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martedì 20 luglio 2010

San Lorenzo, Bvb: lavoratori a rischio. Nella Valle del Cesano situazione grave





La crisi economica si fa sentire ancora. Nella vallata del Cesano i segnali di ripresa sono pochi, pochissimi.

Una delle situazioni che preoccupano di più è quella che sta vivendo la Bvb, azienda storica di San Lorenzo in Campo, leader nella componentistica per refrigerazione e condizionamento.

Nell’azienda del gruppo Marcegaglia, che ha il 64% di quote (di cui è proprietaria e amministratrice tra gli altri la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia) e della famiglia Valentini, che ha il 36% di quote, alla fine dell’anno è previsto il trasferimento della produzione di condensatori negli altri stabilimenti con conseguente messa in mobilità di circa 40-45 lavoratori.

A comunicare la notizia è il responsabile della Cisl-Fim per le vallate del Cesano e Metauro, Mauro Masci, che ieri ha avuto un incontro nella sede della Provincia. Insieme a Masci hanno partecipato il presidente della Provincia Matteo Ricci, l’assessore alle Politiche per il lavoro, Massimo Seri, e il sindaco di San Lorenzo in Campo, Antonio Di Francesco.

“Abbiamo voluto questa riunione – spiega Masci – per far presente la situazione molto delicata che sta attraversando l’azienda e per richiedere un incontro d’urgenza ai rappresentanti della proprietà con l’obiettivo di farla tornare sui suoi passi e al contempo di continuare ad investire nello stabilimento”.

Alla Bvb lavorano 74 persone, di cui 6 impiegati. Il resto sono operai.

“Negli ultimi tre anni la Bvb ha usufruito di 52 settimane di cassa integrazione ordinaria, di un anno di cassa integrazione straordinaria per crisi e ora di un altro anno di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione e conversione che scadrà nel mese di dicembre”.

Attualmente qual è la situazione?

“Direi piuttosto grave se si pensa che nei vari reparti si lavora 6-7 giorni al mese, 2-3 giorni a settimana a rotazione. Questa situazione di grave crisi sta interessando parecchie famiglie di San Lorenzo in Campo e dei centri limitrofi. Se si arriverà al trasferimento della produzione di condensatori, che rappresenta il prodotto principale, negli altri stabilimenti del gruppo con conseguente messa in mobilità di circa 40-45 lavoratori, la situazione diverrebbe davvero drammatica”.

Per il resto nelle vallate del Cesano e del Metauro che momento si sta attraversando?

“I segnali che arrivano dalle nostre imprese sono contrastanti. Dalla crisi alcune aziende stanno uscendo ed altre ci stanno entrando adesso, con conseguenze più pesanti rispetto il passato. Ad oggi registriamo una ripresa delle attività lavorative nell’industria metalmeccanica a macchia di leopardo. Nella valle del Metauro, molte aziende, che sono entrate in crisi alla fine del 2008 stanno riprendendo l’attività a pieno regime, e altre, grazie all’utilizzo degli ammortizzatori sociali ne stanno uscendo evitando la perdita di posti di lavoro”.

La preoccupazione maggiore per la crisi si respira sicuramente nella valle del Cesano.

“Dopo la crisi irreversibile della nautica – conclude Masci – anche la metalmeccanica rischia di perdere numerosi posti di lavoro, in particolare nella zona di San Lorenzo in Campo. Qui molte aziende sono ancora nel profondo della crisi. L’indotto artigiano sta soffrendo in modo particolare. C’è un utilizzo massiccio della cassa in deroga in molte aziende, ma quello che ci preoccupa più di tutti è la situazione dell’azienda del gruppo Marcegaglia.
Il centro laurentino ha già pagato pesantemente per la chiusura dell’Aquater e della Von Felten, se anche alla Bvb la situazione precipitasse per tantissime famiglie si prospetterebbero periodi molto difficili”.

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