. La gestione deve invece essere di tipo sostenibile, ad iniziare dal territorio agricolo, che potrebbe subire profondi cambiamenti nel futuro prossimo. Si tratta di cambiamenti impressi dalla crisi dell'agricoltura così come conosciuta e la possibile disponibilità di estensioni di suoli "marginali" ad esempio per l'afforestazione. Il patrimonio boschivo provinciale che è di gran lunga il maggiore di tutta la regione, è gestito in modo anacronistico e dannoso per i suoli, per la fauna, per il paesaggio, mentre la foresta appenninica (e le eventuali formazioni collinari di nuova costituzione) potrebbe svolgere un ruolo importante sulla questione climatica, dato che una gestione moderna potrebbe sequestrare quantitativi oggettivamente rilevanti di carbonio atmosferico. Il territorio essere considerato una risorsa nella sua interezza e deve essere tutelato e valorizzato, evitandone il consumo indiscriminato asservito esclusivamente ad interessi economici speculativi, promuovendo le produzioni tipiche e di eccellenza (DOC, DOP, IGP), i borghi ed i luoghi di interesse paesaggistico, storico-artistico e culturale,lo sviluppo turistico. La tutela della salute e del territorio, in applicazione del principio di prevenzione e precauzione deve essere alla base delle decisioni inerenti l'insediamento e la localizzazione di industrie nocive e pericolose. I consigli comunali devono riappropriarsi dei processi decisionali che ineriscono l'utilizzo del territorio, processi tanto importanti quanto relegati al ruolo di mero adempimento burocratico in potere di tecnici e funzionari per un'errata, forse comoda, interpretazione della cd. Legge Bassanini. Deve essere rivalorizzato il principio autonomistico dell'ente locale che solidalmente concorre al governo ed allo sviluppo del territorio senza dover subire l'egemonia delle attività di speculazione immobiliare.
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Per una gestione sostenibile ed efficiente del territorio proponiamo:
1. Per tendere ad un'azione della politica di qualità, è opportuno che ad inizio mandato gli amministratori eletti siano formati con corsi di formazione dove apprendere come si realizza un PRG (o un qualsiasi strumento di pianificazione territoriale) e quali ne siano le conseguenze, la materia vincolistica, la localizzazione e la gestione delle attività nocive e i relativi effetti, le procedure e la trasparenza amministrativa, gli statuti comunali, il regolamento edilizio, ecc.
2. L'immediata verifica dello stato di attuazione degli strumenti di pianificazione territoriale, al fine di individuarne le criticità e di verificare l'impatto sul territorio, nonché per accertare la disponibilità di immobili civili ed industriali (sovente inutilizzati) in relazione alle effettive necessità.
3. Procedere, sulla base delle informazioni assunte, alla revisione nel breve termine degli strumenti di pianificazione territoriale, per calibrarne il dimensionamento sulle effettive esigenze delle comunità amministrate anche in relazione alle disponibilità del costruito.
4. La pianificazione territoriale dovrà finalmente assumere carattere sovra comunale a fini di razionalizzazione e di valorizzazione delle caratteristiche e delle peculiarità offerte da ciascuna parte del territorio. Riteniamo, a tal fine, inopportuno e ridicolo localizzare attività industriali particolari (Quali ad esempio la produzione di imbarcazioni a oltre 30 Km. dalla costa) in luoghi e territori evidentemente vocati per produzioni diverse, con evidenti ripercussioni in termini energetici ed ambientali. Riteniamo altresì che il Piano Territoriale di Coordinamento provinciale abbia fallito tali obbiettivi.
5. La verifica e controllo ambientale delle cave dimesse nell'intera provincia.
6. L'adozione di provvedimenti, nei confronti dei responsabili, per il risanamento delle aree compromesse sotto il profilo ambientale e paesaggistico.
7. L'incentivazione e la promozione degli interventi di ristrutturazione e riqualificazione del costruito con priorità rispetto alle nuove costruzioni.
8. La promozione e l'incentivazione delle tecniche di bioedilizia e di efficienza energetica del patrimonio edilizio, sia mediante il ricorso ai sistemi passivi che con l'adozione dei sistemi di micro e auto produzione energetica.
9. Considerato che la stessa provincia di Pesaro e Urbino ha sottolineato nel suo PTC l'inadeguatezza dei sistemi di depurazione dei comuni dell'entroterra, occorrerà prima di approvare grandi trasformazioni urbanistiche, adeguare l'esistente.
10. Attività di controllo presso le varie attività produttive della provincia in modo sistematico e preventivo. Spesso gli stessi comuni non conoscono l'attività, gli impianti e le sostanze che vengono utilizzate. Il fatto stesso di rendere trasparenti le attività aiuta a migliorarsi.
11. Che i Sindaci, in qualità di autorità sanitarie, accertino l'impatto sulla salute e sul territorio delle attività insediate ed adottino i provvedimenti necessari.
12. Gli interventi di rilevante trasformazione del territorio, che possono risultare nocivi per la salute, o lesivi del paesaggio e del patrimonio storico-culturale o per le produzioni d'eccellenza, devono essere discussi ed approvati in sede di consiglio comunale, anche ai fini dell'espressione dei pareri nell'ambito delle conferenze dei servizi da parte dei funzionari delegati. Per tali progetti deve essere garantita dai Sindaci l'effettiva informazione dei cittadini ed il coinvolgimento mediante attività ed iniziative ulteriori rispetto alle banali forme di pubblicità previste dalle disposizioni regionali.
13. La lotta agli abusivismi d'ogni tipo, con una politica di prevenzione e non di adeguamento dell'iter amministrativo in corso di procedimento penale a sanatoria dell'illecito.
14. Agevolare l'attività agricola e di conseguenza mantenere per il futuro il più possibile inalterato il prezioso suolo agricolo.
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Rivendicazioni: definizione delle vertenze in corso
Il Coordinamento provinciale dei comitati pesaresi pone i seguenti obbiettivi
imprescindibili ed inderogabili:
1. Conclusione e definitiva archiviazione dei procedimenti per l'inceneritore di
biomasse di Schieppe di Orciano, con reiezione dell'istanza di Wafer zoo S.r.l.
2. Verifica delle attività insediate a Schieppe di Orciano, adozione dei provvedimenti a tutela dell'ambiente e della salute pubblica, risanamento dell'area
3. Definitiva archiviazione dell'ipotesi di realizzazione dello stabilimento Metalli
Plastificati S.r.l. ad Acqualagna
4. Risanamento e bonifica del sito ex cava Solazzi di Carrara di Fano
5. Fare chiarezza sul traffico illecito dei rifiuti che ha interessato, fra l'altro, le discariche pubbliche di Barchi e Monteschiantello (Fano) ed accertare le relative responsabilità
6. Risanamento e bonifica del sito ex Agroter di Mondavio
7. Revisione del PPAE -- Piano Provinciale per le Attività Estrattive per la zona
di Bellisio Solfare, al fine di impedire l'ampliamento e l'apertura di nuove cave. Reiezione dell'istanza della ditta Guiducci e Pierantoni S.n.c. per l'apertura di nuova cava di Maiolica in loc. Bifolco, nel Comune di Pergola
8. Impedire la realizzazione del gasdotto appenninico nel tratto marchigiano
9. Adozione dei provvedimenti necessari a scongiurare pericolo per la salute dei
cittadini residenti in prossimità della discarica di Monteschiantello;
accertamento del danno arrecato al patrimonio immobiliare privato ed
estensione dell'equo indennizzo già concesso al Comune di San Costanzo a
favore dei cittadini proprietari.
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