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giovedì 15 gennaio 2009

Pergola, quando la crisi crea solidarietà


Non so se lo facciamo per darci coraggio, ma da quando la crisi globale ha cominciato a “mordere” anche nei nostri territori, ripetiamo il mantra dell’ideogramma giapponese che traduce nello stesso segno le parole occidentali di “crisi” e “opportunità”.
Quando le sciabolate dei tagli occupazionali si sono abbattute sulla più grande industria meccanica del nostro distretto, la Antonio Merloni di Fabriano, lasciando a casa cinquemila operai, non tutti sono stati presi da sconforto, delusione e rabbia. Qualcuno ha provato a convertire questi comprensibilissimi sentimenti in energia positiva, per se e per gli altri. La solidarietà riscoperta nei presidi al freddo davanti ai cancelli chiusi delle fabbriche, nei cortei e nelle assemblee, diventa volontariato, impegno sociale e politico e sindacale.
Complice il “piano territoriale”, che estende gli ammortizzatori sociali anche alle aziende dell’indotto, la società civile sta potendo contare su nuove energie formate alla scuola delle vertenze sindacali e delle lotte sociali.
Marco Sensi, pergolese classe 1960, operaio metalmeccanico della Antonio Merloni di Fabriano, da sempre in primo piano nell’animazione e nell’impegno sociale e politico dei movimenti , non è certo tipo da farsi prendere dallo sconforto. Marco non è nuovo ad esperienze di solidarietà sia nazionali che internazionali. Con diverse organizzazioni, tra il 1990 e il 2004, aveva collaborato alla realizzazioni di diversi progetti in campo sociale, culturale e ambientale in Francia, Germania e Irlanda oltre che in diverse regioni italiane. Marco muratore in Francia, rimboschitore in Germania, Marco che aiuta gli uccelli migratori che si abbattono sfiniti sulle coste calabresi dopo la migrazione dall’Africa in primavera.
Marco nelle lotte cittadine per il mantenimento dell’ospedale, perché i Bronzi di Cartoceto potessero rimanere in città, ma anche Marco, casco e bandana, a dare coraggio a tutti noi, dentro il massacro del luglio genovese del 2001. Dentro ogni movimento di progresso sociale con la forza calma e la sua grande creatività. Una presenza discreta ma importante per tutti noi di Squola, Ya Basta, del GAM. Un compagno su cui contare. Marco in fabbrica a Fabriano, nel freddo del gelo invernale e nel clima torrido dei pomeriggi estivi. Fino alla crisi e alla cassa integrazione.
Sabato 10 gennaio 2009, Marco, dopo aver frequentato un corso per operatore della Solidarietà Internazionale gestito da Ya Basta Marche ONLUS in autunno, è partito per Dakar – Senegal. Per due mesi collaborerà con la ONG africana “Enface et Paix” che gestisce una serie di scuole ricavate da occupazioni di edifici inutilizzati e fornisce assistenza scolastica, sociale e sanitaria ai bambini delle periferie della metropoli africana. La ONG senegalese collabora con organizzazioni internazionali delle Nazioni Unite articolando progetti sul territorio: implementando scuole (di più ordini), mense, centri di aiuto per ragazze madri e uffici di formazione di personale locale.
Marco non è partito per spirito d’avventura o per un viaggio esotico. Marco è in Africa perché è un rivoluzionario ed è convinto che la conoscenza sia la base per la creazione di una coscienza sociale e nazionale che porti al definitivo affrancamento dai rinnovati legami neocoloniali del giovane continente. Per la consapevolezza che solo contribuendo alla condivisione dei valori della partecipazione, della democrazia e della giustizia sociale è possibile immaginare un futuro migliore per se per tutti gli altri.
E per amore, nel senso più vero ed esteso di “pietas”.
E’ con amore che tutte le compagne e i compagni lo salutano impegnandosi a riportare le notizie del suo lavoro internazionale sul sito del network.
“Nangadef Marco!”

Squola Spa – GAM Valcesano ONLUS – Ya Basta Marche ONLUS-Pergola www.squola.org
“Potete sgomberare un palazzo – non una idea”

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