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martedì 5 gennaio 2010

A Monte Porzio e Castelvecchio arriva la Pasquella


A Castelvecchio di Monte Porzio la notte tra il 5 gennaio e l’Epifania è dedicata alla Pasquella. L’affascinante atmosfera s’accenderà questa sera. I canti rituali di questua appartengono a quella categoria di testimonianze che sono per lo più scomparse ma che costituiscono vere e proprie pillole di saggezza nelle quali i contadini nascondevano la verità. Il canto della Pasquella è uno dei più importanti rituali di questua ed è in via d’estinzione, un canto che resiste solo in alcune zone dell’Umbria e del pesarese, come a Monte Porzio e Catelvecchio, grazie a un gruppo di giovani e meno giovani che vogliono mantenere vive le tradizioni del posto. “Una tradizione peculiare di un mondo contadino che va scomparendo nella sua forma più nota, la mezzadria. La Pasquella infatti – spiegano gli organizzatori – ripropone i tipici canti rituali di questua che rappresentavano e rappresentano momenti di allegria e di condivisione e che nella notte del 5 gennaio va per le strade e le case del paese e della campagna con due gruppi di ‘pasquellanti’ che diffondono note e vocalità nell'atmosfera festosa e pungente del periodo. I due gruppi seguono itinerari differenti sia per poter in questo modo portare gli auguri dell'anno nuovo e la pasquella in più case possibili sia per coprire un po’ tutto il paese”.
Suggestivo in questo contesto la parte finale della serata quando i due gruppi si incontrano e arrivano in piazza dove ad aspettarli trovano un fuoco per scaldarsi oltre a cibo e libagioni in abbondanza.
“Così come suggestivo è stato nella Pasquella 2009 l'arrivo dei Re Magi che attraversando la piazza si son diretti alla natività del presepe parrocchiale, con l'annuncio fatto dai pasquellanti per mezzo di una delle strofe più note. ‘I Re Magi son partiti, dall'oriente son arrivati, a portare questa novella e l'anno novo e la pasquella’, mettendo così in risalto uno dei caratteri tipici del mondo mezzadrile, cioè quell'intreccio particolare e inscindibile tra sacro e profano anche questo in via d'estinzione come del resto tutto quell'”antico” mondo”.

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