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giovedì 11 febbraio 2010

I consiglieri provinciali e del Comune di Pesaro riuniti in seduta comune: ricordate le vittime delle foibe


PESARO – «In tanti, negli anni degli eccidi, hanno cercato rifugio nel nostro territorio. E la comunità provinciale, che ha combattuto con coraggio per la Resistenza contro il nazismo e il fascismo, ha saputo accogliere i profughi istriani, dalmati e giuliani con profonda umanità e spirito di fraternità». Così il presidente Matteo Ricci ha aperto l’assemblea congiunta dei consiglieri provinciali e del Comune di Pesaro. Dedicata alla commemorazione delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. «Anche per riportare la vicenda nel corretto binario storiografico – ha aggiunto il sindaco Luca Ceriscioli -, sottolineando la verità dei fatti. E’ una giornata dove la memoria non è fine a se stessa, ma deve riempire di contenuti e valori il nostro futuro agire». Poi, insieme, hanno ricordato le due figure simbolo dell’epoca: «Il sindaco Renato Fastigi, che non si è fatto intrappolare dai pregiudizi ideologici. E padre Damiani, che si è prodigato nei confronti dei giovani esuli e delle loro famiglie».
In primo piano la testimonianza dello studioso Francesco Zuliani, 77enne originario di Rovigno d’Istria e testimone diretto degli avvenimenti. Che, anche davanti al prefetto Alessio Giuffrida e alle autorità civili e militari, riannoda il filo del «confine orientale», delle «politiche repressive titine» e dei «tribunali del popolo». «Pagine di storia riassunte da un bilancio di 250 mila persone esiliate e 6500 “infoibati”», ha concluso.
Al suo fianco il presidente e fondatore del comitato locale giuliano-dalmata Eugenio Vagnini, esule giunto a Pesaro nel 1945, che ripercorre, tra l’altro, gli «annegamenti» di Zara.
Interventi anche per il vicepresidente del consiglio provinciale Mattia Tarsi («Vicenda a lungo censurata dai libri di storia. E giustamente riconsegnata alla nostra memoria dalla istituzione del giorno del ricordo») e per la vicepresidente del consiglio comunale Caterina Tartaglione («Giornata significativa per comprendere le ragioni della violenza politica. E per non ripetere gli errori del passato nel futuro»).

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