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giovedì 28 gennaio 2010

Serra, l'Assessore allo Sport e Mr Polselli: "Ma quale razzismo! Qui gli stranieri sono ben integrati. Anche il giocatore del S.Orso ha sbagliato"


Razzismo? Nel suggestivo borgo ai piedi del monte Catria è una parola che non si conosce. Qui si parla d’integrazione. Durante la partita tra Serra e Sant’Orso, quattro giovani pseudo tifosi hanno preso di mira il giovane attaccante senegalese della compagine fanese, Ousmane Vega. Il Sant’Orso per tutta risposta l’ha promosso capitano. All’Amministrazione comunale e alla società sportiva di calcio che milita in Prima categoria, non va giù che il paese venga tacciato di razzismo. “Respingo fortemente – esordisce l’assessore allo Sport, Fausto Mollaroli – questa affermazione sia dal punto di vista politico, la nostra Amministrazione ne è un esempio, che umano. Viviamo in una comunità in cui le persone di etnie diverse vengono accolte in maniera ottimale. Ci sono famiglie di extracomunitari la cui integrazione è stata molto positiva. Inoltre l’associazione delle famiglie organizza e partecipa alla raccolta di fondi per l’Uganda il cui promotore Don Feliciano, è un missionario di colore. L’episodio per cui si è aperta la polemica va assolutamente chiarito. Noi siamo una società piccola che fa enormi sacrifici per gestire la squadra di calcio ma con una regola precisa, il rispetto per le altre società e chi ne fa parte. Durante una partita di calcio ci possono essere momenti di tensione ma poi tutto deve finire al fischio finale. Continuare le polemiche fa solo male allo sport”.
Sulla vicenda interviene anche l’allenatore Daniele Polselli.
“Non c’è dubbio che quei pochi ragazzi hanno sbagliato ma non è ammissibile che una società ed un paese intero vengano definiti razzisti. E’ giusto ricordare anche cosa ha fatto il giocatore sia nella partita d’andata che di ritorno. Vega ha sputato, ha dato una gomitata a gioco fermo e voleva addirittura tirare una panchina a un nostro dirigente. Come se non bastasse ci siamo ritrovati con le porte dello spogliatoio rotte. Insomma, credo che se vanno censurati certi cori di una piccolissima parte del pubblico, vanno al contempo condannati anche gli atteggiamenti del giocatore che spesso viene apostrofato, sbagliando, come Balotelli in diversi campi sportivi non perché di colore ma per il suo comportamento”.

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