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sabato 3 gennaio 2009

Mondolfo, Sindaco Cavallo: "Dalla minoranza solo parole e demagogie"


L’anno nuovo non spegne il botta e risposta incandescente tra maggioranza ed opposizione. Alle critiche del capogruppo della minoranza Carlo Diotallevi sull’operato della giunta risponde il Sindaco Pietro Cavallo.

“Rimango allibito dalle esternazioni del rappresentante della destra, quella stessa destra che governa e che a comuni come il nostro, pur avendo liquidità a disposizione, non fa spendere soldi perché blindati dal fantomatico patto di stabilità. Sarebbe questo il modo di rilanciare l’economia del paese?”
Il primo cittadino poi lancia un duro attacco al sistema di fare politica della minoranza.
“Non è in grado di fare proposte serie e concrete dimostrando di non essere in grado di concepire una mentalità di governo. Mai una proposta su cui lavorare e confrontarsi. Far politica significa anche mettere in campo progetti realizzabili, fattibili, non solo parole e demagogia. La nostra è una minoranza senza prospettive reali, senza la minima idea di quello che un territorio necessita: essere presenti nel sociale dove ogni giorno arrivano fiumi di domande di aiuto, emergenze da affrontare; mantenere, garantire e migliorare, dove è possibile i servizi pur facendo salti mortali dal momento che dallo Stato non arrivano stanziamenti. Dare risposte sul campo ogni giorno cercando di mantenere un livello di vita accettabile; occuparsi della disoccupazione con grandi aziende locali che fanno fatica a tirare avanti e che sono state investite in questi ultimi mesi da una profonda crisi. Perché Diotallevi e soci non si adoperano affinché queste aziende riescano a garantire un reddito ai dipendenti, molti dei quali non hanno avuto nemmeno lo stipendio di dicembre e la tredicesima, trascorrendo le feste natalizie nella più assoluta incertezza? Ma è anche vero che quando la destra è intervenuta in ambito imprenditoriale ha solo contribuito a creare difficoltà e danni irreversibili. Queste sono le vere emergenze del territorio che come giunta ogni mattina ci obbligano a un atteggiamento di governo, con idee chiare, percorsi da intraprendere, risposte da dare, immediate senza fronzoli. Questa è la differenza tra chi governa e chi non è stato mai chiamato ad impegni seri di gestione, ma solo a buttare discredito e fumo sugli occhi, dimostrando di non conoscere affatto le necessità del nostro comune e territorio. Altro che chiacchiere sterili e un decalogo noioso su cose che non sarebbero state fatte. Perché Diotallevi non scende dal piedistallo della politica fine a se stessa e comincia ad occuparsi di questioni serie legate al quotidiano, dando un serio contributo di impegno personale e idee capaci di generare soluzioni? Perché non ha la minima idea di come si governa in modo serio e costruttivo”.

Monte Porzio, Sindaco Patrignani: "Soddisfatti della grande crescita culturale"


Durante queste festività, il Sindaco Attilio Patrignani e la giunta, hanno inviato alle famiglie il tradizionale bollettino con notizie sull’attività dell’amministrazione comunale.

“Non si tratta di un rito senza valore – esordisce il Sindaco – ma del dovere di informazione e della necessaria trasparenza che anima ogni nostra azione. Il bilancio dell’operato ci pare positivo: tutti gli obiettivi sono stati raggiunti e superati. Siamo partiti subito con il bilancio partecipato e le riunioni nei quartieri per capire meglio i problemi dei cittadini e quindi programmare gli interventi. In seguito abbiamo chiesto il giudizio dei cittadini attraverso appositi questionari sull’operato della giunta e dei dipendenti. Le risposte ci hanno gratificato. Monte Porzio e Castelvecchio in cinque anni sono profondamente cambiati in meglio, acquisendo una vivacità di iniziative, partecipazione e impegno che non si riscontrano in comuni simili. Non ci riferiamo solo alle cose fatte e alle opere realizzate, ma anche alla straordinaria crescita culturale che rappresenta un prestigioso fiore all’occhiello della nostra comunità. Anche l’esperienza dell’unione dei comuni è� stata di piena solidarietà e ha permesso di ottenere risultati positivi, il trasporto scolastico, l’ufficio appalti, la realizzazione di opere come la recinzione del campo di allenamento e l’imminente acquisto di un pullman a metano”.

Tanti i lavori già conclusi, altri termineranno nei prossimi mesi. E’ stata realizzata la pavimentazione in porfido della piazza XXIV Maggio e dei marciapiedi di via Barberini. Sono state sistemate molte strade comunali per una spesa di 250.000 euro ed eseguite le opere di urbanizzazione della lottizzazione in via De Gasperi. Altri lavori hanno riguardato la sede municipale. In via Barberini, Don Minzoni e IV Novembre è stata risanata la rete idrica. Entro maggio sarà realizzato l’impianto di illuminazione del Centro Olimpia, della pista ciclabile e della lottizzazione in via De Gasperi e l’impianto fotovoltaico sul tetto della palestra, del Municipio e scuola elementare di Castelvecchio.

venerdì 2 gennaio 2009

Incidenti: sinistri stradali in calo nelle Marche


Incidenti stradali 2007: buono il risultato delle Marche con un calo della sinistrosità, dei feriti e soprattutto della mortalità, -14%, superiore al dato nazionale.


La sinistrosità stradale delle Marche, secondo i dati definitivi Istat 2007 (ultimi disponibili), ha fatto registrare risultati veramente positivi. Gli incidenti totali nella regione sono stati 7.149, e un calo di 428 rispetto all’anno precedente e una diminuzione percentuale del 5,6% superiore alla media nazionale che si è fermata a -3%.


Anche il numero dei feriti è calato di 963 ingressi al pronto soccorso, fermandosi a quota 10.230, un risultato che fa segnare un -8,6%, nettamente migliore rispetto al -2,1% nazionale.
Ma il risultato migliore le Marche lo hanno ottenuto nella diminuzione degli incidenti mortali passati nella regione da 171 a 147, ben 24 decessi in meno, -14%, superiore anche al positivo dato nazionale del -9,5%.

