
La processione del Venerdì Santo ad Orciano, detta del Cristo Morto, ha una antica tradizione. Tutte le luci del paese, dalle ore 21, vengono spente e il centro storico si illumina con oltre 1000 lumini nei balconi delle case, dei luoghi pubblici. Per l'occasione si preparano drappi, tendaggi e oggetti di tanti anni fa, portando in processione un crocefisso del Cristo molto antico e venerato dalla popolazione.
E' un momento collettivo per la comunità di Orciano, una processione, assieme a quella del Cristo Risorto del martedì di Pasqua, il 6 aprile alle ore 16.30 da S. Maria, che vede una alta partecipazione della popolazione, dei fedeli.
“Ogni processione – spiega il parroco don Giacomo Ruggeri – ci deve ricordare che la fede non è e non va rintanata nelle sacrestie o nei luoghi liturgici, ma è espressione di un popolo che chiede a Dio la protezione e si affida a Lui”.
Dai bambini agli anziani: tutti sono presenti a queste due processioni, richiamando parenti da altre città e persone delle zone limitrofe.
“Lo scorso anno, in coincidenza con il terremoto in Abruzzo, avevano ricordato tutti i nomi dei morti nella tragedia. Nella processione del Venerdì Santo di quest'anno lungo il percorso rifletteremo sulla lettera del Vescovo Trasarti alle famiglie, sul tema della temperanza cristiana e degli stili di vita che il Vangelo ispira. I giovani porteranno le torce, i bambini le fiaccole, gli scout, le famiglie, coordinati da un gruppo di persone che da tempo segue l'organizzazione di questi due eventi e ai quali va il mio più vivo ringraziamento”.
Altro momento significativo per la parrocchia è quello con gli ospiti della casa di riposo Ciavarini-Doni di Orciano, circa 35 persone, che oggi (mercoledì) saranno portate in chiesa per vivere la S. Messa in vista della Pasqua e scambiarsi gli auguri.
“Sono stati coinvolti i parenti degli ospiti alla casa di riposo e alcune persone del gruppo Caritas Parrocchiale. La casa di riposo è una parte importante della parrocchia e che va valorizzata perché ci ricorda un tempo della nostra vita al quale dobbiamo prepararci con sapienza e saggezza”.
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