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mercoledì 1 aprile 2009

Pubblico trasporto, lettera aperta (Seconda puntata): l'errante, l'errore e l'eroe


Pubblichiamo a puntate la lunga ed interessante lettera aperta sul Pubblico trasporto scritta da Luigi Livi

L’ERRANTE, L’ERRORE E L’EROE

LETTERA APERTA a tutti i responsabili del PUBBLICO TRASPORTO:
pubblici amministratori, gestori e cittadini
(tutti potenziali e auspicabili utenti)


VALCESANO E DINTORNI

Ecco, quale parziale esempio, una lista di utenti della vallata del Cesano che, dopo molti anni di abbonamento, hanno lasciato la corriera nel giugno 2008, in seguito all’entrata in vigore dei nuovi orari:

- fermata PERGOLA 2 liberi professionisti, 2 insegnanti
- fermata S.LORENZO 1 impiegato, 2 operai
- fermata CASTELFRATTE 2 impiegati
- fermata S.MICHELE 2 insegnanti, 2 impiegati, 1 artigiano
- fermata MONTEPORZIO 1 impiegato, 3 operai



( N.B.: i dati sono stati raccolti per conoscenza diretta. Attraverso un’indagine scientifica, si potrebbe forse scoprire una realtà ben più grave. )

Cerchiamo di capire le ragioni di tali preoccupanti abbandoni.
“Le scritte sulle corriere dovranno sparire!”, esclama minaccioso il competente assessore provinciale, “l’azienda trasporti è unica e si chiama Adriabus”. Scritte o non scritte, noi si parte da Pesaro alla volta di Pergola e si è costretti a cambiare corriera a Fano (dalla scritta “Ami”, in barba all’assessore, si passa alla scritta “Vitali” per il consueto tributo alle vecchie e nostalgiche concessioni, quelle che nei convegni si dichiarano superate dalla eroica costituzione della società Adriabus). Perché cambiare corriera a Fano? Perché non prevedere allora un’unica linea sul litorale Pesaro-Marotta, visto che unica è l’azienda? Sarà eventualmente da Marotta che si cambierà corriera per Sterpettine, per S.Sebastiano, per Mondolfo.... e magari anche per Pergola; realizzando così la tanto cara struttura a “pettine” (quella dei convegni),. NO. Perchè da Pesaro a Fano sono chilometri di un vettore e da Fano a Pergola di un altro.
L’attesa al Pincio è assai disagevole, soprattutto la sera: alle ore 19.50 arriva a Fano la “amiana” Pesaro-Fano. Dieci sarebbero i minuti di attesa per la “vitaliana” Fano-Marotta-Pergola ma spesso diventano venti; finalmente arriva, si sale e spesso si perdono altri minuti per la sciocca macchinetta dei biglietti che non collabora. Altri istanti preziosi e lunghi (soprattutto per chi è in giro dal mattino) vengono spesi lungo il tragitto nel tentativo di moralizzare quei viaggiatori, extra-comunitari e non, raramente in regola. Esilarante, pur tragica nella sua gravità, fu una sera la reazione di un autista che, estratto un bastone gelosamente custodito sotto il sedile, inseguì un “clandestino” lungo il marciapiede di v.le Piceno (Fano-stazione). Nessuno rise. Chissà che un giorno a qualche parlamentare non venga in mente di dare facoltà agli autisti di arrestare i viaggiatori senza permesso di soggiorno!
Oltre a Fano, un altro curioso punto di snodo è Ponte Cesano, le “colonne d’Ercole” della nostra provincia oltre le quali si apre il magico mondo della provincia di Ancona. Vengono infatti da Ancona le luminose “Bucci-Senigallia” che pazientemente (non sempre) attendono le nostre allegre “Vitali” per affettuosi scambi di passeggeri. Né luminoso né allegro è invece il luogo di incontro: tetro, oscuro, desolato e inquietante è lo spiazzo in cui viene offerto quello che nei convegni viene definito un servizio “efficiente e accattivante”; molto simile agli spiazzi in cui vengono offerte altri tipi di “corriere”, quelle del più antico mestiere del mondo. Ma benedetti amministratori, presidenti e direttori generali! E’ così difficile immaginare un nodo di scambio tre chilometri più a nord, dove è situata la stazione ferroviaria di Marotta che permetterebbe di dire ai convegni che abbiamo realizzato l’intermodalità ferro-gomma? Dalla Provincia (e-mail 1 novembre 2008) si apprende che “informazioni riservate” inducono a mantenere tale squallida e assurda situazione. Verrebbe da dire: se “riservati” sono i motivi, tenetevi “riservate” anche le corriere insieme ai denari che da noi ricevete; noi continueremo a viaggiare con le nostre automobili!
Non lo diciamo e torniamo invece alla tratta Ponte Cesano-Marotta-Fano, fra le più frequentate della nostra provincia: essa svolge un servizio urbano e “cadenzato” già da tempi immemorabili, come il buon senso aveva già suggerito ai pionieri del pubblico trasporto. Ora, agganciarci anche un cadenzamento orario Pergola-Ponte Cesano è inutile, superfluo e dannoso:

- è inutile per ovvia mancanza di utenza – anche potenziale – negli orari intermedi;
- è superfluo, come è superfluo qualunque costoso servizio che non parta da una reale e ragionevole necessità;
- è dannoso perché toglie preziose risorse (cioè chilometri) alla costituzione di linee dirette extra-urbane.