L’analisi delle tabelle Istat delle singole province ci dice che Ancona ha fatto segnare risultati ancora migliori di quelli regionali. Nel capoluogo di regione gli incidenti sono stati 2.180, in calo di 187 rispetto al 2006, -7,9%. I feriti sono passati da 3.600 a 3.232, con una diminuzione di 368 e -10,2%.
Ancona fa il colpo grosso nel calo dei decessi, passati da 58 del 2006 a 41 nel 2007, con un calo record del 29,3%.

Ottimi i numeri della sinistrosità anche per la provincia di Pesaro–Urbino. Calano i sinistri del 14,5%, fermandosi a quota 1.609, così come i feriti, 2.234 in tutto, -14,9%, e le vittime passate da 38 del 2006 a 31 nel 2007, con una diminuzione di 7 e un bel -18,4%.

Controversi i dati della provincia di Ascoli Piceno, nella quale i sinistri sono stati 1.877, 42 in più rispetto al 2006 e un incremento del 2,3%, i feriti sono stati appena 25 in meno, con 2.624 persone che sono dovute ricorrere alle cure sanitarie e un modesto calo dello 0,9% inferiore al dato regionale. Ottimo invece il risultato della mortalità che è passata da 36 decessi a 27, cioè 9 vittime in meno e -25%, una percentuale veramente importante.

Macerata è in controtendenza con gli incidenti che si fermano a quota 1.483, solo 9 in meno rispetto all’anno prima e un -0,6%. Calano invece i feriti passati da 2.317 a 2.140, cioè 177 in meno e una percentuale di -7,6%. Molto negativi i dati invece della mortalità passati da 39 vittime nel 2006 a 48 nel 2007, con un secco aumento di 9 e quindi del 23% forse a causa di diversi plurimortali.
La provincia si caratterizza come fra quelle a più alto tasso di mortalità fra gli anziani over 65. Macerata viene subito dopo l’Ogliastra, Lodi e Forlì, con 23,1 vittime over 65 ogni 100.000 abitanti della stessa fascia d’età.

Nel complesso i dati della regione sono fra i migliori a livello nazionale.

Fuochi d'artificio a Cartoceto: crisi in Giunta


Fuochi d’artificio di fine anno a Cartoceto! Ad accenderli un vero e proprio terremoto politico. Le elezioni amministrative di giugno incombono e le strategie dei diversi schieramenti stanno creando scossoni tremendi in diversi centri. Se a San Lorenzo in Campo la crisi alcune settimane fa era rientrata, a Cartoceto i margini appaiono ridottissimi, quasi inesistenti. Martedì sette consiglieri di maggioranza, tra cui elementi di spicco come il vice sindaco ed assessore Olga Valeri, i colleghi di giunta Massimo Fava, Matteo Bartoli e Massimo Rondina, hanno presentato al presidente del consiglio comunale una mozione di sfiducia contro il Sindaco Ivaldo Verdini. Ora basterà che due esponenti di minoranza si associno per far sciogliere il consiglio.

Un fulmine a ciel sereno? Assolutamente no, gli scricchiolii si udivano da tempo.
Una delle cause che sta seriamente rischiando di far cadere l’Amministrazione comunale e aprire le porte a un Commissario prefettizio è l’anomalia della giunta, appoggiata dal centrodestra ma guidata da un primo cittadino del Pd. Ivaldo Verdini aggiunge altre motivazioni. “E’ un pretesto politico. Una mossa irriguardosa verso le istituzioni e i cittadini e probabilmente anche illegittima. Girava nell’aria comunque e non mi ha sorpreso più di tanto. Un’alzata d’ingegno ma i franchi tiratori hanno quasi sempre perso le elezioni!” Verdini non potrà ricandidarsi a Sindaco, visto che l’attuale è il secondo mandato. Aspira a diventare presidente di un’Unione dei Comuni allargata fino a Fossombrone? “L’Unione prima va costruita ma a parte questo io continuerò ad impegnarmi per Cartoceto. Mi presenterò con una lista aperta e magari nel mio futuro politico ricoprirò la carica di vice sindaco”. La lista a cui fa riferimento Verdini, lui stesso lo conferma, sarà capeggiata da Simone Berluti, attuale assessore, e sarà appoggiata dalla maggioranza del Pd. E il resto del partito come si muoverà? Si vocifera di una candidatura di Francesco Baldarelli dirigente nazionale del Pd. Le risulta? “Al momento non credo, non mi sembra che sia questo lo scenario e comunque ora ciò che mi interessa è ben altro perché questa crisi è molto grave per il futuro di Cartoceto. L’instabilità non giova e porterà alla non approvazione del bilancio e a bloccare alcuni investimenti importanti. Chi ha presentato la mozione si aggrappa alla mancanza di collegialità quando, fatta eccezioni di un paio di casi, nemmeno molto rilevanti, si è votato sempre all’unanimità. Intanto ho nominato il nuovo vice sindaco che sarà Zaccheo Letizi e nei prossimi giorni deciderò quando convocare il consiglio comunale”. Letizi sostituisce Olga Valeri che probabilmente si candiderà a Sindaco.

Unione Valcesano, Carloni replica a Diotallevi


La proposta dal presidente dell’Unione Valcesano, Giuliano Lucarini, di aprire un dibattito sull’allargamento dell’ente fino a Pergola ha colpito nel segno. Prima è arrivata l’apertura del Sindaco di Pergola, Giordano Borri, poi le critiche all’Unione da parte del capogruppo di minoranza di Mondolfo, Carlo Diotallevi. A queste risponde il vice presidente dell’Unione, Alvise Carloni.

