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giovedì 20 agosto 2009

Marotta, scippo sul lungomare: denunciati due giovani. Cellulari rubati ritrovati dai Carabinieri. A Fano un arresto per minacce


I militari della stazione di Marotta, l’altra sera, hanno scovato e denunciato due pericolosi scippatori.
Si tratta di un 21enne siciliano ma di origini marocchine, B.A.R., e di G.M., 18enne marocchino, entrambi domiciliati a Fano, che avevano scippato della borsetta una 30enne di Mondolfo sul lungomare cittadino.
La refurtiva, anche grazie alla tempestiva reazione della vittima, che ha chiesto l’intervento telefonico dei carabinieri, è stata recuperata subito dopo.
I due pregiudicati sono stati rintracciati dai militari grazie alla descrizione fornita dalla donna e da alcuni testimoni che avevano assistito al fatto.
B.A.R. è stato denunciato anche per resistenza a pubblico ufficiale.
Per entrambi, comunque, le accuse sono di furto con strappo in concorso.

Sempre i militari Marotta hanno denunciato per ricettazione in concorso tra loro tre persone: due donne, delle quali una minorenne ed un ragazzo 16enne.
I tre sono stati trovati in possesso di due telefoni cellulari rubati ad una 24enne del luogo.
I telefoni, del valore complessivo di oltre 500 euro, sono stati recuperati e restituiti dalla legittima proprietaria
.


Nell’ambito dei controlli predisposti dalla Compagnia dei Carabinieri di Fano, guidata dal Capitano Cosimo Giovanni Petese, è stato effettuato un arresto per minacce e resistenza a pubblico ufficiale nei confronti di A.F., 43enne fanese già noto alla giustizia, che nelle vicinanze di un albergo del lungomare Simonetti, in stato di ubriachezza, infastidiva pesantemente i passanti minacciandoli. I militari del Nucleo radiomobile, in transito nei pressi, sono stati fermati da alcune persone che hanno richiesto il loro intervento. Nel corso delle operazioni di identificazione, A.F. ha minacciato i militari tentando di aggredirli. A quel punto è stato bloccato, tratto in arresto e condotto nelle camere di sicurezza del Comando. Nel corso del giudizio per direttissima cui è stato sottoposto, l’uomo è stato poi condannato ad una pena di cinque mesi di reclusione.

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