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venerdì 17 settembre 2010

San Lorenzo, Bvb: il gruppo di maggioranza fuori dalla società, 50 dipendenti senza lavoro. Ricci: "Marcegaglia, è l’ora della responsabilità"





PESARO – «Un vertice negativo e del tutto insoddisfacente».
Va giù duro il presidente della Provincia Matteo Ricci, dopo l’incontro pomeridiano in via Gramsci con il gruppo Marcegaglia per il futuro della Bvb di San Lorenzo in Campo.

«Il capo del personale Maurizio Dottino ci ha comunicato la volontà della famiglia Marcegaglia di uscire dall’azionariato della società. E’ inaccettabile, perché il nostro non è un territorio “mordi e fuggi”, dove si scappa alla prima difficoltà».

Il presidente della Provincia spiega la situazione.

«Il socio di minoranza Vandro Valentini vuole ripartire con un nuova attività, legata allo smaltimento del fotovoltaico. Bene: nei piani di riconversione però, solo 25 dipendenti della Bvb sarebbero riassorbiti. Gli altri 50 perdono il posto di lavoro. Inconcepibile…».

Ricci va avanti: «Quanto prospettato è inaccettabile perché stiamo parlando di uno dei più grandi gruppi industriali del Paese. Un’azienda con grandi responsabilità, anche a livello nazionale. E non si può parlare bene e razzolare male».

La Provincia annuncia battaglia: «Vogliamo parlare con la famiglia Marcegaglia. Devono avere un sussulto di responsabilità…».

In sostanza, Ricci avrebbe auspicato almeno una fase di transizione per traghettare la Bvb verso la nuova linea di produzione, dove Valentini potesse essere sostenuto dalle «spalle coperte» del socio di maggioranza. Senza fuoriuscita dal gruppo.

«I lavoratori non possono essere sempre gli unici a pagare la crisi. Per le dimensioni del gruppo, che occupa migliaia di dipendenti, 50 persone sono una cifra piccola. Ma per noi e per la Valcesano significano tanto».

Al punto che Ricci vuole fare diventare la vicenda una questione nazionale: «Non penso che alla famiglia Marcegaglia convenga una cosa del genere. Ma sono avvisati: noi non molliamo…».

Aggiunge il sindaco di San Lorenzo in Campo, Antonio Di Francesco: «Non possiamo più tollerare gli spostamenti produttivi verso il nord. Così come le delocalizzazioni all’estero: da un lato si difende il made in Italy, dall’altro si fa tutto il contrario…».

Parole condivise dalle sigle sindacali.

Marco Monaldi (Cgil): «La Confindustria provinciale e quella regionale accettano il sacco del territorio? E la responsabilità sociale che fine ha fatto?».

Leonardo Bartolucci (Cisl): «Hanno svuotato la realtà produttiva e ora vogliono uscire in punta di piedi e senza sporcarsi il vestito…».

Sotto la Provincia, i 74 dipendenti della Bvb alzano gli striscioni di protesta: «Basta delocalizzare»; «Futuri disoccupati»; «Vogliamo chiarezza».
Attendono per ore l’esito del vertice. Poi i fischi alla proprietà e gli applausi a Ricci.

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