“Le affermazioni di Diotallevi sono prive di fondamento. E’ strano che chi ritiene l’Unione importante non sia componente dell’assemblea pur essendo capogruppo di minoranza. L’Unione è la proiezione amministrativa della volontà dei Comuni di associare funzioni e servizi. Gran parte dei contributi finanziari sono una normale partita di giro. Costi che i Comuni avrebbero sostenuto comunque per dare servizi di quantità e qualità”.
Carloni fa chiarezza su entrate e investimenti.
“Va resa edotta la pubblica opinione e Diotallevi, il quale sembra non conoscere il bilancio dell’Unione, che l’ente in questi 5 anni ha avuto trasferimenti di risorse di 1 milione e 342mila euro e che gli investimenti sono stai di 722mila euro, di cui la cifra più consistente ha riguardato il rinnovo del parco mezzi per scuole e disabili: 630mila euro. Non esiste il costo della politica e la struttura è gestita da dipendenti che hanno una minima retribuzione rimasta invariata negli anni”.
Carloni invita Diotallevi a un confronto.
“Se Diotallevi considera l’ipotesi di un’unica Unione “concettualmente giusta” ed è disposto a un confronto per dar più forza alla vallata, noi siamo pronti e nei prossimi mesi vedremo chi avrà filo da tessere rispetto a questa proposta che potrebbe risolvere anche l’annoso problema territoriale di Marotta”.

giovedì 1 gennaio 2009

Appuntamenti Fuoritempo: sabato a S. Michele al Fiume "La Valle della Via della Seta"

Sabato alle 17 presso la biblioteca comunale di San Michele al Fiume, il gruppo “Fuoritempo” organizzerà l’interessante incontro dal titolo “La Valle della Via della Seta”: diario della missione etno-linguistica, archeologica e umanitaria nella Valle dello Yaghnob in Tajikistan.
Interverrà Laura Carboni, studentessa della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Ravenna
.
Nel corso della serata verrà proiettato il video della missione diretta dal prof. Antonio Panaino in Tajikistan, premiato a Genova alla settima edizione del Premio Chatwin “Camminando per il mondo”. “Conosceremo – spiega Francesco Montanari – l’eco remoto degli antichi guerrieri persiani, parlato ancora oggi dai poveri pastori del Pamir, che vivono nell'appartata Valle dello Yaghnob”.

Martedì 6 gennaio al Teatro "Valeria Moriconi" di Jesi
serata di Musica Teatro Impegno:
"La Vita Vale"
Per celebrare i 60 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani


Per ulteriori informazioni: www.fuoritempo.info

Buon anno!!!



I migliori auguri di un felice e sereno 2009, che sia un anno ricco di grandi soddisfazioni!!!

mercoledì 31 dicembre 2008

Frontone, in mostra "Il Paesaggio Invisibile"


Rimarrà aperta fino al 25 gennaio, il sabato dalle 15 alle 19, domenica e festivi dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19, nel suggestivo scenario del Castello la mostra “Il Paesaggio Invisibile”.

Un’esposizione che ha riscosso un grande successo a San Leo e che, dopo Frontone, è attesa in diverse città europee da Bruxelles a Parigi. La mostra è stata definita affascinante perché ha rivelato per la prima volta gli sfondi dei capolavori più noti di Piero della Francesca.

Al centro c’è il risultato di un lungo lavoro di ricerca sui tre quadri di Piero del Dittico dei Duchi di Urbino: il ritratto di Federico, la moglie Battista Sforza e i Trionfi. Da centinaia di anni era rimasto sempre vago il vero sfondo di queste opere, tanto che si pensava a paesaggi onirici o alla Toscana, invece il grande artista aveva scelto proprio alcuni angoli di Montefeltro.

Una scoperta dovuta a oltre un anno di ricerche di due appassionate d’arte e di paesaggio, che lo scorso anno ha avuto un riscontro nazionale accolta con clamore anche nelle pagine della cultura del quotidiano La Repubblica. Il Progetto di ricerca “Piero della Francesca: il paesaggio invisibile”, finanziato dal GAL Leader Montefeltro e Flaminia Cesano, realizzato nell’ambito delle attività del Parco Letterario “Paolo Volponi”, è nato dalla collaborazione tra l’artista Rosetta Borchia, pittrice e fotografa paesaggista, nonché ricercatrice naturalista, e Olivia Nesci, titolare della cattedra di Geografia Fisica alla facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università di Urbino. Soprannominate ormai “cacciatrici di paesaggi”, hanno individuato i profili delle montagne, gli specchi d’acqua, i boschi, le forre, le rupi che Piero con tanta precisione aveva scelto e raffigurato come “teatro naturale” per gli sfondi delle sue opere.
Un’avventura fatta di alti, bassi, corse e rincorse tra le colline, di piccoli sconforti e grandi emozioni, che ha portato persino a individuare un lago ora prosciugato, ma all’epoca navigato da barche a vela, vicino a Urbania.
“Abbiamo confrontato tante opere e immagini – racconta Rosetta Borchia – e ci ha aiutato in particolare un disegno del 1500, in cui era rappresentato il convento delle Clarisse in località “le Capute” vicino Urbania, che appariva sopra uno specchio d’acqua con tanto di barche. Un lago ora scomparso, ritrovato anche in un’opera di Raffaello e che era proprio lo stesso sfondo dietro al famoso ritratto del duca Federico. Non solo, abbiamo riconosciuto una località della Valmarecchia dietro al ritratto di Battista e un’area tra Urbania e Fermignano dietro ai Trionfi, ma per saperne di più dovete visitare la mostra”.

Diotallevi: "Carboni si deve dimettere"



La lista civica replica al bilancio positivo del Sindaco Cavallo ed elenca le opere incompiute.

