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lunedì 10 maggio 2010

Consiglio provinciale, “fazzoletti verdi” e “coccarde tricolori”. Ricci: "C’è solo bandiera della Repubblica italiana". Scontro anche sul crocifisso



PESARO – Il consiglio provinciale si apre senza i rappresentati del Carroccio. Poi arrivano, fazzoletti verdi al collo, Giorgio Cancellieri e Daniele Lunghi. Chiedono subito la parola: «Matteo Ricci ci chieda scusa – apre Lunghi -. Non per avere offeso i leghisti, ma per avere leso il diritto di pensiero. Vedremo se sarà coerente quando si voterà l’ordine del giorno sul burqua. Che rappresenta un fanatismo religioso ben più minaccioso delle idee leghiste…».

Nel frattempo, il presidente della Provincia distribuisce ai consiglieri decine di coccarde tricolori. Che sono indossate dalla giunta, dal presidente del consiglio e da tutto il centrosinistra. Ma non vengono puntate sulle giacche da Lega e Pdl. L’ordine del giorno contro “i fazzoletti verdi”, sottoscritto da Ricci e dai capogruppo di maggioranza viene depositato: sarà discusso nelle prossime sedute.

Ma intanto, in sala Pierangeli, il termometro si scalda. Con il drappello guidato dal parlamentare Luca Paolini che assiste ai lavori dell’assemblea con i simboli “padani”: «C’è un’ambiguità diffusa – spiega Ricci, che ha anche esposto pubblicamente un cartello inneggiante all’unità del Paese -. Bisogna fare chiarezza: il fazzoletto verde è il simbolo di un partito o di un altro presunto Stato? Perché per noi, dentro le istituzioni, c’è solo una bandiera. Che è quella della Repubblica italiana…».
Reazioni. Domenico Papi (Pd): «La forma, spesso, è anche sostanza: totale sostegno all’ordine del giorno di Ricci». Gaetano Vergari (Sinistra e socialismo): «Sono completamente d’accordo con il richiamo all’unità nazionale del presidente della Provincia».
Roberto Giannotti (Pdl): «Qualsiasi proposta contraria all’unità nazionale non ci trova d’accordo. Il federalismo è un’altra cosa. E i consiglieri provinciali della Lega si sono sempre mostrati responsabili».
Marcello Mei (Udc): «La proposta di Ricci è corretta, se impostata sulla difesa della coesione del Paese. Ma non sono d’accordo sulle modalità usate. Mi spiace, però, che il Pdl - storicamente attento al tricolore -, non abbia voluto indossare le coccarde …».
Giorgio Cancellieri (Lega) «Ricci ha fatto strategia politica: il fazzoletto è il simbolo della nostra identità. Sarebbe meglio dedicare le energie ad altri problemi…».
Ma il presidente della Provincia sottolinea: «E’ inconcepibile assistere ai comportamenti, ormai quotidiani, di ministri che irridono l’unità nazionale. Bisogna capire se c’è una secessione lenta in atto: non è una questione personale contro i consiglieri provinciali della Lega». E ancora: «Ormai siamo assuefatti a tutto: è possibile che un ministro che deve rappresentare tutta l’Italia venga a Pesaro e dica: “Scegliete se volete essere il sud del Veneto o il nord della Calabria?”. Noi siamo orgogliosamente marchigiani e siamo la cerniera del Paese…».

Poi il dibattito si sposta sull’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, con l’ordine del giorno presentato da Antonio Baldelli (Pdl). Che ne chiede l’affissione anche nella sala del consiglio provinciale.
Ma su questo ultimo punto, però, la maggioranza chiede un emendamento: «Siamo favorevoli a esporre il crocefisso nelle scuole – spiega Domenico Papi (Pd) -. Ma per rispetto di tutte le posizioni rappresentate, riteniamo opportuno che non venga affisso nella sala del consiglio».
Passa l’emendamento (voto contrario di Pdl, Lega e Udc) e l’ordine del giorno a difesa del simbolo cristiano, così modificato, viene approvato con l’astensione di Vergari (Sinistra e socialismo) e il voto contrario di Renzo Savelli (Rc) e Massimo Papolini (Idv).

Si discute, in chiusura, l’ordine del giorno sulle carenze degli insegnanti di sostegno per gli studenti disabili. «C’è il carattere di urgenza – dice Papi, che l’ha presentato – perché a giorni scadono i termini per definire gli organici. E ci sono problemi veri per le scuole e i ragazzi».
Ma Baldelli chiede di sospendere la seduta: «Non siamo stati coinvolti e la battaglia è bipartisan. Vogliamo anche noi firmare il documento». Alla fine si trova l’accordo. E passa all’unanimità l’ordine del giorno che invita il Governo a «operare uno stralcio dell’articolo della Finanziaria 2008, dichiarato illegittimo dalla corte costituzionale». Per definire, così, «la dotazione organica sulla base del numero degli alunni realmente iscritti»; conferire nuovamente «agli uffici scolastici regionali il potere di deroga per le risorse assegnabili in corso d’anno, nel caso di disabilità gravi» e garantire «un insegnante di sostegno ogni due studenti disabili».

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