Ricerca personalizzata

venerdì 3 settembre 2010

San Lorenzo, alla Bvb la situazione peggiora: 76 lavoratori a rischio


Il ritorno al lavoro dopo le ferie estive è sempre particolarmente duro, figuriamoci se si viene a sapere che il proprio posto è fortemente a rischio.

E’ successo in questi giorni ai lavoratori della Bvb, azienda storica laurentina, leader nella componentistica per refrigerazione e condizionamento.

La situazione nell’azienda del gruppo Marcegaglia che ha il 64% di quote (di cui è proprietaria e amministratrice tra gli altri la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia) e della famiglia Valentini, che detiene il 36%, si complica purtroppo ulteriormente.

A metà luglio la Cisl-Fim aveva lanciato il grido d’allarme sottolineando il trasferimento entro la fine dell’anno della produzione di condensatori negli altri stabilimenti con conseguente messa in mobilità di circa 40-45 lavoratori.

La situazione è invece precipitata in largo anticipo e preoccupa molto le organizzazioni sindacali per il futuro dei 76 lavoratori metalmeccanici in cassa integrazione prima ordinaria, poi straordinaria ormai da tre anni.

“L’azienda – spiega Mauro Masci della Fim-Cisl provinciale – già da diverso tempo sta spostando parte della produzione di componenti per elettrodomestici dal sito produttivo marchigiano verso altri stabilimenti del gruppo, non solo italiani ma anche esteri.
Nell’ultimo incontro di verifica sulla gestione della cassa integrazione guadagni straordinaria la direzione della Bvb ha comunicato una ulteriore riduzione delle giornate lavorative.
Dagli attuali tre giorni di lavoro ogni quindici si passerà a due giornate, e in alcuni casi a chiusure settimanali totali, dovute all’ulteriore spostamento di produzione verso lo stabilimento in Polonia.
Di questo passo si rischia anche la chiusura definitiva”.

Questa situazione per la Fim-Cisl è inaccettabile. A luglio il sindacato aveva interessato della vicenda anche il presidente della Provincia Matteo Ricci e il sindaco di San Lorenzo in Campo, Antonio Di Francesco, che si erano attivati scrivendo al gruppo Marcegaglia per sollecitare un incontro.

“La situazione – conclude Masci - è ancora più grave se si pensa che la maggiore azionista dell’azienda è la presidente di Confindustria che non perde mai occasione di dichiararsi contraria alle delocalizzazioni.
Insomma predica bene ma razzola male”.

Per il coordinatore nazionale Fim, Luigi Dedei, è inaccettabile che non si trovino soluzioni occupazionali per l’unità produttiva di San Lorenzo in Campo così come si è fatto nelle crisi di tutti i siti produttivi del gruppo Marcegaglia.

Nei prossimi giorni verrà convocata l’assemblea di tutti i lavoratori per decidere le azioni di lotta da mettere in campo a sostegno della delicatissima vertenza.

Nessun commento:

Posta un commento