Il capogruppo Carlo Diotallevi per l'impegno mancato relativo all'asilo di Piano Marina chiede le dimissioni dell'Assessore Carboni



“I toni trionfali con i quali Cavallo descrive il lavoro della sua giunta dopo due anni e mezzo di mandato purtroppo non coincidono con la realtà”.
Carlo Diotallevi, capogruppo di minoranza, critica aspramente il bilancio del Sindaco arrivando anche a chiedere le dimissioni dell’Assessore ai Lavori Pubblici Mirco Carboni.
“La giunta in questi anni non è stata capace di incidere e risolvere le vere problematiche del territorio abbozzando delle soluzioni parziali con interventi raffazzonati che hanno solo incrementato i disagi e il lungo elenco delle incompiute”. Ad esempio?
“La struttura dell’ex ospedale Bartolini mai recuperata nonostante le tante promesse che oggi cade letteralmente a pezzi. Ma potremmo stilare un lungo elenco di opere incompiute come il nuovo cimitero di cui si sono perse le tracce e il vecchio dove chiesetta e cappella cimiteriale sono chiuse ormai da anni e non sono ancora state recuperate. Per non parlare del centro storico mondolfese ridotto in uno stato di incuria davvero inaccettabile dove l’asfalto è diventato il nuovo elemento di decoro che sostituisce sempre più spesso i sampietrini. Che fine hanno fatto poi le strutture sportive promesse in campagna elettorale: Mondolfo ne è completamente priva! Questa giunta mondolfese ha abbandonato anche Mondolfo”.
E Marotta?
“La situazione non è migliore. Cavallo cita Villa Valentina come un fiore all’occhiello del suo operato mentre per noi rappresenta il più grande fallimento della giunta in quanto sono stati spesi 3 miliardi di vecchie lire per poi cederla di fatto alla capitaneria di porto e lasciarla vuota e inutilizzata. Non dimentichiamo poi piazza Kennedy recuperata come salotto marottese e trasformata, aprendola al traffico, in autosalone; viale delle Regioni trasformato in una pista ad ostacoli e non ciclabile, per concludere con l’ultima incompiuta che ci troviamo sotto l’albero di Natale”.
Quale?
“La scuola materna di Piano Marina. Ogni pazienza ha un limite, l’Assessore Carboni si deve dimettere! Sono passati sei mesi da quando abbiamo interrogato per l’ennesima volta il Sindaco e l’Assessore in merito ai lavori di costruzione della nuova scuola materna di via Raffaello che si protraggono da anni senza vedere la fine. L’Assessore ci ha risposto ufficialmente in consiglio comunale affermando che sarebbero terminati nel mese di dicembre e che nel corso delle vacanze natalizie sarebbe avvenuto il trasloco definitivo. Carboni ha garantito che non vi sarebbero state ulteriori proroghe e anche comunicato a insegnanti e genitori le date previste per l’apertura della struttura. Invece i lavori nonostante gli operai abbiano fatto gli straordinari anche nel periodo natalizio non sono terminati e sebbene siano progrediti rispetto al precedente sopralluogo non termineranno certo entro oggi come promesso ma slitteranno ancora”.
Danilo Bombagi, consigliere di quartiere di Piano Marina, ne ripercorre la storia. “Questa è una vicenda che pone per l’ennesima volta i cittadini di Marotta di Mondolfo in una condizione vergognosa rispetto a altre realtà come Marotta di Fano. Il tutto è iniziato anni fa con lo sconsiderato nonché obsoleto progetto presentato dall’amministrazione per la nuova scuola che oltretutto prevedeva la costruzione della stessa sopra una pista polivalente. Penso che tutti ricorderanno la nostra protesta per avere una scuola più grande ed attrezzata ed evitare la distruzione della pista polivalente. Il 6 luglio 2006, l’area era stata recintata con la motivazione che sarebbero partiti subito i lavori di ampliamento. Così non è stato, sono tardati ancora per mesi. Poi sono stati più volte interrotti. Nonostante le promesse da marinaio di Carboni a oggi non si sa quando aprirà la scuola”.
Rincara la dose Diotallevi.
“Di chi sono le responsabilità? Chi pagherà per questi ritardi? I bambini che frequentano la piccola, fatiscente e obsoleta scuola materna di via Giove, che speravano di ricevere per Natale finalmente la nuova scuola ma invece hanno ricevuto solo Carboni! Altro che giunta degli investimenti e del risparmio come dice Cavallo, questa è la giunta dello sperpero e delle incompiute”.

Maiale di Troia... La Festa del Nino sta per tornare!



FESTA DEL NINO 2009 - VII EDIZIONE
Sant'Andrea di Suasa venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 gennaio


L'Archeologia nel Piatto

Si impara prima a mangiare e poi a parlare. Si può stare per lunghi periodi senza parlare, fare, vedere, leggere e scrivere ma non altrettanto senza mangiare e bere. Altresì, mangiando e bevendo non si ci nutre semplicemente ma pur non volendo "si impara", assimilando quel tanto o tantissimo di cultura compresa negli alimenti che non sono mai soltanto un neutro e indifferente rifornimento di energia. L’universo del cibo non va ricondotto, pertanto, ad una generica quanto impropria "cultura materiale" da contrapporre ad una virtuale "cultura spirituale", ma più semplicemente al verbo colere, curare, da cui si dipartono in unità coerente di significato le parole coltura, cultura e culto.

Infatti, come la lingua, la letteratura e l’arte, così anche l’alimentazione è specchio fedele della storia e della ricchezza del nostro Paese e parte integrante del suo straordinario patrimonio di beni culturali.

Molti alimenti sono testimoni evidenti di riti antichi. Alcuni esempi: l’olio, il pane e il vino, ovvero il nome, il corpo e il sangue di Cristo hanno il loro fondamento e riscontro nel paesaggio agrario, dominato da viti, messi e ulivi, dell’Impero Romano e prima ancora in quello di Ulisse. Il nostro paesaggio anche oggi è segnato da queste tre essenze, già sacre a Bacco, Cerere e Minerva e dalle querce care a Giove e al "Nino". La stessa "adorazione" di Dio o degli dei deriva dall’ador, l’altro nome del farro, il cereale antichissimo, con la cui farina mista a sale era confezionata la salsa mola usata per cospargere le vittime sacrificali e perciò dette "immolate".

