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lunedì 1 novembre 2010

Mondolfo, consorzio agrario: cittadini indignati


“Tutto secondo copione! O meglio, tutto secondo lo scandaloso copione che viene messo in scena da ormai 28 anni!”

Questo è ciò che pensano i cittadini della zona vedendo quello che sta accadendo in questi giorni nel consorzio agrario di Centocroci.
I residenti, più di trenta, ricordano che il 29 settembre, a seguito di un ordine del giorno presentato dalla lista civica “Per Cambiare”, guidata dal consigliere Diotallevi, e da Rifondazione Comunista, per l’avvio della procedura di classificazione dell’impianto di stoccaggio di via Allende quale industria insalubre di prima classe, il consiglio comunale aveva deciso di chiamare in causa il dipartimento protezione e prevenzione dell’Asur di Fano per un’ispezione di tutto l’impianto e del processo lavorativo.

“Riteniamo che, in uno stato di diritto, un’ispezione di questo genere dovrebbe verificare e dar conto di come l’impianto abbia operato finora, per ben 28 anni! Invece, come si immaginava, ma come non si sarebbe mai voluto credere, si vedono, in questi giorni, lavorazioni di tutti i tipi: scavi per tubazioni, mezzi per la bonifica di rifiuti pericolosi, comparsa di serbatoi recanti il simbolo di rischio biologico mai visti finora, ditte specializzate per lo scarico delle acque ed altro. Tutto questo in previsione di quell’ispezione che, quando arriverà, troverà una situazione completamente diversa da quella che noi e la nostra salute abbiamo dovuto subire per tutto questo tempo!”

Già prospettando uno scenario simile, il 12 ottobre scorso, parecchi cittadini avevano firmato un esposto, consegnato al Comandante della caserma dei carabinieri di Mondolfo, richiedendo un sopralluogo atto a chiarire l’autorizzazione e la metodologia di scarico delle acque dell’impianto.

“Acque che vengono in contatto con i prodotti fitosanitari ed i gas tossici utilizzati per le disinfestazioni dei cereali stoccati.
Ma ora, vedendo ciò che sta accadendo, ci interroghiamo indignati: è questa la serietà con cui viene tutelata la salute della gente? Si cerca di sistemare adesso ciò che doveva essere sistemato dal principio e non è mai stato fatto?
Cosa hanno fatto finora gli organi preposti al controllo ed al rilascio delle varie autorizzazioni?
Confidiamo nel fatto che la magistratura terrà conto di tutto questo e, soprattutto, siamo consci del fatto che, al di là di tutti i lavori di messa a norma e del tempo che viene a questo scopo concesso, come se 28 anni non fossero stati sufficienti, questo non potrà mai essere cancellato o regolarizzato: il fatto che, dal punto di vista urbanistico, l’impianto in questione non poteva essere installato in quella zona!”

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