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lunedì 22 giugno 2009

Marotta, Mondolfo e Mondavio: arrestati sei romeni


Continuano i controlli dei carabinieri della Compagnia di Fano per la prevenzione e la repressione dei reati contro il patrimonio, soprattutto ai danni di aziende ed esercizi pubblici, svolti nel territorio.
L’altra sera, nella periferia cittadina, zona Marotta, nel corso di uno specifico servizio predisposto nell’ambito dell’intera provincia dal Comando Provinciale di Pesaro e Urbino, con l’ausilio di personale anche in abiti borghesi, cinque romeni, tra i quali tre uomini (due dei quali con numerosi precedenti penali) e due donne, tutti di età compresa fra i 40 ed i 21 anni, domiciliati nella provincia di Milano, sono stati sorpresi dai carabinieri delle Stazioni di Marotta e Mondolfo e tratti in arresto mentre asportavano attrezzatura informatica dall’interno di un’agenzia di viaggi, nella quale si erano introdotti dopo aver sfondato la vetrata della porta di ingresso.
I militari, da qualche giorno, si erano accorti della presenza dei cinque romeni nella zona di Marotta. Un barista scaltro, infatti, aveva notato, una sera, la presenza di alcuni stranieri non della zona nel suo bar e si era poi accorto, alla chiusura, che alcuni sensori dell’allarme posti vicino alle macchinette videogiochi erano stati oscurati con del nastro adesivo. Aveva, quindi avvertito i carabinieri che, per alcune notti, avevano eseguito degli appostamenti nei pressi del locale e di altri esercizi similari. Nel frattempo, i militari si erano messi a monitorare le strutture alberghiere ed i campeggi della zona.
Ed è così che cinque romeni sono risultati alloggiare all’interno di un campeggio nel quale cercavano di confondersi fra i villeggianti e di passare inosservati. Per questo motivo i militari avevano deciso di seguirne i movimenti, soprattutto quando uscivano la sera tardi. Pertanto, li hanno pedinati anche lungo la ferrovia, mentre si spostavano a piedi, sorprendendoli prima che potessero portare a compimento l’azione delittuosa. Alcuni di loro fungevano da palo, in particolare le donne, anche per sorvegliare le vie di accesso al luogo ove vi era l’esercizio da depredare.
Ma tutti i loro accorgimenti non sono serviti perché sono stati bloccati dai carabinieri prima che potessero tentare la fuga. Oltre a recuperare la refurtiva, del valore di circa duemila euro, i cinque sono stati trovati in possesso di un grosso grimaldello e di due enormi cacciavite, utilizzati per produrre la rottura dei vetri della porta di ingresso dell’esercizio pubblico.
Nel corso degli ulteriori accertamenti, sono stati rinvenuti nella disponibilità dei cinque arrestati anche due sacchetti in plastica contenenti la somma di euro 570, in monete da uno e due euro, nonché sei stecche di sigarette, di varie marche nazionali ed estere, del valore di circa 300 euro.
A carico dei cinque romeni, quindi, sono emersi anche gravi, univoci e concordanti indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di un altro furto eseguito all’interno di un’attività di bar tabacchi di Ripe(AN), nella nottata del 18 giugno u.s.. Pertanto, nei confronti dei cinque arrestati sono scattate le accuse di furto aggravato continuato in concorso tra loro. I cinque sono stati tradotti nel carcere di Pesaro. Recuperata l’intera refurtiva.
Altro arresto per furto aggravato è scattato, sempre nella nottata, da parte dei militari della Stazione di Mondavio, a carico di O.D., 49enne pregiudicato romeno, residente a Mondolfo, sorpreso mentre asportava dalla cabina di un camion, parcheggiato lungo la Strada Statale di Marotta, un piccolo televisore a colore e vari oggetti contenuti all’interno. La refurtiva, del valore di circa mille euro, è stata recuperata e restituita al legittimo proprietario. O.D. è stato tradotto nel carcere di Pesaro con l’accusa di furto aggravato. Sequestrata una grossa forbice utilizzata per forzare la portiera del camion.

N.B. Per quanto attiene ai cinque romeni arrestati per furto aggravato e continuato è da sottolineare il particolare modus operandi utilizzato dal gruppo. Di solito, la sera tardi,poco prima della chiusura, gli esercizi venivano ispezionati da qualcuno del gruppo, che si fingeva un avventore. Venivano individuati i sensori –foto cellule-, ed alcuni, quelli in corrispondenza dei videogiochi o della cassa, approfittando della distrazione degli addetti, erano poi “accecati” con del nastro adesivo, in maniera tale che, durante la notte, i malfattori potessero entrare nel locale senza far attivare l’impianto di allarme. Si sottolinea, quindi, come gli stessi commercianti e titolari di aziende, qualora percepiscano cose insolite all’interno delle loro attività debbano interagire subito con i militari dell’Arma, segnalando situazioni anomale a vantaggio della sicurezza e della legalità.

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