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venerdì 18 giugno 2010

Mondolfo, Diotallevi e Bassotti: "Il Comune per fronteggiare la crisi non fa abbastanza"


La crisi economica avanza e secondo i consiglieri comunali della lista civica “Per cambiare”, Carlo Diotallevi e Francesco Bassotti, l’Amministrazione comunale non sta facendo abbastanza.

“Può diventare molto importante per i cittadini la scelta della destinazione del 5 per mille. Nelle dichiarazioni dei redditi tra le possibili scelte vi è il “Sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza del contribuente”.
Ci chiediamo, e abbiamo presentato un’interrogazione in merito, come mai l’Amministrazione non ha mai pubblicizzato questa possibilità e a quanto ammonta l’importo attribuito con il 5 per mille al Comune in relazione ai precedenti anni. Se il Comune informasse i cittadini potrebbe ricavarne cifre importanti da destinare ai capitoli di bilancio relativi al sociale per aiutare le tante famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.
Una grande opportunità non sfruttata dall’Amministrazione che però non perde mai occasione per lamentarsi delle difficoltà finanziarie. Centinaia di lavoratori hanno perso la propria occupazione e si trovano in difficoltà.
Le spese per cercare di aiutare i cittadini e garantire adeguati servizi sociali sono aumentate in questi anni mettendo in difficoltà i bilanci degli enti locali.
Le competenze del Comune in questi settori sono limitate e l’unica cosa che l’ente può fare, come in parte sta facendo con il fondo per le emergenze abitative e il servizio mensa, è di aiutare le famiglie con misure concrete che prevedano agevolazioni tariffarie per l’utilizzo di alcuni servizi: nido d’infanzia, mense, trasporto scolastico, assistenza domiciliare”.

Qual è invece la situazione?

“Queste misure che erano state adottate all’unanimità dal consiglio comunale lo scorso anno con l’istituzione di un apposito fondo anticrisi, per il 2010 non sono state prorogate dalla giunta e solo in parte dalla Provincia. Anzi c’è stato l’aumento delle rette dell’asilo nido: se lo scorso anno la tariffa fissa era di 250 euro al mese per tutti, dal primo gennaio è stata “rimodulata” da un minimo di 250 fino a un massimo di 330 euro penalizzando così ulteriormente le famiglie.

Servono misure concrete come quelle che avevamo proposto noi con emendamenti al bilancio di previsione 2010 che andavano a finanziare il fondo anticrisi per le famiglie con il taglio alle spese inutili della macchina amministrativa.
Se una Giunta aumenta le rette, non riesce a ridurre le spese e non sa sfruttare nemmeno le possibilità offerte dalla legge per incrementare le entrate per il sociale, temiamo che saranno ancora i cittadini più deboli a pagare le conseguenze”.

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