Ricerca personalizzata

martedì 14 settembre 2010

Nuovo anno scolastico: aumentano gli iscritti, in calo gli insegnanti


Le difficoltà alla luce della riforma Gelmini e le strategie per il territorio. Parola d’ordine: sinergia

PESARO - Una conferenza stampa all’interno di un istituto, il liceo scientifico “G.Marconi” di Pesaro, per ribadire, alla vigilia del nuovo anno scolastico, la vicinanza della Provincia al mondo della scuola colpito da tagli di personale e risorse, così come per fare un primo bilancio delle ripercussioni della riforma Gelmini sul territorio ed evidenziare alcune iniziative dell’amministrazione provinciale. E’ quanto voluto dal presidente della Provincia Matteo Ricci e dall’assessore alla Pubblica istruzione Alessia Morani, accolti dal nuovo dirigente scolastico del “Marconi” Riccardo Rossini, responsabile provinciale dell’ANP (Associazione nazionale presidi e direttori didattici).
“Voglio innanzitutto dire ‘viva la scuola’ – ha sottolineato Matteo Ricci – perché non accetteremo mai che l’istruzione sia considerata un costo per il nostro Paese. La scuola è l’elemento su cui investire per il futuro, in tutti gli altri paesi nei momenti di crisi si investe in scuola e formazione. Faremo ciò che è possibile per non assecondare gli aspetti della riforma Gelmini che non ci piacciono e per mantenere una forte scuola pubblica di qualità. Siamo vicini ai tanti precari della scuola che hanno perso il lavoro, non è possibile che lo Stato, invece di intervenire per ridurre la disoccupazione, ne diventi uno dei principali artefici tagliando il personale. Invitiamo gli insegnanti a tenere duro, perché riconosciamo lo straordinario lavoro che svolgono, spesso una vera e propria vocazione. Auguro a tutti i giovani un ottimo anno scolastico, esortandoli ad avere più fiducia nel futuro”.
L’assessore Alessia Morani, associandosi agli auguri del presidente, nell’esaminare le conseguenze della riforma Gelmini ha evidenziato come, a fronte di un aumento di iscrizioni di oltre tremila alunni nell’arco di 3 anni nelle scuole della provincia, vi sia stata in due anni una diminuzione di docenti e personale tecnico di oltre 200 unità. All’interno delle classi è cresciuto enormemente il numero di alunni, tanto che in quelle dell’infanzia c’è una media di 25,8 allievi per classe e in quelle superiori una media di 22,78 (la più alta della regione). Per non parlare degli indirizzi. “Nelle scuole tecniche e professionali abbiamo i maggiori problemi, perché ancora da Roma non ci hanno comunicato se le qualifiche/diplomi triennali saranno rilasciati dal Ministero o dalla Regione e questa confusione non favorisce le iscrizioni. Ciò rappresenta un danno per un territorio in cui l’istruzione tecnica e professionale ha sempre avuto un ruolo importante per la crescita del tessuto economico. Inoltre, il Ministero non ha riconosciuto alla provincia di Pesaro e Urbino alcuni indirizzi come quello delle Scienze applicate, anche se cercheremo di risolvere questa mancanza nella prossima programmazione scolastica regionale”. La parola d’ordine dell’assessore per il futuro è dunque lavorare in sinergia: enti locali, istituzioni scolastiche e mondo del lavoro e delle imprese. “La Provincia – ha detto ancora l’assessore – ha elaborato un progetto attraverso il quale sarà possibile rendere più coerente il sistema scolastico e il mondo del lavoro. Abbiamo incrociato ed analizzato nei nove sistemi locali del lavoro della provincia i dati relativi a scuola e lavoro che, implementati con una campagna di ascolto sul territorio, consentiranno di avere uno strumento per una programmazione basata su dati oggettivi”. Un concetto, quello di sinergia, su cui si è soffermato anche il dirigente scolastico del “Marconi” Riccardo Rossini. “Lo scorso anno i tagli sono stati rilevanti. Se prima, con la legge 440 sull’autonomia scolastica, la nostra scuola usufruiva di finanziamenti di 10mila, 20mila euro, ora i fondi sono scesi a 3mila euro. Alle scuole è rimasto di intervenire con i contributi volontari delle famiglie. Se invece di dirci che la riforma Gelmini servirà a migliorare la scuola, dal Governo ci dicessero chiaramente che non ci sono i soldi, lo apprezzerei di più. Gli unici aspetti che considero positivi sono il ritorno ai programmi ministeriali, che daranno maggiore uniformità all’insegnamento, gli spazi di flessibilità per rispondere meglio alle esigenze dei territori ed il Comitato tecnico scientifico, importante per interagire con gli enti. Questi tre elementi potranno però funzionare solo se ci saranno imprenditori illuminati, che consentiranno ai ragazzi, magari una volta alla settimana, di entrare in azienda, di assistere a lezioni ecc”.

Nessun commento:

Posta un commento