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giovedì 12 febbraio 2009

Fano: imprenditore sequestrato e rapinato, sgominata la banda. Sei in manette













Sono complessivamente sei gli arresti eseguiti dai militari del Reparto Operativo di Pesaro e della Compagnia Carabinieri di Fano
,
a seguito di una complessa attività di indagine, condotta sotto la direzione del dott. Manfredi Palumbo, Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Pesaro e dei sostituti dott.ssa Maria Letizia Fucci e dott.ssa Monica Garulli, avviata subito dopo il grave episodio di rapina e sequestro di persona avvenuto a Fano il 22 ottobre 2008, ai danni dell’imprenditore ittico Athos Rosato.
Quella sera, a Lucrezia di Cartoceto un gruppo di tre persone, dopo aver sorvegliato per giorni l’imprenditore, a bordo di due autovetture, una Ford Focus ed una Peugeot 206, rubate poco prima, attese che la macchina dell’imprenditore uscisse dalla sua azienda ed imboccasse l’ingresso della superstrada Fano- Grosseto. A quel punto la Fiat 500 di Rosato, leader europeo nel commercio di prodotti ittici (in particolare vongole), venne speronata dalla Peugeot 206 e l’imprenditore immobilizzato e costretto dai rapinatori, tutti con il volto coperto da passamontagna e armati di pistola, a salire sulla Focus per essere condotto, con violenza e sotto la minaccia delle armi, nella sua villa di Fano, dove si trovavano la moglie e alcuni suoi ospiti. I malviventi picchiarono l’imprenditore e sotto la minaccia delle armi asportarono dalla cassaforte abilmente occultata nell’abitazione la somma contante di 350 mila euro oltre a 25 mila euro trovati indosso alla vittima e ad un orologio Rolex del valore di 34mila euro.
Le indagini, benché si presentassero alquanto difficili in considerazione del travisamento dei malfattori e del particolare “modus operandi”, partendo da una particolareggiata analisi dei pochi indizi a disposizione, dalle testimonianze raccolte e dagli elementi acquisiti in sede di sopralluogo, permettevano di concentrare le attenzioni degli investigatori nell’ambito delle persone vicine all’ambiente familiare e lavorativo della vittima.
Nel corso dell’attività investigativa, sulla base dei gravi indizi di colpevolezza acquisiti, la Procura della Repubblica di Pesaro emetteva, nella metà del mese di gennaio, due provvedimenti di “fermo di indiziato di delitto”, subito eseguiti dai militari, nei confronti di Rocco LICO, 35enne, imprenditore edile del luogo di origine calabrese, vicino all’ambiente familiare di Rosato, che aveva avuto un rapporto sentimentale con la figlia di quest’ultimo, e Gianfranco MAGI, 60enne di Fano, pregiudicato per reati contro il patrimonio, che aveva avuto in passato rapporti di lavoro con l’imprenditore.
Entrambi gli individui sono tuttora rinchiusi nelle carceri di Pesaro e Rimini.
Inoltre, nelle prime ore della mattinata odierna, militari del Comando Provinciale hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Pesaro, dott.ssa Lorena Mussoni, nei confronti di:

- LASARACINA Domenico, 48enne, imprenditore edile di origine barese, con attività lavorativa a Pesaro;
- TARTAGLIA Giovanni Matteo, 26enne, socio del suddetto imprenditore, domiciliato a Pesaro;
- TARTAGLIA Angelo, 45enne, commerciante, residente a San Severo (FG), zio del Tartaglia Giovanni, pregiudicato, con precedenti penali per reati contro il patrimonio;
- MASTROPIETRO Antonio, 42enne, operaio residente a Cerignola (FG), pregiudicato per reati contro il patrimonio e la persona, ritenuto uno degli esecutori materiali dell’episodio delittuoso.

Tutte le sei persone arrestate sono ritenute responsabili, in concorso tra loro, dei reati di sequestro di persona, rapina, ricettazione, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo.
In particolare, Rocco Lico è ritenuto l’ideatore e l’organizzatore, mentre Antonio Mastropietro e GIanfranco Magi gli esecutori materiali.
Sono in corso numerose perquisizioni locali, anche fuori Regione, con la collaborazione del personale della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Pesaro, in particolare del Nucleo di Polizia Tributaria, finalizzate alla ricerca di oggetti e documentazione, anche di natura contabile, che potrà essere utile per lo sviluppo delle indagini.
Ancora una volta ha giocato un ruolo determinante l’ottima conoscenza del territorio, l’intuito dei militari operanti e l’azione sinergica con la Procura della Repubblica, fattori questi che hanno permesso di fare piena chiarezza su un fatto delittuoso che inizialmente si profilava alquanto complesso e che tanto allarme aveva suscitato nella popolazione.
Volendo fare un’analisi dell’accaduto da un punto di vista criminale, allo stato attuale delle indagini, possiamo affermare che in questa occasione, così come per l’attentato esplosivo alla “XANITALIA”, alcuni malviventi hanno tentato di importare metodologie criminali tipiche della delinquenza organizzata meridionale nella nostra provincia, ma grazie al risoluto, tempestivo ed efficace intervento delle Forze di Polizia e della Magistratura e con l’irrinunciabile ausilio della società civile, che in questo territorio è sana, questi tentativi sono stati bloccati sul nascere e gli autori assicurati alla giustizia.

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