Testo dell'appello che verrà distribuito domattina, mercoledì 24 marzo, dalle ore 10, di fronte al Tribunale di Fano.
"Udienza a Fano mercoledì 24 per due dei cittadini che hanno “osato” esercitare i propri diritti. Tutti uniti nel difendere la libertà di opinione.
Art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. ...”
Mercoledì 24 marzo, presso il Tribunale di Fano, si tiene l’ultima udienza della causa civile promossa dalla Wafer zoo S.r.l. per chiedere i danni – ben un milione di euro - a due cittadini, Alfredo Sadori e Adriano Mei, che la ditta stessa ha eletto a “simbolo” di coloro che hanno espresso il proprio pensiero in merito alla centrale e cosiddette biomasse di Schieppe di Orciano.
Il territorio intero della media e bassa valle del Metauro, Sindaci e amministratori locali e provinciali in testa, respinge da cinque anni la prospettata realizzazione
dell’impianto, sia per l’insostenibilità ambientale e sanitaria del progetto, che per la fallace strategia economica.
I cittadini, talvolta riuniti anche in comitati e associazioni, hanno apprezzato la presa di posizione delle istituzioni, in quanto persegue il bene e l’interesse
comune uniformandosi ai seguenti principi:
1. Il rispetto delle regole
2. La difesa delle aree naturali, la valorizzazione del patrimonio agricolo e rurale, delle tipicità, la difesa della salute e della vita.
Dal canto suo, la proponente Wafer zoo S.r.l., anziché dimostrare con i dati e con i fatti – semmai questo fosse stato possibile - la bontà del proprio progetto, ha
preferito citare in giudizio Alfredo Sadori e Adriano Mei per richiedere i danni ritenendosi addirittura diffamata.
Chiaro il teorema “dissuasivo”: i cittadini non avrebbero dovuto permettersi di discutere in pubblico delle decisioni politico-amministrative attinenti il progetto,
anche se queste avrebbero inciso sull’ambiente, sulla salute, sulla qualità della vita, sul futuro del territorio!
A questa sottintesa “richiesta” di silenzio e di censura rispondiamo in coro richiamandoci all’Art. 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare
liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…”.
E’ in difesa di questo diritto costituzionale inalienabile che manifestiamo solidarietà e partecipazione ad Alfredo e Adriano".
martedì 23 marzo 2010
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