Pesaro, iniziativa della CNA sul problema delle attività sommerse con Antonio Di Pietro, Giancarlo Sangalli e Francesco Casoli
Idraulici, elettricisti, meccanici, muratori, piastrellisti, assemblatori di mobili, parrucchiere, estetiste. E’ un esercito invisibile al fisco, ma esiste. Si tratta di “imprese”, o meglio dire, di abusivi che lavora in concorrenza con le aziende sane e regolarmente in regola. In molti casi si tratta di dopolavoristi, ovvero persone con già un impiego sia nel settore pubblico che in quello privato (ma soprattutto nel primo), che “arrotondano” lo stipendio con lavoretti che molto spesso finiscono per esser tanti e tali da costituire la prima vera occupazione.
In altri casi si tratta di giovani in cerca di prima occupazione o di casalinghe che contribuiscono ad alzare il bilancio familiare con servizi in casa ma anche a domicilio relativi al settore dell’acconciatura e dell’estetica. Ma le fila dell’esercito degli abusivi, a causa della crisi, si stanno paurosamente ingrossando.
Tra coloro che iniziano ad operare nel sommerso cominciano ad esserci anche ex imprenditori (magari costretti a chiudere a causa della recessione e per l’impossibilità a continuare la propria attività a causa delle tasse e della mancanza di commesse).
Ma non sono pochi neanche gli ex imprenditori ora a riposo che cercano di alzare la propria pensione prestando servizi nel campo delle piccole manutenzioni.
Insomma la mappa del sommerso è quanto mai variegata e riguarda ormai tutti i settori.
Si tratta di una vera e propria piaga che anche nella nostra provincia sta assumendo proporzioni davvero pesanti. Si prenda ad esempio il settore dell’acconciatura e dell’estetica. “In base all’ultima segnalazione effettuata dall’associazione alla Guardia di Finanza - dice la responsabile di CNA Benessere e Sanità, Luciana Nataloni - è emerso che su 20 abusive nel settore, 19 sono risultate italiane ed una extracomunitaria. Di queste 10 operavano nel settore dell’acconciatura e 9 in quello dell’estetica: tra queste vi era addirittura una scuola che prometteva attestati abilitanti falsi. Si tratta di attività il cui fenomeno è più accentuato nei comuni dell’entroterra e che ha assunto proporzioni preoccupanti”.
Quello dell’acconciatura e dell’estetica è uno di quei settori dove la CNA da tempo sta effettuando segnalazioni alle Fiamme Gialle. Ma non è il solo. Anche nel tessile-abbigliamento la concorrenza sleale ed il lavoro sommerso stanno facendo strage di imprese regolari, così come nell’edilizia, dove non sono pochi ex dipendenti che decidono di mettersi “in proprio” ignorando completamente regole e leggi e operando completamente in nero.
Se la Guardia di Finanza ha calcolato nei giorni scorsi percentuali di sommerso nella nostra provincia attorno al 20%, è facile pensare che la percentuale reale possa essere ritoccata al rialzo vista le non poche difficoltà a scovare attività sommerse. Inutile dire che in un momento di crisi come quello attuale, l’abusivismo rappresenta un nemico in più per le imprese regolari che invece per poter stare sul mercato rispettano fino in fondo le regole pagando regolarmente le tasse.
Del tema dell’abusivismo e della crisi economica si parlerà nel corso di un convegno organizzato dalla CNA che si terrà venerdì 29 gennaio, con inizio alle ore 10, nella Sala Adele Bei della Provincia in via Gramsci. A parlare di crisi, abusivismo e concorrenza sleale saranno gli onorevoli Antonio Di Pietro dell’Italia dei Valori; l’onorevole Giancarlo Sangalli, del Partito Democratico; il senatore Francesco Casoli del Popolo delle Libertà. Un talk-show a tre al quale come rappresentante delle istituzioni è stato chiamato il presidente della Provincia, Matteo Ricci.
giovedì 21 gennaio 2010
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