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giovedì 3 giugno 2010

Ville & Castella, il Festival che comincia dove finisce l'asfalto


Nell’anno terzo della ripresa del festival, forti della ritrovata e gradita collaborazione con l’Amministrazione Provinciale, torniamo al programma mammuth, toccando 14 Comuni diversi! Cresciuti tuttavia alla scuola dell’immaginazione, abbiamo osato inserire spettacoli al di là delle nostre possibilità, chiedendovi con ciò di collaborare con il pagamento di un equo biglietto (10 appuntamenti su 23). Maggior spazio è stato concesso al teatro (Voci del tempo, Jamin’à, Ovadia, Ceronetti, Lemming, Ferretti, Tombini, Socìetas), anche se la musica impone la sua originalità. Nell’ordine: musica riciclata, folk mondiale, tarante polifoniche, etno-minimalismo, canto persiano, space-trance music, combat-folk, musica naturale, chitarrismo acustico. L’onore dell’alba dorata va a Mastrini, il pianista che ama fare, come noi, le cose al contrario. Oltre la sveglia pianistica trovate pure un vero concerto per dormire. Due incontri-seminari arricchiscono il cartellone, per passare dalle parole ai fatti. La chiusura è affidata al jazz di un pianista turco, lasciando così la staffetta nelle mani del Fano Jazz Festival.
A parte la serata dedicata a Gigi Meroni (eccezione dovuta, visto il mondiale che ci alita sul collo) con le amate conferenze affrontiamo esplicitamente un tema che, vuoi o non vuoi, ha sempre connotato lo spirito della manifestazione, ovvero, lo “Spirito”, cioè quella dimensione dell’essere che passa attraverso le maglie larghe della scienza numerica per lasciare grandi varchi interpretativi alle religioni, alle filosofie, alle psicologie, alle arti, alle superstizioni, alle new-age. Ville e Castella ha sempre fraternizzato con tutte le tradizioni sapienziali che non derivano dalla logica aristotelica. Le culture indiana, cinese, mesoamericana, sciamanica, celtica, pellerossa, sono diventate oggi così consuete da essere entrate in farmacia, invece i grandi monoteismi annaspano spesso nello sprezzo pregiudiziale. Proviamo a fare un po’ di chiarezza. L’argomento, certo, è enorme, ma non per questo ci inibisce. Ville e Castella non ha pretese cattedratiche, ma curiosità e vocazione divulgativa. Certi discorsi vengono meglio in campagna, lontano da cupole, pagode, minareti e accademie.
Da tempo diciamo che il consumismo autolesionista incardinato sulla trimurti “auto-televisione-centro commerciale” funziona solo numericamente, ma lascia dietro se una scia di depressioni che esplodono ad ogni luna piena. Le nostre scelte sono improntate il quanto più possibile all’ecologismo (cibo biologico, riciclaggio, e quest’anno anche carpooling e bicicletta). Se questa è una moda, beh, vuol dire che è una moda intelligente! Ville e Castella non salverà il mondo, certo, ma cercherà di non essere complice dell’ignavia.
Per gentile concessione dell’etimologia, lo spirito è anche il cuore della comicità – spiritosa, appunto – ed anche il cervello della enologia, il cui prodotto distillato – l’alcool – è popolarmente chiamato “spirito”. Ecco ricomposta tutta l’anima del festival, all’insegna totalizzante dello spirito.
Quindi, tra apocalisse ed ebbra ilarità, buona estate.

Nino Finauri



Il programma della manifestazione è consultabile all'indirizzo www.villecastella.it

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