lunedì 22 marzo 2010
Provincia, dibattito sul Centro servizi pubblica amministrazione. Ricci "Chiuderemo la società". Tarsi "Si è creata sfiducia nei concorsi pubblici"
Le vicende della società al centro dell’assemblea di via Gramsci
In consiglio il dibattito sul Cspa
PESARO – In consiglio provinciale il Pdl chiede chiarimenti sulla vicenda Cspa, dopo l’indagine aperta dalla procura per l’ipotesi di interposizione fittizia di manodopera.
«Con la società – evidenzia Roberto Giannotti – si è aggirato un diritto di tutti. Perché la carenza di organico della pubblica amministrazione deve essere affrontata con i concorsi pubblici. Chiediamo la chiusura immediata del Cspa, la ricognizione delle opportunità lavorative nell’ente e la messa a concorso dei posti disponibili. Con bandi aperti a tutti, anche a chi ha già lavorato nella società».
La replica arriva dal presidente Matteo Ricci. Che riconosce a Giannotti «un’impostazione costruttiva sul tema, diversa da quella usata dal Pdl nei giorni scorsi sugli organi di informazione». E, nella sua relazione, ripercorre le tappe principali: «Dopo il decentramento amministrativo si è ampliata in misura rilevante l’attribuzione di competenze delle Province. Che spesso non è stata accompagnata dal trasferimento di idonee risorse finanziarie e umane».
Ricci sottolinea il vincolo: «Le leggi finanziarie hanno imposto l’obbligo di ridurre il personale: quello che andava in pensione si è potuto sostituire solo in minima parte. Perciò, nella giunta precedente, si è scelto di garantire la continuazione delle attività con incarichi occasionali e collaborazioni coordinate e continuative a progetto, in attesa dello sblocco delle assunzioni».
Nel 2006 arriva una nuova limitazione alle assunzioni, legata al patto di stabilità: «Così – prosegue il presidente della Provincia – si è pensato di esternalizzare alcune funzioni e attività. Come in questi anni è stato fatto da centinaia di altri enti pubblici». Nasce così la Cspa: «I servizi potevano essere affidati a cooperative, ma ci sarebbe stato un aumento della spesa. La scelta fatta, invece, è stata la società a responsabilità limitata unipersonale: uno strumento previsto dalla normativa comunitaria e nazionale».
Nel 2006 il consiglio provinciale approva la costituzione del Centro servizi per la pubblica amministrazione. Prevedendone però, fin dall’inizio, una durata limitata.
«Lo statuto – sottolinea Ricci – prevede la cessazione della sua attività alla fine del 2011 -. La soluzione del Cspa è stata adottata per fornire servizi all’amministrazione provinciale, senza finalità di lucro e con l’obiettivo di contenere al massimo i costi di gestione. Proprio per questo si è deciso di nominare un dirigente della Provincia come amministratore unico della società, senza alcun compenso aggiuntivo. In più, la società ha impedito che decine di persone si ritrovassero senza lavoro».
Capitolo assunzioni: «Essendo una società di diritto privato, sia pure a totale capitale pubblico, il Cspa avrebbe potuto fare assunzioni a chiamata diretta. Ma si è proceduto, invece, con selezioni aperte a tutti. Ogni passaggio è stato concordato con i sindacati, compresa l’ultima riorganizzazione che abbiamo avviato». Conclude Ricci: «Abbiamo già detto e ribadiamo che chiuderemo la società e reinternalizzeremo i servizi, con i concorsi pubblici, nell’arco di due anni».
Per Mattia Tarsi (Pdl), «dal punto di vista etico, si è creata una sfiducia dei cittadini verso i concorsi pubblici. Le consulenze esterne possono essere eliminate con le competenze interne».
Aggiunge Massimo Rognini (Pdl): «Per reinternalizzare i servizi ci sarà un bando riservato solo a chi ha già lavorato nel Cspa?».
Chiude il direttore generale Marco Domenicucci: «Verranno fatti concorsi pubblici aperti a tutti, che contiamo di attivare già prima della fine dell’anno. In modo da chiudere il Cspa già prima della fine del 2011». Sulla genesi della vicenda. «La società è stata costituita nel 2006, quando si è verificata una nuova limitazione alle assunzioni, con un tetto di spesa parametrato al costo del personale sostenuto nel 2004, ridotto dell’1% e comprendente la spesa dei co.co.co.».
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