Parimenti, i nostri "crescione", "crescia" e "crescenza" hanno la stessa radice di "crescere" e della dea Cerere. Anche il "pane quotidiano", quello del Pater noster, è per eccellenza cibo del mondo civile perché frutto sofisticato del lavoro dei campi e, quindi, è cultura e non natura. Il "nostro", però, è quello con quella forma lì consolidata in secoli d’uso in quell’angolo, magari piccolissimo, del nostro Paese dove siamo nati e cresciuti ed abbiamo imparato a parlare e a mangiare. Forma, composizione, presenza o assenza di sale, olio, strutto o latte al suo interno non sono frutto di gusti recenti ma, come le forme e le misure dei mattoni con cui per secoli sono state costruite le nostre case, sono stigmati identitarie che molto spesso hanno le loro radici nell’Italia preromana e romana. I dolci, i pani della festa, si sono conservati spesso intatti per millenni attraverso la ritualità calendariale del loro consumo. Sì che per misurare lo spessore storico e la qualità della civiltà di un paese non c’è migliore o più preciso termometro della ricchezza e varietà della propria alimentazione, autentica "cultura che nutre".

Oggi troppo spesso "l’effetto rumore" dell’offerta globalizzata e nuove normative alimentari devastano il fragile equilibrio di un’identità raffinata in secoli di vita civile. Come le scialbature cancellano la storia dai vecchi muri delle case, così in quell’immenso museo a cielo aperto che è il territorio sempre meno sono i segni della memoria, mentre la sua gente è sempre più povera di identità.

Pertanto Io Nino 2009, con il progetto "Archeologia nel piatto", non intende ricostruire "come mangiavano i Marchigiani all’epoca di Cesare" ma al contrario cercare di individuare e conoscere i tanti "dinosauri nell’orto" che la tradizione ci ha trasmesso con il variegato consumo alimentare, in modo da conservare con consapevolezza il millenario patrimonio di colture, culture e culti compreso nel "nostro pane quotidiano".

Ivo Picchiarelli

Fondatore ed ideologo de "La Festa del Nino"


www.ionino.it

www.festadelnino.org

martedì 30 dicembre 2008

Pergola, un successo enorme per la mostra di Giovanni Gaggia


Sta riscuotendo un enorme successo di pubblico e critica la mostra dell’artista Giovanni Gaggia dal titolo “Aforismi Simpatetici”. L’esposizione che è stata inaugurata lo scorso 29 novembre al Museo dei Bronzi Dorati, ha attirato la curiosità e l’attenzione di tantissimi visitatori e numerosi critici rimasti favorevolmente colpiti dai lavori dell’artista pergolese.

“Una rassegna eterogenea sull’attualità. Che Gaggia affronta talora con una satira pungente, tal altra con un grido disperato. O un atto di meditazione. Accompagnando lo spettatore in un cammino ascensionale”.
Così Exibart, prestigioso magazine d’arte e cultura, descrive l’esposizione.
“E’ un percorso sia sul piano fisico che emozionale. Fisico, in quanto lo spettatore deve spostarsi in luoghi differenti; emozionale, poiché anche lo spirito percorrerà un viaggio del tutto personale. S’inizia dal Museo. Le opere sono di piccolo formato, le cornici in lacca rossa e nera luccicano e scintillano, enfatizzando il vortice diabolico delle immagini. Il percorso prosegue nel foyer del Teatro con una singolare installazione cruciforme, rischiarata a lume di candela. Sempre in teatro, Gaggia propone il video Noi-Maiali, nel quale si succedono primi piani di persone che indossano un paio di occhiali su cui è attaccato un piccolo maialino rosa. Una trovata irriverente che l’artista utilizza per porre l’umano gregge su un unico livello, quello suino. La parabola conclusiva del percorso si chiude con la performance Ali Squamose. Un finale perfetto, che simbolicamente azzera i moti d’animo iniziali, indirizzando la mente verso “le insondabili profondità del respiro primordiale”, come scriveva Paul Klee nel 1945”.

La mostra rimarrà aperta fino al 6 gennaio, dal martedì alla domenica (10-12.30 e 15.30-18.30). L’ingresso è libero.

Diotallevi: "L'Unione Valcesano è stata un flop"

“Una bella intenzione ma c’è poco da fidarsi”.
Carlo Diotallevi, capogruppo di minoranza, interviene sulla proposta lanciata dal Presidente dell’Unione Valcesano, Giuliano Lucarini, di allargare l’ente a tutta la vallata del Cesano, da Marotta a Pergola.

“Prima di ragionare su quest’ipotesi che concettualmente ci trova d’accordo dovrebbe funzionare bene l’attuale Unione. Lucarini comunica che l’Unione Valcesano ha un bilancio positivo, peccato che non sia lo stesso per i Comuni che la compongono che danno senza ricevere servizi rilevanti. L’Unione è diventato un carrozzone! Anche noi avevamo votato favorevolmente alla sua istituzione ma ci siamo presto accorti che è servita solo per moltiplicare poltrone. E’ un costo e i Comuni e i cittadini in cambio non ricevono benefici. L’Unione Valcesano è stato un flop, una delusione cocente. Prima di allargare l’ente e mettere insieme servizi vanno riviste le funzioni, solo così potranno concretizzarsi vantaggi per tutti. Infine non vanno sottovalutate le esigenze assai diverse tra un cittadino di Marotta e Mondolfo ed uno di Pergola”.

Mondolfo, al giro di boa per il Sindaco Cavallo è tempo di bilanci


Al giro di boa è tempo di bilanci per la Giunta Cavallo che terminerà il mandato nel 2011.

