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martedì 15 settembre 2009

Provincia: "Questione Centro Italia e tagli alla scuola, si aprano tavoli di confronto con il Governo"


Il Consiglio provinciale rilancia il nodo della crisi economica e vuole tamponare le conseguenze della riforma Gelmini

Non proteste ma proposte. O meglio "tavoli di confronto". È la linea di azione che si è dato il Consiglio provinciale nei confronti del Governo: per arginare i "gravi effetti della crisi economica e la difficile ripresa" del Centro Italia; affinché i tagli al personale della scuola non "devastino il tessuto sociale del nostro territorio"; per sollecitare un "fondo straordinario" che permetta di gestire la secessione della Valmarecchia e gli "alti costi del passaggio non ricadano sulla comunità".



Questioni chiave contenute negli ordini del giorno e negli interventi che hanno animato il dibattito in questa ripresa autunnale dell'attività amministrativa di viale Gramsci che lunedì pomeriggio hanno avuto il via libera dell'assemblea consiliare con votazioni diversificate e "trasversali", oltre gli steccati tra maggioranza e opposizione. Segnale di pragmatismo e voglia di decidere per risolvere i problemi di cittadini e imprese.


Ha lanciato un segnale d'allarme e al tempo stesso ha indicato un binario guida lungo il quale lavorare, il presidente della Provincia Matteo Ricci, sollevando anche in sala Pierangeli la "Questione Centro Italia". Il caso, che ha innescato un dibattito a livello nazionale, è ormai noto: la Lega Nord e il cosiddetto "Partito del Sud" la fanno da padrone nel condizionare le politiche del Governo, mentre il cuore dello Stivale rischia di rimanere inascoltato, schiacciato e quindi penalizzato.


"Si parla tanto di questione settentrionale e questione meridionale, e intanto il Centro Italia corre il serio pericolo di uscire dalla crisi economica con problemi ben più gravi rispetto ad altre zone d'Italia - ha sottolineato Matteo Ricci -. Il problema occupazionale colpisce soprattutto le regioni centrali perché il nostro tessuto economico vive di piccole e medie imprese che hanno risentito pesantemente della difficile congiuntura finanziaria".


Nell'ordine del giorno, presentato dal capogruppo del Pd Domenico Papi, si chiede di aprire "un tavolo di confronto con il Governo su crisi economica, sanità, ripartizione dei fondi europei, infrastrutture (Fano-Grosseto al primo posto), federalismo (che è ancora soltanto un titolo, una scatola vuota, senza risorse concrete)".


Un Centro Italia che non solo si organizza, fa fronte unico, si rimbocca le maniche e rivendica le esigenze dei territori "ma che è anche consapevole della sua funzione di cerniera che unisce l'Italia - ha fatto notare il presidente -. Per questo ci siamo candidati a ospitare, probabilmente a Pergola, una delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia nel 2011".


L'ordine del giorno è stato approvato con 18 sì della maggioranza (Pd, Idv, Rc, SeS), 4 no dei consiglieri del Pdl e 3 astensioni di Lega e Udc. Per Francesca Maria Falcioni (Pdl) infatti "il pericolo di frattura del Paese non esiste, mi sembra una questione inconsistente, la nostra è una delle zone che vanta una buona qualità della vita, dobbiamo pensare a conservarla". Più vicino alla campagna di Ricci il consigliere Giorgio Cancellieri della Lega: "Dobbiamo fare pesare a Roma le nostre proposte e le nostre esigenze in maniera bipartisan. Il federalismo è l'unica strada per unire l'Italia e frenare le spinte secessioniste".


Sempre sulle celebrazioni dell'Unità d'Italia, l'assemblea ha approvato anche il documento presentato dal consigliere Gaetano Vergari (SeS) affinché l'evento sia la "festa civile di tutti gli italiani". I sì sono stati 23 tra maggioranza e minoranza, mentre la Lega ha votato contro (2 consiglieri).


La discussione si è quindi spostata sul riforma scolastica del ministro Gelmini e i tagli al personale degli istituti della provincia, al centro di un ordino del giorno presentato dal capogruppo di Rc Renzo Savelli e da Domenico Papi, capogruppo Pd. Si invita il Governo a "ricondurre i futuri tagli già in programma a livelli accettabili… e tali, comunque, da garantire il diritto allo studio e un buon livello di qualità del sistema educativo" e "ad attivare un serio e aperto confronto sulle azioni da intraprendere per qualificare il sistema scolastico e individuare i provvedimenti organizzativi conseguenti". A chiusura di dibattito è intervenuta l'assessore alla pubblica istruzione Alessia Morani: "La nostra non è un'azione di protesta ma si caratterizza per un invito rivolto al Governo per un confronto sui problemi che stanno vivendo le scuole della provincia. Dal momento che sui tagli sarà difficile che il ministero torni indietro, dobbiamo fare in modo che gli effetti della riforma non siano devastanti per il territorio".


L'odg è stato approvato a maggioranza: si è unito anche il voto a favore del consigliere Marcello Mei dell'Udc.


L'appello per la riapertura del "punto nascita" e dell'emergenza-urgenza ostetrico ginecologica dell'ospedale di Novafeltria è stato espresso da punti di vista politici diversi in merito alle responsabilità della Regione con due ordini del giorno: il primo di minoranza (Roberto Giannotti e Francesca Maria Falcioni del Pdl) e il secondo di maggioranza che hanno offerto al presidente Matteo Ricci di tornare sul problema dei costi della secessione e ribadire che chiederà al Governo un "fondo straordinario" per la gestione del passaggio dei sette comuni dalle Marche alla Romagna.

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