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giovedì 3 dicembre 2009

Valcesano, l'Anpi: "Se il Premio Nobel per la pace gioca alla guerra..."


"Il neo presidente americano e premio nobel per la pace Barack Obama ha deciso.
Altri 30.000 soldati americani saranno inviati in Afghanistan per combattere il terrorismo.
Anche l’Europa, alleata di ferro degli Stati Uniti, dovrà fare la sua parte con l’invio di almeno 5.000 militari che andranno ad aggiungersi a quelli già presenti nel paese asiatico oramai dal 2001.
L’Italia sembra che contribuirà all’aumento del suo contingente con circa 500 militari.
La sezione ANPI Valcesano ritiene che questa non sia la strategia da seguire.
Questo aumento dell’escalation militare non potrà che avere ripercussioni drammatiche non solo per i combattenti degli opposti schieramenti in campo con nuove perdite anche tra i nostri militari che poi , in maniera ipocrita ci troveremo di nuovo a dover piangere in quanto ritenuti “soldati di pace”.

Ma soprattutto, ancora una volta, per la popolazione civile innocente che tanto finora ha pagato in termini di perdite di vite umane e che tanto ancora dovrà pagare.
Senza un piano politico serio basato sul confronto ed il dialogo e su proposte che veramente vadano a fondo del problema legato al terrorismo mondiale (disuguaglianze sociali ed economiche, interventi militari nei paesi mediorientali per sfruttare le loro risorse energetiche, fanatismi religiosi ecc…) non si riuscirà certamente con l’invio di nuovi militari a sanare questo e altri conflitti.
Anzi in questo modo si riuscirà solamente a incancrenire ancora di più le operazioni belliche a tutto vantaggio degli estremisti afgani e di quelli occidentali e a danno, come già detto della popolazione civile.
Per questo ci dissociamo totalmente dalla scelta del Presidente americano Obama e del “nostro” Premier Berlusconi sull’invio di nuove truppe in un paese che oramai da trent’anni non trova pace a causa delle continue guerre".





QUARANT’ANNI FA LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA

"Sono passati 40 anni da quel lontano 12 dicembre del 1969 e dalle bombe messe da neofascisti e Servizi segreti a Roma e a Milano.
Alla Banca dell’Agricoltura di Milano, a Piazza Fontana, la bomba, nascosta all’interno di una valigetta di pelle, fece 16 morti e oltre novanta feriti, segnando l’inizio della “strategia della tensione”, del terrorismo rosso e nero e degli anni di piombo.
Un periodo che fece precipitare l’Italia in un baratro profondo ed oscuro, in una sorte di guerra civile di cui ancora oggi se ne avverte l’eco.

Ci sembra quindi giusto e doveroso ricordare questo avvenimento e ricordare, assieme ai sedici morti dovuti all’esplosione, la 17 esima vittima innocente di quel vile atto, Giuseppe Pinelli, anarchico, “suicidatosi” cadendo dalla finestra della questura di Milano durante un interrogatorio dopo il suo arresto.

Accanto alla strage di Piazza Fontana vogliamo ricordare le successive ed innumerevoli “stragi di stato” (Italicus, piazza della Loggia a Brescia, stazione di Bologna, Ustica, ecc…) che hanno insanguinato l’Italia, augurandoci che le responsabilità di chi le commise possano essere al più presto rese pubbliche in maniera chiara e definitiva.

Un popolo che dimentica il suo passato non ha futuro".

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