“Due anni e mezzo di governo – esordisce il Sindaco Pietro Cavallo – che hanno prodotto impegno e attenzione in svariati campi. In primis, il fondamentale intervento nel settore del ciclo integrato delle acque, un investimento che ha permesso di adottare nuove tecnologie per ottenere un’acqua eccellente sia in qualità che quantità. Altro aspetto prioritario, che come Giunta ci ha visto seriamente impegnati, è stato il taglio dei costi della politica. Abbiamo diminuito il numero degli assessori e l’indennità per la figura del presidente del consiglio. Il nostro lavoro quotidiano ci porta anche e soprattutto a mettere concretamente sul tavolo questioni rilevanti come la determinazione del contributo integrativo riguardante i piani attuativi che sostanzialmente significa la realizzazione di zone Pep, casa quindi a prezzi accessibili per i cittadini, e zone Pip che daranno la possibilità ai nostri artigiani di comprare strutture adeguate. Perché la volontà di questa Giunta che ho l’onore di presiedere è quella di non avere un territorio dormitorio, ma di attivare più sinergie per ottenere occupazione e qualità della vita. Altro obiettivo è stata l’adozione del piano particolareggiato dei fabbricati ricadenti in zona agricola, l’ampliamento del centro residenziale per anziani, struttura che nella vallata risulta una vera eccellenza, il piano spiaggia e quello di lottizzazione, il piano particolareggiato di viale Carducci. Per l’ambientale, dopo un lungo iter di confronti abbiamo redatto il piano acustico e messo mano al regolamento di somministrazione per bevande ed esercizi commerciali. Con soddisfazione abbiamo avviato la raccolta differenziata attraverso il “porta a porta” in tutto il territorio comunale che dai dati in nostro possesso sta dando risultati incredibili grazie alla collaborazione di tutti i nostri cittadini. Per non parlare dell’ingente opera in corso che riguarda il nuovo collettore di fondovalle che vede un impegno finanziario di oltre 1 milione 200 mila euro. Abbiamo inoltre lavorato sul versante della viabilità adottando un sistema nuovo in viale delle Regioni, così come abbiamo chiuso con la società autostrade un ottimo accordo in vista della realizzazione della terza corsia, riuscendo a spuntare la realizzazione di tute le opere accessorie che ridisegneranno il volto del territorio comunale”.
Passiamo al turismo.

“Abbiamo cercato di allargare i nostri orizzonti dando vita a un nuovo gemellaggio con Iffezheim, inaugurato Villa Valentina e la bellissima piazza Kennedy che ha saputo imprimere un nuovo aspetto al salotto marottese. Sempre a Marotta inoltre aprirà un dispensario farmaceutico nel quartiere di Piano Marina evitando così ai residenti di arrivare sino a Marotta centro per usufruire del servizio. Il lavoro svolto dalla Giunta è stato importante e concreto. Sono molte ancora le cose che ci siamo prefissati anche se, considerati i punti posti nel programma di coalizione, possiamo tranquillamente dire, senza paura di smentita, di aver tenuto fede alla maggior parte degli impegni assunti”.

lunedì 29 dicembre 2008

Monte Catria: le piste da sci s'inaugureranno il 17 gennaio


Il 17 gennaio saranno inaugurate sul Catria le attese piste da sci. Regione, Provincia e Comune di Frontone lo danno per certo.

A valle, è pronta la funivia che, con le sue 106 cabine, dalle 8 della mattina fino alle 17, porterà in quota i turisti in meno di 20 minuti.

Sul monte c’è una nuova sciovia, lunga 500 metri, per compensare gli ultimi 160 metri di dislivello e dare accesso alle piste.

Ripristinate e messe in sicurezza le vecchie piste e creati nuovi percorsi.
Tutte si snodano su un dislivello tra i 1450 e 1320 metri, fatta eccezione della pista di 5,5 chilometri che corre lungo la linea di servizio della funivia, in caso di neve abbondante.
La più corta (50 metri) è quella riservata al campo scuola, mentre la più facile è la Cotaline (350 metri). Poi c’è l’Acuto 1 e l’Acuto 2, lunghe ognuna 250 m, la Faggio (900 m) e la Panoramica (1100 m ). Le difficoltà iniziano con i 600 metri della Direttissima, i 750 metri della pista chiamata Variante, il percorso medio difficile delle Gorghe (1200 m) e la pista della funivia, classificata difficile (200m).

Per gli sfrenati della tavola, c’è uno snow park con jump, rail box e rainbow. Per gli amanti dello sci di fondo infinite possibilità. Previsto un punto ristoro, una scuola da sci, un punto noleggio attrezzatura.

Cna: in Provincia la crisi si fa sentire


Mobile e trasporti: sono questi i settori più colpiti dalla crisi in provincia di Pesaro e Urbino. Non se la passano meglio la meccanica, la nautica e le costruzioni che hanno vistosamente rallentato, ed in qualche caso arrestato la loro corsa. Tutto questo mentre invece il numero delle imprese attive cresce del 2% (795 unità in più) e pone la provincia di Pesaro in testa alla classifica regionale di natalità di nuove attività. Nell’ultimo trimestre (il terzo dell’anno), secondo i dati elaborati dal Centro studi della CNA delle Marche, crescono anche le imprese del settore manifatturiero (+252) e delle attività di servizio avanzato (+162). E la tendenza del quarto trimestre, ancora in fase di elaborazione, sta accentuando queste tendenze.

Crescono le imprese di costruzioni, ma si tratta per lo più di imprese individuali, che poco incidono nel definire l’andamento generale di un settore che sta vivendo una indubbia fase di stagnazione determinata soprattutto dalla quasi paralisi del mercato immobiliare e dagli strascichi della crisi dei mutui.

Continua ad essere in grande sofferenza il settore dell’autotrasporto con imprese che continuano a chiudere a causa degli aumentati costi di gestione (carburante, pedaggi, assicurazioni, manutenzione), e della forte diminuzione di commesse, soprattutto da parte di settore storici come quello del mobile. E’ in stagnazione il settore del tessile abbigliamento che nel primo semestre dell’anno ha visto altre imprese chiudere i battenti mentre si consolidano invece grandi marchi che operano nell’area di Urbania.

