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giovedì 18 giugno 2009

Thomas L. Friedman ha ricevuto l'Urbino Press Award 2009


URBINO, 18 GIU - L'editorialista del New York Times e scrittore Thomas L. Friedman ha ricevuto l'Urbino Press Award 2009, assegnato ogni anno dalla citta' feltresca ad un giornalista Usa di successo. Vincitore di tre premi Pulitzer, Friedman ha parlato del suo ultimo libro, ''Caldo, piatto e affollato''. ''Siamo la generazione delle cavallette, una specie in via d'estinzione'' ha detto citando il riscaldamento del pianeta, la crescita demografica, l'assalto alle risorse energetiche. Ma ''non siamo finiti, se riusciamo a vedere questi problemi come una lista di opportunita' con un'unica soluzione: lo sviluppo di un'energia alternativa abbondante, economica e pulita''.(ANSA).

Il giornalista e tre volte premio Pulitzer Thomas Friedman, una delle firme più prestigiose del New York Times, è il vincitore del premio giornalistico Urbino Press Award 2009, riconoscimento annuale conferito ai grandi protagonisti del giornalismo americano.
Friedman, 55 anni, oggi uno dei 'columnist' più affermati del New York Times, reporter di guerra, corrispondente estero e corrispondente dalla Casa Bianca, è il giornalista americano che per primo parlò sul NYT del massacro di Sabra e Chatila (1982). Quel servizio gli valse il primo dei suoi tre Pulitzer.
Ora è arrivato per Friedman anche l'Urbino Press Award. Che non avrà il prestigio di un Pulitzer, ma ha l'ambizione di voler premiare grandi giornalisti capaci di grande giornalismo.
La consegna del premio, come ormai da tradizione, si è svolta all'ambasciata d'Italia a Washington, alla presenza dell'ambasciatore Giovanni Castellaneta. Durante la cerimonia è stato ricordato come gli stessi colleghi del New York Times considerino Friedman "il più grande reporter vivente". "The World is Flat, il suo ultimo libro - ha ricordato il ministro Luca Ferrari - ha venduto nel mondo qualcosa come 8 milioni di copie. Un capolavoro per la chiarezza dell'informazione e la lucidità dell'analisi". In quel libro Friedman spiega quali siano gli effetti della globalizzazione, e per quale motivo il mondo sia prima o poi destinato a tornare a pensare in termini 'locali', soprattutto dal punto di vista culturale. E' la stesa tesi del regista tedesco Wim Wenders, che è stato a sua volta ospite virtuale della cerimonia in un video proiettato all'ambasciata su iniziativa della città di Urbino. Nel video Wim Wenders, che si definisce un "innamorato" di Urbino, sostiene - come Friedman - che "la globalizzazione non durerà per sempre. Anzi, se ne andrà, prima poi, perché la gente riscoprirà il valore del locale, ciò che è essenziale delle singole culture. Allora, e solo allora, ci sarà un nuovo Rinascimento, di cui Urbino è un simbolo". E' con questo spirito che l'Italia organizza ormai da anni l'Urbino Press Award. Dedicato al grande giornalismo americano perché il giornalismo è un ponte per diffondere cultura. E dedicato a Urbino perché la città marchigiana è a suo modo simbolo di quel Rinascimento italiano che in America resta un modello di riferimento culturale assoluto. "Non c'é niente di più gratificante che essere premiato da un Paese straniero - ha detto Friedman, che in carriera ha vinto due premi Pulitzer nella categoria 'International Reporting' e uno nella categoria 'Commentary' -. E anche se sono ebreo, credo nella reincarnazione, e sono convinto che in qualche mia vita precedente sono nato a Urbino". (ANSA).



GIORNALISTI: URBINO PRESS AVARD 2009 A THOMAS FRIEDMAN (ANSA) - URBINO, 21 APR - Thomas Friedman è il vincitore dell'Urbino Press Award 2009, il riconoscimento annuale conferito dall'Italia ai grandi protagonisti del giornalismo americano. Lo ha annunciato l'ambasciatore Giovanni Castellaneta, durante una cerimonia affollata che ha radunato a Whitehaven Street, nella sede diplomatica italiana, anche sottosegretari di Stato e funzionari dell'amministrazione Obama, e oltre 200 giornalisti e inviati delle più note testate americane. Considerato dai suoi stessi colleghi "il più grande reporter vivente", Friedman, vincitore di tre premi Pulitzer, é da anni editorialista di punta del New York Times e autore acclamato (oltre otto milioni di copie vendute per i suoi libri, tra cui Il mondo è piatto e Il mondo dopo l'11 settembre). Tra il pubblico in sala anche l'ambasciatore d'Israele Salai Meridor, che ha portato i saluti del Paese d'origine del vincitore. "Sono ebreo, ma credo nella reincarnazione - ha ironizzato Friedman - e sono convinto di aver vissuto a Urbino nella mia vita precedente". (ANSA).

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