A volte, fra compagni di viaggio, si prova a indagare sulle ragioni che hanno portato all’invenzione del “cadenzamento”:

- gli autisti si ritrovano un bell’orario compatto, senza le lunghe attese che l’extra-urbano comporta. Si ritrovano cioè una condizione simile ai loro colleghi “Ami”: la tanto desiderata “mezza-giornata” dei dipendenti pubblici!
- l’imprenditore, di conseguenza, avrà meno problemi sindacali e non verrà disturbato;
- i pubblici amministratori potranno dichiarare con fierezza che, grazie a loro, il servizio è diventato capillare, efficiente, moderno, “cadenzato” e migliore di altre province;
- qualche cittadino (che non viaggia in corriera ma parla a voce alta) potrà facilmente tener bordone al pubblico amministratore di turno, dicendo che ora il servizio è perfetto: chi lo nega è in malafede, è incontentabile e disturba i manovratori.

UNO STUPIDO CITTADINO

Ora qualcuno potrà pensare: organizzare linee è questione interna all’azienda; di che cosa si impiccia questo stupido cittadino? Questo stupido cittadino ha notato che fino al 13 giugno 2008 la Marotta-Fano aveva corriere “Vitali” il mattino e corriere “Ami” il pomeriggio; dal 14 giugno compare la scritta “Vitali” da mane a sera. Visto il notevole flusso di utenza su questa linea, è peregrino pensare che tale esclusivo affidamento sia un premio per l’offerta del “cadenzamento” nella vallata? In altre parole, si vuole semplicemente osservare che 14 corse al giorno Pergola-Marotta-Fano consumano un sacco di chilometri a scapito di possibili, necessarie e opportune linee dirette Pergola-Pesaro.
Le linee dirette extra-urbane esistono da tempi immemorabili in tutto il mondo: in Kenya, in Turchia, nel Wisconsin, in Siberia, nelle valli del Danubio e del Po. E’ un errore averle tolte nella nostra provincia; un errore che non può non causare perdite di utenza con conseguente aumento di automobili. Nella vallata del Cesano se ne sbandiera un’eroica conservazione alle 6.30 da Pergola e alle 14.30 da Pesaro: si è osservato che queste corse sono assai comode per i dipendenti della Provincia (10 persone circa) ma insufficienti per tutti gli altri. Nessuno ha risposto.

UN DISGRAZIATO CITTADINO

Alcuni cittadini, pur auto-maniaci ma sollecitati da sani principi ecologico-sociali, hanno provato a diventare utenti del pubblico trasporto. Pochi giorni sono bastati, sulla linea Pergola-Pesaro, per rimanerne scandalizzati: percorrere un’andata di 62 chilometri in 2 ore e 15 minuti (alla media di trenta chilometri l’ora) – bruciando così quattro ore e mezzo di ogni giornata (e le giornate sono fitte!) – è veramente inaccettabile. Vista l’assurdità dei tempi e dei percorsi, questi potenziali utenti se ne sono scappati tornando all’auto propria, almeno fino a Marotta, per poi eventualmente salire in treno. Ma non potevano andare in corriera almeno fino a Marotta? NO. E’ inutile arrivare “cadenzati” alla stazione di Marotta senza nessuna coincidenza con gli orari ferroviari.
Ed eccoci giunti alla tanto sbandierata intermodalità ferro-gomma. Si nota che, purtroppo, gli orgasmi del treno non sono sincronizzati con quelli della corriera: l’una è cadenzata a prescindere, l’altro non riesce a starle dietro a causa dell’ottusità dei dirigenti delle ferrovie che, con i loro sciagurati orari pensati per l’intero litorale adriatico, si ostinano a non tener conto delle esigenze dei cittadini di Sterpettine e di tutta la valle del Cesano! Questi cittadini infatti giungono “cadenzati” in una stazione spesso deserta perché il treno è già passato o passerà fra centinaia di minuti.
Nessun assessore o consigliere arriverebbe inutilmente “cadenzato” in stazione o viaggerebbe in corriera alle condizioni sopra descritte; e neanche nessun presidente né direttore generale lo farebbe. Perché dovrebbe farlo un disgraziato di cittadino? In realtà, il cittadino disgraziato non è: possiede un’auto, ne fa uso e non salirebbe in corriera neanche gratis.
Un sindaco della nostra vallata ha affermato di non aver avuto proteste dai suoi cittadini e che, dunque, va tutto bene. Non gli è venuto il sospetto che se non ci sono proteste è possibile che non ci sia neppure utenza? Perché non prova a chiedere al bar del paese se vedono gente salire in corriera? O perché ogni tanto non compie la follia di salire lui stesso per vedere che aria tira?

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