Sono in leggero in aumento le esportazioni nel primo semestre (+0,5%), in controtendenza con il forte calo che si registra nel resto della regione (-10,8%). Calano invece fortemente le importazioni (-12,9%).

E’ questo il quadro generale del terzo trimestre dell’anno, quello coincidente con il mese di luglio, la pausa estiva di agosto e la ripresa dell’attività delle imprese a settembre. Su questo periodo dunque la crisi internazionale ha fatto sentire poco i suoi effetti.
Previsioni più orientate al negativo si prevedono per questi quattro mesi dell’anno. Mesi nei quali l’onda lunga della crisi internazionale ha cominciato a far sentire i suoi effetti anche nella nostra provincia. Non è solo il settore del mobile (con ditte blasonate che hanno cominciato a far ricorso alla cassa integrazione, ad un allungamento delle festività natalizie e ad una flessibilità dell’orario di lavoro), a soffrire ma anche quello fino ad ora indicato sempre in ascesa: la nautica.


In questo comparto sono stati 9 cantieri su 140 attivi (il 63,6% sul totale marchigiano), specializzati in costruzioni e riparazioni di grandi imbarcazioni a chiudere i battenti. Sono invece 16 invece le ditte che hanno cessato l’attività su 95 esistenti (il 66,9% dell’intero settore nelle Marche), specializzate nella costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive. A fronte di tante cancellazioni sono 25 (7 nell’industria e 18 nel diporto), quelle che hanno aperto i battenti (magari cambiando forma societaria), negli ultimi 9 mesi. Ma sono i dati sulle esportazioni a confermare la flessione del settore. Se nel secondo semestre del 2007 le esportazioni ammontavano a 106 milioni di euro di euro, nello stesso periodo di quest’anno l’export pesarese della nautica si è fermato a 94 milioni e mezzo di euro con una flessione di ben 11,5 milioni di euro.

Un settore nel quale non sono poco le piccole e piccolissime imprese che lavorano nell’indotto.
A fronte dei dati congiunturali, la CNA di Pesaro e Urbino invita a leggere con cautela anche quelli tendenziali che prevedono una differenziazione per settori. Non mancano previsioni ottimistiche anche se su tutto vi è una grande incertezza legata soprattutto alle vicende internazionali.

In questo quadro la CNA invita le istituzioni ad attuare politiche si sostegno alle imprese, in primis aiutando le imprese attraverso speciali fondi di garanzia che consentano alle aziende di poter accedere alle linee di credito degli istituti bancari.

Coordinamento dei comitati: bilancio e futuro

Inizia un nuovo anno, il 2009, permetteteci di fare gli auguri a tutti.

L'anno che viene non si annuncia sotto i migliori auspici economici e sociali, ma non verranno certo meno la forza e la volontà per affrontare i problemi della crisi incombente.

Purtroppo la Regione Marche non ha ancora concluso la penosa vicenda dell'inceneritore di Schieppe. La storia è iniziata il lontano 29/11/2004 quando, facendosi beffe della legge e dei diritti dei cittadini, la Regione PRESCRISSE alla ditta Wafer zoo srl di costruire un impianto di "produzione" di energia elettrica, ove incenerire 1.800.000 quintali di "cosiddette biomasse".

I cittadini si sono ribellati e neanche il 2009 non vedrà la costruzione dell'ecomostro.

L'Assessore Amagliani ed i suoi "tecnici", spalleggiati dal mutevole Presidente Spacca, hanno permesso, pur essendone stati ripetutamente richiamati, la violazione di leggi e regolamenti (LR Marche n. 7/2004, DGR Marche 268/03, PPAR Marche, direttive 79/409/CE "Uccelli" e 92/43/CE "Habitat", direttiva 85/337/CE, DPR 120/2003, DLgs 42/2004, DLgs 372/99, Deliberazione del Comitato Nazionale per le aree naturali protette, 2.12.1996, legge 241/90).

Tanta è stata la licenza, che alcuni provvedimenti sono stati annullati per "sviamento e travisamento, difetto di istruttoria, inadeguata motivazione, violazione del principio di leale cooperazione, manifesta illogicità ed incongruenza, illegittimità ed eccesso di potere, in ordine alla compatibilità delle nuove opere con i valori paesaggistici ed ambientali del luogo, di dichiarato interesse pubblico" dalla Soprintendenza Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche di Ancona. Annullamenti che in sede cautelare sono stati confermati dal TAR Marche (Per ben due volte) e dal Consiglio di Stato.

A questo si sono dedicati Amagliani e Spacca invece di pensare alle cose serie ed ai tanti problemi dei nostri territori.

Mancherà qualche palla; ci scuseranno i neo-assessori se il nostro albero di Natale non ha ancora recepito l’ennesimo rimpasto!

Non sono però riusciti ad imporci un impianto che avrebbe fruttato circa 24 milioni di euro all’anno di contributi pubblici (Certificati verdi - Ex CIP 6) alla ditta proponente, danneggiando in modo grave, certo ed irreparabile, il nostro territorio e l’ambiente, quindi il valore dei beni e delle attività. Un inceneritore di “cosiddette biomasse” che, ancor peggio, avrebbe rappresentato un serio pericolo per la nostra salute, come dimostrano le numerose consulenze acquisite (Ricordiamo, fra le altre, quella commissionata dal Comune di Montemaggiore al Metauro all’IST - Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova).

Il nostro impegno rimane, certo dell'aiuto di tutti; in questa sede torniamo a dare atto, doverosamente e con piacere, delle ferme posizioni assunte dai Sindaci di Barchi, Fano, Montemaggiore al Metauro e Serrungarina, nonchè dal Commissario della Comunità Montana del Metauro.



