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lunedì 29 dicembre 2008

Cna: in Provincia la crisi si fa sentire


Mobile e trasporti: sono questi i settori più colpiti dalla crisi in provincia di Pesaro e Urbino. Non se la passano meglio la meccanica, la nautica e le costruzioni che hanno vistosamente rallentato, ed in qualche caso arrestato la loro corsa. Tutto questo mentre invece il numero delle imprese attive cresce del 2% (795 unità in più) e pone la provincia di Pesaro in testa alla classifica regionale di natalità di nuove attività. Nell’ultimo trimestre (il terzo dell’anno), secondo i dati elaborati dal Centro studi della CNA delle Marche, crescono anche le imprese del settore manifatturiero (+252) e delle attività di servizio avanzato (+162). E la tendenza del quarto trimestre, ancora in fase di elaborazione, sta accentuando queste tendenze.

Crescono le imprese di costruzioni, ma si tratta per lo più di imprese individuali, che poco incidono nel definire l’andamento generale di un settore che sta vivendo una indubbia fase di stagnazione determinata soprattutto dalla quasi paralisi del mercato immobiliare e dagli strascichi della crisi dei mutui.

Continua ad essere in grande sofferenza il settore dell’autotrasporto con imprese che continuano a chiudere a causa degli aumentati costi di gestione (carburante, pedaggi, assicurazioni, manutenzione), e della forte diminuzione di commesse, soprattutto da parte di settore storici come quello del mobile. E’ in stagnazione il settore del tessile abbigliamento che nel primo semestre dell’anno ha visto altre imprese chiudere i battenti mentre si consolidano invece grandi marchi che operano nell’area di Urbania.

Sono in leggero in aumento le esportazioni nel primo semestre (+0,5%), in controtendenza con il forte calo che si registra nel resto della regione (-10,8%). Calano invece fortemente le importazioni (-12,9%).

E’ questo il quadro generale del terzo trimestre dell’anno, quello coincidente con il mese di luglio, la pausa estiva di agosto e la ripresa dell’attività delle imprese a settembre. Su questo periodo dunque la crisi internazionale ha fatto sentire poco i suoi effetti.
Previsioni più orientate al negativo si prevedono per questi quattro mesi dell’anno. Mesi nei quali l’onda lunga della crisi internazionale ha cominciato a far sentire i suoi effetti anche nella nostra provincia. Non è solo il settore del mobile (con ditte blasonate che hanno cominciato a far ricorso alla cassa integrazione, ad un allungamento delle festività natalizie e ad una flessibilità dell’orario di lavoro), a soffrire ma anche quello fino ad ora indicato sempre in ascesa: la nautica.


In questo comparto sono stati 9 cantieri su 140 attivi (il 63,6% sul totale marchigiano), specializzati in costruzioni e riparazioni di grandi imbarcazioni a chiudere i battenti. Sono invece 16 invece le ditte che hanno cessato l’attività su 95 esistenti (il 66,9% dell’intero settore nelle Marche), specializzate nella costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive. A fronte di tante cancellazioni sono 25 (7 nell’industria e 18 nel diporto), quelle che hanno aperto i battenti (magari cambiando forma societaria), negli ultimi 9 mesi. Ma sono i dati sulle esportazioni a confermare la flessione del settore. Se nel secondo semestre del 2007 le esportazioni ammontavano a 106 milioni di euro di euro, nello stesso periodo di quest’anno l’export pesarese della nautica si è fermato a 94 milioni e mezzo di euro con una flessione di ben 11,5 milioni di euro.

Un settore nel quale non sono poco le piccole e piccolissime imprese che lavorano nell’indotto.
A fronte dei dati congiunturali, la CNA di Pesaro e Urbino invita a leggere con cautela anche quelli tendenziali che prevedono una differenziazione per settori. Non mancano previsioni ottimistiche anche se su tutto vi è una grande incertezza legata soprattutto alle vicende internazionali.

In questo quadro la CNA invita le istituzioni ad attuare politiche si sostegno alle imprese, in primis aiutando le imprese attraverso speciali fondi di garanzia che consentano alle aziende di poter accedere alle linee di credito degli istituti bancari.

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