(P.S.: Mancherà qualche palla; ci scuseranno i neo-assessori se il nostro albero di Natale non ha ancora recepito l’ennesimo rimpasto!)

domenica 28 dicembre 2008

Marotta unita, il campanilismo non risolve i problemi

Il pepato intervento del Comitato Cittadino Mondolfese che sulla questione dell’unificazione di Marotta aveva attaccato il Sindaco Pietro Cavallo, è motivo di riflessione per la lista civica Per Cambiare.

“Le prese di distanza degli assessori appartenenti al Comitato, anzi solo Carboni si è dissociato, Vergari dubitiamo che lo farà – esordisce il consigliere Francesco Bassotti – sono pura speculazione politica. A parte il fatto che i timori per l’unificazione potrebbero essere inutili, visto che ancora nessuno si è posto il problema di chiedere ai marottesi di Fano se sono d’accordo a passare con l’Amministrazione di Mondolfo, e ciò è tutt’altro che scontato, occorre dire che la posizione del Comitato Mondolfese può essere compresa, in quanto espressione di un motivato malcontento per la situazione in cui versa Mondolfo, ma non condivisa”.

Perche? “I problemi di Mondolfo sono tantissimi ma perché invece di attaccare giustamente il Sindaco, mondolfese, per quello che non fa a Mondolfo ci si scaglia contro l’allargamento della popolazione con cittadini appartenenti a una frazione confinante dotata tra l’altro di maggiori strutture e servizi? Lo stesso Vergari si è dimostrato favorevole a una futura fusione di diversi Comuni in un’unica Amministrazione. Ha sempre dichiarato che l’unificazione dovesse avvenire nell’ambito dell’Unione dei Comuni facendo inserire da Carloni tale premessa nell’ultima delibera adottata dal consiglio comunale nel 2000 con la quale si chiedeva alla Regione di intervenire. Perché oggi che l’Unione dei Comuni è realtà il Comitato è ancora nettamente contrario all’unificazione?” Prosegue il capogruppo Carlo Diotallevi. “L’attenzione va puntata sugli amministratori. Ogni giorno possiamo constatare lo stato di penoso abbandono in cui versano diverse porzioni del centro storico. Per non parlare dell’eterna incompiuta del cimitero e della sua insufficienza rispetto alle esigenze collettive e della più generale carenza cronica di strutture sportive. Che poi Marotta sia privilegiata rispetto al centro storico è un luogo comune da sfatare: piazza Kennedy riqualificata dopo 100 anni, Villa Valentina bella ma mal utilizzata, su viale delle Regioni stendiamo un velo pietoso. Il vero problema è la scelta di amministratori capaci: il Comitato Mondolfese avrà riscontrato che la presenza di una Giunta quasi totalmente mondolfese, 6 su 7, non ha giovato granché ai loro interessi”. Facciamo appello al Presidente del Comitato: non si faccia trascinare in queste diatribe di bassa lega e, quando si tratta di evidenziare i problemi del territorio di competenza, lo faccia senza lasciarsi condizionare dai due assessori presenti nel direttivo, di cui uno preferisce tirare il sasso e ritirare la mano, l’altro tramare nell’ombra. Egregio Presidente non è un incremento territoriale e di popolazione a creare problemi al centro storico di Mondolfo, tant’è che Marotta di Fano a confronto di Marotta di Mondolfo sembra New York. Mondolfo è in uno stato di incuria vergognoso e su questo concordiamo con il Comitato però la colpa non è dei marottesi ma del Sindaco e soprattutto di Vergari e Carboni che sono abili a fare sterili polemiche campanilistiche ma non a risolvere i problemi di Mondolfo”.

Marotta, dopo le mareggiate la minoranza chiede lumi


Come si è mossa e quali interventi l’Amministrazione comunale mondolfese ha deciso di predisporre dopo le mareggiate che l’11 e 12 dicembre scorso hanno pesantemente danneggiato Marotta?
Sono le domande che i consiglieri della lista civica “Per Cambiare”, Carlo Diotallevi e Francesco Bassotti, rivolgono al sindaco di Mondolfo Pietro Cavallo tramite un’interrogazione.
“Nel territorio comunale – sottolinea Bassotti – si è abbattuta l’ennesima mareggiata con effetti devastanti per le solite concessioni demaniali, vedasi anche mareggiata dell’agosto del 2007. E’ cronica la mancanza di interventi strutturali alle scogliere interessate, dimostratesi ampiamente inadeguate e causa di ingentissimi danni economici per gli operatori, oltre ad insidiare i beni di proprietà comunale come le strade. Il Governo ha deliberato lo stato di emergenza a livello nazionale il 18 dicembre scorso. In questo periodo cosa è stato fatto da questa amministrazione al di là degli interventi immediati di soccorso agli operatori danneggiati? La Regione Marche è stata ufficialmente interpellata in merito? Quali risposte sono arrivate e nello specifico quali tempi sono stati prospettati? E’ stato effettuato un resoconto dettagliato ed una precisa quantificazione dei danni? Questa Amministrazione ha intenzione una volta per tutte di sostenere concretamente gli operatori del settore con azioni anche eclatanti, seppur nella legalità, presso la Regione Marche o intende ancora piangere sul latte versato?”

Il Comune ha richiesto alla Regione lo stato di emergenza ma per la minoranza consiliare e tanti operatori turistici il nocciolo del problema sono le scogliere.

“E’ una questione vitale – spiega Diotallevi – un tema che va avanti da decenni e ogni volta ci sentiamo dire dagli amministratori che verrà risolto. Negli ultimi due anni ci hanno assicurato che con i lavori che si stavano eseguendo, e che sono terminati da alcuni mesi, tutti i problemi avrebbero trovato soluzione. Invece dopo un nuovo sopralluogo emerge ancora quello che dicevamo da mesi: gli interventi non sono sufficienti e ci si dovrà rimettere mano. Occorrerà elaborare, realizzare e finanziare un nuovo progetto per allargare le basi e rialzare le scogliere rimaste più basse, ma quanti anni ci vorranno? Quanti altri danni dovranno subire i nostri operatori?”